“L’acqua nella pozzanghera riflette un viso…
un pensiero… un cuore...”. E mi fermo qui.
Non è una frase scritta da qualche
premio nobel per la letteratura, ma da una persona “normale”, come ce ne sono
tante, capace di osservare e tramutare un dettaglio del quotidiano in pensiero
profondo. Sono passati trentatré anni e ancora la ricordo quindi…
Cosa c’entra tutto questo con “Musica d’Acqua”
e con i Sursumcorda?
Basta l’argomento “acqua” per fare accostamenti apparentemente azzardati?
Più che "l’oggetto" vale il processo
formativo, quella capacità che molti uomini e donne hanno, nel campo delle arti
più disparate, di trasformare un attimo personale di vita vissuta in qualcosa
di tangibile che resterà per sempre, e non serve il grande evento per mettere
in moto il meccanismo, basterà un viaggio, un rapporto umano, una particolare
situazione meteorologica e la scintilla scoccherà, guidando l’azione verso la via
dell’eternità.
I Sursumcorda rappresentano
l’esemplificazione di questo concetto, un ensemble musicale capace di creare un
micro universo dal nulla, sintetizzando cultura e fatica in una musica che
racconta e lancia messaggi, anche quando l’espressione è meramente strumentale,
come accade in questa occasione.
Inutile elencare la serie di mostrine
appese al petto, probabilmente poche in relazione al valore reale del gruppo,
ma l’intervista a seguire può aiutare nel comprendere meglio una storia
impossibile da ignorare.
Undici tracce che comprendono inediti
ed estratti di ciò che già esisteva, con un comune denominatore, l’acqua,
elemento capace di riempire spazi in ogni situazione, adattandosi al mondo
circostante, infilandosi in ogni possibile via di fuga, trasportando se stesso
e gli altri, favorendo la vita e provocando, a volte, la morte.
E questo percorso, a volte non pianificato
nei dettagli, conduce questi artisti in giro per il mondo, in un viaggio
perenne che profuma di etnia, di Oriente, e di sorpresa continua.
Tecnicamente perfetti, i Sursumcorda
hanno una importante peculiarità, quella di coinvolgere l’ascoltatore facendolo
diventare protagonista, prendendolo per mano per condurlo su di una carrozza
itinerante, riducendo e dilatando spazio e tempo, così come si è soliti fare
quando si è coinvolti in sogni involontari. Ma la musica proposta non è
impalpabile, perché quando ti entra dentro non ti abbandona più, diventando un
punto di riferimento per momenti futuri, sereni o poco felici, ma in ogni caso
significativi.
“… l'effetto di una goccia d'inchiostro
in un mare limpido…”: questa una delle immagini che propongono commentando
un loro brano, un’ azione banale con forte impatto visivo che porta al caos, al
disordine incontenibile, a cui alla fine si trova sempre soluzione.
Anche questa volta sono rimasto
profondamente colpito dalla loro musica, e ancora una volta sarà mio compito diffonderla
con tutti i mezzi disponibili… tutti devono sapere!
L’INTERVISTA
E’ passato giusto un anno da quando
vi ho scoperto e… interrogato. Ci eravamo lasciati con l’annuncio dell’uscita
imminente di un album strumentale. Raccontatemi qualcosa di questo “Musica
d’Acqua”.
E' un disco che raccoglie molte idee, estratti di colonne
sonore che nel corso di un anno e mezzo ci hanno dato lavoro e molte
soddisfazioni. Abbiamo rielaborato il tutto con coerenza sia dal lato dello
stile che da quello del suono, per il quale abbiamo come sempre dedicato una
cura “maniacale”: tutto il disco è suonato, senza samplers. Rispetto al passato
abbiamo solo inserito in più alcuni sintetizzatori di ultima generazione. Anche
questo disco è, come i precedenti, una sorta di “viaggio musicale” che tende un
po' ad oriente.
Possiamo stabilire il legame concettuale, se esiste, tra le undici tracce
che compongono l’album?
Il concept è l'acqua, a
sottolineare l'adattabilità del nostro stile. L'immagine è un solido immerso in
un liquido, mentre la musica, nata per le immagini, ha lo scopo di esaltarne le
forme. “Musica d'acqua” è anche un percorso che, come il mare, tocca molti
continenti.
All’interno del disco c’è un lavoro che raccoglie un discreto spazio temporale,
e anche il mix dei brani è suddiviso tra inediti e rielaborazione di esistenti,
utilizzati per passaggi cinematografici o spot televisivi. Si può considerare
una sorta di riassunto di un periodo di vita gratificante?
Sicuramente si. Alla fine di un
tour di 40 concerti e dopo aver vinto due premi come migliore colonna sonora a Raccorti
sociali 2011 e a Corto d'autore 2012 con “Francesco e Bjorn” di Fausto
Caviglia, non potevamo non cristallizzare in un disco quanto di buono era
successo, nel contempo abbiamo inserito potenziali colonne sonore per lavori
futuri, allo scopo di dare un senso di continuità, di movimento.
