martedì 31 ottobre 2023

"Flowers", l'innovazione dei Rolling Stones in una raccolta del '67 (riascoltiamolo nell'articolo)

 


Titolo: Flowers (raccolta discografica)

Artista: The Rolling Stones

Pubblicazione: 1967

Durata: 37:20

Genere: Rock, beat

Etichetta: London Records-ABKCO Records

Produttore: Andrew Loog Oldham


"Flowers" è il decimo album dei Rolling Stones, pubblicato originariamente nel 1967 come una raccolta di brani non inclusi nei loro precedenti album britannici È un disco che offre una panoramica interessante sulle prime fasi della carriera della band, offrendo una miscela di tracce provenienti da diverse sessioni di registrazione ed era destinato al mercato statunitense.

Pubblicato il 15 luglio 1967, è una compilation di successi e brani mai editi prima su LP. Nello specifico, tre brani erano all'epoca ancora inediti: My Girl, ripescaggio delle sessioni per Out of Our Heads, Ride On, Baby e Sittin' On a Fenc,e risalenti alle sedute di registrazione per “Aftermath.

Il titolo fa riferimento alla grafica di copertina, che raffigura degli steli di fiori sotto il viso di ogni membro del gruppo. Fatto curioso e inquietante è che l'unico stelo raffigurato senza foglie è quello sotto la testa di Brian Jones, che sarebbe morto due anni dopo.

Flowers” raggiunse la terza posizione in classifica negli Stati Uniti durante l'estate inoltrata del 1967 e fu certificato disco d'oro.

Nell'agosto 2002 il disco è stato rimasterizzato e ristampato in formato CD e SACD digipak dalla ABKCO Records.

Scendendo sul personale, sottolineo come i brani contenuti nel disco siano realmente rappresentativi del sound della band di fine anni Sessanta, molti conosciutissimi sotto forma di singoli, sicuramente capaci di dare suono e immagini ad un’epoca di importante passaggio culturale e musicale.

Sono questi, PER ME, i veri Rolling Stones! Ma veniamo ad un po’ di oggettività.

L'album si apre con "Ruby Tuesday", una delle canzoni più celebri della band, caratterizzata da un'atmosfera malinconica e da un bellissimo arrangiamento strumentale, uno dei momenti più alti di "Flowers", capace di mostrare il lato più melodico e introspettivo dei Rolling Stones.

Altri brani degni di nota sono "Mother's Little Helper", che affronta tematiche come la società e l'uso di sostanze stupefacenti, e "Let's Spend the Night Together", un pezzo energico e carico di passione. Entrambe le canzoni dimostrano l'abilità compositiva della band nel creare brani orecchiabili e allo stesso tempo significativi.

Tuttavia, è importante evidenziare ancora come "Flowers" sia un album di “raccolta”, e quindi mancante di una coesione tematica o stilistica, tipica degli album in studio tradizionali. La selezione dei brani potrebbe quindi sembrare un po' eterogenea a volte, ma questo può essere attribuito alla sua natura di compilation.

Nonostante ciò, "Flowers" offre un'interessante finestra sul periodo di transizione dei Rolling Stones tra le loro prime fasi come band rhythm and blues e il successivo sviluppo di uno stile più sperimentale e psichedelico. La performance vocale di Mick Jagger è notevole in tutto l'album, così come la potente sezione ritmica composta da Keith Richards alla chitarra e Brian Jones alle tastiere.

In definitiva, si può affermare, sicuri di non sbagliare, che "Flowers" è un album che vale la pena di ascoltare, per gli appassionati della band e per chiunque sia interessato alla musica rock degli anni '60. Pur non essendo un album di studio tradizionale, offre una selezione di brani notevoli e rappresenta una tappa importante nella carriera dei Rolling Stones.

 

Tracce (cliccare sul titolo per ascoltare)

Tutte le canzoni di Jagger/Richards tranne dove indicato. 

