Il 31 luglio 2003 ci lasciava Erik Brann, chitarrista statunitense la cui notorietà è indissolubilmente legata agli Iron Butterfly, importante gruppo hard rock psichedelico. A ventidue anni dalla sua scomparsa, lo ricordiamo ripercorrendo la sua carriera e il suo impatto sulla musica.
Nato a Boston l'11 agosto 1950, Brann mostrò fin da giovane
un talento musicale, dedicandosi inizialmente al violino prima di trovare la
sua vera vocazione nella chitarra. Nel 1967, a soli diciassette anni, il
giovane Erik si unì agli Iron Butterfly, segnando l'inizio di una
collaborazione che avrebbe lasciato un segno profondo nella storia del rock.
L'esordio discografico di Brann avvenne nel 1968 con l'album In-A-Gadda-Da-Vida. Questo lavoro non solo rappresentò il maggiore successo commerciale della band, ma divenne anche una pietra miliare del rock psichedelico, grazie soprattutto alla leggendaria title track, un'epopea di oltre 17 minuti che metteva in risalto le innovative capacità chitarristiche di Brann. Erik contribuì anche alla scrittura di una traccia dell'album, "Termination", insieme al bassista Lee Dorman, dimostrando fin da subito il suo talento compositivo.
Dopo aver lasciato gli Iron Butterfly nel 1970, Brann tornò nella band nel 1974, in occasione della sua rifondazione. Durante questo periodo, incise due album, Scorching Beauty (1974) e Sun and Steel (1975), nei quali assunse anche il ruolo di cantante principale, dimostrando la sua versatilità artistica. La band si sciolse nuovamente nel 1975, per poi riunirsi brevemente nel 1978 con una nuova formazione, l'ultima in cui Brann suonò prima di ritirarsi quasi completamente dalle scene musicali.
Nel luglio del 2003, mentre stava pianificando un atteso
ritorno sulla scena musicale con un album solista, Brann ci ha lasciati a causa
di un infarto miocardico all'età di 52 anni. La sua scomparsa ha privato il
mondo della musica di un talento unico e innovativo, un chitarrista che con la
sua visione e il suo stile ha contribuito a definire il suono di un'epoca.

