sabato 29 aprile 2023

La théorie des cordes -"4U 9525"


La théorie des cordes -"4U 9525"

Luminol Records

 

"4U 9525", pubblicato il 21 aprile 2023, è il terzo album di LA THEORIE DES CORDES.

Mathieu Torres, il cui lavoro ho già presentato in questo spazio, delinea l’evoluzione del progetto, una nascita quasi casuale nel corso di una sessione musicale nella quale Torres e Stéphanie Artaud hanno realizzato che potevano esistere i presupposti della rinascita di un ensemble “a riposo” dal 2015. Davanti a loro nascevano in modo spontaneo i nove pezzi che compongono l’album. Il luogo, il tempo e l’atmosfera? Tutto magico… lo studio La Mercery, arroccato sopra le colline di Mirepoix, con vista sui Monts d'Olmes, una sera di luna piena all'inizio dell’agosto 2022.

Le modalità? Libertà assoluta di espressione, una sorta di jam legata dal raziocinio, dall’obiettivo, dall’argomento trattato.

Gi autori non possono sapere che negli ultimi anni ho parlato decine e decine di volte dell’incidente aereo oggetto del disco, perché l’ho utilizzato in ambito professionale comparandolo con un movie che riproponeva una storia simile, con la differenza che il film era uscito sei mesi prima del fatto reale, e ciò mi consentiva di provare che anche certi eventi che si attribuiscono al fato avverso, in realtà si possono prevedere. Non c’entra nulla con la musica di LA THEORIE DES CORDES, ma è solo per dire che sono riuscito ad entrare nel cuore della loro musica che, essendo strumentale, necessita di aiuto da parte dei creatori.

Ma allora, di cosa si parla? Perché il titolo? "4U 9525" è il numero di immatricolazione dell'aereo A320 della compagnia Garmanwings che si schiantò il 24 marzo 2015, causando 150 vittime, passeggeri ed equipaggio inclusi, per il fatto che il copilota, Andreas Lubitz, voleva suicidarsi.

L'indagine stabilì a posteriori che Lubitz era stato sottoposto a monitoraggio psichiatrico ma che la società aerea non era a conoscenza della gravità della sua condizione.

L'ultimo volo decollò da Barcellona verso Düsseldorf (l'aeroporto di casa della compagnia) ma precipitò a terra nelle Alpi francesi. Non ci furono sopravvissuti.

Utilizzo le didascalie fornite dagli autori per raccontare i nove step, i nove brani, i nove momenti tragici di un evento negativo sensazionale.

Ecco il "diario" di Lubitz, con le tappe che lo hanno segnato e ispirato, con le emozioni, i sentimenti, i colori, gli stati d’animo... secondo gli autori:

YYC (Calgary in Canada) "Blanc de Calgary". Calma, leggerezza, tranquillità prima della tragedia.

HKG (Hong Kong Cina) "Cancer d'été" lascia molto spazio all'immaginazione. Il vento in sottofondo, mentre la chitarra si fa spazio e domina la scena.

LAX (Los Angeles) "La mort du Boudhiste". Più duro e misterioso, con lo sfondo della megalopoli e dalla violenza sociale che vi regna.

ALP (ALEP) "Le colosse d'Anatolie" è introspettivo, dedicato alla storia di una terra carica di storia, culla di una civiltà.

CDG (Paris Charles De Gaulle) "Need For Speed" è più sincopata, sostenuta in modo importante dalla sezione ritmica.

??? “Les lois de l'attraction": L'aereo è in volo. La musica appare audace, con grande libertà strumentale, in preparazione del dramma che sta per arrivare.

DBA (DUBAI) "Les Grands Hôtels" descrive il terrore di trovarsi all'interno di immensi e impersonali stabilimenti alberghieri, di essere costretti ad attraversare un labirinto di corridoi infiniti, ultramoderni, che in realtà sembrano irrimediabilmente vuoti.

BCN (Barcellona) "Terminale envolée". L’ultimo decollo dolce immerso in un clima misterioso.

DUS (Dusseldorf) "Il ne restera rien" Una sorta di tristezza, desolazione, con note sparse tintinnanti, percussioni asimmetriche e linee di chitarra che fanno da contrappunto alla violenza dello schianto, e che chiudono il pezzo e quindi tutto l'album.

Vista la mia premessa devo dire che i brani che compongono "4U 9525" mi hanno particolarmente coinvolto.

