venerdì 31 dicembre 2010
Tanti auguri Clive Bunker...
mercoledì 29 dicembre 2010
Le peripezie natalizie di David Jackson
Era la settimana prima di Natale.
Come al solito il mio volo EasyJet era in ritardo per via dei problemi con aeromobili ed equipaggi. Quando sono arrivato alla sala ritiro bagagli a Gatwick la mia valigia con gli abiti è arrivata come al solito, ma la mia “flight case” tardava ad apparire. L’ho cercata ovunque, nella disperazione più totale. Alla fine mi sono unito alla lunga coda dei passeggeri che reclamavano il proprio bagaglio smarrito. Dopo aver ottenuto un numero di riferimento del reclamo, mi è stato detto di non preoccuparmi, che era usuale, e che in due o tre giorni avrei riavuto la valigia. Ma non c'era niente di normale quella “stanza bagagli”. C'erano migliaia di sacchetti abbandonati che riempivano tutti gli spazi, mentre c’era un uomo che cercava di aiutare le persone e un altro dietro il vetro dell’ufficio che guardava.
Sapevo che il tempo a Gatwick stava peggiorando ancora, e dopo due ore e mezza di ricerche non ho avuto altra scelta che cercare il mio furgone, nel tentativo di tornare a casa attraverso la neve caduta copiosamente.
Ma quest’ultima situazione sembrava senza speranza. Il sistema di rintracciabilità della compagnia aerea non aveva elementi che potessero far risalire al percorso effettuato. A cosa serve il complicato sistema di etichette e codici a barre se non ad elaborare le informazioni e a trovare la soluzione? Ora si trattava dei miei strumenti … scomparsi! Erano stati personalizzati per soddisfare le mie molteplici esigenze, e come ha detto Lino Vairetti degli Osanna “.. la tua flight case è un vero e proprio "tesoro" e rappresenta tutta la tua storia gloriosa.” Questa volta ho davvero temuto il peggio. E non sono stato nemmeno in grado di presentare una richiesta di risarcimento per cominciare a ricostruire la mia vita professionale, sino a quando gli strumenti sono stati dichiarati ufficialmente “Persi” da Easyjet.
Realizzando lo stress in cui stavo cadendo, mia moglie Sue mi telefonòun giorno dal lavoro, dicendo che nessuno stava cercando la mia “valigia”, e mi spinse a fare qualcosa per trovare qualcuno che potesse aiutarmi. Decidemmo innanzitutto di provare in Italia, perché non c’erano prove evidenti che il materiale era partito da Fiumicino. Inviai una mail a tutti gli amici italiani contenuti della mia rubrica per vedere se qualcuno avesse conoscenze all'aeroporto. Uno dei miei amici, Gianni Leone, un genio della musica e membro come me della Prog Family degli Osanna, decise di chiamare l'aeroporto. Per caso, parlò con un simpatico funzionario che dimostrò interesse per l’angosciosa storia di un musicista rock. Fortunatamente questo uomo, Eric Conte, era un fan della musica progressive anni ‘70 e conosceva i Van der Graaf Generator, gli Osanna e il Balletto di Bronzo (la band di Gianni Leone). Decise così di lasciare la sua scrivania per andare a cercare “l’oggetto scomparso”, con la foto e una descrizione chiara della situazione nella mente. A notte tarda Eric Conte risolse il caso e telefonò a Gianni Leone che mi inviò immediatamente la seguente mail: “David, sono molto, molto felice di informarti che il dramma è terminato: la tua “valigia” è stata ritrovata! E’ 'ancora qui in aeroporto, a Roma, dimenticata in un ASCENSORE!!! Il nostro fan Eric l’ha trovata e mi ha chiamato un minuto fa per informarmi”.'
