La presenza
discografica di Andrea
Cervetto è lunga e cospicua, ma credo di non sbagliare nel dire che
questo doppio album, TЯIO!, è quello che
meglio sintetizza il suo stato di artista, essendo la prima parte costituita da
inediti, da lui composti nella sezione musicale. Non solo interprete, non solo
chitarrista, ma anche regista di un intero progetto.
Alex Polifrone (batteria e voce) e Max
Zaccaro (basso e voce) completano il trio genovese che ha assunto il
nome di ACT, con l’intento di riproporre il rock storico - impossibile da
dimenticare - con l’evoluzione, il tocco personale, e uno sguardo verso nuovi
orizzonti.
Non mi pare trascurabile
il fatto che sia tangibile l’impronta di Aerostella (il disco esce su etichetta
FermentiVivi by Aereostella, distribuzione: Self/Pirames International), normalmente
focalizzata sulla musica progressiva, ma evidentemente con le antenne ben tese
nel cercare di captare la qualità.
La lunga intervista
realizzata con Andrea è fondamentale per entrare in un mondo che da un
certo punto di vista - quello che mi piace definire dell’autarchismo musicale - è
tutto da scoprire.
Due CD dicevo, il primo
dei quali costituito da 10 tracce vergini.
Ci sono tutte le premesse
per il power trio, sicuramente nel
DNA degli ACT, ma lo sforzo è proprio quello di fuggire dallo sfoggio di
tecnica e di autoreferenzialità, tipico dei “giovani di un tempo (Cream, Jimi
Hendrix Experience), per dare un’immagine di compattezza, di squadra al lavoro,
di contributi personali che hanno una finalità superiore rispetto alla dimostrazione
di grande know how.
Ne esce fuori un album
godibilissimo, pressoché in inglese - tranne il primo brano, “Sono Fuori”
- per fornire una connotazione internazionale, con la scrittura dei testi da
parte di Andrea Anzaldi e Francesco
“fisher” Sandi. Presente anche Bernardo
Lanzetti, un esperto di “cose musicali” - compresa la scrittura delle
liriche nella lingua di Albione - che ha collaborato con Cervetto nel brano “Kissed off good bye”.
L’impressione è
quella che TЯIO!, sia un punto di arrivo, inteso come la sintesi di anni di esperienze
che finalmente trovano uno sbocco ideale, tra sostanza e corretta forma. Ma al
contempo potrebbe/dovrebbe essere utile per una pianificazione di un futuro
che, nell’attuale panorama musicale, appare sempre pieno di interrogativi e
bisognoso di punti fermi per operare successive scelte efficaci.
Se la prima faccia della medaglia racconta gli intenti degli ACT,
il secondo CD ricorda a tutti quali siano gli amori di sempre, quali gli
insegnamenti e i miti inseguiti, disegnando una forte traccia che congiunge
cinquant’anni di musica significativa.
Le scelte sono oculate, con l'obiettivo preciso di rivisitare la
sacralità del passato, ma senza cadere nell’esibizionismo a cui
accennavo, che rappresenta sempre una forte tentazione.
Trasversali le scelte, da Beatles a Eric Clapton, da Stevie
Wonder ad Alan Parson, da Leonard Choen a Brian May.
Per quanto riguarda quest’ultimo mi pare interessante, nel commento a
seguire, il racconto dell’incontro con Andrea Cervetto e Alex Polifrone,
momento da inserire tra i ricordi più importanti.
Anche nell’interpretazione di musica di “altri, le peculiarità della
band emergono, nonché la voglia di fornire un modello personale, come nel caso
di “Too much love will kill you”, a cui è stato cambiato il “tempo”, con approvazione/apprezzamento di May.
Un bell’album rock, nato con l’intenzione di far conoscere la realtà
ACT, ma carico di qualità - e come abbiamo visto, quantità - logica conseguenza
dei valori messi in campo.
Nella riproposizione di rock e blues da parte di band italiane, esistono
spesso lacune che niente hanno a che fare con le capacità tecniche, ma con la
mancanza di cultura specifica verso generi nati fuori dai nostri confini…
spesso “studiare “ non basta, ma occorre sentire il profumo della
terra dove tutto è nato. Andrea Cervetto ha vissuto tutto questo nei suoi anni di
esperienza americana, lo dicono la sua voce, la sua musica e la sua chitarra.
Nel disco tutto questo mi appare evidente, e sono certo che saprà colpire gli
ascoltatori più attenti.
