lunedì 30 dicembre 2024

Analogie... progressive!


Alcuni giorni fa, dopo aver postato una piccola analisi sul brano capolavoro “Starless”, dei King Crimson, ho catturato un commento che faceva riferimento ad un parallelo tra il brano e un rapporto sessuale, con un inizio melodico e mite, paragonabile alle effusioni iniziali, una esplosione a seguire e poi nuovamente la calma. Perfetto, come mai non ci ho pensato prima?

Pare che la metafora tra un lungo brano prog ed un congiungimento amorevole fisico sia molto azzeccata e spesso utilizzata dagli appassionati del genere.

Riflettiamo… rifletto, ci sono analogie?

Entrambe le situazioni richiedono una costruzione graduale, con una fase di avvicinamento, un culmine intenso e una risoluzione finale. Nel prog, questa struttura si manifesta attraverso cambi di tempo, melodie, atmosfere e strumenti, mentre nell'incontro sessuale si traduce in una progressione di sensazioni ed emozioni.

Sia la musica prog che l'intimità sessuale rappresentano una navigazione in territori inesplorati, un viaggio alla scoperta di nuove sensazioni e possibilità.

In entrambi i casi si possono raggiungere picchi di intensità emotiva e fisica, seguiti da momenti di calma e riflessione.

Un brano prog, come un incontro amoroso, può essere ricco di variazioni, sorprese e cambi di ritmo, mantenendo sempre alta l'attenzione e l'interesse.

Sia ascoltare un lungo brano prog che vivere un'esperienza intima può creare una connessione profonda con sè stessi e con gli altri ed ecco alcuni elementi specifici del prog che rafforzano questa analogia:

Assoli: possono essere paragonati a momenti di intensa passione e climax.

Cambi di tempo: simili a variazioni di ritmo e intensità durante un incontro.

Atmosfere: creano un'atmosfera sensuale e coinvolgente.

Liriche: possono evocare immagini e sensazioni erotiche.

Ovviamente, tutto ciò non va preso alla lettera, ogni persona vive la musica e l'intimità in modo diverso, ma questa analogia può aiutare a comprendere meglio l'esperienza di ascolto di un lungo brano prog e magari apprezzarne la complessità e la bellezza.

Starless, The Cinema Show e Trilogy sono tre esempi eccellenti per approfondire questa analogia. Ognuno di questi brani, con la sua struttura complessa, le sue atmosfere intense e le improvvisazioni, può essere visto come un vero e proprio viaggio sensoriale, paragonabile a un'esperienza intima.

Starless: la struttura aperta e improvvisativa di questo brano ricorda un'esplorazione spontanea e passionale, dove ogni musicista contribuisce a creare un'atmosfera unica e irripetibile. L'intensità crescente e l'energia esplosiva possono essere paragonate al culmine di un'esperienza intima.

The Cinema Show: la struttura narrativa di questo brano, con le sue diverse sezioni e atmosfere, richiama un incontro ricco di sfumature, dove si alternano momenti di intimità profonda e di esplorazione, e nell’insieme rappresenta un momento di virtuosismo e passione.

Trilogy: la complessità armonica e ritmica di questo brano può essere paragonata a un gioco di seduzioni e provocazioni, dove ogni elemento musicale contribuisce a creare attimi unici e coinvolgenti.

Cosa non farei per raccontare i benefici della musica progressiva!





domenica 29 dicembre 2024

Van der Graaf Generator-“Generatori di Emozioni-Dagli inizi ai giorni nostri”: commento al libro

Giuseppe Scaravilli prosegue l’attività di musicista prestato alla saggistica specifica, e mette a disposizione della cospicua comunità dedita al Prog un libro focalizzato sulla storia dei Van der Graaf Generator, dalle origini in poi. Sottotitolo: “Generatori di Emozioni-Dagli inizi ai giorni nostri”, edito da il Cuscino Di Stelle.

È sempre un piacere per me commentare gli avvenimenti musicali, siano essi nuovi album o book, ma i VdGG occupano uno spazio speciale nel mio cuore, e ciò potrebbe portarmi a pensare più a loro che all’opera di Scaravilli, in ogni caso mi pare doveroso fare un piccolo accenno a ciò che mi lega in modo indissolubile alla band britannica.

Avrei potuto raccontare diversi aneddoti all’autore, a partire dal primo live della mia vita, il 30 maggio 1972 all’Alcione di Genova, passando per il concerto di Albenga del 5 agosto, arrivando al 29 novembre del ’75 per poi terminare con il ritorno a Genova del maggio 2022, esattamente 50 anni dopo la mia prima volta, un evento nato un paio di anni prima e rallentato dall’effetto “Covid”. E poi, l’amicizia coltivata nel tempo con David Jackson me ne ha fatto apprezzare, anche, le doti umane.

La foto a seguire fa parte dell’archivio di Oliviero Lacagnina, tastierista dei Latte e Miele, gruppo “spalla” in quella tournée estiva italiana del 1972.