Un album strumentale si presta sempre ad interpretazioni diversificate, spesso sono i titoli a fornire indicazioni, ma in questo caso esiste una forte capacità di coinvolgimento, dettata dagli obiettivi autorali che fanno sì che il drammatico viaggio descritto possa avere iter differenti e personalizzati. È questa una caratteristica generica della musica strumentale condivisa, quella che viene reinterpretata a misura - e sogno - personale, ma in questo caso, conoscendo gli intenti della band, ogni ascoltatore potrà rivivere un viaggio di cui, purtroppo, si conosce la fine, ma percorrendolo con differente pathos e, lasciandosi andare al sogno più estremo, si potrà immaginare persino un epilogo differente.

Ma esiste anche una fruizione più spontanea, meno consapevole, che ci mette al cospetto di oltre un’ora di musica variegata, con tanto virtuosismo e passaggi tra differenti generi, non ultimo il tocco psichedelico che tanto si addice ad un tour nello spazio.

Un’improvvisazione musicale che, come suggerisce Torres, diventa stimolo per l’intelletto e preludio per nuovi e illimitati trip.

E ora che LA THEORIE DES CORDES si è risvegliata attendiamo presto altre novità!

Godiamoci intanto musica e immagini… un primo viaggio, uno dei tanti possibili!



Formazione:

Stéphanie ARTAUD: pianoforte e prologo

Mathieu TORRES: basso e chitarra elettrica

Hugo LEMERCIER: mandolino e chitarra acustica

Heiva ARNAL – batteria


Registrazione, missaggio e mastering presso lo studio La Mercerie di Mirepoix di Hugo LEMERCIER.

Pubblicato il 21 aprile, distribuito da Luminol Records.

 

Tracce:

      1-YYC - Blanc de Calgary 07:49

2. HKG - Cancer d'été 08:29

3.LAX - La mort du bouddhiste 07:58

4.ALP - Le colosse d'Anatolie 09:26

5.CDG - Need for speed 09:14

6.??? - Les lois de l'attraction 01:47

7.DBA - Les grands hôtels 10:49

8.BCN - Terminale envolée 06:39

9.DUS - Il ne restera rien 03:22

Tempo totale: 01:05:33

 

Bandcamp link: https://matzizrecords.bandcamp.com/album/4u-9525

https://open.spotify.com/album/6tmsF8Vnt4oJbxQD3op103?si=3OVA1ro7TLCoElQ0z1ODQQ

https://www.facebook.com/latheoriedescordesmusic

 


La théorie des cordes -"4U 9525"


La théorie des cordes -"4U 9525" 

Luminol Records


4U 9525, sorti le 21 avril 2023, est le troisième album de LA THEORIE DES CORDES.

Mathieu Torres, dont j’ai déjà présenté le travail dans cet espace, retrace l’évolution du projet, une naissance presque aléatoire lors d’une session musicale au cours de laquelle Torres et Stéphanie Artaud ont réalisé que les conditions de la renaissance d’un ensemble « au repos » depuis 2015 pouvaient exister. Devant eux sont nés spontanément les neuf morceaux qui composent l’album. Le lieu, l’heure et l’ambiance ? Tout magique... l’atelier La Mercery, perché au-dessus des collines de Mirepoix, surplombant les Monts d’Olmes, un soir de pleine lune début août 2022.

Les modalités? Une liberté d’expression absolue, une sorte de confiture liée par la raison, par l’objectif, par le sujet.

Les auteurs ne peuvent pas savoir que ces dernières années, j’ai parlé des dizaines et des dizaines de fois de l’objet du crash d’avion du disque, parce que je l’ai utilisé dans le domaine professionnel en le comparant à un film qui reproposait une histoire similaire, à la différence que le film était sorti six mois avant le fait réel, et cela m’a permis de prouver que même certains événements qui sont attribués à un destin défavorable, en fait, ils peuvent être prédits. Cela n’a rien à voir avec la musique de LA THÉORIE DES CORDES, mais c’est seulement pour dire que j’ai réussi à aller au cœur de leur musique qui, étant instrumentale, a besoin de l’aide des créateurs.

Alors, de quoi parle-t-on? Pourquoi ce titre ? «4U 9525» est le numéro d’immatriculation de l’avion A320 Garmanwings qui s’est écrasé le 24 mars 2015, faisant 150 victimes, y compris les passagers et l’équipage, en raison du fait que le copilote, Andreas Lubitz, voulait se suicider.