Ruby Tuesday – 3:17

Have You Seen Your Mother, Baby, Standing in the Shadow? – 2:34

Let's Spend the Night Together – 3:36

Lady Jane – 3:08

Out of Time – 4:41

My Girl – 2:38 (testo: Robinson/White)

Back Street Girl – 3:26

Please Go Home – 3:17

Mother's Little Helper – 2:46

Take It or Leave It – 2:46

Ride On, Baby – 2:52

Sittin' On a Fence – 3:03

 


Formazione

Mick Jagger - voce, cori, percussioni

Keith Richards - chitarra elettrica, chitarra acustica, cori, basso in Ruby Tuesday e Let's Spend the Night Together

Brian Jones - chitarra elettrica e acustica, tastiere, basso, koto in Take It or Leave It e Ride On, Baby, dulcimer in Lady Jane, registratore e flauto in Ruby Tuesday

Bill Wyman - basso, cori, organo, percussioni

Charlie Watts - batteria, percussioni






sabato 28 ottobre 2023

Galadriel, il neo prog spagnolo del 1985

 


Parliamo di Galadriel, band di musica progressiva spagnola fondata a Madrid nel 1985 da non confondere con l’omonima prog band australiana di inizio seventies…

Ho trovato in rete questo commento ma lascio giudicare i lettori dopo un po’ di ascolto…

Sofisticata band Neo Prog spagnola, con voci in inglese e spagnolo, sullo stile di Jon Anderson, ma la musica non è come quella degli YES.

Il suono di GALADRIEL è morbido e molto ben elaborato con cambiamenti dinamici e piacevoli passaggi acustici. La loro musica è più nella vena del classico suono progressivo italiano (come i primi PFM, per esempio).

"Chasing the Dragonfly", il 2° album della band spagnola, combina sapori etnici con uno stile neo prog molto banale per un suono complessivo unico. Raccomandato.

Ma forse è meglio ascoltare la loro musica...


DISCOGRAFIA (cliccare sui titoli per ascoltare)


Muttered Promises From an Ageless Pond

1988


Chasing the Dragonfly

1992


Mindscapers

1997


Calibrated Collision Course

2008






giovedì 26 ottobre 2023

Presentazione del libro su Woodstock alla libreria La Torre di Alba (25-10-2023)-qualche immagine e video della serata

 


Il 25 ottobre ha visto la seconda di una lunga serie di presentazioni del libro “Woodstock, ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi” (Andrea Pintelli, Athos Enrile e Angelo De Negri), dopo l’esordio a Cremona presenziato da uno dei tre autori, Andrea Pintelli, mentre per chi scrive, la tappa piemontese, ad Alba (CN), ha rappresentato l’esordio.

Sono molto legato, sin da bambino, a quella zona d’Italia ma, se faccio riferimento ad eventi culturali a carattere letterario, il connubio ha preso il via nel 2011, quando un amico mi procurò la possibilità di proporre il mio primo libro - scritto con Massimo Pacini - intitolato “Cosa resterà di me”. Ieri come oggi la location si chiama Libreria La Torre, anche se il numero civico non è più lo stesso e ora la posizione è molto più centrale.

In questo caso il trait d’union è rappresentato da un’associazione culturale, non solo a carattere musicale, che io per comodità identifico in Enzo Patri, con cui ho collaborato un paio di volte in una sala meravigliosa dove trovano spazio vinili e CD di ogni genere.

La collaborazione tra le due entità - libreria e associazione - porta a sinergie che hanno permesso di realizzare rapidamente questo nuovo incontro.

Ma potevo andare ad Alba senza l’aiuto e l’amicizia di Luciano Boero?

Luciano è un grande musicista, colonna di quella che fu la Locanda delle Fate, e ci è capitato più volte di interagire, non soltanto per opere letterarie musicali, essendo lui, anche, scrittore e saggista.

In questo caso specifico avevamo programmato la possibilità di suonare qualcosa di semplice, qualche brano simbolo di Woodstock, e a distanza avevamo concordato tre pezzi da inserire ad hoc in momenti topici.

Sottolineo che io non sono un musicista, ma lo spirito di base, nella mia idea di presentazione a tema, privilegia il coinvolgimento piuttosto che lo sfoggio di bravura.

Però… un minimo di prova si rendeva necessario, soprattutto per quanto riguardava le voci (cosa necessaria se ci si avvicina alla musica di C.S.N.&Y.).

La mia scelta è ricaduta su “Find the cost of freedom”, molto evocativa ed adatta a disegnare l’atmosfera di quei giorni.

