Anche oggi propongo un frammento del passato fornito da Luciana Figini.
IL LATO OSCURO DELLA LUNA:
MAGIA E PAZZIA, OVVERO I PINK FLOYD
Un giorno della primavera del 1967 quattro ragazzi di Cambridge entrarono nei mitici studi della EMPI di Abbey Road per registrare il loro primo album: una porta più in là i Beatles stavano apportando gli ultimi ritocchi al loro “Sgt.Pepper’s”.
I quattro ragazzi si chiamavano Pink Floyd e iniziarono da lì una straordinaria carriera che li avrebbe portati ai vertici della scena rock con uno stilo unico nel suo genere: una musica visionaria e senza limiti che critica e pubblico battezzarono “psichedelica”, nel senso di “svelare la mente”.
Un gioco di libertà e di conoscenza, legato al mondo della fantasia e dei sogni, sull’onda di suggestivi esperimenti sonori.
Da allora fu un continuo susseguirsi di album dal titolo e dai contenuti enigmatici, onirici, quasi che questi ragazzi fossero riusciti a svelare, per citare il titolo del loro album più famoso “The Dark Side of the Moon”, il lato oscuro della luna, il lato oscuro della nostra mente.
Il modo migliore di conoscere i Pink Floyd è di lasciar parlare la loro musica, ma, non potendolo ovviamente fare, ci accontenteremo di lasciar parlare alcuni titoli dei loro album ed alcune strofe delle loro canzoni. Pronti per il viaggio?
Un movimento si compie in sei stadi
E il settimo conduce al ritorno
Il sette è il numero della luce giovane
Si forma se l’oscurità aumenta di uno…
( da “Chapter 24”contenuto nell’album “The Piper at The Gates of Dawn”)
Ehi Gene, questo è Henry MacLean
E ho appena finito la mia splendida macchina volante
E ti chiamo per dirti che parto, e forse
Ti piacerebbe volare, sparire con me?
…… Balza nella sua astronave
alza il colletto di plastica
accendete il razzo e state indietro,grida
questo è il mio ultimo addio
Puntami verso il cielo e fallo volare…
(da “Point me at the sky”, singolo del 1968)
Poco a poco la notte si svolge
Conta le foglie tremanti nell’alba
Fiori di loto afflitti l’uno sull’altro
Sulle colline riposa la rondine
Regolate i comandi del cuore del sole
Sulla montagna osservi l’osservatore
Incrini la tenebra, risvegli la vigna
Nozione d’amore è nozione d’ombra
L’amore è l’ombra che matura la vite…
(da “Set the controls for the heart of the sun”, contenuto nell’album “ Ummagumma”)
Il genio creativo del gruppo, in questi primi anni, si chiamava Syd Barrett.
Syd era geniale nel mixare i pezzi. Faceva in modo che ad ogni istante il brano fosse “in movimento”. Alzava e abbassava i cursori della consolle, apparentemente a caso. Ciononostante il risultato era fenomenale. Syd era un pittore, un visionario, un poeta: molti dei testi incredibili di questi anni sono il prodotto della sua sfrenata fantasia, della sua capacità di vedere “oltre” e “dentro”.
Purtroppo, la suggestione e il fascino della musica di Barrett sono forse fatte della stessa sostanza della sua rovina; lentamente ma inesorabilmente la visione, la trascendenza si trasformano in lui in isolamento, autismo, scambiati inizialmente per eccentricità da chi gli stava vicino.
All’inizio degli anni settanta Syd è fuori, consegnato per sempre alla sua psicosi, ad un mondo di silenzio e pazzia dal quale non riemergerà più, un mondo nel quale vive tuttora, mille miglia lontano dalla terra.
Gli altri continueranno, diventando una delle band più famose di tutti i tempi, ma lo ricorderanno spesso nei loro testi, soprattutto nel pezzo “Shine on you Crazy Diamond”, interamente dedicato a lui, pazzo diamante perduto per sempre.
Ma continuiamo il nostro piccolo viaggio nei testi dei Pink Floyd:
Forse il migliore ed il più famoso album dei Pink Floyd è “The Dark Side of the Moon”, ricco di suggestioni, brani musicali assolutamente indimenticabili e misteriosi testi. Syd non c’è più ma nelle canzoni del gruppo la sua figura, il suo ricordo, la sua pazzia, sembrano essere sempre presenti.
