Thom Yorke-“Suspiria”
Ammetto che sono stato
inizialmente influenzato dal giudizio di un esperto, musicista e melomane, che
mi ha parlato in termini entusiastici di “Suspiria”,
di Thom Yorke,
definendolo l’album dell’anno: della serie… se lo dice lui vado sul sicuro.
Beh, non so quali siano i criteri oggettivi che possano portare a decretare la
perla del 2018, ma di sicuro il nuovo lavoro della voce solista dei Radiohead
non può lasciare indifferenti.
Il progetto nasce come
colonna sonora del remake del film di Dario Argento (1977), realizzato da Luca
Guadagnino - uscito da poco nelle sale cinematografiche - che ha specificato:
“Più che un rifacimento rappresenta un omaggio alla potente emozione che provai
quando guardai per la prima volta il film originale”.
E’ quindi da poco in
circolo il doppio LP - 25 brani in totale, 80 minuti - distribuito dalla XL Recordings.
I musicisti che,
saltuariamente, si mettono in proprio, sono spesso ossessionati dal ricordo
della loro performance migliore ottenuta in gruppo. Le due uscite precedenti di
Thom Yorke, elettroniche, realizzate nel 2006 e 2014 (The Eraser e Tomorrow's
Modern Boxes), erano però piccoli esercizi in laptop, con melodie tipicamente
funeste e testi ironici conditi da aforismi.
Nel 2013 Yorke ha
anche pubblicato l’unico album del progetto Atoms For Peace (Amok) -
supergruppo in collaborazione con Flea, dei Red Hot Chili Peppers - che
appariva come una jam session catturata di nascosto e rovesciata su nastro,
interessante soprattutto per il modo in cui emergeva una certa specularità
rispetto al lavoro con i Radiohead.
In tutti questi casi
la sensazione è che ci fosse una sorta di richiamo, di naturale necessità dei
membri della sua band originaria, della capacità di “tessitura” dei fratelli
Greenwood, del drumming ipercinetico di Phil Selway, passando per il supporto
totale di Ed O'Brien.
Ma in “Suspiria”
questo bisogno non si avverte, anzi, le trame appaiono come efficaci e
abrasive, densamente strutturate e sinfoniche, sicuramente il miglior album
solista di Yorke, se si è preparati ad ascoltare un lungo periodo di musica
“oscura”, soprattutto strumentale, di una forza prorompente, che può
tranquillamente brillare di luce propria, scostandosi dallo status di mera
colonna sonora.
Yorke, fuori dal suo
tradizionale e confortante contenitore, sembra al cospetto di una sfida, un
“mettersi alla prova”, e ne esce alla grande.
In una citazione
destinata a essere proposta in ogni recensione di questo disco, Yorke ha
evidenziato la forza della ripetitività musicale, capace di ipnotizzare
l'ascoltatore: "Continuavo a dire a
me stesso che è un modo per fare incantesimi. Quindi, mentre ero al lavoro nel
mio studio stavo facendo incantesimi”.
Per venticinque anni
lo stato d’animo più frequente abbinato al film “Suspiria” ha ruotato attorno
ad un’ansia diffusa.
L’ascolto dell’album,
già al primo approccio, rimanda invece alla supremazia della bellezza estetica,
dell’equilibrio tra aspetti razionali e disordine entropico, anch’esso
apprezzabile, se gestito.
Gli aspetti ritmici in
mutazione hanno importanza notevole, così come qualsiasi lavoro di Yorke a
partire da In Rainbows (2007), anche se esiste sovrabbondanza di figure
ripetitive prodotte dall’utilizzo della tecnologia applicata alla musica.
Una musica che capta e
propone suoni di vita vissuta - il secondo brano, "The Hooks”, presenta
chiazze bagnate e grugniti, ma anche un calore oscuro, così come nella “ballata
acquatica” "Unmade"- e ogni tanto incappa in strutture che riportano
alla forma canzone - "Open Again" e "Has Ended" (la mia
preferita) - e viene facile inserire il disco nel genere “ambient”, un mare di
suoni fluttuanti che avvolgono l’ascolto e condizionano il momento contingente.
Per la complessità, la
cura dei dettagli e l’impatto sonoro - ed emozionale -, voto massimo per Thom
Yorke e il suo “Suspiria”, una colonna sonora destinata a rimanere nel tempo e
a caratterizzare il lavoro di Guadagnino.
Il disco è stato
anticipato dal singolo Suspirium, premiato come miglior brano originale alla
75esima Mostra del Cinema di Venezia.
TRACKLIST
1
01. A Storm That Took Everything - (01:47)
02. The Hooks - (03:18)
03. Suspirium - (03:21)
04. Belongings Thrown in a River - (01:27)
05. Has Ended - (04:56)
06. Klemperer Walks - (01:38)
07. Open Again - (02:49)
08. Sabbath Incantation - (03:06)
09. The Inevitable Pull - (01:36)
10. Olga's Destruction (Volk tape) - (02:58)
11. The Conjuring of Anke - (02:16)
12. A Light Green - (01:48)
13. Unmade - (04:27)
14. The Jumps - (02:38)
2
01. Volk - (06:24)
02. The Universe is Indifferent - (04:48)
03. The Balance of Things - (01:08)
04. A Soft Hand Across Your Face - (00:44)
05. Suspirium Finale - (07:03)
06. A Choir of One - (14:01)
07. Synthesizer Speaks - (00:58)
08. The Room of Compartments - (01:14)
09. An Audition - (00:34)
10. Voiceless Terror - (02:30)
11. The Epilogue - (02:46)
01. A Storm That Took Everything - (01:47)
02. The Hooks - (03:18)
03. Suspirium - (03:21)
04. Belongings Thrown in a River - (01:27)
05. Has Ended - (04:56)
06. Klemperer Walks - (01:38)
07. Open Again - (02:49)
08. Sabbath Incantation - (03:06)
09. The Inevitable Pull - (01:36)
10. Olga's Destruction (Volk tape) - (02:58)
11. The Conjuring of Anke - (02:16)
12. A Light Green - (01:48)
13. Unmade - (04:27)
14. The Jumps - (02:38)
2
01. Volk - (06:24)
02. The Universe is Indifferent - (04:48)
03. The Balance of Things - (01:08)
04. A Soft Hand Across Your Face - (00:44)
05. Suspirium Finale - (07:03)
06. A Choir of One - (14:01)
07. Synthesizer Speaks - (00:58)
08. The Room of Compartments - (01:14)
09. An Audition - (00:34)
10. Voiceless Terror - (02:30)
11. The Epilogue - (02:46)