Luciano ha aggiunto un brano dei Beatles coverizzato all'epoca da Richie Havens, “Strawberry Fields Forever”, su cui ho provato a raddoppiare la sua voce, e il gran finale doveva essere “We shell overcome”, il brano manifesto di Joan Baez, potenzialmente in grado di coinvolgere il pubblico con il canto.

Ok, ci diamo un appuntamento pomeridiano per un paio di ore di prove, ma… alla fine non saranno più di trenta minuti, meglio improvvisare!

Però… c’è una novità, una cosa inaspettata.

Luciano, quasi con timore mi chiede se mi farebbe piacere una eventuale partecipazione di un frequentatore di quella zona, una che ha sempre una chitarra in auto, hai visto mai che…

Forse teme un mio irrigidimento al cospetto di una situazione non preparata, ma sarei un pazzo se storcessi il naso di fronte a Paolo Bonfanti, un chitarrista incredibile conosciuto anni fa, che nel tempo ho seguito e, tanto per restare nel tema, ricordo la sua partecipazione genovese ad uno spettacolo realizzato nel 2019, in occasione del cinquantennale dell’evento.

La sua presenza non richiede grandi prove supplementari, pochi minuti nel retro della libreria e stop, e io mi ritrovo indegnamente in mezzo a due professionisti della musica, immaginando che in ogni caso questa band inventata per una sera non la dimenticherò mai più!

A cena tutti assieme e poi si è pronti per condividere il messaggio, almeno si spera, con qualche persona interessata a curiosa.

La libreria La Torre, rivoluzionata nel lay out dopo il fine lavoro, è piena di anime, e quindi… si comincia bene.

Prima di continuare il racconto mi viene da sottolineare la semplicità con cui si è arrivati alla piena efficienza: poche prove musicali, un nano secondo per settare pc/proiettore/chiavetta usb, un regista perfetto, tanti registi perfetti, in grado di  giocare con le luci e muoversi all’unisono ad ogni minimo accenno, quasi fossimo una squadra rodata al lavoro!

L’audience si è dimostrata molto attenta e interessata. Non c’erano giovanissimi, ma credo fosse situazione comprensibile.

Musica e parole, il connubio mi pare funzioni in ogni occasione, e l’apprezzamento che ho rilevato mi ha confermato una formula che si può riproporre con fiducia.

Direi anche una prova di decisa elasticità, tenendo conto che siamo passati più volte da una conduzione che seguiva il filo logico di un Power Point alternata alle domande di Luciano Boero, e alla fine mi è capitato di essere io l’intervistatore dei miei occasionali compagni di viaggio. Penso che tutto questo sia piaciuto ai presenti, anche se il momento topico è arrivato quando Bonfanti ci ha riportato al mondo di Hendrix… due mancini al servizio della musica!

Bene, si finisce in gloria, si fa per dire, con la musica di Joan Baez e persone visibilmente soddisfatte, in una di quelle serate che andrebbero ripetute, anche senza un libro da presentare.

A seguire propongo un paio di video, che esistono grazie all’aiuto di mia moglie:

il primo riguarda la sezione musicale ed è pressoché completo.

Il secondo è una frazione di “parlato”, il minimo indispensabile, tanto per fornire un’idea di cosa potrebbe capitare nelle prossime presentazioni.

Un grazie enorme allo staff della Libreria La Torre, a Luciano, Paolo, Enzio, Gianni, Maura e a tutti i partecipanti che spero di ritrovare presto, con un nuovo libro che è… dietro l’angolo!


La musica...



Un po' di parole...





Il Cerchio D'Oro alla PROG NIGHT di Bistagno il 21 ottobre... qualche commento


Sabato 21 ottobre, a Bistagno (AL) è andata in scena la PROG NIGHT, anticipata dal seguente comunicato…

https://mat2020comunicatistampa.blogspot.com/2023/10/prog-night-bistagno-al-il-21-ottobre.html


Racconta Giuseppe Terribile, basso e voce de Il Cerchio D’Oro:

Da parte mia e di tutti impressioni positive; si tornava al live dopo qualche mese (e non molte prove, per mancanza di alcuni di noi e per il gran caldo), ma aldilà di ciò è stato un bel concerto, anzi un doppio concerto che meritava!