Peter Hammill e Guy Evans-30 maggio 1972-Teatro Alcione-Genova

Erano tempi in cui l’informazione musicale era veicolata sui pochi binari disponibili, cartacei e radiofonici, e fu proprio il Carlo Massarini citato dall’autore che, attraverso una puntata di “Per voi giovani”, mi fece conoscere “Man Erg”.

Ecco, “Pawn Hearts”, il loro capolavoro, è uno degli album della mia vita, di quelli che non mi stancherei mai di ascoltare e consigliare.

Ma torniamo alla pregiata opera di Scaravilli, suddivisa in modo impeccabile tra la giusta rigidità di informazione legata ai fatti oggettivi e il commento personale: cronaca e sentimenti.

Esiste un perfetto ordine cronologico che tiene conto dei concerti proposti in giro per il mondo, dei dischi di gruppo e personali (Peter Hammill), delle tante separazioni e reunion che hanno caratterizzato l’iter evolutivo - o involutivo - della band, un gruppo che nel tempo ha visto svariati protagonisti, ma che il pubblico identifica quasi sempre con il quartetto “anomalo”, poco ortodosso, senza chitarra elettrica e basso, dove emerge la voce di Peter Hammill, l’abilità tastieristica di Hugh Banton, il funambolismo percussivo di Guy Evans e l’ecletticità del fiatista Dave Jackson.

Ovviamente nel libro c’è spazio per ogni minimo cambiamento di line up.

Ma ci sono momenti evidenziati dall’autore che fanno parte della storia di quei giorni, frammenti di vita che si tramandano di voce in voce, amplificate dalla possibilità fornite oggi dai social, trasformandosi a volte in leggende metropolitane di cui non si conoscono i contorni della verità.

Ce ne sono un paio raggruppati in un ristretto spazio temporale - 5 giorni - che hanno a che fare con la guerriglia urbana in atto in Italia a metà dei seventies, che, nel contesto musicale, aveva come obiettivo dichiarato quello di fruire gratuitamente dei concerti.

A questo proposito apro una parentesi che credo possa essere utile per comprendere come in quei giorni l’utilizzo di una “falsa ideologia” fosse una sorta di giustificazione per azioni sconsiderate.

Da un racconto che catturai da Pino Tuccimei, uno dei primi e massimi promoter dell’epoca, si evince come il suo arrivo in Mercedes (quella che lui definiva una vecchia carcassa!) in uno dei tanti festival dell’epoca da lui organizzato, diede lo start alla contestazione, con centinaia di presenti decisi ad entrare senza pagare.

Uno di loro, particolarmente agitato, fu fermato e nelle sue tasche fu trovato un ricco rotolo di banconote da 10 mila lire: non era un ladro, ma il rampollo di una famosissima famiglia di industriali!

Ma cosa accadde invece ai VdGG?

Senza entrare troppo nei particolari, evitando quindi opere di spoileraggio, posso raccontare che il 27 novembre del 1975 suonarono al Palazzo della Tecnica e delle Esposizioni a Padova, occasione in cui scapparono dal pericolo dei disordini appena creatisi rifugiandosi nel furgone adibito a soccorso acanto al palco, fuggendo poi dal caos sfondando con il mezzo l’intera vetrata della struttura ospitante.

Si arriva poi al famigerato concerto romano del 1° di dicembre, quello che vide il furto dei loro strumenti - poi recuperati -, fatto raccontato nei dettagli da Scaravilli ma che conserva ancora lati oscuri in tutte le sue dinamiche.

Fatto sta che tutti questi accadimenti allontanano dal nostro paese la band, e il solo Peter Hammill farà capolino dalle nostre parti un lustro dopo, ovvero quando il prog, così come lo avevamo conosciuto, non era più una musica per le masse, soppiantato dal punk o dal reggae.

Ed è proprio in accoppiata con uno dei paladini del genere giamaicano - Peter Tosh - che il solo Hammill decise di rimettere piede su di un nostro palco per realizzare un connubio improbabile, quello tra un maestro dell’esposizione intimistica e un menestrello di una proposta fatta di linee melodiche semplici e una ripetitiva base ritmica. Avrebbe potuto reggere, il buon Peter, come “spalla” di Tosh?

Scrive Scaravilli: “Hammill e Tosh avevano in comune solo il nome di battesimo. La musica proposta dall’uno era esattamente l’opposto rispetto a quella dell’altro. E così i fan del reggae giamaicano, ballabile e inneggiante alla festa, non potevano in alcun modo rimanere attratti dalle dolenti elucubrazioni dell’ex leader di VdGG”.

Un’idea bizzarra portatrice di grandi sofferenze: “Non poteva funzionare e non funzionò!”.

Hammill era già rodato a proposito delle accoglienze italiane negative in veste di solista, perché nel dicembre del ’72, a quattro mesi di distanza dallo scioglimento dei VdGG, si trovò sul palco con Le Orme, come ospite, e verificò il suo calo di popolarità, legato, in quel caso, soprattutto alla delusione dell’audience rispetto alla fine di un gruppo amato sin dalle prime apparizioni, prima ancora che diventasse famoso in patria.