Un senso di tristezza, di pessimismo e a volte di desolazione pervade a volte i testi di questo album : qual è la pazzia?-sembrano chiedersi i Pink Floyd- quella di Syd o quella di chi vive la propria vita solo per l’immagine, i soldi, il successo, l’ipocrisia ?
Il pazzo è sull’erba
Il pazzo è sull’erba
Ricordando i giochi e le collane di margherite e le risate
Devo tenere a bada i folli
Il pazzo è all’entrata della mia casa
I pazzi sono all’entrata della mia casa
Il giornale tiene le loro facce ripiegate sul pavimento
Ed ogni giorno il ragazzo dei giornali ne porta altre……
….il pazzo è nella mia testa
il pazzo è nella mia testa
tu prendi la lama, operi il cambiamento
mi cambi dentro finchè non divento normale…
…Tu chiudi a chiave la porta
getti via la chiave
c’è qualcuno nella mia testa ma non sono io…
(da “ Brain Damage”)
...corri coniglio corri
scava quel buco, dimentica il sole
e quando alla fine il lavoro è fatto
non sederti, è ora di iniziarne un altro
perché tu vivrai a lungo e in alto volerai
ma solo se cavalchi la marea
e ti tieni in equilibrio sull’onda più grande
correrai verso una veloce morte…
(da “Breathe”)
Soldi, partiamo
Trova un nuovo lavoro pagato meglio e sei OK
Soldi, è esaltante
Afferra quei contanti con tutte e due le mani e fanne una scorta
Un’auto nuova, caviale, sogni ad occhi aperti a quattro stelle
Penso mi comprerò una squadra di football…
( da “Money”)
Ho raccontato solo due cose dei Pink Floyd, bisognerebbe raccontarne altre duecento, ma , come ho già avuto modo scrivere, non voglio fare l’esperta, voglio solo sollevare un po’ di curiosità, riproporre in modo semplice gruppi e cantanti che hanno una loro valenza anche oggi, sia per i testi che per la musica. Un’ultimo suggerimento: volete fare un piccolo viaggio nello spazio?
Mettetevi comodi su di un divano, spegnete le luci, chiudete le tapparelle ed ascoltatevi “The Great Gig in the Sky”, sempre tratto dall’album “The Dark Side of the Moon”.
Pierò Pelù ha definito la musica una dea: ascoltate questo brano e ci crederete…
IL LATO OSCURO DELLA LUNA:
MAGIA E PAZZIA, OVVERO I PINK FLOYD
Un giorno della primavera del 1967 quattro ragazzi di Cambridge entrarono nei mitici studi della EMPI di Abbey Road per registrare il loro primo album: una porta più in là i Beatles stavano apportando gli ultimi ritocchi al loro “Sgt.Pepper’s”.
I quattro ragazzi si chiamavano Pink Floyd e iniziarono da lì una straordinaria carriera che li avrebbe portati ai vertici della scena rock con uno stilo unico nel suo genere: una musica visionaria e senza limiti che critica e pubblico battezzarono “psichedelica”, nel senso di “svelare la mente”.
Un gioco di libertà e di conoscenza, legato al mondo della fantasia e dei sogni, sull’onda di suggestivi esperimenti sonori.
Da allora fu un continuo susseguirsi di album dal titolo e dai contenuti enigmatici, onirici, quasi che questi ragazzi fossero riusciti a svelare, per citare il titolo del loro album più famoso “The Dark Side of the Moon”, il lato oscuro della luna, il lato oscuro della nostra mente.
Il modo migliore di conoscere i Pink Floyd è di lasciar parlare la loro musica, ma, non potendolo ovviamente fare, ci accontenteremo di lasciar parlare alcuni titoli dei loro album ed alcune strofe delle loro canzoni. Pronti per il viaggio?
Un movimento si compie in sei stadi
E il settimo conduce al ritorno
Il sette è il numero della luce giovane
Si forma se l’oscurità aumenta di uno…
( da “Chapter 24”contenuto nell’album “The Piper at The Gates of Dawn”)
Ehi Gene, questo è Henry MacLean
E ho appena finito la mia splendida macchina volante
E ti chiamo per dirti che parto, e forse
Ti piacerebbe volare, sparire con me?