Non conoscevamo i Plenilunio ma si sono dimostrati persone gradevoli (davvero) e bravi musicisti... il loro prog è diverso dal nostro, ma le composizioni scivolavano via bene e si sa, quando la nascita dei gruppi risale più o meno allo stesso periodo, i gusti e i modi di suonare sono quelli conosciuti, anche se loro hanno un paio di forze nuove: il chitarrista, figlio dell'altro originale, e il bassista.

È nato come sempre qualche piccolo problema tecnico ai cambi palco tra diversi gruppi, ma è stata poca cosa.

Siamo stati accolti benissimo sia dagli organizzatori che dal pubblico, che ci ha applaudito apertamente. Abbiamo suonato circa un'ora a testa davanti ad una audience attenta e con diverse persone competenti. Tra gli altri il nostro amico Luciano Boero che, abitando a pochi chilometri, è venuto (in compagnia di un nostro vecchio fan) a farci visita e a vedere per la prima volta i Plenilunio, molto vicini temporalmente parlando a La Locanda delle Fate in cui Luciano è stato protagonista per anni, uniti dal periodo di iniziale attività, gli anni ’70.

Che dire questi scambi di racconti opinioni sono sempre interessanti e quando ci si raffronta in toni molto amichevoli tutto diventa bello!".


Aggiunge Franco Piccolini, tastierista della band…

"Vorrei fare alcune riflessioni personali sulla serata. Intanto la piacevolezza di aver conosciuto dei musicisti bravi e appassionati e aver condiviso con loro questa esperienza, e già tale aspetto è stato per me positivo; inoltre, mi sto rendendo sempre più conto che il prog non ha due facciate della stessa medaglia, come spesso viene detto, bensì tante sfaccettature e che forse non è giusto rimanere dentro i classici parametri per classificarlo. La musica dei Plenilunio ne è un esempio evidente: è buona musica!

Devo dire inoltre che sono rimasto stupito dal piccolo teatro di Bistagno, un palco ridotto ma curato, una struttura che ha tutto salvo, a voler essere pignoli, un migliore rivestimento delle pareti per attenuare gli inevitabili rimbombi, ma mi rendo conto che parliamo di interventi difficili da gestire per una piccola struttura.

L'accoglienza da parte dei gestori è stata ottima; ancora una volta gli angoli di provincia insegnano alle città più grandi che si può fare molto per ospitare eventi particolari, e il calendario del teatro di Bistagno, ricco di appuntamenti interessanti ne è la prova.

Infine, sono rimasto molto contento del fatto che oltre ad un manipolo di fedelissimi del Cerchio, siano arrivati anche ascoltatori nuovi che volevano conoscerci ed altri che, intervenuti per l'altro gruppo, ci hanno apprezzato e sostenuto. Queste dimostrazioni sono per noi, che normalmente non facciamo molti spettacoli dal vivo, la migliore spinta a proseguire e a portare in giro la nostra musica live.

Grazie a tutto il pubblico, siete stati grandi!"


Uno stralcio video dell’esibizione de Il Cerchio D’Oro…





Qualche immagine...

















lunedì 23 ottobre 2023

Intervista a Bernardo Lanzetti in occasione dell'uscita del nuovo album dell'Acqua Fragile “Moving Fragments”

 


Nell’occasione dell’uscita del nuovo album degli Acqua Fragile, “Moving Fragments”, mi sono confrontato con Bernardo Lanzetti, leader e frontman della band, approfittando del privilegio dell’ascolto dell’anteprima.

Nei prossimi giorni commenterò l’album ma, come sempre, appare fondamentale il pensiero autorale, quell’oggettività di elementi che si sposa all’emotività che nasce in fase creativa, e vale quindi la pena proporre l’intervista anticipatrice dell’approfondimento.

Sottolineo che la leadership del vocalist appare oggi ai miei occhi rafforzata, una conferma del suo ruolo di motore compositivo, concetto valido sia per buona parte dei brani dei primi due album sia per l’attualità.

Appare quindi oggettiva la prevalenza autorale e la guida all’interno del gruppo, anche se è altresì evidente l’apporto negli arrangiamenti e nelle armonizzazioni vocali di Piero Canavera, l’importanza delle ritmiche batteria/basso studiate con Franz Dondi, la bellezza dei fraseggi originali della chitarra di Gino Campanini e il lavoro lineare di Maurizio Mori alle tastiere, tutti elementi che hanno contribuito a creare il suono Acqua Fragile anni ’70.