A Gatwick, mi aspettava un caos ancora maggiore. Molti voli erano stati cancellati e ancora una volta la coda per parlare con l’impiegato dell’ Easyjet era di oltre cento persone. Poiché l'atmosfera non era delle migliori, decisi che non vi era altra alternativa che aspettare il mio turno. Dopo due ore riuscii a parlare con una ragazza che mi diede i numeri telefonici interni corretti, insistendo sul fatto che dovevo prima avere la conferma che il bagaglio era effettivamente arrivato. Dopo aver tentato di telefonare, senza successo, per trenta minuti, mio figlio Jake mi telefonò consigliandomi di mentire all’ufficio competente, asserendo che la conferma dell’avvenuto arrivo era arrivata. Gli ho dato retta, e dopo aver aspettato altri trenta minuti, una ragazza di nome Susie, con un pass della Security, mi ha condotto verso la sala del ritiro bagagli. Ho aspettato ancora in coda prima di vedere l’addetto al ritiro; non aveva idea di dove il “case” fosse. Mi sono guardato intorno, rivedendo le note scene caotiche dei passeggeri, dei sacchetti sparsi, cadendo ancora una volta in uno stato di panico. Dopo cinque minuti ho ritrovato la mia preziosa valigia!
Ho lasciato un sacco di gente desolata all’ aeroporto quel giorno, e io ne sono uscito come un uomo esausto ma felice. Sarò eternamente grato alla mia rete di familiari, amici e fans e per il loro continuo supporto alla mia carriera musicale. Ma e’ doppiamente bello quando qualche sconosciuto è disposto a venirti incontro, cercando di aiutarti. Senza questo aiuto, la mia famiglia e io non avremmo potuto passare un fantastico Natale! Più tardi mi sono ricordato molte altre cose. Gianni dice che lui e Eric avevano cantato insieme una canzone dei Van der Graaf Generator al telefono, ma Gianni mi ha detto che non riusciva a ricordare quale fosse. Quando ho parlato con Eric, ha detto che era “Darkness”, da “The Least We Can Do “.
Description: large black flight case with aluminum edges: 2 red straps
size:- 1065 x 610 x 280 mm : weight 32 kgs
contents:-
INSTRUMENT
Black flight case with foam furniture, by Eastman Packaging Ltd
Yamaha Tenor saxophone
Yamaha Alto saxophone
Yamaha Soprano saxophone
Gemeinhardt Flute
Sumatran Bamboo Flute
Howard Low D whistle
Tony Dixon D whistle
Irish Low F whistle
Swedish Overtone flute
Assorted Irish whistles – all keys
Custom Leather saxophone straps
Saxophone stand: music stand: tool kit
8 boxes of assorted reeds
sabato 25 dicembre 2010
venerdì 24 dicembre 2010
Hox Vox
giovedì 23 dicembre 2010
Family
I Family hanno rappresentato piu` di ogni altro complesso il sound "progressivo".
Il canto sguaiato e feroce di Chapman attraversava il soul di Sam Cooke, il blues di Howling Wolf, i monologhi demenziali di Captain Beefheart, le messe gospel e persino i chansonnier parigini conferendo alle loro mini-sinfonie lo spirito piu` autenticamente selvaggio del rock.
Formazione Principale
Charlie Whitney - chitarra, banjo, mandolino, organo, pianoforte,cori
Rob Townsend - batteria, arpa, percussioni
Ric Grech - basso, violino, cori
Jim King - sassofono tenore e soprano, armonica, pianoforte
Ex componenti
John Weider - basso, chitarra, violino
John Wetton - basso, tastiere, cori
George Bruno - organo in A Song for me
Jim Cregan - basso
mercoledì 22 dicembre 2010
Al Kooper
Personaggio polivalente, come produttore e come musicista(tastiere, chitarre e voce), Al Kooper ha registrato con Clapton, George Harrison, Tom Petty, B.B. King, Santana, Who e Rolling Stones; ha suonato l’organo in “Like a Rolling Stone” e in “Blonde On Blonde” di Bob Dylan e in “Electric Ladyland” di Hendrix. Ha concepito il primo disco di jam rock, “Super Session”, ha contribuito alla nascita dei Blues Project e dei Blood Sweet &Tears e ha scoperto e prodotto i Lynyrd Skynyrd, alfieri del southern rock.
Un curriculum di tutto rispetto.
Na to a Brooklyn nel 1944, debutta discograficamente all’età di 13 anni con i Royals Teens, ma il suo nome comincia a essere di dominio pubblico quando, casualmente, alle sessions di Like a Rolling Stones incide una traccia di Hammond sul pezzo già registrato da Dylan.
