E’ un grande piacere
per me parlare e far parlare, attraverso la solita intervista, Giacomo
Lelli.
A
lui e ad altri artisti legati al “movimento Jethro Tull”, ho dedicato
parole e filmati di cui e’ possibile prendere visione su questo blog.
La
prima volta che lo vidi suonare fu assieme a Lincoln Veronese, in
un’occasione speciale (Convention Tull), su un piccolo palco dedicato al set
acustico.
Poi
alla sera la sua performance si mischiò a quella di altri artisti, e vederlo
duettare con Ian Anderson fu sorprendente.
Anche
fisicamente, da lontano, la somiglianza era notevole, per via della bandana e
del pizzetto.
Per
quanto riguarda il modo di suonare… beh , non posso essere giudice adeguato ,
ma sentirlo dal vivo e’ davvero una grande emozione.
Questa
estate poi, sono riuscito a vederlo assieme al resto del gruppo (Lincoln Quartet) praticamente
“a casa mia”, ovvero ho contribuito a creare un evento che avevo a cuore(su
questo esiste ampia documentazione nel blog), il concerto di Noli.
Sul
suo biglietto da visita , alla voce professione, sta scritta una sola parola: “Flautista”.
Vediamo
qualche nota biografica , ricavata dal suo spazio personale:
Marchigiano
di origine provincia di Ascoli Piceno, inizia a suonare il flauto dolce già
nella scuola elementare con l'aiuto del padre, maestro elementare con la passione
per la musica, per poi approdare allo studio del flauto traverso, sotto la
guida del maestro Sandro Carbone, con il quale si diploma al Conservatorio
Statale "G. Braga" di Teramo.Nel corso della sua esperienza si è
avvicinato alla musica moderna, soprattutto italiana, partecipando alla
realizzazione di alcuni lavori di Goran Kuzminac con il quale
collabora tuttora nei suoi concerti dal vivo. Trasferitosi in Veneto in
provincia di Venezia, inizia a collaborare con musicisti del luogo, e del nord
Italia. Attualmente suona anche con il chitarrista Lincoln Veronese collaborando alla
realizzazione del suo album "Tesori sommersi", al CD tributo
ai Jethro Tull "Song for
Jethro", a convention dedicate al famoso gruppo storico (Jethro Tull ),
nonchè a concerti con Clive Bunker (batterista storico
dei Jethro Tull) ed alla realizzazione di concerti in memoria di Fabrizio De Andrè. Nel corso del 2006
a preso parte alla consueta Convention di "Itullians", al fianco
dell'ormai inseparabile Lincoln Veronese esibendosi in pratica con tutti gli
ospiti dell'evento, oltre a Flavio Oreglio e Clive Bunker, nomi
come Glenn Cornick, Dave Pegg, Tinkara, Andrea Griminelli, e l'inossidabile Ian Anderson, con cui ha duettato
in due brani insieme a Tinkara, uno insieme a Silvia Perlini, e nel finale con la
ormai storica Locomotive Breath. Al momento, è
considerato dalla critica musicale, e dai giornalisti, uno dei migliori
flautisti Rock in Italia. Insegnante di flauto traverso, impartisce lezioni, e
valuta proposte per gruppi, solisti musicali, registrazioni in sala
d'incisione, e scuole di musica.
Come
e quando nasce la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica nasce all’età della scuola elementare con la compiacenza di mio Padre, all’epoca Maestro di scuola col pallino della musica, amore che ha tuttora, nonostante la bella età di 85 anni.
Quali
sono i tuoi riferimenti musicali più importanti?
Tutti quelli che mi
hanno accompagnato nella mia vita di musicista fino a dove ora sono arrivato.
Qual’e
l’artista/gruppo a cui sei più legato?
Diciamo che il
gruppo che prediligo in particolare sono i Jethro Tull ed ovviamente l’Artista non
può essere che Ian Anderson.
Come riesci a far convivere la tua passione per la musica con gli impegni quotidiani?
Organizzazione
niente di più.
Non passa giorno
lavorativo, festivo, o altro che non ricavi nell’arco delle 24 ore la mia ora o
mezzora di suonata e studio quotidiano.
Strumento
preferito (oltre al flauto)?