A questo punto si può partire con l’approfondimento domanda/risposta…

Sta per uscire il nuovo AF, “MOVING FRAGMENTS”, che ho ascoltato in anteprima, ed essendo passati 50 anni dall’esordio discografico viene naturale chiederti le differenze sostanziali tra la vostra nuova proposta e quella dell’esordio.

L’album appare carico di diversi ingredienti, e rispetto al ‘73 la diversificazione riguarda anche la lingua, che non è solo più quella inglese: necessità di passare in modo chiaro alcuni messaggi?

Acqua Fragile appare nella scena progressiva come un gruppo outsider, non propriamente inserito nel prog italiano. Non a caso, ad esempio, la band viene esclusa dalle apposite compilation ed è l’unica a non essere mai stata invitata a suonare in Giappone, malgrado il sottoscritto abbia fatto un tour con la PFM nel 1975. Il cantare alcuni brani in italiano, dopo l’esperimento di “Tu per lei” nell’album precedente vuole, in qualche modo, richiamare l’attenzione sul fatto che la band è in grado di esprimersi a tutto campo.

La mia sensazione è quella che esista una discreta distanza tra la musica di AF agli esordi e quella attuale: cosa ne pensi?

Non sono d’accordo. Prendi “Morning Comes” e seziona le varie parti così come si susseguono. Poi prendi “Limerence Ethereal” e vedrai che i movimenti sono in successione similare. La composizione musicale come formato! Prendi i cori a tre voci. Anche in questo album il canto è spesso la voce più alta.

Pensa ai tempi dispari e li ritroverai in tutti gli album.

Prendi “Going Out”, cori senza batteria. Prendi “Moving Fragments”, uguale.

Prendi la teatralità di “Three Hands Man” e “Professor” … la ritroverai in “Her Shadow’s Torture” e “Malo Bravo”, ad esempio...

Sono tanti i collaboratori, non solo italiani: come è avvenuta la scelta dei musicisti “esterni”?

Storicamente i lavori per questo nuovo quarto album sono iniziati a fine dicembre 2017, dopo un bel concerto al Club Il Giardino.

Successivamente, il nuovo chitarrista Michelangelo Ferilli, per motivi famigliari, ha lasciato la band, così che non solo si è interrotto il lavoro sui nuovi pezzi, ma ci si è messi alla ricerca di un nuovo chitarrista trovandolo poi il Claudio Tuma.

Nel frattempo, però, avevamo alcuni impegni live che solo con Ferilli potevano essere affrontati, in quanto lui già conosceva il repertorio storico. Insomma, il gruppo aveva difficoltà a lavorare su due fronti, live e nuovo album, ma certamente il Covid, e soprattutto i vari lockdown, ci hanno indirizzato verso l’allargamento della rosa dei partecipanti al progetto. Ad ogni strumentista siamo arrivati per finalità diverse nei modi più disparati.

Rispetto a mezzo secolo fa esiste uno spaventoso salto tecnologico, e un episodio del disco si sofferma proprio sull’Intelligenza Artificiale: come si ripercuote l’innovazione e la modernità su di un album di musica progressiva che esce nel 2023?

Da diversi anni lavoro a distanza con musicisti bravissimi e con nomi con cui mai avrei sognato di instaurare un dialogo creativo negli anni ’70.

Il musicista odierno non ha solo lo strumento su cui suonare ma anche un computer con un apposito programma per registrare e una scheda audio per digitalizzare i suoni. Potremmo dire che i musicisti sono stati pionieri dello “Smart Working!”.

Far coincidere il titolo di un brano con quello dell’album ha sempre un significato ben preciso: quali sono i “Frammenti in movimento” del disco, della tua/vostra vita?

Non solo da oggi, ma oggi soprattutto, tutti gli attimi delle nostre giornate altro non sono che frammenti. Suoni, immagini, ricordi, sentimenti… inquadrati nel cellulare, smistati con il “copia e incolla”, secretatati nelle chiavette usb, rivisti alla TV, masticati negli sms, inseguiti dal dito sullo schermo piatto…

Tra gli ospiti musicali c’è anche Gigi Cavalli Cocchi, che oltre ad essere presente come strumentista ha realizzato la copertina e il nuovo logo della band: mi parli del significato della cover?