L’INTERVISTA
Domanda scontata ma necessaria in questi casi: come nasce musicalmente
Andrea Cervetto? Quale la sua storia musicale?
Intorno ai sei
anni mi aggiravo per casa e, ogni qualvolta passavo davanti alla chitarra che
mio padre aveva costruito per hobby, facevo scivolare le dita sulle corde
rimanendo ipnotizzato dal suono. I miei genitori notando che passavo lì la
maggior parte del tempo decisero di iniziare a farmi prendere lezioni di
chitarra classica; gli anni passavano e quando arrivai all'età dei 13 anni, folgorato
dal brano “Sultans of swing” dei Dire Straits, e trovando un punto di incontro
tra la chitarra classica e il fatto che M. Knoplfer suonasse con le dita,
abbandonai gli studi di musica classica e mi buttai letteralmente sulla
chitarra elettrica. Da li il passo fu breve; per fortuna in casa si aggiravano
montagne di dischi di rock 'n' roll, da Elvis a Chuck Berry, dai Beatles ai
Beach boys e chi più ne ha ne metta. Fortunatamente anche gli amici che
frequentavo erano appassionati di musica e quindi passai l'adolescenza ad
approfondire la conoscenza con i Beatles e a conoscere anche gruppi come
Genesis, Pink Floyd, Deep Purple, Led Zeppelin, Cream, Hendrix, Yes, Police
ecc. ecc., insomma tutto il rock che era disponibile veniva ingurgitato a più
non posso. Ricordo ancora con nostalgia quando si attendeva settimane l'uscita
di un LP dell'uno piuttosto che dell'altro, andando a scocciare tutti i giorni
il negoziante di fiducia, generalmente uomo preparato e con cultura musicale. Che
bello quando esistevano questi luoghi meravigliosi (i negozi di dischi) dove
era possibile entrare ascoltare un assaggio del disco e decidere se comperarlo
o no, a pensarci oggi sembrano smarriti luoghi di culto.
Ho ovviamente poi
continuato lo studio della chitarra elettrica oltre all'indigestione di dischi.
Quanto è stata formativa la tua esperienza americana?
E' stata fondamentale,
soprattutto per farmi capire che la musica è una cosa seria e merita
rispetto, e se si fa di questa passione un “lavoro” bisogna dedicarsi totalmente, poco importa il genere, fondamentale l'impegno e la determinazione. Ho incontrato
artisti di ogni tipo e con alcuni ho suonato, tutte persone fantastiche con un
unico comune denominatore: passione e sacrificio. Ho assorbito da loro come una
spugna cercando di aumentare il mio bagaglio musicale. Determinante quel giorno
a New York, dove alla ricerca disperata di un espresso italiano mi sono trovato
in un piccolissimo locale all'interno del quale suonava niente meno che Les
Paul! Incredibile! Ovviamente ho
dimenticato l'espresso, ma ho trovato una persona che ha passato un pò del
suo tempo a chiacchierare con me,
incuriosito dal fatto che, durante il
suo concerto, lo avessi osservato e
sorridessi ad ogni sua frase chitarristica. Questo è un piccolo esempio, mi ci
vorrebbe almeno un mese per descriverti tutto ciò che mi ha colpito e che porto
con me da allora, e sono passati più di vent'anni.
Chi sono gli ACT? Da dove parte la vostra collaborazione?
Gli ACT sono Alex Polifrone batterista straordinario e
voce, Max Zaccaro bassista e voce, ragazzo veramente dotato di un gran talento
musicale e Andrea Cervetto col quale stai simpaticamente parlando. La nostra
collaborazione parte principalmente circa una decina di anni fa quando io
entrai nel mito NEW TROLLS e vi trovai Alex che aveva preso il posto di Gianni
Belleno; nacque un'amicizia e un'intesa musicale immediatamente e decidemmo di
riversarla anche in altre situazioni musicali.
Alex mi presentò Max e iniziammo ad andare a suonare in giro. Questo
trio si presentava sul palco e la scaletta era “open”, io iniziavo un brano e
loro immediatamente a ruota: è stata magia! Nessuno ha mai creduto che non
avessimo mai fatto una prova! Da allora, pur suonando insieme in varie
situazioni, era sempre insito in noi il desiderio di far diventare il trio
qualcosa di più, e quest'anno abbiamo deciso finalmente di pubblicare un cd
doppio che ci rappresenti.
Veniamo all’album, TЯIO! , doppio CD tra inediti e rivisitazioni di
opere illustri: come è nata l’occasione e come sei arrivato ad Aerostella,
generalmente orientata verso il Prog puro?