L’enquête a par la suite déterminé que Lubitz avait fait l’objet d’une surveillance psychiatrique, mais que la compagnie aérienne n’était pas au courant de la gravité de son état.

Le dernier vol a décollé de Barcelone à Düsseldorf (l’aéroport d’origine de la compagnie) mais s’est écrasé au sol dans les Alpes françaises. Il n’y a pas eu de survivants.

J’utilise les légendes fournies par les auteurs pour raconter les neuf étapes, les neuf chansons, les neuf moments tragiques d’un événement négatif sensationnel.

Voici le « journal » de Lubitz, avec les étapes qui l’ont marqué et inspiré, avec des émotions, des sentiments, des couleurs, des humeurs... Selon les auteurs :

YYC (Calgary au Canada) « Blanc de Calgary ». Calme, légèreté, tranquillité avant la tragédie.

HKG (Hong Kong Chine) « Cancer d’été » laisse beaucoup de place à l’imagination. Le vent en arrière-plan, tandis que la guitare fait de l’espace et domine la scène.

LAX (Los Angeles) « La mort du Boudhiste ». Plus dur et plus mystérieux, avec en toile de fond la mégalopole et la violence sociale qui y règne.

ALP (ALEP) « Le colosse d’Anatolie » est introspectif, dédié à l’histoire d’une terre chargée d’histoire, berceau d’une civilisation.

CDG (Paris Charles De Gaulle) « Need For Speed » est plus syncopé, soutenu de manière importante par la section rythmique.

??? « Les lois de l’attraction »: L’avion est en vol. La musique apparaît audacieuse, avec une grande liberté instrumentale, en préparation du drame qui est à venir.

DBA (DUBAÏ) « Les Grands Hôtels » décrit la terreur d’être à l’intérieur d’immenses et impersonnels établissements hôteliers, d’être forcé de traverser un labyrinthe de couloirs infinis et ultra-modernes, qui semblent en réalité désespérément vides.

BCN (Barcelone) « Terminal Envolée ». Le dernier décollage en douceur immergé dans un climat mystérieux.

DUS (Düsseldorf) « Il ne restera rien » Une sorte de tristesse, de désolation, avec des tintements épars, des percussions asymétriques et des lignes de guitare qui agissent comme un contrepoint à la violence du crash, et qui ferment le morceau et donc tout l’album.

Compte tenu de ma prémisse, je dois dire que les chansons qui composent « 4U 9525 » m’ont particulièrement impliqué.

Un album instrumental se prête toujours à différentes interprétations, souvent les titres fournissent des indications, mais dans ce cas, il y a une forte capacité d’implication, dictée par les objectifs de l’auteur qui garantissent que le voyage dramatique décrit peut avoir des procédures différentes et personnalisées. C’est une caractéristique générique de la musique instrumentale partagée, celle qui est réinterprétée à la mesure personnelle - et au rêve - mais dans ce cas, connaissant l’intention du groupe, chaque auditeur pourra revivre un voyage dont, malheureusement, nous connaissons la fin, mais en le suivant avec un pathos différent et, en lâchant prise au rêve le plus extrême, vous pouvez même imaginer un épilogue différent.

Mais il y a aussi une réalisation plus spontanée, moins consciente, qui nous met en présence de plus d’une heure de musique variée, avec tant de virtuosité et de passages entre différents genres, notamment la touche psychédélique qui convient si bien à un tour dans l’espace.

Une improvisation musicale qui, comme le suggère Torres, devient un stimulant pour l’intellect et un prélude à de nouveaux voyages illimités.

Et maintenant que LA THEORIE DES CORDES s’est réveillée, nous attendons avec impatience plus de nouvelles bientôt!

En attendant, profitons de la musique et des images... Un premier voyage, un parmi tant d’autres possibles !



 

Formation:

Stéphanie ARTAUD: piano et prologue

Mathieu TORRES: basse et guitare électrique

Hugo LEMERCIER: mandoline et guitare acoustique

Heiva ARNAL - tambours


Enregistrement, mixage et mastering au studio La Mercerie de Hugo LEMERCIER à Mirepoix.

Sorti le 21 avril, distribué par Luminol Records.