Semplicemente la cover riporta elementi che sono descritti nei testi. L’ombra di “Her Shadow’s Torture”, il cavallo bianco di “White Horse On Dope”, il titolo fluttuante di “Moving Fragments”, il serpente che si mangia la coda di “Malo Bravo” e via di seguito.

Quanto è importante il lavoro di Dario Mazzoli, che dell’album è il produttore?

Innanzitutto, Dario ha creduto nel progetto, ma, soprattutto, mi è stato vicino, anche artisticamente, nel rifinire e dare spessore al tutto.  

“MOVING FRAGMENTS” esce proprio nell’anno dei festeggiamenti dei tuoi 50 anni di attività professionistica, il VOX 50 che ha visto - e ancora sta vedendo - eventi dedicati e variegati, ma il concerto ufficiale di fine luglio ha permesso di avere un’anteprima dell’album giacché la musica è partita con “Il suono della voce”: mi parli del brano e di come si sia evoluta nel tempo la tua concezione di “utilizzo della voce”?

La melodia di “Il Suono Della Voce” risale probabilmente agli Acqua Fragile anni ’70. Il brano, all’epoca solo strumentale, non arrivò neppure in sala prove ma riemerse quando più tardi, nel periodo in cui frequentavo Ivano Fossati, ascoltai il suo consiglio di inserire parti cantate. Io chiesi tempo e così quel pezzo strumentale venne prima depositato con il titolo “Dammi Tempo”. Una volta sviluppato il tutto pensai a vari testi, in inglese e in italiano, fino ad arrivare a “Il Suono Della Voce”.

Ci sono varie leggende sulla voce e sul canto. Alcune sono fuorvianti altre manipolate. Al momento mi piace molto quanto riferitomi da un medico di medicina alternativa: il canto è la prima forma di medicina per il corpo e per lo spirito. Ai primordi l’uomo cantava o cercava di cantare per ritrovare il proprio equilibrio fisico e mentale.

Passiamo ad un’analisi più approfondita brano dopo brano, iniziando da “Her Shadowʼs Torture”, che allʼimpatto crea un forte pathos e produce una ambientazione molto “classica”, a tratti cinematografica: come è nata e qual è il suo significato?

Musicalmente inquadro “HST” come un classico brano Prog.

Intro classicheggiante, strofe romantiche, ritornello più aggressivo con un contrappunto di basso/chitarra che lotta con l’arpeggio del sintetizzatore. La parte finale è una carrellata nell’oscura camera della tortura…

Il soggetto è ossessionato, non tanto dalla figura di questa donna fatale quanto dalla sua ombra come oggetto del desiderio da incrociare e attraversare.

Ho ascoltato incuriosito “White Horse On Dope”, dopo aver letto che era presente Stef Burns, che mai avrei accostato, evidentemente sbagliandomi, alla musica progressiva. Come è nato questa collaborazione così inusuale?

Ero stato invitato a un concerto di Stef che si esibiva in Trio e sono rimasto conquistato dal gusto musicale, dalla simpatia del personaggio e dal suono esattamente rock della sua chitarra. Quando si è lanciato in un blues molto ardito con accordi dissonanti sono rimasto conquistato. Volendo verificare la presa sul pubblico mi ero poi girato a scoprire che, con quel brano, la maggior parte della gente se n’era andata…

Il brano “WHoD” aveva bisogno di una chitarra dal suono “inattaccabile” e sono stato felice di avere Mr. Burns a bordo dopo che ha accettato di suonare il pezzo dove le battute dispari la fanno da padrone.

Della title track mi hai già detto in altra occasione, ma vorrei che entrassi del dettaglio tecnico, non essendo per me di facile decodificazione.

Ho scritto il brano con la chitarra, inframezzando un mini-riff ossessivo con accordi che poi, procedendo con l’arrangiamento, ho scoperto accordi non essere. Soprattutto nella tradizione west coast, sulla chitarra è possibile formulare ciò che Joni Mitchell riportava a Wayne Shorter come “sospensioni” che mi hanno, di fatto, ispirato il tema di “frammenti in movimento” senza una geometria finita.

