I Sintonia Distorta, band lombarda di lungo corso -
circa 20 anni di attività - , propone il primo vero album del proprio percorso,
Frammenti d’Incanto, realizzato con l’etichetta
discografica indipendente Lizard Records.
Il disco, decisamente inusuale per la sua
lunghezza - circa 65 minuti suddivisi su 10 tracce - mi ha permesso di scoprire
un nuovo progetto interessante, forse difficile da collocare nelle caselle
precostituite - fatto di per sé poco importante - e capace di esaltare le
peculiarità di musicisti ad alto tasso di entusiasmo, capaci di curare particolari
che, se capiti e apprezzati, fanno un’enorme differenza nel panorama generale
attuale.
La cura per l’immagine ad esempio, intesa
come scelta di pezzi di un mosaico che, accostati alla musica e alla liriche, riescono
a creare una storia ben definita, quella della vita che scorre, delle
opportunità che non sempre vengono colte, degli amori che uccidono e fanno
sognare, dei grandi principi e della leggerezza di comportamento contrapposta
al coraggio… un enorme contenitore che, trattato con sapienza, professionalità
ed istinto, trova un nesso naturale tra i vari episodi, anche se non esiste volontarietà
nel crearlo.
L’art work realizzato per l’occasione è il motivo per cui la “confezione”,
la prima cosa con cui si viene solitamente in contatto, ha valore paritario
rispetto al contenuto, a patto che a “lei” sia stato dedicato il tempo adeguato
per trovare buona corrispondenza con parole e atmosfere.
Per ogni traccia esiste la picture
appropriata, con sinossi e testi annessi… una meraviglia!
Dal punto di vista meramente musicale i
Sintonia Distorta propongono… una buone dose di libertà. Tale condizione fa sì
che sia agevole immaginarli propositori di trame progressive, sottolineate da passaggi
tastieristici “ariosi” e pillole virtuosistiche, ma il lavoro di insieme è
sicuramente più evidente e permette di creare un rock pesante affiancato a
passaggi melodici, talvolta “rotti” da tempi composti e guidati dalla confortante
vocalità di Simone Pesatori, forse più metal che soft prog, ma sufficientemente
elastica per cimentarsi in “zone” differenti.
Il brano che propongo a seguire, Anthemyiees, credo possa chiarire i concetti sin qui
espressi.
Una piacevole scoperta, un album da consigliare senza indugio.
L’INTERVISTA
Chi
sono i Sintonia Distorta… come
quando e dove si incontrano?
I Sintonia nascono a Lodi (LO) nell'ormai lontano
ottobre del '95, grazie all'incontro tra Simone Pesatori (voce) e Fabio Tavazzi
(basso). A loro, dieci anni più tardi, si aggiunge un altro pilastro (in tutti
i sensi… vista la stazza, il tastierista Giampiero Manenti. La band è soggetta
negli anni ad innumerevoli avvicendamenti; la nostra passione per la musica però
è sempre riuscita a tenerci uniti, facendoci superare le difficoltà che ogni
allontanamento ha comportato e spingendoci a mantenere sempre vivo il progetto
e quella che secondo noi - nel nostro piccolo - è la più semplice, ma forse non
così comune, principale filosofia di base, avere un sogno, una passione, e
poterla condividere con persone che siano amici, ancor prima che musicisti. Ecco,
forse, mai come ora, anche questo focus pare si stia riuscendo a cogliere in
pieno, grazie anche ai più recenti e graditissimi acquisti: Massimo Salani
(chitarra) e Luca Nava (batteria)… noi ce lo auguriamo di cuore stavolta!
Che
tipo di cultura musicale avete alle spalle?
Siamo cresciuti ascoltando artisti e generi differenti.
Giampiero ha un’estrazione più classica: si è diplomato in pianoforte e ha
fatto parte per diverso tempo di un’orchestra jazz. Noi altri quattro invece
abbiamo un background più hard’n heavy, anche se alcuni di noi, come Simone,
adorano pure artisti italiani… insomma, il classico mix che ha senza dubbio
influenzato la nostra formazione musicale e quindi probabilmente anche il nostro
attuale sound.
Come definireste a parole la vostra musica?