 

Traces:

1-YYC - Blanc de Calgary 07:49 

2. HKG - Cancer d'été 08:29

3.LAX - La mort du bouddhiste 07:58

4.ALP - Le colosse d'Anatolie 09:26

5.CDG - Besoin de vitesse 09:14 

6.??? - Les lois de l'attraction 01:47 

7.DBA - Les grands hôtels 10:49

8.BCN - Terminale envolée 06:39

9.DUS - Il ne restera rien 03:22

Temps total : 01:05:33


Bandcamp link: https://matzizrecords.bandcamp.com/album/4u-9525

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venerdì 28 aprile 2023

Supercanifradiciadespiaredosi: da Trento una formazione inusuale (2 bassi e batteria) per il racconto di un viaggio "fumettato"


La band di cui parlo oggi nasce a Trento oltre vent’anni fa e la loro musica è autodefinita un mix di elementi prog, funk, metal e punk...
 il che non suscita alcuno stupore sino a quando si arriva a scoprire la tipologia di formazione...

Loro sono i Supercanifradiciadespiaredosi e la particolarità a cui facevo riferimento è la conformazione della lineup, costituita da due bassi, batteria e voce, combo per me inedito, una sorta di sezione ritmica solitaria che richiede un aumento notevole di sforzi e impegno per poter realizzare atti solistici e melodie in sostituzione degli strumenti cardine del rock.

Il mio ascolto è limitatissimo per poter dare un giudizio completo del loro lavoro, ma se ciò che ho ascoltato è rappresentativo del loro progetto artistico, direi che la proposta profuma di “fresco” e appare piacevole all’impatto.

A fine articolo propongo la loro biografia, per saperne di più.

Dopo aver rilasciato un gran numero di CD nel corso della loro attività, i Supercanifradiciadespiaredosi presentano ora un vinile da loro definito "opera rock-prog".

Il titolo è “Aggiovaggio” (viaggio su Giove), un pezzo di più di 12 minuti (lato B, dal vivo), un vinile 12" ma che gira a 45.

Ho ascoltato con piacere e attenzione, e trovo che la band riesca a fare un piccolo miracolo nel far uscire musica quasi “ortodossa” nonostante i presupposti strumentali porterebbero a pensare a qualcosa di sperimentale e di forzatamente alternativo.

Certo, è una bella ribellione rispetto ai canoni tradizionali, ma restando nell’ambito della generica famiglia del rock occorre avere nel proprio DNA gli stilemi del genere e, soprattutto, avere la capacità di coinvolgere l’audience, perché è lì che risiede la soddisfazione.

Ma non è solo un progetto sonoro, perché c’è spazio per liriche non certo banali e per arte visuale mista al giusto sarcasmo.

Esiste infatti una storia concettuale che descrive un viaggio spaziale, ma non solo a parole.

All’interno del vinile è presente infatti un libretto a fumetti di 16 pagine che delinea le varie fasi del viaggio attraverso vignette e liriche, interamente disegnate a mano da Boris (Brodolfo Sgangan, basso e voce).

Trattasi di vera e propria arte, ovvero valore aggiunto del progetto, capace di condensare ed esemplificare storie e sogni, o, come in questo caso, un viaggio che interseca fantasia e vita vissuta.

Che dire… una bella sorpresa per musica impossibile da incasellare in una delle tante categorie riconosciute, e credo che questo sia uno degli obiettivi dei Supercanifradiciadespiaredosi!


FORMAZIONE:

Brodolfo Sgangan - Basso e voce

Nestor Fasteedio - Basso

Randy Molesto - Batteria


Ecco una sintesi delle loro vita di gruppo raccontata da Boris…

 

Nel 2022 abbiamo festeggiato i vent’anni della band!

Dopo la forzata pausa pandemica e la conseguente realizzazione della nostra nuova sala prove, torniamo a calcare i palchi con voglia rinnovata. Dopo il precedente CD “Geni compresi” (Lizard Records 2017) ne è passata di acqua sotto i ponti. Da cinque anni a questa parte la metamorfosi è stata completata: il cambio di formazione e di equilibri, seguito all’ingresso di Nestor Fasteedio, ci ha portato ad eliminare i campioni, i cori e le basi preregistrate per andare ancora di più all’osso della nostra musica. Non viene intaccato il marchio di fabbrica della band (2 bassi e nessuna chitarra!) che risulta ancor più valorizzato: subentrano elementi prog, funk, metal e punk che rendono il tutto dannatamente energico e totalmente non etichettabile.