Anche “Malo Bravo” mi sembra musicalmente parlando molto complessa, e per completarla ti sei affidato a due italianissimi come Sergio Ponti e Brian Belloni: mi ha dato lʼimpressione di un superamento del prog, nel senso della ricerca che va oltre il genere e cerca un ipotetico e sperabile “nuovo” … raccontami!

“Malo Bravo” è un altro brano nato diversi anni pur limitato, a quel tempo, a soli due arpeggi in 7/quarti. Il bello del comporre in tempi dispari è che risulta facile per chi scrive ma un po’ meno immediato per chi esegue.

Siamo stati fortunati a poter avere Brian Belloni alle chitarre e Sergio Ponti alla batteria. Entrambi masticano molto bene il dispari. Trovo il brano molto teatrale e il testo in italiano ne sottolinea il carattere.

Con “I A - Intelligenza Artificiale” ritorna in veste di autore (dopo il brano di apertura) Stefano Pantaleoni e Rossella Volta duetta con te. Ma è lʼargomento che appare intrigante e, soprattutto, analizzato in tempi in cui sembrava qualcosa di estremamente lontano e non alla portata di tutti…

Anche questo brano vede la collaborazione compositiva Pantaleoni/Lanzetti.

 Il testo e il suo argomento creano contrasto con il mondo musicale vagamente medievale celebrando una modalità non inusuale nel Prog.

“Black Drone” vede la presenza di un ormai “italianissimo” David Jackson che, come spesso gli accade, non si è limitato al compito chiesto ma si è… lasciato andare! Ma a quale drone nero fa riferimento il pezzo?

Il “Black Drone” minaccioso all’inizio del pezzo diviene poi sfacciato e goliardico per terminare come un elemento della quotidianità. Vederlo volare è come vedere l’erba verde di un prato o sentire un cane abbaiare in lontananza…

“DD Danz” è uno strumentale del Maestro Pantaleoni, tastierista della band: anche in questo caso di chiedo di chiarire i significati, impossibile da carpire in assenza di liriche...

Ed ecco che il “Black Drone” viene raggiunto da altri droni per una loro danza. Mancava un brano solo strumentale negli album di Acqua Fragile così che l’inserimento non è casuale. Il titolo DD DANZ è la storpiatura di “The Drone Dance”.

Con “Limerence Ethereal” termina lʼalbum e la sensazione è proprio quella di fermatura del cerchio, con una intro pacata e un crescendo importante, quasi drammatico nelle atmosfere: dimmi di più…

Grazie per aver riportato la giusta lettura del brano.

L’amore platonico visto come malattia o romantico disturbo del comportamento. Prima trattato in modo artistico, “rainbow at midnight” (arcobaleno a mezzanotte), citando, naturalmente, Dante e Beatrice e poi Lolita, rimando con “Bonita”, ecco la melodia che si snoda, si strugge e si consuma attorno alle diagnosi, quasi scientifiche, circa quel sentire pulsazioni esclusive, quelle alterazioni dei sensi come l’unico possibile amore nell’universo.

Cosa ti aspetti da questo nuovo progetto discografico?

Malgrado la massa appaia omologata nel seguire quello che gli attori sul mercato spingono, sono tanti coloro che amano forme musicali che definirei più nobili, più artistiche o più semplicemente più oneste, perché i cantanti cantano e i musicisti suonano!

Ci sono legittime speranze di poter vedere gli Acqua Fragile che, dal vivo, propongono “MOVING FRAGMENTS”?

Le band così folli da professare il rock progressivo, da sempre hanno dovuto fare i conti con il massimo delle spese per gli strumenti e per la logistica. Ora, con poche eccezioni, queste spese sono cresciute a dismisura.

Una volta si andava a suonare per poco, oggi… occorre pagare per suonare!




domenica 22 ottobre 2023

The “Magical” box set by Greg Lake will be released in November in a limited edition

 

That voice and those songs!  There really was no one like the late, great GREG LAKE

Magical is a 7 CD box set which takes a deep dive into the solo career of one of the greatest singer songwriters of all time.  All tracks have been remastered by renowned engineer Andy Pearce. 