Un’onesta, sincera, passionale e libera espressione di
emozioni, pensieri e concetti…
Esistono
artisti che vi hanno decisamente influenzato e su cui siete tutti d’accordo?
Come detto poc’anzi le influenze sono svariate. Di
sicuro nelle nostre vene c’è molto metal e hard rock anni ’80-’90 (Iron Maiden,
Helloween, Van Halen, Toto, Rush, Ac-Dc, ecc.), ma anche i miti della musica
classica o artisti italiani come i Nomadi, Guccini, Grignani, Mango, ecc… come
vedi non facciamo riferimento invece a grandi del prog come i Genesis o
la PFM, le Orme, il Banco o gli Uriah Heep, cioè a quel magico filone a cui la
nostra musica viene spesso (con le straopportune proporzioni!) accostata… è un
mondo che stiamo scoprendo solo ora (… purtroppo!) e le cui influenze ci sono
probabilmente state tramandate da alcune di quelle band sopra citate, le quali,
nel loro vasto repertorio, hanno offerto delle bellissime divagazioni progressive
(basti pensare a brani come Infinite
Dreams degli Iron Maiden…), ma avremo modo di approfondire, sicuramente… il
matrimonio discografico con la Lizard Records, lo diciamo sempre, è
stato ed è per noi anzitutto l’occasione per crescere musicalmente e
culturalmente! Non certo quello di diventare chissà chi, perché ambizioni di
questo tipo non fanno parte del nostro bagaglio.
E’
uscito nel maggio scorso il vostro primo album, “Frammenti d’Incanto”: che cosa
contiene, tra musica e messaggi? Trattasi di lavoro concettuale?
Non è un vero e proprio concept album, anche se forse
per il feeling, la passione e certe tematiche trattate (i testi raccontano di
esperienze, stati d’animo, riflessioni personali… di aspetti anche legati alla
vita di tutti i giorni ed alla società odierna) si può dire ci sia un filo
conduttore che lega tutti i brani tra loro e che permette all’ascoltatore di vivere
il CD come un piccolo viaggio da percorrere tutto d’un fiato. Per quanto
attiene il genere, lo stile, anche se le etichettature non ci piacciono e tutto
sommato non fanno troppo bene alla musica, siamo generalmente ricondotti ad un hard prog melodico.
Mi
raccontate qualcosa dell’art work?
Tra le varie cose che ci accomunano con Loris Furlan e
la sua Lizard Records c’è ancora il piacere - ormai ahinoi sempre più raro tra
coloro che si avvicinano, anche come semplici ascoltatori, alla musica in
generale! - del “prodotto CD”, di un “contenitore” cioè che possa appagare non
solo l’orecchio, ma anche la vista del fruitore; anche a noi è sempre piaciuto
pensare al disco come un “piccolo scrigno magico” da scoprire pian piano, pezzo
per pezzo, ascoltando, leggendo, cercando di immergersi nell’artista e nel suo
piccolo mondo, ecco perché la particolare attenzione posta anche alle immagini,
sulle quali, va detto, hanno fatto un encomiabile lavoro due grafici che spesso
collaborano con Lizard: Davide Guidoni (front e back cover) e Rob
Menegon (booklet). Nella copertina c’è un pò la nostra storia, quei frammenti
in cui la band si è spesso disciolta, che però la musica (la donna) e la
passione (la rosa rossa) sono riusciti, una volta portati a riva dal mare (cioè
dalle nostre fonti di ispirazione), a rimettere insieme… speriamo, una volta
per tutte! Per il booklet ogni testo è posto su di un’immagine rappresentativa
dei contenuti dello stesso e/o del tema trattato.
Lo
avete proposto dal vivo? Come è sta impostata la pubblicizzazione?
La pubblicizzazione è avvenuta, ed avviene ancora, sia
tramite i canali “ufficiali” della nostra label (bellissimo il video-trailer
che contiene il brano Anthemyiees realizzato da Nunzio Cordella, un altro
carinissimo collaboratore di Furlan) sia tramite i nostri: sito web e social
network, come Facebook, Twitter, YouTube, Google+ ecc… Poi qualche
recensione (magazine, webzine, blog, ecc.) sia in Italia che all’estero è già
stata pubblicata, ed i riscontri, per nostra immensa gioia, sono sempre
positivi, perciò anche quello un po’ aiuta!