I concerti importanti, i dischi e gli avvenimenti collaterali vengono sviscerati e le 290 pagine risultano intense e piacevoli, grazie all’alternanza tra svolgimento cronologico e aneddoti, con questi ultimi che risultano il valore aggiunto del saggio musicale.

Segnalo anche una sezione fotografica significativa, tra il colore e il bianco e nero, che copre 50 anni di vita comune, perché artisti e fan proseguono un percorso parallelo che trova continui punti di condivisione.

Prefazione di Arturo Stalteri, Maestro del Pianoforte e della Divulgazione Musicale, conosciuto in ambito prog per aver fatto parte dei Pierrot Lunaire.

Un libro che consiglio, ovviamente, agli intrisi di rock progressivo, ma l’opera di Giuseppe Scaravilli non è certo settoriale, al contrario, si prefigge di aprire la porta di una stanza all’interno della quale, i curiosi e neofiti, potranno trovare idee e materiale con cui colmare vuoti o, più semplicemente, entrare in contatto con un mondo che potrebbe essere tutto da scoprire.  

 



The Equals-"Baby Come Back"


La musica della band che propongo oggi non è certamente parte dei miei ascolti giovanili, ma mi è rimasto in testa un tormentone, di quelli che proponevano alla radio in modo incessante - forse nella trasmissione “Alto Gradimento” -, quelle canzoni che, anche se non ti piacciono, ti martellano, e se è vero che prima o poi si dimenticano, al primo ritorno casuale ricominciano a  picchiare con forza, accese come un tempo. 
Oggetto del mio ricordo quotidiano è “Baby Come Back”.


In realtà la band che la proponeva era decorosa, completamente inserita nel panorama dell’epoca, con un leader che, successivamente, fece una buona carriera solista.
Scopriamo quindi qualcosa di più dei The Equals, gruppo musicale pop/reggae/rock londinese della seconda metà degli anni Sessanta, ricordati soprattutto per essere stati il primo progetto musicale di Eddy Grant, chitarrista e principale compositore del gruppo, che in seguito intraprese una carriera solista ricca di successi internazionali. Oltre a Grant, la formazione del gruppo comprendeva i gemelli Derv e Lincoln Gordon (rispettivamente cantante e chitarrista), John Hall (batterista) e Pat Lloyd (bassista).

Iniziarono a suonare a Londra nel 1965. Il nome "The Equals" ("gli uguali") fu scelto con riferimento alla composizione multirazziale del gruppo (Lloyd e Hall erano inglesi, i gemelli Gordon giamaicani, e Grant guyanese).
Nel 1966 pubblicarono il loro primo singolo, “Baby Come Back”, canzone che ebbe successo soprattutto in Germania, nei Paesi Bassi, e nel Regno Unito, dove raggiunse la prima posizione nella hit parade.


Negli anni successivi incisero numerosi altri lavori di successo, alcuni dei quali sono considerati classici del pop e sono stati riproposti in cover da diversi altri artisti.

Nel 1971 Grant ebbe seri problemi di salute, e si ritirò, trasferendosi in Guyana; in seguito, come detto, avrebbe intrapreso una carriera solista coronata da numerosi successi, fra cui “Living on the Front Line”, “Electric Avenue”, e “Gimme Hope Jo Anna”.

Gli Equals proseguirono senza Grant per diversi anni, ma non riuscirono mai a eguagliare i loro precedenti successi.

Pubblicarono il loro ultimo lavoro, “Mystic Synster”, nel 1978.


Formazione:

Derv Gordon - cantante
Lincoln Gordon - chitarra
Eddy Grant - chitarra
Pat Lloyd - basso
John Hall - batteria

Album:

Unequalled Equals (1967)
Sensational (1968)
Equals Explosion (1968)
Equals Supreme (1968)
Baby Come Back (1969)
Equals Strike Back (1969)
Equals at the Top (1970)
Equals Rock Around the Clock (1970)




sabato 28 dicembre 2024

King Crimson: il film ufficiale del leggendario spettacolo del 1982 a Monaco è ora disponibile online gratuitamente


 

Robert Fripp, Bill Bruford, Adrian Belew e Tony Levin scatenano la bestia dei King Crimson

 

I King Crimson hanno pubblicato il filmato ufficiale della loro esibizione all'Alabamahalle di Monaco il 29 settembre 1982. Il video, presentato in anteprima sul canale YouTube della band, contiene filmati ampiamente piratati trasmessi originariamente nel programma televisivo tedesco Rochaus Dem Alabamahalle, una serie che presentava le band dell’epoca in tournée.

La data all'Alabamahalle fu l'ultimo spettacolo del Beat Tour dei King Crimson, organizzato per celebrare l'uscita dell'omonimo album di quell'anno, e vide la partecipazione della formazione degli anni '80: Robert Fripp alla chitarra, Bill Bruford alla batteria, Adrian Belew alla voce e alla chitarra e Tony Levin al Chapman stick, al basso e alla voce.