The box also includes a hard-back coffee table book which includes some unique and rare photos taken directly from the Lake family archive.

 

Releasing on Greg's birthday, November 10th, you can pre-order Magical now:

https://www.cherryred.co.uk/.../greg-lake-magical-7cd.../

 

And if you do so via Burning Shed, you will receive a free limited edition print:

https://burningshed.com/greg-lake_magical_boxset



Greg Lake: Magical

 

DISC ONE: Greg Lake

1. Nuclear Attack

2. Love You Too Much

3. It Hurts

4. Black And Blue

5. Retribution Drive

6. Long Goodbye

7. The Lie

8. Someone

9. Let Me Love You Once

10. For Those Who Dare

 

DISC TWO: Manoeuvres

1. Manoeuvres

2. Too Young to Love

3. Paralysed

4. A Woman Like You

5. I Don't Wanna Lose Your Love Tonight

6. It is You, You Gotta Believe

7. Famous Last Words

8. Slave To Love

9. Haunted

10. I Don't Know Why I Still Love You

 

DISC THREE: From the Underground Vol. 1 - The Official Bootleg

1. Emerson, Lake & Palmer - Touch and Go

2. King Crimson - A Man, A City

3. The Shame - Don't Go Away Little Girl

4. Greg Lake - Medley: Still, You Turn Me On / Watching Over You

5. Greg Lake And Band - Daddy

6. Greg Lake And Band - Retribution Drive

7. Asia With Greg Lake - Heat of The Moment

8. Emerson, Lake & Powell - The Score

9. Shy Limbs - Love

10. Emerson, Lake & Palmer - Affairs of The Heart

11. Emerson, Lake & Powell - Learning to Fly

12. Emerson, Lake & Palmer - Lucky Man

13. Greg Lake And Band - 21st Century Schizoid Man

 

CD FOUR: From the Underground Vol. II - Deeper into The Mine. An Official Greg Lake Bootleg

1. Emerson, Lake & Palmer - Black Moon

2. Greg Lake's Ride the Tiger - Check it Out

3. Greg Lake's Ride the Tiger - Love Under Fire

4. Greg Lake With Toto - Cold Side of a Woman

5. Emerson, Lake & Powell - Step Aside

6. Emerson, Lake & Palmer - Preacher Blues

7. Greg Lake - Hold Me

8. Greg Lake And Band - Heart on Ice

9. Greg Lake's Ride the Tiger - Blue Light

10. Greg Lake With Toto - You're Good with Your Love

11. Greg Lake With Toto - You Really Got a Hold on Me

12. King Crimson - Epitaph

13. Greg Lake Band Featuring Gary Moore - Fanfare for The Common Man

 

CD FIVE: Songs of A Lifetime

1. 21st Century Schizoid Man

2. Lend Your Love to Me Tonight

3. Songs Of a Lifetime Tour Introduction

4. From The Beginning

5. Tribute To the King

6. Heartbreak Hotel

7. Epitaph/The Court of The Crimson King

8. King Crimson Cover Story

9. I Talk to The Wind

10. Ringo And the Beatles

11. You've Got to Hide Your Love Away

12. Touch And Go

13. Trilogy

14. Still... You Turn Me On

15. Reflections Of Paris

16. C'est Le Vie

17. My Very First Guitar

18. Lucky Man

19. People Get Ready

20. Karn Evil 9: 1st Impression, Pt. 2

 

CD SIX: Live in Piacenza

1. 21st Century Schizoid Man

2. Lend Your Love to Me Tonight

3. From The Beginning

4. Heartbreak Hotel

5. Epitaph/In the Court of The Crimson King

6. I Talk to The Wind

7. Ringo And the Beatles

8. Touch And Go

9. Trilogy / Still... You Turn Me On

10. I Believe in Father Christmas

11. Shakin’ All Over

12. C’est La Vie

13. People Get Ready

14. Lucky Man

15. Karn Evil 9 (1st Impression, Part II)

 

CD SEVEN: Emerson/Lake - Live from Manticore Hall

1. From The Beginning

2. Introduction

3. I Talk To The Wind

4. Bitches Crystal

5. The Barbarian

6. Take A Pebble

7. Tarkus

8. C'est La Vie

10. Pirates

11. Moog Solo / Lucky Man