…… Balza nella sua astronave
alza il colletto di plastica
accendete il razzo e state indietro,grida
questo è il mio ultimo addio
Puntami verso il cielo e fallo volare…
(da “Point me at the sky”, singolo del 1968)
Poco a poco la notte si svolge
Conta le foglie tremanti nell’alba
Fiori di loto afflitti l’uno sull’altro
Sulle colline riposa la rondine
Regolate i comandi del cuore del sole
Sulla montagna osservi l’osservatore
Incrini la tenebra, risvegli la vigna
Nozione d’amore è nozione d’ombra
L’amore è l’ombra che matura la vite…
(da “Set the controls for the heart of the sun”, contenuto nell’album “ Ummagumma”)
Il genio creativo del gruppo, in questi primi anni, si chiamava Syd Barrett.
Syd era geniale nel mixare i pezzi. Faceva in modo che ad ogni istante il brano fosse “in movimento”. Alzava e abbassava i cursori della consolle, apparentemente a caso. Ciononostante il risultato era fenomenale. Syd era un pittore, un visionario, un poeta: molti dei testi incredibili di questi anni sono il prodotto della sua sfrenata fantasia, della sua capacità di vedere “oltre” e “dentro”.
Purtroppo, la suggestione e il fascino della musica di Barrett sono forse fatte della stessa sostanza della sua rovina; lentamente ma inesorabilmente la visione, la trascendenza si trasformano in lui in isolamento, autismo, scambiati inizialmente per eccentricità da chi gli stava vicino.
All’inizio degli anni settanta Syd è fuori, consegnato per sempre alla sua psicosi, ad un mondo di silenzio e pazzia dal quale non riemergerà più, un mondo nel quale vive tuttora, mille miglia lontano dalla terra.
Gli altri continueranno, diventando una delle band più famose di tutti i tempi, ma lo ricorderanno spesso nei loro testi, soprattutto nel pezzo “Shine on you Crazy Diamond”, interamente dedicato a lui, pazzo diamante perduto per sempre.
Ma continuiamo il nostro piccolo viaggio nei testi dei Pink Floyd:
Forse il migliore ed il più famoso album dei Pink Floyd è “The Dark Side of the Moon”, ricco di suggestioni, brani musicali assolutamente indimenticabili e misteriosi testi. Syd non c’è più ma nelle canzoni del gruppo la sua figura, il suo ricordo, la sua pazzia, sembrano essere sempre presenti.
Un senso di tristezza, di pessimismo e a volte di desolazione pervade a volte i testi di questo album : qual è la pazzia?-sembrano chiedersi i Pink Floyd- quella di Syd o quella di chi vive la propria vita solo per l’immagine, i soldi, il successo, l’ipocrisia ?
Il pazzo è sull’erba
Il pazzo è sull’erba
Ricordando i giochi e le collane di margherite e le risate
Devo tenere a bada i folli
Il pazzo è all’entrata della mia casa
I pazzi sono all’entrata della mia casa
Il giornale tiene le loro facce ripiegate sul pavimento
Ed ogni giorno il ragazzo dei giornali ne porta altre……
….il pazzo è nella mia testa
il pazzo è nella mia testa
tu prendi la lama, operi il cambiamento
mi cambi dentro finchè non divento normale…
…Tu chiudi a chiave la porta
getti via la chiave
c’è qualcuno nella mia testa ma non sono io…
(da “ Brain Damage”)
...corri coniglio corri
scava quel buco, dimentica il sole
e quando alla fine il lavoro è fatto
non sederti, è ora di iniziarne un altro
perché tu vivrai a lungo e in alto volerai
ma solo se cavalchi la marea
e ti tieni in equilibrio sull’onda più grande
correrai verso una veloce morte…
(da “Breathe”)
Soldi, partiamo
Trova un nuovo lavoro pagato meglio e sei OK
Soldi, è esaltante
Afferra quei contanti con tutte e due le mani e fanne una scorta
Un’auto nuova, caviale, sogni ad occhi aperti a quattro stelle
Penso mi comprerò una squadra di football…
( da “Money”)
Ho raccontato solo due cose dei Pink Floyd, bisognerebbe raccontarne altre duecento, ma , come ho già avuto modo scrivere, non voglio fare l’esperta, voglio solo sollevare un po’ di curiosità, riproporre in modo semplice gruppi e cantanti che hanno una loro valenza anche oggi, sia per i testi che per la musica. Un’ultimo suggerimento: volete fare un piccolo viaggio nello spazio?
Mettetevi comodi su di un divano, spegnete le luci, chiudete le tapparelle ed ascoltatevi “The Great Gig in the Sky”, sempre tratto dall’album “The Dark Side of the Moon”.
Pierò Pelù ha definito la musica una dea: ascoltate questo brano e ci crederete…