Nonostante sia la descrizione di YouTube che il sito web DGM affermino che il filmato include "l'intero spettacolo" di Monaco, non sembra essere così. Il video dura poco più di 40 minuti, ma esclude quattro canzoni suonate quella sera: Thela Hun Ginjeet, Frame By Frame, Elephant Talk e la chiusura Larks' Tongues in Aspic, Part Two. Il set completo è stato pubblicato su CD come Live in Munich, 1982 dal King Crimson Collectors' Club nel 2006 e come download nel 2012.

Il filmato del concerto è stato incluso anche nella raccolta deluxe King Crimson On (and Off) The Road (Part 2: The Middle), pubblicata nel 2016.

Di recente Adrian Belew e Tony Levin hanno rivisitato l'era Beat e hanno appena concluso un tour negli Stati Uniti con una band omonima, con Steve Vai che suona le parti di Robert Fripp e il batterista dei Tool Danny Carey che interpreta quelle di Bruford.

<<Questi sono stati alcuni dei concerti più speciali che abbia mai visto>>, dice Belew. <<Pura gioia. Quindi è agrodolce concludere per ora, ma comunque bello. Questo non è il mio ultimo post su tutte le cose relative a “Beat”, quindi vi lascio con questo: i miei più sentiti ringraziamenti per aver reso “Beat” un successo storico>>.





venerdì 27 dicembre 2024

"Sono tornato a uno stile più progressivo". Steven Wilson pubblicherà a marzo il nuovo album The Overview.


Uscirà il 14 marzo “The Overview” di Steven Wilson, un concept album contenente due brani musicali di lunga durata

 

Steven Wilson pubblicherà il suo ottavo album da solista The Overview tramite Fiction Records il 14 marzo, segnando il suo atteso ritorno nel territorio prog.

Il seguito di The Harmony Codex del 2023, il concept album da 42 minuti presenta solo due canzoni epiche, Objects Outlive Us da 23 minuti e la title track da 18 minuti e mezzo. Si basa sull'idea di ciò che Wilson chiama "prospettiva". Nasce da una conversazione che il musicista ha avuto con Alexander Milas, fondatore dell'organizzazione Space Rocks, che ha introdotto il musicista a qualcosa chiamato "The Overview Effect".

"È un fenomeno riconosciuto che gli astronauti hanno quando guardano nello spazio", afferma Wilson nel prossimo numero di Prog, in vendita dal 31 dicembre. "Si dice che si verifichi un cambiamento cognitivo nella loro prospettiva mentale: la comprensione, in una frazione di secondo, di quanto siamo insignificanti. L'album si riduce a questa idea di prospettiva, che è qualcosa che tutti potremmo fare.".

Secondo Wilson, quell'idea ha fornito il punto di partenza per il sound e la struttura dell'album, che in parte ripropone il sound dei Pink Floyd, dei Tangerine Dream, di Vangelis e di altri titani del prog in un contesto moderno.

"L'idea che avevo suggeriva immediatamente qualcosa di più lungo e concettuale e, oserei dire, più progressivo", dice Wilson, che una volta disse che non aveva in programma di fare un altro album prog dopo The Raven That Refused To Sing (And Other Stories) del 2013. "Per anticipare le domande sul perché sono tornato a uno stile più progressivo, è perché è quello che il tema suggeriva".

Sebbene i due brani che compongono The Overview sembrino distinti, con Objects Outlive Us che vira verso il prog e The Overview più elettronico, essi formano una narrazione musicale e lirica onnicomprensiva.

"Objects Outlive Us è più una storia umana", spiega Wilson, "in pratica queste piccole soap opera e storie su cosa stiamo facendo al pianeta, in contrapposizione a cosa sta succedendo dall'altra parte dell'universo. The Overview è più una storia sullo spazio, sull'essere persi nello spazio, sull'essere dall'altra parte dell'universo, sulla sua immensa grandezza".

 



giovedì 26 dicembre 2024

I Big Big Train pubblicano la nuova versione invernale di “Brew & Burgh”


I Big Big Train ri-registrano Brew & Burgh, originariamente registrato con il defunto cantante David Longdon, per la ristampa del 2020 di The Underfall Yard


I Big Big Train hanno pubblicato un nuovo video per una nuovissima versione di “Brew & Burgh”, una canzone inizialmente registrata con il defunto frontman della band David Longdon e originariamente registrata dalla band per la nuova ristampa del loro album del 2009, “The Underfall Yard”, pubblicato dalla English Electric Recordings nel 2020.

La nuova versione registrata ora presenta la voce del suo sostituto Alberto Bravin, mentre nell'originale Longdon era affiancato da Nick D'Virgilio, Rikard Sjöblom, Gregory Spawton e gli ex membri della band BBT Rachel Hall e Danny Manners.

<< ”The Underfall Yard” è stato un album fondamentale per i Big Big Train">>, commenta il batterista D'Virgilio. <<"È stato il debutto del nostro grande amico David Longdon per la band e ha rappresentato l'inizio di una curva ascendente che, oltre a portarci a registrare una serie di grandi album, alla fine ci ha portato a suonare dal vivo dal 2015 in poi>>.