Come ho
anticipato nella risposta precedente quest'anno abbiamo deciso di registrare un
pò di brani che ci rappresentassero, quindi ho scritto una decina di brani che
abbiamo arrangiato insieme. L'incontro con Aerostella nasce qualche anno, fa
quando la D&D concerti, nella persona di Iaia De Capitani, organizzò alcuni
eventi per il mito NEW TROLLS, poi pubblicò “E' Natale”, un singolo che
appunto il mito NEW TROLLS fece per raccogliere fondi per la “Exodus”
insieme ai Sonohra e Don Mazzi. Da lì il passo fu breve, ho fatto ascoltare il
materiale a Iaia De Capitani e a Franz Di Cioccio che hanno deciso di
pubblicarlo, anzi su suggerimento di Iaia, per identificare meglio gli ACT, si
è fatto un cd doppio, uno di cover rivisitate e uno di inediti. Certo
Aerostella è principalmente un'edizione di prog puro, e forse è per questo che
non ci ha imposto nessuna restrizione; il nostro è prevalentemente un cd rock
con sfumature blues, ma vedi, nel caso di Aerostella so che ciò che conta principalmente
è la qualità... spero che questa volta non si siano sbagliati!
In tutti i brani c’è la tua mano compositiva, ma in Kissed
off good bye troviamo
una piacevole collaborazione, quella di Bernardo Lanzetti: come hai operato la
scelta?
Io ho scritto tutte le musiche che, come ho detto prima, sono state
arrangiate da tutti e tre, e sempre tutti e tre abbiamo deciso che i brani
dovevano avere i testi in inglese per rendere questo progetto internazionale.
E' presente un solo brano in italiano per mantenere il contatto con la nostra
“residenza”. A questo punto mi resi conto che era necessario rivolgersi altrove
per i testi, perché un conto è parlare inglese altra cosa è scrivere testi.
Contattai un pò di amici in grado di scrivere testi in inglese, e il primo a
cui lo chiesi fu proprio Bernardo; siamo amici di lunga data, abbiamo suonato
insieme per oltre 5 anni e avevamo già composto insieme un brano, “2 much 4 just 1 man” per gli EXTRA, che
se ricordo bene lui ha ripubblicato l'anno scorso o forse due anni fa, ma
principalmente mi piace molto come scrive Lanzetti, e non ci sono dubbi sulle
sue capacità di autore, sia in italiano che in inglese. Lo chiamai e lui scrisse il testo di Kissed off good bye (nel cd c'è un
errore di stampa le “f” di “of” dovrebbero essere due), un gran bel testo
direi! Ci siamo incontrati recentemente, io e Bernardo, e si farà ancora musica insieme, questo è
certo. Gli altri amici che hanno scritto i testi sono Andrea Anzaldi e
Francesco “fisher” Sandi.
Nel secondo CD, dedicato a brani famosi, appari come trasversale, tra
Beatles, Clapton, May e Wonder; ci sono però due chicche che cambiano binario,
con l’omaggio ad Alan Parson e Choen: sono questi gli amori musicali della tua
vita?
Sono beatlesiano fino al midollo, adoro Clapton, ho
toccato con mano la grandezza di May per cui queste tre scelte le volevo
presenti; poi abbiamo scelto brani importanti che ci piacessero e che non
necessariamente fossero strutturati per un trio basso-chitarra-batteria (come
dice Franz “la spina dorsale del rock”), quindi il divertimento di adattarli e
di giocare un pò con loro. Come sicuramente avrai notato non è presente nessun
brano di J.Hendrix, questo non perché non faccia parte dei miei amori musicali
- quale chitarrista non ama Hendrix? - ma solo perché non volevamo esagerare
con le scelte chitarristiche, serviva “spazio” per giocare con brani meno
adatti al trio, come dicevo prima. Hendrix viene ovviamente citato nelle nostre
esibizioni live e sicuramente sarà
citato nel prossimo cd.
Che cosa rappresenta per te lo strumento “chitarra”?
Qui posso essere abbastanza breve nella risposta.
Rappresenta una parte fisica del mio corpo mi sento fisicamente unito allo
strumento ed è uno dei mezzi attraverso il quale esterno le mie emozioni.
A proposito di Brian May, come è avvenuto l’incontro?
Un mio amico mi chiamò e mi disse: “ vieni a Milano a fare le audizioni per il
musical We Will Rock You? “. Io alla
parola “musical” ero allergico, lo rispetto, ma non mi appartiene
culturalmente, per cui risposi che il musical non era pane per i miei denti.