 

DISCOGRAFIA E DINTORNI 

2003 Demo “Colosso Bauroso” (8 pz)

2004 CD “Mondo cane” (17 pz)

2005 CD compilation “Departures” (2 pz)

Film “Corrente Continua”

2006 Video “Gay pradi”

CD singolo “Forza di gravidanza” (6 pz)

2007 CD “Millanta cosae” (12 pz)

Vincitori “Concentratissimo rock” sez. brani originali

Vincitori “Summer Gasoline Festival” sez. brani originali

2008 Vincitori “Rock Targato Italia”

2009 CD compilation “Rock Targato Italia 2009” (1 pz)

Partecipazione al M.E.I. di Faenza

2010 CD compilation “Area 51-Città del capo-Radio Metropolitana" (1pz)

2012 Video "Koalalì"

CD compilation “Alpine rock fest (3 pz)

CD digibook "SUPERBAU"(15 pz)

2013 Web free compilation "Trentino vs Sardegna" (1pz)

CD compilation “Alpine rock fest (3 pz)

2014 Vincitori concorso "Arezzo Wave - Love Festival"(Trentino-Alto-Adige)

CD “Mondo cane” – ristampa (17 pz+2bonus tracks)

2015 Vincitori "25 Music contest" - ARCI trentino

2017 Singolo digitale "Dèi lapponi"

Video "Dèi lapponi", "Geni compresi" (imusician -digitale) e CD "Geni compresi"(Lizard records)

2019 Concerto numero 200!

Trentin’ Music Awards 2010 -2020:

Miglior Cover del Decennio - “Geni compresi” (Lizard Records 2017)

Miglior Video del Decennio - (“Koalalì” 2012)

Miglior CD del Decennio – “Geni compresi” (Lizard Records 2017)

2020 Trentin’ Music Awards 2010 -2020

 

INFO E CONTATTI:

www.supercanifradiciadespiaredosi.it

www.facebook.com/scfaed

mail: supercanifradici@yahoo.it

 

 

 


Biografia di Daniele Faraotti e note dell'autore relative all'album "Phara Pop vol.1"

 


L’oroscopo di quest’anno (2022), vuole per il capricorno tante soddisfazioni - dice che queste ultime attendono dal 2008.

In effetti, per Daniele Faraotti, capricorno classe 1961, tutto comincia nel 2008 con la pubblicazione di “Ciò che non sei più” (alka record 2008). Non che prima non ci fosse stato niente - le attività svolte precedentemente, potevano tranquillamente rientrare nell’ambito della formazione. Formazione lunga quella del Faraotti; tante le canzoni scritte, prima della prima canzone riconoscibile come tale - un percorso piuttosto accidentato. Si è trattato di recuperare quella scintilla (quella vista per caso tra i 10 e i 15 anni) che sembrava persa, tra esami in conservato, titoli di studio e domande di ammissione. Tra le cose mediamente grosse di questi anni di formazione, sicuramente va ricordata la collaborazione con Patty Pravo (Roxy Bar MTV 1994) e la partecipazione come chitarrista ad un paio di canzoni nell’ album di Claudio Lolli “La scoperta dell’America “.

Anche la direzione artistica della rassegna U. S. W. (und so writer) a San Lazzaro di Savena (Bo) è tra le cose da ricordare.

Le edizioni del 2008 e del 2009 (le uniche) hanno visto molta musica indipendente esibirsi sul palco dell’ITC.

Nel 2009 “Ciò che non SAI più” (alka record 2009), EP con quattro canzoni e un video. Le canzoni erano state registrate nelle session dell’album precedente. Come esordio non è male - buone e talvolta ottime recensione sia sul cartaceo che sul web. Tanti concerti in giro per l’Italia, il più importante a Scisciano (Na) di spalla ai Massimo Volume. Poi Canzoni in Salita (2012 Bombanella records).

Le recensioni fioccano copiose e i concerti diminuiscono un pò - le mail scritte ai locali cominciano a non avere risposta e il pubblico è già stanco di cimentarsi con proposte non supportate da agenzie, etichette di grido e pubblicità. Circa due anni di lavoro per completare “In Cage’s shoes“, una composizione strumentale di 21 minuti omaggio a John Cage. Viene pubblicata in Exit from the Cage (2014).

Quattro anni di silenzio portano ad English Aphasia.