<<Adoro la versione originale di Brew & Burgh>>, aggiunge il cantante Alberto Bravin. <<Non volevamo semplicemente registrare di nuovo la canzone, ma abbiamo deciso di riarrangiarla per adattarla alla stagione invernale. Oskar Holldorff ha suonato una parte di pianoforte deliziosa, Clare Lindley ha fornito un bel violino e Paul Mitchell, che è stato in tour con noi in autunno, fa il suo debutto in registrazione con noi che suoniamo la tromba in questa canzone>>.

“Underfall Yard” ha festeggiato ieri il 15° anniversario dalla sua uscita. I Big Big Train hanno annunciato di recente una serie di date live negli Stati Uniti per aprile 2025 che includono un'apparizione come co-headliner al Cruise To The Edge di quest'anno e un'apparizione al Gouveia Art Rock in Portogallo.





mercoledì 25 dicembre 2024

Il bassista dei Renaissance Jon Camp è morto all'età di 75 anni




Il bassista Jon Camp era un membro della formazione classica degli anni '70 dei prog rocker britannici Renaissance

 

Jon Camp, che cantò anche per la band, in particolare come solista maschile in Song Of Scheherazade del 1975 (dall'album omonimo) e che occasionalmente si occupò della chitarra per la band, faceva parte della formazione percepita come classica, a cui si unì nel 1972, insieme alla cantante Annie Haslam, al chitarrista Michael Dunford, al tastierista John Tout e al batterista Terry Sullivan.

Camp è apparso in ogni album dei Renaissance dal Prologue del 1972 fino a Time-Line del 1983, oltre ad aver suonato nell'album di debutto di Annie Haslam del 1977, Annie In Wonderland. Ha anche lavorato con Roy Wood durante gli anni '70 e i primi anni '80.

Camp ha anche partecipato all'album di debutto solista Dangerous Music del rocker melodico britannico Robin George e ha anche formato la band Cathedrale, un amalgama anni '80 di pop e progressive rock che ha visto anche la partecipazione del leader dei Lifesign, John Young. Il loro unico album è stato infine pubblicato tramite Angel Air Records nel 2017.

Young ha reso omaggio a Camp, dicendo: "Mi dispiace per la scomparsa di JC. I miei pensieri sono rivolti alla famiglia e agli amici di Jon. Abbiamo lavorato insieme negli anni '80 in una band chiamata Cathedrale (insieme a Brett Wilde e Tony Bodene). Erano tempi inebrianti e ringrazio Jon per la sua amicizia e il suo amore. Ha continuato a usare la "nostra" foto su Facebook, cosa di cui sono molto orgoglioso. Negli anni '70 andavo a vederlo suonare con i Renaissance e una volta ho persino prenotato la band per uno spettacolo a Liverpool, quindi ero un fan e un amico. Un talento immenso".






The Troggs


The Troggs è stato un gruppo musicale rock britannico formatosi nel 1964.
La band è celebre per aver pubblicato singoli di successo quali Wild Thing, With a Girl Like You e Love Is All Around.

I Troggs, poco dopo la loro nascita, vengono “assegnati” al manager dei Kings Larry Page, nel 1965, e pubblicano per la Page One Records, con cui debuttano con il singolo “Lost girl”.
Il più grande successo è però "Wild thing" che raggiunge il secondo posto in patria e il primo negli Stati Uniti nel 1966.

Sempre nello stesso anno viene realizzato l’album di debutto From Nowhere

 

Formazione storica:

Reg Presley (vero nome: Reginald Maurice Ball), nato il 12 giugno 1941 a Andover e morto il 4 febbraio 2013 a Andover - voce principale (1964-2012)
Dave Wright (David Frederick Wright), nato il 21 gennaio 1944 a Winchester e morto il 10 ottobre 2008 - voce, seconda chitarra e violino (1964-1974)
Chris Britton (Charles Christopher Britton), nato il 21 gennaio 1945 a Watford - prima chitarra (1964-presente)
Pete Staples (Peter Lawrence Staples), nato il 3 maggio 1944 a Andover - basso (1964-1969)
Ronnie Bond (Ronald James Bullis), nato il 4 maggio 1940 a Andover e morto il 13 novembre 1992 a Winchester - batteria (1964-1984)

Altri musicisti
Tony Murray (Anthony Murray), nato il 26 aprile 1943 a Dublino - basso (1969-1977)
Jo Burt, (1977-1979), basso
Dave Maggs, (1984-presente)



Discografia:

Album in studio
1966 - From Nowhere... The Troggs
1966 - Wild Thing
1966 - Trogglodynamite
1967 - Cellophane
1968 - Love Is All Around
1968 - Mixed Bag (album The Troggs)
1970 - Contrasts
1975 - Troggs
1982 - Black Bottom
1990 - AU
1992 - Athens Andover
1996 - Athens, Georgia & Beyond
Live
1970 - Trogglomania
1981 - Live at Max's Kansas City


Eneide, band - e album - da riscoprire...


Gli Eneide (inizialmente Eneide Pop) provenivano da Padova e riuscirono nei primi anni ’70 ad aprire i concerti di quelli che a breve sarebbero diventati mostri sacri del prog internazionale - Genesis, Van Der Graaf Generator e Atomic Rooster - e strapparono un contratto discografico con la Trident. Una buona premessa per una giovane prog band italiana.

