Luca Olmeda propone la sua poesia nel nuovo libro PENSIERINMUSICA, ottanta episodi collegati da
un fil rouge - il topic "donna" - che trasforma il tutto in un concept book fatto di
inediti e di versi già pubblicati.
Genovese, poeta da sempre, dotato di una sensibilità non
comune, Olmeda mette al centro di questo suo nuovo progetto l’elemento femminile,
avendo cura di toccare ogni aspetto che lo riguarda, dal primo amore sino alla
possibile incomunicabilità, passando per l’idealizzazione del luogo in cui si è
nati e si vive, a volte difficile da sopportare, altre da accarezzare e farsi
coccolare, in fondo, metafora della vita comune.
Ma accade che nascano nuove esigenze e si senta il bisogno di
fare un passo in piu’ verso differenti modelli espressivi, ed ecco che alle
parole si aggiungono trame musicali, e con qualche aiuto esterno - nello specifico
il chitarrista genovese Giacomo Caliolo - si raggiunge con naturalezza lo
status di “canzone”.
Sono quattro le poesie che diventano liriche di brani sonori perché…
Le parole
sono sentieri
Che diventano
viaggi
Dal profondo
di noi raccontano
La melodia
di vivere…
“Vorrei
ingoiare quel triste sapore,
che sento
tra la gola e il cuore
e far
vibrare al vento per te,
con la
mia voce
petali d’amore…”
A fine articolo
propongo il brano “Lupo di mare”.
Abbiamo chiacchierato un po’ e la lettura dell’intervista
fornisce l’opportunità di entrare nei dettagli del progetto.
Domanda d’obbligo,
chi è Luca Olmeda e da cosa è caratterizzato il suo percorso artistico?
La prima parte
della domanda è un quesito che spesso mi pongo anche io.
Potrei dire che
Luca Olmeda è un uomo semplice, umile e molto sensibile, che non fa che cercare
risposte nel difficile tentativo di interpretare gli eventi e la vita.
Il mio personale
percorso artistico è in costante crescita ed evoluzione, e penso di potere
datare il suo inizio all’età della ragione, momento in cui ho iniziato a
confrontarmi con me stesso.
Dalla tua biografia
si evince come la scrittura abbia caratterizzato da subito la tua esistenza:
come definiresti la poesia intesa come forma espressiva, in comparazione alle
altre che hai conosciuto nel tuo processo di maturazione?
Scrivere una poesia
è un po’ come dialogare con sé stessi… ci si interroga su un dato argomento e
si cerca di percepirne le sensazioni, i contrasti, i lati oscuri, ma anche
quelli positivi… si cerca insomma di dare una libera e sincera interpretazione
a tutto. In fondo si fa presto a
scrivere una poesia, basta essere sinceri e buoni osservatori; tuttavia il
poeta non basta mai a sé stesso, e la necessità di un confronto rappresenta
sempre un valido aiuto; a volte viene dalla lettura di un buon libro, altre da
un colloquio diretto con un caro amico, altre ancora dall’accostamento ad altre
forme di arte… come la musica ad esempio!
Ho nelle mani il
tuo libro “PENSIERINMUSICA”, un contenitore basato sulla proposizione poetica:
cosa contiene? Esiste un fil rouge che lega i vari episodi?
Si tratta di una
raccolta che comprende sia versi precedentemente pubblicati che altri inediti,
inoltre il volume termina con i quattro brani musicali ascoltabili e
scaricabili via web. Scegliere ogni testo non è stato facile, ma ho pensato di
farlo seguendo un itinerario abbastanza preciso. Nella sinossi del volume
indico come fil-rouge la donna, è a lei che dedico i miei pensieri, ma mi
riferisco a quell’essenza che può assumere anche forma e sostanza diversa dal
consueto… quindi la donna ora rappresentata da questa mia città, con le sue
forme frastagliate accarezzate dal mare, oppure diventa un concetto; desiderio o libertà… ma poi ritorna ad essere donna,
l’essere che vive accanto a noi uomini, con la sua forza, la sua fragilità.
La donna è da
sempre primaria fonte di ispirazione artistica, e mi piace pensare che ciò
avviene perché è l’essere vivente che più si avvicina alla nostra idea di
perfezione, tra estetica e sostanza: che cosa ti spinge a scriverne in modo
così importante?
La donna è da
sempre fonte di ispirazione del poeta. Purtroppo, non sono io il primo a
decantarne lo splendore. Comunque, non vorrei sembrare ipocrita ma la donna
conserva alcuni segreti nel suo mondo, che qualche volta ci consente di
visitare, che noi uomini possiamo solo immaginare. Più che l’estetica, che non
manco comunque di argomentare nelle mie composizioni, ammiro molto certi
aspetti del suo carattere, come la forza di volontà, la tenacia, la
sensibilità, la fragilità, il coraggio.
Nella seconda parte
del book sono presenti testi che hai musicato: da dove nasce questa esigenza di
evolvere dalla lirica all’aggiunta musicale?
Capita di scrivere
tutti i giorni, come capita anche di non scrivere per intere settimane. È sempre
l’anima che suggerisce le parole al cuore e la mano le scrive. E poi un giorno un amico musicista che
apprezza i tuoi versi ti chiede se saresti in grado di scrivere un testo per un
brano. Le parole dei tuoi versi allora possono mettere le ali e andare ancora più
lontano. Scrivere un testo di una canzone non è proprio come scrivere una
poesia… ci si scontra con le note che diventano un po’ come un vestito che le
parole devono indossare, ma queste spesso sono di misura diversa e quindi
bisogna cercare di adattarle alla musica mantenendo però l’argomento ed il
senso della poesia. Ho voluto arricchire i miei pensieri con la musica,
cercando di rendere armonioso l’intero progetto e credo sinceramente sia venuto
un bel lavoro malgrado io non sia un cantante.