Lui fu convincente, mi disse che le musiche erano i brani dei Queen e che
c'erano da suonare quasi 30 dei loro capolavori! Cosa non da poco che il
chitarrista sarebbe stato selezionato da Brian May in persona e il batterista
da Roger Taylor! Wow! Dopo aver passato le selezioni finalmente arrivai di
fronte a Brian e dovetti suonare insieme alla band un paio di brani, poi un
fuori programma... Brian chiese chi se la fosse sentita di suonare l'assolo di Bohemian Rhapsody accompagnato dal solo pianoforte; dopo la mia
esecuzione mi abbracciò e mi disse: “you're
a great player”. A quel punto poco mi importava dell'audizione, ero già al
settimo cielo! E prova ad immaginare i Queen chi scelsero alla batteria? Alex
Polifrone! Per farla breve mi scelse; Brian tornò poi ancora due giorni per
verificare che tutto fosse ok per la prima del musical, seguì attivamente le
prove e suonò con noi. Ho trovato in lui una persona incredibile, sensibile,
disponibile e immerso nella musica; ancora oggi ci scriviamo frequentemente via
mail, tanto è vero che in occasione del cd degli ACT, dopo avergli mandato il
suo brano Too much love will kill you
totalmente stravolto, (basti pensare che la versione originale era in 4/4 e noi
l'abbiamo fatta in 3/4) si è complimentato ed ha scritto un commento da
inserire all'interno del libretto del
cd!
Ritorno all’album… che tipo di obiettivo avete fissato, in un momento
così difficile per la “vendita” della musica?
Ti posso dire che l' obiettivo più importante era
realizzare un cd col quale
identificarsi e far conoscere la realtà ACT,
non ci siamo posti il problema “vendita”, siamo in un momento di
transizione, non solo per la musica, per
cui l'unica cosa che si può fare è affrontare le cose con serietà,
professionalità e coerenza, lavorare sodo e dare sempre il massimo ottenendo la miglior qualità possibile con le capacità
che una persona ha nel momento dell'azione.
Comunque sbrigatevi a comprarlo perché sono rimaste solo le ultime
100.000 copie!
E’ prevista una pubblicizzazione live?
Intanto ti anticipo che saremo presenti ad Arezzo Wave a
luglio, poi siamo in attesa del rientro dal Giappone di Iaia De Capitani (
D&D concerti e Aerostella ) con la quale si deciderà il da farsi e il come
farlo.
Hai ripensato all’incontro, credo anche per te emozionante, con Eddie
Kramer?
Super
emozionante! Quattro chiacchiere al volo, ma sono bastate per capire
quanto questa persona, che fa parte della storia musicale mondiale, ancora oggi
si emozioni e sia entusiasta della vita; abbiamo scherzato sulla mia maglia
sulla quale era raffigurato J.Hendrix e poi lui ha esordito dicendo: ” Dai facciamoci una foto!” e io gli ho
detto: ”Dio ti benedica!”.
Giriamo l’angolo e diamo uno sguardo al tuo futuro musicale: quali le
certezze e quali le speranze?
Sai Athos come si dice: ” di sicuro c'è solo che si deve mor...”, ma speriamo che questo
accada il più tardi possibile; nel mentre
combatto efficacemente, con la chitarra in mano, una guerra nella
giungla musicale e nel caos apparente che ci circonda. Oggi chiunque può
registrare quello che io e te chiamiamo ancora disco; ci sono le tecniche per
far sì che questo accada e questo ha generato confusione. Una mia certezza è
che faccio e farò sempre solo quello che
sono e sarò in grado di fare con senso di responsabilità, cercando di crescere e migliorare ogni
giorno, non solo musicalmente, ma anche
umanamente perché le due cose non sono
così distanti: in fondo suoniamo per come siamo. Continuerò ad avere un tipo di
approccio “vintage” nel fare dischi, suonando le parti dall'inizio alla fine
senza l'editing che va tanto di moda. Sono certo che la qualità alla lunga
paghi e che occorra solo la volontà di perseverare. Spero vivamente per il
nostro bene che le persone imparino ad essere curiose e ad apprezzare la vita
senza farsi distrarre dalla superficialità alla quale siamo abituati, anche la musica
ne guadagnerebbe non credi? Ovviamente spero che sempre più persone scoprano e
conoscano Andrea Cervetto e gli ACT e colgano la trasparenza (tanto per usare
un termine tanto usato impropriamente in politica) e l'efficacia con la quale
suoniamo.
DISCO 1
DISCO2