A
proposito, che cosa accade nei vostri live?
I nostri concerti (durante i quali si propongono tutti
i brani dell’album, conditi da qualche cover: pezzi interi o medley di classici
pop/pop-rock ’80-’90, rivisitati nel nostro stile) sono all’insegna
dell’adrenalina, della passione, della voglia di divertirsi e stare bene
insieme al pubblico. I locali sono sempre meno dediti alla musica live e chi lo
fa ancora predilige (purtroppo!) i tributi e/o le cover band, perciò le diverse
occasioni avute di recente sono coincise con Feste in Piazza, Notti Bianche,
Feste della Birra, ecc.; la cosa però piacevole e che ci ha colpito (… stiamo
parlando di situazioni in cui nessuno è obbligato a fermarsi e ad ascoltarti!)
è vedere la gente fermarsi e partecipare con entusiasmo durante l’esecuzione
dei nostri pezzi, piuttosto che delle cover… ecco, questo, anche se sembrerà
poco, perché non si parla del Forum di Assago o dell’Olimpico di Roma, è ciò
che più ci stimola a credere ancora nel nostro hobby e nel proseguire con lo
stesso entusiasmo e la stessa passione!
Mi
date un vostro giudizio dello stato attuale della musica in Italia?
Pessimo! Non parliamo solo della “creazione a tavolino”
di certe realtà e di questo spopolamento dei talent show, ma anche e
soprattutto dello scarso interesse, dello scarso desiderio; all'estero c'è
ancora la voglia di andare ad un concerto, magari al pub con gli amici, per
ascoltare la band sconosciuta che propone qualcosa di nuovo… è la curiosità la
linfa della (buona) musica, ovviamente, però in questo tanto dovrebbero aiutare
i media; ma la curiosità, la “scoperta” richiede investimento… di tempo, di
denaro… meglio un prodotto fatto e finito che rende sicuramente al management,
ma che poi, magari, si dissolve nel breve o passa via alla velocità della luce…
o meglio, del suono!
Che cosa vorreste vi accadesse, musicalmente
parlando, nell’immediato futuro?
Il 2015 è stato un anno davvero speciale per noi, difficile
davvero chiedere di più e ancora. Abbiamo raggiunto un nostro piccolo-grande
sogno, pubblicando questo nostro primo album. E dopo la sua uscita ufficiale è
stato, ed è ancora, un susseguirsi di sorprese emozionanti (come vedi, abbiamo
ancora il tipico entusiasmo dei bambini… e che il cielo ce lo mantenga sempre! Sapere
che “Frammenti” è finito sugli
scaffali di qualche store in giro per il mondo, sapere di aver venduto qualche
copia all’estero… persino in Giappone! … ricevere apprezzamenti e richieste di
recensione da parte di giornalisti/appassionati oltre confine… difficile,
davvero, per un gruppo che è sempre e solo stato mosso dalla passione,
desiderare altro, sarebbe già molto poter continuare a vivere questo sogno, ecco…avere
la possibilità di poter far conoscere ed apprezzare la nostra musica. Nel
“Sinto-pentolone”, poi, bollono già diversi progetti interessanti: il secondo
capitolo con Lizard… e addirittura un musical da realizzare con la
collaborazione dell’Accademia “Il Ramo” di Lodi (la Direttrice è Sabrina
Pedrazzini, ballerina e coreografa di fama nazionale) e che sarà basato proprio
sui 10 brani di “Frammenti d’Incanto”;
il ricavato sarà devoluto in beneficienza ed a breve avvieremo i contatti per
trovare qualche finanziatore… speriamo riesca davvero ad andare in porto; insomma,
speriamo di vederne (e sentirne) delle belle!
Tracklist:
1 Anthemyiees (L’isola Nel Buio)
2 Il Cantastorie
3 Menta E Fragole
4 Il Suono Dei Falsi Dei
5 Il Canto Della Fenice
6 No Need A Show
7 Pioggia di Vetro
8 I Ponti di Budapest
9 Clochard
10 Il Vento Dei Pensieri
Line-up:
Simone Pesatori – Voce
Massimo Salani – Chitarra
Giampiero Manenti – Tastiere
Fabio Tavazzi – Basso
Luca Nava – Batteria