Pubblicato in digitale nell’aprile del 2019, vede l’edizione in vinile del 2020 rilanciare l’Inglese Afasico che, tra buone recensioni e complimenti, ripagherà il Faraotti di un periodo non proprio roseo sotto molti punti di vista.

Nell’estate del 2019 inizia la stesura delle canzoni che andranno a far parte di Phara Pop vol. 1. Durante il lockdown del 2020 la stesura dei testi, la messa a punto degli arrangiamenti e tante nuove canzoni.

Su “Phara Pop” finiscono 20 canzoni scritte tra il luglio 2019 e giugno 2020, più RadioMagia, singolo or ora in pubblicazione. Molto materiale rimane fuori dalla scelta finale. Non è esclusa una appendice al Phara Pop con le canzoni rimaste fuori dall’album.

Per ora è tutto ma Faraotti è già al lavoro. Nuovi mix per “Canzoni in salita” e “In Cages Shoes “attendono una riedizione e un remaster in vinile, più altre cosucce di cui per ora è meglio non parlare.

E poi ci sono i FaZu! Band psichedelica, sperimentale in duo con Matteo Zucconi - contrabbassista generoso e versatile. Dapprima, ci si occuperà della registrazione dell’album, poi, si vedrà.



Commento dell’autore all’album “Phara Pop Vol. 1”

Step by step

 

STAGIONI

Quante stagioni ha la nostra vita? Eppure, mi son sentito vivo solo da bambino. Passo tutto il tempo a elaborare quel momento d’intensità.


JOHNNY B. GOOD 74

Un pomeriggio di gennaio a Dobbiaco nel 1974. Nei giorni precedenti è nevicato molto, fa freddo. C’è il sole, la luce è spettacolare, la neve fa risplendere ogni cosa. Non c’è molto tempo, bisogna tornare a casa, e non più tardi delle 18. Alle cinque è già buio. Cosa sia successo all’innamorato Dani, in quelle poche ore, lo racconta la canzone. Dedicata alla Patty e ai nostri 14 anni.


LA RUOTA

Quel che passa dal setaccio della storia, non è sempre una cronaca attendibile. Si omettono fatti, persone, si riscrive per torna conti politici, si edulcorano situazioni e documenti. Spetta a noi. Dobbiamo farci un’idea precisa delle cose di cui ci occupiamo e verso cui proviamo interesse. Non c’è altra strada, altrimenti sceglierà sempre qualcuno altro al posto nostro.

 

PIA ROSI

Rosi, potrebbe essere la mia cara amica Maria Rosaria Bazzarini, invece è l’anagramma di sipario. Ecco, un siparietto strumentale, generoso e pio, nel senso che fa prender fiato alle canzoni.


UNA SFIDA

Vapore, fumo, fabbriche, rumore: tutto ciò annuncia l’inizio della rivoluzione industriale in Gran Bretagna. L’attività industriale si diffonde successivamente a diversi livelli in tutta Europa. Le innovazioni tecnologiche danno inizio al progresso industriale e la macchina a vapore porta allo sviluppo dell’industria pesante. “Lo spazzacamino eroe della modernità”, un articolo di Giovanni Papi apparso sul venerdì di Repubblica, ha fornito molti spunti e molte parole questa canzone.


L’OSPITE

L’ospite è il pessimismo cronico che caratterizza la nostra epoca a molti livelli. È bene sottrarsi dalla sua influenza, riprendere in mano la nostra vita e riferire sempre; ciò che siamo, ciò che facciamo. Anche senza dio - eventualmente gli Dei. Sono tanti, hanno i loro problemi, e una capacità d’immedesimazione più grande.

 

LA NAVE

Torna sempre la nostalgia dei luoghi. La nostalgia del profumo dell’aria nella tua terra d’origine. E quel viaggio che ti portò lontano, lo rivivi continuamente. Un dettaglio riaffiora nitido e le lacrime - una musica risuona in lontananza - ti fermi a contemplare quell’immagine che così intensamente, vivrà per sempre in te. Daniele.

 

LA FELICITA’ NON È ALLEGRA

E così, con una scusa qualunque, cominci a rientrare a casa tardi - sempre più tardi. L’indifferenza del tuo comportamento ferisce, e il vuoto che si crea intorno, è una maledizione. Poi qualcosa di irreparabile accade. Cosa daresti per tornare indietro. Era la felicità, era l’amore e non te ne sei accorto.