Come è nata la
collaborazione con Giacomo Caliolo?
La nostra è un’amicizia
recente, ma molto sincera ed intensa perché da subito c’è stata un’intesa quasi
magica. Ogni volta che propongo un testo a Giacomo, lui lo legge poi prende la
chitarra ed inizia a buttare giù due note di traccia… e quella è già la
canzone, così come l’avevo immaginata io. Se questo progetto si è potuto
realizzare è soprattutto grazie a Giacomo, alla sua grande esperienza ed al suo
estro artistico.
Il processo di
creazione di una canzone non è monodirezionale, e la magia si può compiere
partendo dal testo e inserendo la musica adatta o viceversa, non esiste una
regola precisa. Tu non sei un musicista… che idea ti sei fatta?
Non essere un
musicista non ha rappresentato un limite, malgrado lo sia, perché farei molto
prima se potessi scrivere da solo la musica dei miei testi, tuttavia, per
l’esigenza di un confronto di cui parlavo prima, lavorare con altri artisti mi
è stato di grande aiuto, ho imparato molto da ognuno e tanto ancora devo
imparare e posso solo che ringraziare la mia umiltà e loro pazienza. Con
Giacomo in particolare poi, non ci sono regole, certo nel nostro caso nasce
sempre prima il testo della musica, ma il tema musicale è spesso dettato da
sensazioni.
Sei nato e vivi a
Genova: è stata condizionante - magari a livello inconscio - l’appartenenza ad
una città che tanto ha dato a livello artistico?
Genova è una città
meravigliosa, che però lotta da sempre contro radicate contraddizioni; nel
libro sono presenti diverse poesie che parlano sia della città che dei suoi
abitanti in un’alternanza di amore/odio costante…
Gli artisti nati in
questa terra di mare sono tanti e tutti molto importanti… posso dire di essere
stato profondamente influenzato da alcuni di loro, ma non dimentichiamo che
l’Italia è un paese ricco di grandi personaggi, soprattutto in campo artistico
e musicale, quindi di esempi da seguire ne ho avuti moltissimi, anche fuori
città.
Che effetto fa
rileggere le proprie liriche trasformate in brani sonori?
Sapessi che effetto
fa sentirli cantare da sé stessi! In verità, considerato il grande lavoro che
c’è dietro, che ha richiesto molto tempo - circa tre anni per realizzare il
tutto, perché parliamo di qualcosa che si fa per passione -, posso dire che ora
guardo con occhi diversi chi è musicista di professione o cantautore. Forse ho
imparato qualcosa anche in questa occasione!
Quali sono gli argomenti trattati nei brani?
"Un sasso in mare" è il pezzo su Genova, la
mia città natale, che mi permetto di trattare con amore e odio, dove apprezzo
ma anche disprezzo i suoi angoli, le sue idee, le sue abitudini.
"Lupo di mare": la libertà, la ricerca
interiore rappresentata dalla figura del marinaio, dell'uomo di mare che affida
spesso o troppo spesso, la sua vita ai venti, alle stelle...
"Razza di
uomini" tratta l'argomento del femminicidio con un'analisi
dell'uomo-maschio. Il pezzo descrive nella prima parte, le caratteristiche del
tipico uomo violento, per intenderci, mentre nella seconda parte emerge il mio
personale punto di vista che andrà sicuramente d'accordo con molti altri uomini
come me.
A tale proposito,
il libro dovrebbe contenere un progetto benefico di raccolta fondi attraverso
le vendite, a favore del Centro antiviolenza Mascherona di Genova/Unione Donne
Italiane, ente dal quale sto ancora aspettando il benestare per poter
pubblicare il libro.
In questo brano
Giacomo Caliolo, con l'arrangiamento e non solo, a mio modesto parere, ha fatto
davvero un grande lavoro.
"Onlus-you" è un'ironica metafora sulle
unioni, i rapporti di coppia obsoleti e logori, tipici di chi convive ormai da
molto tempo e dove si alternano affetto e indifferenza che ormai hanno preso il
sopravvento su ogni altro sentimento.
Hai pianificato
momenti di condivisione del tuo libro, tra presentazioni e set a base di musica
e parole?
Fino ad ora non ho
avuto molto tempo per potermi dedicare a questo aspetto, pur sapendo essere
forse il più importante in questo momento. Devo dire che si fatica parecchio a
farsi dare degli spazi quando non si è conosciuti, comunque, diciamo che ci
stiamo lavorando.
Cosa c’è nel futuro
prossimo di Luca Olmeda?
Speravo me lo
dicessi tu! A parte gli scherzi, fa sempre un po’ paura pensare al futuro, anche
perché viviamo tempi difficili, anche dal punto di vista artistico, tempi ardui,
ma in realtà per molti aspetti migliori di altri ormai trascorsi; abbiamo più
potenzialità e strumenti di prima eppure sembra si fatichi di più. Tuttavia,
per quanto mi riguarda, penso che mi piacerebbe continuare a scrivere, il canto
sarà stata una piccola parentesi per potermi presentare al mondo come autore
(almeno credo). Sì, mi piacerebbe scrivere per me e per altri, soprattutto per
altri, fare l’autore insomma, perché in sostanza la mia vera vena artistica
sono i pensieri e le parole.