Quando ho iniziato a suonare il flauto dolce nella scuola elementare ,come dicevo prima, mio Padre, notando che ero portato per la musica, mi iscrisse inizialmente ad una scuola di musica , e poi al Conservatorio. Io ero fissato con il pianoforte o la chitarra, ma mio padre, me lo ricorderò finche vivrò, mi disse: - Se fino ad ora hai fatto flauto dolce, prova con il flauto traverso, se ti piace continui, sennò cambi con il pianoforte o la chitarra -.
Ed ora eccomi qua.
Come
e’ cambiato nel tempo il tuo rapporto con la musica ?
E' maturato nel tempo. Sai, non mi sono mai considerato arrivato, anche se ho un diploma preso al Conservatorio, in Flauto. Ho cercato di imparare qualcosa da tutti i musicisti che ho incontrato(ancora oggi e' così), ed il mio rapporto con la musica si è consolidato, e questo è soprattutto dovuto alle varie esperienze musicali che ho avuto, e che ho tuttora.
Cosa
giudichi importante… il testo, la musica, entrambi?
Entrambi danno al brano valorizzazione. A volte mi capita di sentire una canzone (parlo degli Italiani perché purtroppo con l’Inglese ho un pessimo rapporto) che ha un testo eccellente ,ma musicalmente è banale,e a volte invece capita il contrario. Raramente oggi come oggi si riesce ad ascoltare qualcosa di decente sotto tutti e due gli aspetti , e si tende a privilegiare il discorso commerciale. Logicamente essendo musicista giudicherei più il fattore musicale, senza però tralasciare il testo.
E’
importante essere costantemente presenti per restare a galla(riferito agli
artisti)?
Oggi come oggi sicuramente si, mai lasciarsi andare!
E' un pò il
discorso che facevo prima relativamente a chi si considera arrivato: è
sicuramente al capolinea, artisticamente parlando.
Meglio
il Vinile, il CD o l’MP3?
Il vinile ormai è sorpassato, forse il CD è tuttora presente, ma l’MP3 è sicuramente più pratico.
La
musica deve necessariamente essere divisa in categorie?
Più che in categorie direi in generi musicali.
Più che in categorie direi in generi musicali.
Esiste
musica per differenti età?
Assolutamente no.
Cosa
cercheresti di cambiare (sempre riferito alla musica) se potessi riscrivere la
tua storia?
Nulla, rifarei
tutto quello che ho fatto.
Immagina
una tua diversa collocazione: palco? Produzione? Solo
ascolto?Organizzatore? Scrittore?
Forse produzione ed organizzazione.
Cosa
salveresti della tradizione musicale italiana?
Quei pochi brani che al giorno d’oggi siano ascoltabili. Purtroppo di buona musica ne è rimasta ben poca.
Perché
ci siamo innamorati, da bambini, di canzoni di cui non capivamo una parola?
Sicuramente per la melodia del brano. Capita molte volte di ascoltare dei brani in Inglese dove ,anche se le parole non si capiscono, la melodia ed il ritmo sono capaci di travolgerti.
Blues,
Progressive o Jazz?
Blues e Progressive.
Classica,Hard
Rock o Punk?
Classica.
Provi
a gettare il seme con la nuova generazione?
Certo ,anche perché
insegno Flauto Traverso e Solfeggio in una scuola di musica privata.
Ho la prova di mio
nipote di 12 anni che guarda caso adora più il genere anni 70-80 Deep Purple,
Led Zeppelin, Jethro Tull ed altri, che non la musica della sua generazione.
Vedi, basta avere
genitori, zii, che hanno vissuto quegli anni, che insegnino alle future
generazione il valore ed il significato di quel periodo musicale, e questo lo
si fa generalmente facendo ascoltare determinati brani di diversi gruppi che
hanno vissuto quegli anni.
Musica
scaricabile da internet o… a costo contenuto, per vie tradizionali?
Sicuramente a costo contenuto per vie tradizionali, altrimenti scarico, solo ed esclusivamente per uso privato e strettamente personale.
Il
filmato di un gruppo che vorresti sentire adesso?
Jethro Tull.
Fatti
una domanda a cui non ho pensato?
“La vita e' un
sogno, o i sogni aiutano a vivere meglio?"
Penso che Marzullo
ancora non ci dorma la notte.