Partecipa poi alla controversa apparizione della svolta elettrica di Dylan al Festival di Newport del 1965 e lavora in diversi dischi dell’artista di Duluth.
Dopo aver dato i natali a una delle prime band del blues revival newyorkese, i Blues Project, aiuta i Blood Sweet and Tears nella registrazione di Child is Father to the man, quindi è artefice della jam di Super Session con Bloomfield e Stills, album seminale e leggendario della storia del rock.
Un altro suo lavoro all’insegna del blues è Kooper Session, jam in compagnia del quindicenne chitarrista Shuggie Otis, figlio del veterano del R&B Johnny Otis.
(da Rock Blues di Mauro Zambellini)
martedì 21 dicembre 2010
Boris Savoldelli
domenica 19 dicembre 2010
Title: CASTLES, WINGS, STORIES and DREAMS
OVERVIEW
New project by NUOVA IDEA drummer Paolo Siani; a concept album which involved great musicians for a full immersion in prog atmospheres with King Crimson, Pink Floyd, Nuova Idea influences and with a fresh and energic feeling! Ear the “Fripp” riffs of Madre Africa with the fantastic guitar solo by Marco Zoccheddu, the dreaming atmospheres of Questa Penombra è Lenta with the female voice of Nadia Engheben, the dramatic feeling of Cluster Bombs with Roberto Tiranti vocals and more and more emotions with Joe Vescovi on keys, Mauro Pagani on flute, Guido Guglielminetti on Bass, Ricky Belloni on Guitar, Giorgio Usai on keys...Progressive, Rock, Jazz touches, a complex and ambitious work which look back at the past but well projected in to the future...a must have!
TRACK LIST:
1. Un Dono 2:13
2. Wizard Intro 3:03
3. Madre Africa 7:54
4. Questa Penombra è Lenta 6:57
5. Chimera 4:23
6. The Game 10:38
a. Wizard of your Sky
b. Mickey’s
c. Jump
d. Wizard of your Life
7. Cluster Bombs 6:43
8. This Open Show 3:16
9. C’era una
Paolo Siani: Drums, Vocals, Keyboards, Bass, Electric Guitar
& Friends:
Ricky Belloni: Electric Guitar
Carlo Cantini: Violin
Guido Guglielminetti: Bass
Mauro Pagani: Flute
Alessandro Siani: Electronics
Franco Testa: Bass
Roberto Tiranti: Lead Vocals
Giorgio Usai: Hammond Organ
Joe Vescovi: Hammond Organ
Marco Zoccheddu: Electric Guitar, Piano
Gianni Alberti: Sax
Ottavia Bruno: Vocals
Alberto Buttarelli: Vocals, Flute
Giacomo Caiolo: Acoustic Guitar
Nadia Engheben: Soprano
Diego Gordi: Piano
Fabio Gordi: Piano
Daniele Pagani: Piano
Giuliano Papa: Cello
Vittorio Pedrali : Acting Voice
Paolo Tixi: Batteria
ARTISTI PRO OSPEDALE PEDIATRICO GASLINI
Un nuovo progetto proposto dal batterista della NUOVA IDEA, Paolo Siani.
Si tratta di un concept album che ha coinvolto grandi musicisti per una full immersion nelle atmosfere prog, con tracce di King Crimson, Pink Floyd, Nuova Idea ovviamente, e con una buona dose di freschezza ed energia. L'ascolto del riff alla "Fripp" in “Madre Africa” con l'assolo di chitarra fantastico di Marco Zoccheddu, le atmosfere sognanti di “Questa Penombra è Lenta” con la voce femminile di Nadia Engheben, il senso drammatico di “Cluster Bombs” con Roberto Tiranti come vocalist, e poi ancora emozioni con Joe Vescovi all’Hammond, Mauro Pagani al flauto, Guido Guglielminetti al basso, Ricky Belloni alla chitarra, Giorgio Usai alle tastiere ... sono tutti elementi che contribuiscono a formare un lavoro complesso e ambizioso, tra Progressive, Rock e Jazz, un album che guarda al passato ma proiettato anche nel futuro.
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