Realizzarono un solo album, “Uomini umili popoli liberi”, registrato nel 1972 ma, come accaduto a molte band coeve, rimasto nel cassetto per molti anni, fino a quando fu ristampato privatamente, nel 1990, in un’edizione oggi pressoché impossibile da trovare al di fuori dello stretto giro collezionistico.

Dieci brani carichi di virtuosismo tastieristico, interventi chitarristici e pennellate di flauto.
Potenzialità enormi se teniamo conto che si trattava di… minorenni!


Il disco fu ristampato nel 2016 da AMS in formato CD Papersleeve con due brani inediti aggiuntivi, tratti dal progetto del 1995 “Il sogno di Oblomov”. La stessa etichetta ha ristampato il disco in vinile nel 2016 con copertina apribile ma senza i due brani in più dell'edizione in CD.


Tratto da uno scambio di battute tra Augusto Croce e il chitarrista e cantante Gianluigi Cavaliere:

Qual è la storia del vostro album del 1972?

La Trident ci chiese di registrare un LP, loro lavoravano come agenzia di concerti e poi decisero di lanciare questa etichetta. L'LP venne registrato e missato ed era pronto per l'uscita, ma tutto questo successe durante il periodo del fallimento della Trident, e quindi non venne mai pubblicato. In ogni caso noi abbiamo conservato i nastri, e nel 1990 grazie all'interesse di un amico, abbiamo avuto la possibilità di farlo uscire con l'aiuto della Black Widow di Genova. Uscì in quantità limitata, 500 copie, delle quali 250 autografate da me. Un'edizione successiva uscì poco dopo, probabilmente lo stesso numero di copie della prima, o anche meno, ma con una copertina singola.

Ascoltiamolo...


Tracklist:

Side A:
1.Cantico alle stelle (traccia I)
2.Il male
3.Non voglio Catene
4.Canto della Rassegnazione
5.Oppressione e disperazione

Side B:
6.Ecce omo
7.Uomini Umili Popoli Liberi
8.Viaggio cosmico
9.Un mondo nuovo
10.Cantico alle stelle (traccia II)

Formazione:
Gianluigi Cavaliere (voce, chitarra)
Adriano Pegoraro (chitarra, flauto, voce)
Carlo Barnini (tastiere, voce)
Romeo Pegoraro (basso, voce)
Moreno Diego Polato (batteria, percussioni, voce)

lunedì 23 dicembre 2024

The Dennisons, i Beatles mancati...


The Dennisons fu una band inglese di Merseybeat, comparsa sulla scena di Liverpool all'inizio degli anni '60. 

Fu un gruppo molto popolare all’epoca, tanto che molti “esperti” del settore si convinsero che sarebbe arrivato al top, visto che il loro impatto al Cavern si poteva paragonare a quello suscitato dai Beatles.

Le case discografiche captarono la loro capacità di attirare le folle giovanili di Liverpool, così come capitava ai più famosi futuri baronetti, e così la Decca si affrettò a far firmare loro un contratto, pubblicando il loro disco di debutto, nel luglio 1963, “(Come On) Be My Girl(https://www.youtube.com/watch?v=VEJr2h7SJ3Y), una canzone di cui erano autori.



Nel lato B trovò spazio la loro versione della canzone di Rufus Thomas “Walkin' The Dog” (https://www.youtube.com/watch?v=-FeDVjrFRyU).

Un'altra canzone autoprodotta fu “You Don't Know What Love Is” (https://youtu.be/sj1isMYYkbM), scritta per loro da Ben E. King mentre erano insieme in tour, e con quella raggiunsero il numero 36 nelle classifiche del momento.

Il loro ultimo singolo, "Nobody Like My Babe"(https://www.youtube.com/watch?v=4Mfx-1gVCt4), fu pubblicato nel novembre 1964, e sebbene fosse molto commerciale, non entrò in classifica.

Il gruppo si sciolse nel 1966 e il batterista Clive Hornby diventò un attore con molta visibilità, visto che la sua presenza in televisione era pressoché settimanale all’interno della soap televisiva britannica "Emmerdale", dove interpretava la parte di Jack Sugden, e così continuò fino alla sua morte prematura.

Clive Hornby 

Restano una grande promessa come si evince dalle parole di Bob Wooler - presentatore e DJ al Cavern Club -, che nel 1963 dichiarò: "I Dennisons hanno creato il più grande impatto a Liverpool dai tempi dei Beatles."


Line up:

Clive Hornby – batteria (1961–1967; morto nel 2008)

Steve McLaren – chitarra solista e cori (1961–1967; morto nel 2007)

Ray Scragg – chitarra ritmica e voce (1961–1967; morto nel 2001)

Eddie Parry – voce (1961–1965; morto nel 1995)

Alan Willis – basso (1961–1962)

Terry "Tex" Carson – basso (1962–1967; morto nel 1991)


Pubblicità del Cavern estratta dal giornale “Mersey Beat”



domenica 22 dicembre 2024

Jon Anderson e The Band Geeks annunciano un album live di canzoni classiche degli Yes



Live - Perpetual Change uscirà a marzo


Sulla scia dell'acclamato album di nuovi materiali di quest'anno, "True", Jon Anderson e The Band Geeks hanno annunciato un album live e un DVD composti interamente da brani classici degli Yes degli anni Settanta.