Leggendo la lista degli strumenti utilizzati si arriva a nomi poco
usuali, ma colpisce la “Scatola dell’Ikea”, cui avete dedicato un brano.
Provocazione o scoperta inaspettata?
Questo brano è stato composto su
misura per uno spot a tema sociale creato in un seminario organizzato da
Cesvot, Aiart e da Cosma Ognissanti, nel quale ho lavorato assieme ai
Sursumcorda come docente. Nello spot una ragazza estrae degli oggetti da una
scatola di cartone, quindi ne abbiamo preso una che suonasse bene, tra le molte
possibilità la scelta è ricaduta su quella a marchio Ikea. A quel punto abbiamo
cucito il brano intorno alla scatola che è diventato un vero e proprio
strumento portante, esaltando così il messaggio dello spot.
Chiedo spesso ai miei interlocutori occasionali se il mancato utilizzo
delle liriche riduca la possibilità di inviare messaggi precisi: le risposte
sono le più varie possibili. Che cosa propone, negli intenti, il vostro “Musica d’Acqua”?
E' fuori dubbio che una canzone
riesca a trasmettere un messaggio in modo più diretto e comprensibile,
consentendo di arrivare immediatamente alle sfumature concettuali più sottili.
Trasmettere con la sola musica è diverso: lascia spazio interpretativo maggiore
all'ascoltatore, la sfumatura si può cogliere quando la musica si ascolta
associata ad un'immagine definita. In Musica d'acqua c'è di tutto, ciò che è
nato dalle immagini e ciò che può creare immagini nella mente di chi ascolta.
La lettura dei titoli dei brani induce al collegamento con ciò che si sta
per ascoltare, e il titolo “Red Floyd”, ad esempio, riconduce a significati
apparentemente precisi. Mi ha però colpito il termine/brano “Entropia”, al
quale associo in ogni contesto il concetto di “disordine”. Ci può essere ordine
o disordine nel proporre musica come la vostra?
La fase creativa è sempre
“entropica” o “ disordinata” se vogliamo, è una fase di scoperta che diventa
intellegibile nel momento in cui si passa alla maturità e alla razionalità, in
cui è necessario rendere chiari i
concetti e le emozioni che hanno concepito il brano. Il brano “Entropia” è
l'effetto di una goccia d'inchiostro in un mare limpido. In “Red Floyd”,
invece, giravano nel lettore i Pink Floyd: è stato il fenomeno fisico che quel
giorno ha trasformato un sistema “stabile” in “entropico”, generando un brano
che tendeva al rosso. Da qui il titolo.
Vi rifaccio la stessa domanda posta un anno fa (e andrò a confrontare le
risposte!): “E ora aprite il vocabolario dei
sogni musicali, e scrivete cosa trovate in corrispondenza della voce “da
realizzare entro il 2015”.
E' un
periodo di attese e di contropiedi, abbiamo seminato molto in questi anni e
quindi in base ai segnali decideremo quale strada intraprendere con il massimo
delle energie, come abbiamo sempre fatto. Seguire una strada alternativa è
sempre rischioso, ma questa è la nostra indole, non possiamo farci niente,
siamo pronti a tutto.
Nati come
buskers, decisi nel costruire un nuovo stile musicale che fonda le sue basi
sull’interazione tra musica, cinema, arte e cultura, i Sursumcorda realizzano dal 2007 ad oggi sei dischi e più di dieci colonne
sonore destinate a documentari, spot e piccoli film come grazie ai quali
ottengono due premi come migliore colonna sonora a Raccorti sociali (Francesco e Bjorn di Fausto Caviglia)
e a Corto d’autore (Amir
di Jerry D’Avino).
Dopo un grande
successo di pubblico e critica per il doppio album La porta dietro la cascata,
i Sursumcorda si lanciano a
capofitto nella realizzazione di un nuovo album. Musica d’acqua vede la
luce nel marzo del 2013, dopo un tour di oltre 40 concerti in teatri, piazze, spazi culturali, espositivi e
museali, conclusosi con un concerto in Piazza
Castello a Torino per la festa del 25 aprile e un concerto nel prestigioso Piccolo Teatro di Milano, confermando
grande flessibilità e novità nella proposta musicale e spettacolare.
Musica d’acqua
È un disco
strumentale che contiene estratti di colonne sonore originali il cui filo
conduttore è l’acqua. All’interno musiche estratte dalla colonna sonora del
pluripremiato Francesco e Bjorn di Fausto Caviglia, insignito due volte come migliore
colonna sonora, e di Amir, piccolo capolavoro
cinematografico del regista Jerry D’Avino, attualmente in concorso al David di
Donatello. Il disco nasce dall’interazione di 11 musicisti di estrazione musicale e culturale molto eterogenea, a
ribadire lo stile che ha contraddistinto anche i precedenti lavori dei Sursumcorda.