Live - Perpetual Change è stato registrato e filmato all'Aracada Theater di St. Charles, Illinois, nel maggio 2023 durante il tour Yes Epics and Classics della band e contiene una tracklist di 10 brani, otto dei quali sono apparsi nell'album live del 1973 Yessongs, più The Gates Of Delerium (originariamente da Relayer del 1974) e Awaken (da Going For The One, pubblicato nel 1977). La tracklist completa è riportata di seguito.

Il nuovo album uscirà a marzo in formato doppio CD, triplo vinile e DVD.

Per celebrare l'uscita dell'album, la band ha lanciato un video per And You And I, tratto dal DVD Live - Perpetual Change. Mostra Anderson e la band che suonano una versione incredibilmente fedele del classico degli Yes del 1972, suggerendo che, proprio come Steve Hackett è diventato il tedoforo della musica dei primi Genesis, Anderson sta ora occupando lo stesso territorio per la sua vecchia band, anche se la sua vecchia band è ancora in giro.

"Non ho mai lasciato gli Yes nel mio cuore e nella mia anima... mai!" ha detto Anderson nel 2022. "Troppi ricordi incredibilmente potenti. E naturalmente, la musica non mi ha mai abbandonato. Quindi eccomi qui, desideroso ancora di cantare di nuovo le canzoni e di portare i miei veri sentimenti nei testi. La melodia e i testi sono sempre stati la mia passione. Ora li canto con uno stato d'animo più vecchio e spero più saggio. Volevo provare di nuovo quella sensazione, di suonare le canzoni per cui ho vissuto e la musica che ho contribuito a creare e progettare, con il suono della vecchia band ancora una volta intorno a me.

La prima volta che ho sentito i Band Geeks sono davvero impazzito: suonano proprio come i classici Yes degli anni Settanta, gli Yes che conosco e amo".



Jon Anderson and The Band Geeks - Live Perpetual Change tracklist 

Yours Is No Disgrace

Perpetual Change

Close To The Edge

Heart Of The Sunrise

Starship Trooper

Awaken

And You And I

Your Move/ I’ve Seen All Good People

Gates Of Delirium

Roundabout

 

 

 


venerdì 20 dicembre 2024

Beat-Club propone Cat Stevens e un brano degli esordi, "Matthew & Son”

Beat-Club, nella sua opera di lento rilascio del materiale di proprietà, propone ultimamente Cat Stevens e uno dei suoi primi brani,Matthew & Son”, contenuto nell’omonimo album di esordio pubblicato il 10 marzo 1967 dall'etichetta discografica Deram.

Qualche nota succinta relativa alla sua storia...

Yusuf Islam (nato Steven Demetre Georgiou il 21 luglio 1948), comunemente noto con il nome d'arte di Cat Stevens e in seguito Yusuf, è un cantautore e polistrumentista britannico. Il suo stile musicale è composto da folk, pop, rock e, nella sua carriera successiva, musica islamica. È stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2014.

Il suo album di debutto del 1967 ha raggiunto la top 10 nel Regno Unito e la sua title track, "Matthew and Son", ha raggiunto il numero 2 nella UK Singles Chart.

Gli album di Stevens, “Tea for the Tillerman” (1970) e “Teaser and the Firecat” (1971) sono stati certificati triplo disco di platino negli Stati Uniti dalla RIAA.

Il suo album del 1972 “Catch Bull at Four” è stato per tre settimane al numero uno della Billboard 200 e quindici settimane al numero uno nelle classifiche australiane ARIA.

Ha vinto due premi ASCAP per la scrittura di canzoni nel 2005 e nel 2006 per "The First Cut Is the Deepest".

Le sue altre canzoni di successo includono "Father and Son", "Wild World", "Moonshadow", "Peace Train" e "Morning Has Broken". Nel 2007 ha ricevuto l'Ivor Novello Award for Outstanding Song Collection dalla British Academy of Songwriters, Composers and Authors.

https://www.youtube.com/watch?v=u4pLNKb8j2U




I Jethro Tull condividono il nuovo remix del 2024 di “Jack Frost And The Hooded Crow”




Un album natalizio di cinque dischi The Jethro Tull – Fresh Snow At Christmas uscirà a dicembre

 

Non serve molto per entusiasmare i Jethro Tull in vista delle festività natalizie: la band ha appena condiviso un nuovo remix del 2024 della loro canzone di Natale preferita, Jack Frost And The Hooded Crow.

Il brano, remixato da Bruce Soord dei The Pineapple Thief  è tratto dal loro prossimo album The Jethro Tull Christmas AlbumFresh Snow At Christmas, una nuova versione espansa in cinque dischi del popolare album del 2003 della band The Jethro Tull Christmas Album, che uscirà tramite InsideOutMusic il 6 dicembre.

Il nuovo set comprende due set dal vivo: Christmas Live At St. Bride's 2008, anch'esso remixato da Soorde l'inedito The Ian Anderson Band Live At St. Bride's 2006, insieme all'album originale e a un remix del 2024, sempre di Soord.


"Un nuovo sguardo all'intramontabile album natalizio dei Jethro Tull", esclama il leader dei Tull Ian Anderson. "È un set di 4 CD e Blu-ray con remix surround e stereo del mio amico Bruce Soord dei The Pineapple Thief e con il disco extra bonus di un altro concerto dal vivo alla St Brides Church di Londra. È così bello avere questo pacchetto rinnovato ripubblicato con le funzionalità aggiunte. Buon Natale, e che il tacchino sacrificale non provi dolore.

Un ulteriore disco Blu-ray contiene anche Dolby Atmos, 5.1 Surround Sound e High Resolution Stereo Mixes, oltre ad High Resolution Stereo Mixes di entrambe le registrazioni live. Il set include anche una nuovissima grafica.

L'album verrà pubblicato per la prima volta in assoluto in vinile, nel formato gatefold da 2LP da 180 g con i remix del 2024.






giovedì 19 dicembre 2024

Dice Pete Townshend a proposito di Jimmy McCulloch: “Penso che, se non fossi entrato nella su vita, oggi lui potrebbe essere ancora vivo"

Thunderclap Newman

Il 2 agosto 1969 balza a sorpresa al vertice della classifica dei dischi più venduti in Gran Bretagna il brano “Something in the air”. Lo interpreta una band sconosciuta che, sulla copertina del disco, risponde al nome di Thunderclap Newman.


I Thunderclap Newman sono stati un gruppo rock britannico voluto da Pete Townshend degli Who e Kit Lambert nel 1969 nel tentativo di mostrare il talento di John "Speedy" Keen, Jimmy McCulloch e Andy "Thunderclap" Newman.

Il loro singolo, "Something in the Air", un successo numero uno nel Regno Unito del 1969, è tutt’ora richiesto per spot televisivi, colonne sonore di film e compilation.

La band pubblicò all'epoca un album rock acclamato dalla critica, “Hollywood Dream”, e altri tre singoli (che apparvero sull'album), "Accidents", "The Reason" e "Wild Country".

Tra il 1969 e il 1971 il nucleo della band era composto dal compositore John "Speedy" Keen (voce, batteria, chitarra), Andy "Thunderclap" Newman (piano) e Jimmy McCulloch (chitarra). Pete Townshend (usando lo pseudonimo "Bijou Drains") suonò il basso nel loro album e singolo, che aveva tutti registrato e prodotto all'IBC Studio e nel suo studio di casa a Twickenham. La band aumentò il suo organico durante i suoi tour: nel 1969 con James "Jim" Pitman-Avery (basso) e Jack McCulloch (batteria); e nel 1971 con Ronnie Peel (basso) e Roger Felice (batteria).

Sci sciolsero nell'aprile del 1971, ma “resuscitarono” grazie ad Andy Newman che formò un nuovo gruppo intorno al 2007.

Andy è venuto a mancare il 29 marzo 2016, all'età di 73 anni.

 


In questi giorni Pete Townshend ha dichiarato a proposito di Jimmy McCulloch: “Penso che, se non fossi entrato nella su vita, oggi lui potrebbe essere ancora vivo. Credo che il fatto che abbia continuato a lavorare con Paul McCartney e i Wings sia stata la sua morte. Non era adatto alla celebrità. Quando incontrai Jimmy per la prima volta aveva 14 anni, forse anche meno, ed era in una band con suo fratello maggiore, Jack, che lo proteggeva. Poiché era davvero giovane non notammo che potenzialmente era un alcolizzato. In quel particolare momento, nonostante il fatto che Paul e Linda cercassero con tutte le loro forze di aiutarlo, non c'erano meccanismi che potessero aiutarlo”.


Un po’ di sua biografia 

McCulloch iniziò la sua carriera musicale giovanissimo, entrando a far parte di diverse band locali. La sua abilità con la chitarra e la sua passione per il rock lo portarono ben presto all'attenzione di musicisti più affermati.

Nel 1969, all'età di soli sedici anni, si unì ai Thunderclap Newman. Il gruppo ottenne un successo immediato con il singolo "Something in the Air", che scalò le classifiche britanniche. La sua energia e il suo talento si fusero perfettamente con il sound psichedelico della band, contribuendo in modo determinante al successo del brano.

Dopo l'esperienza con i Thunderclap Newman, McCulloch entrò a far parte degli Wings, la band di Paul McCartney. La sua abilità chitarristica lo rese un membro fondamentale del gruppo, e partecipò alla registrazione di alcuni dei loro album più famosi.

Purtroppo, la vita di Jimmy McCulloch fu segnata da eccessi e problemi di dipendenza. Morì tragicamente nel 1979, a soli 26 anni, a causa di un'overdose.

Da qui le parole di Pete Townshend!