DeZo e Dan

Ancora una volta insieme, io, Franco e gli amici. Al POSTA HOTEL di Dobbiaco a raccontarcela, ricordando i bei tempi andati. Pago io questo giro, no, tocca a me e giù Franciacorta. Abbiamo fatto in tempo a rivederci Franco De Zordo ed io - nell’estate del 2007 a Dobbiaco. Grande amicizia quella con Franco… alla nostra!! Prosit!!

 

I SOGNI DI LUIS

È uno dei plagi ufficiali di Phara Pop; quello da HEINE e questo da BORGES. Potrei confessarne altri ma preferisco aspettare che qualcuno se ne accorga. Nella fretta di ultimare i testi per Phara Pop, “il Libro dei Sogni” mi ha soccorso.

 

ISOLDE

Succedono cose incredibili; si nasce, si muore e si ri-nasce a nuova vita. Talvolta quando queste cose incredibili accadono, rimani senza fiato. Con Isolde ho condiviso qualche grigliata, un ultimo dell’anno, molte risate e molti brindisi. Una manciata di giorni. È strano pensare che non abiti più qui - dietro l’Hotel Union di Dobbiaco. Con il tuo nipotino sulle ginocchia, sorridente e piena d’amore è probabile che ti rivedrò ancora, forse per sempre. Valeria Sturba suona Theremin e violino.


VIVALDI WE LOVE YOU

Il sonetto della Primavera di Vivaldi e We Love You degli Stones, messi uno di fianco all’altro. Una strofa per uno. Si racconta di Zefiretti e prigionieri, di temporali in atto e poi passati. Di suonatori di Zampogna, in una campagna di sogno, dove probabilmente è stata allestita una prigione.


LE CHIOME E I FALO’

Le puttane negli inverni freddi, tra i fuochi, nelle strade deputate, rivivono tutte le notti la stessa storia, fino a morirne.


IL BALLERINO DI QUADRIGLIA

Ispirata al primo episodio del “Piacere” di Ophuls. Il ballerino vuol essere ancor giovane. Si scatena sulla pista da ballo al ritmo sostenuto della musica, con una maschera in volto per nascondere la sua vera età. Per il troppo sforzo si accascia a terra improvvisamente. Caricato sulla lettiga viene portato a casa. A cospetto del Dottore, apre gli occhi e frastornato sussurra: “Lucia mi aspetterà ancora una volta “. Domenico Caliri qui suona la chitarra elettrica. 


DUE MONA

In autostop sulla strada della vita tra Dobbiaco e Monguelfo io e Lori incontrammo Faraon. Il diavolo in persona. Faraon è uno dei tanti nomi con cui i rumeni chiamano Luis Cifer. “Dai su, cantatemi una canzone” ci chiese: Stupiti da questa insolita richiesta, ci guardammo e ci scappò da ridere - tuttavia cantammo. Cantammo la prima cosa che ci venne in mente. Ci venne che era la più bella canzone del mondo. Faraon si commosse e domandò: “Siete angeli?”. “No, No, siam due mona”, rispondemmo io e Lori (Lorenzo Farinella). Ciao Lori, ovunque tu sia, ridi, ridi sempre.


FRUGALE

L’unico prezioso che ognuno di noi hai in dote dalla nascita è il Tempo. La vita poi ti induce a sprecarlo. Bisogna stare attenti. Il denaro a confronto non vale niente.


EDISON DINO

Edison Dino è Dino Campana in manicomio, nei panni di uno dei tanti suoi alter ego del momento. Ciò che dice, fu trascritto da chi poi ne pubblicò anche qualche stralcio. Ad una prima lettura sembrano vaneggiamenti. Poi, ad una seconda lettura, le parole acquistano senso, una possibile lucidità e una grande ironia. “Presto ai giornali temi umoristici per scrivere di fatti strampalati”.


COME VINCERE LA TIMIDEZZA

Quella vicinanza complice, che da un momento all’altro parrebbe andare sempre più verso le tue labbra, la timidezza separa. Come ci si sente stupidi per aver detto quella frase che ha fatto sì che lei ti salutasse con quel sorrisetto che ti ha molto ferito. E così hai preferito innamorarti della massaggiatrice - tutto più facile. T’illudi che anche lei ti ami, ma non accetterà mai regali da Un cliente.


IL VILLAGGIO

In un inverno schubertiano, ancora prigioniero di fatti e desideri, la nostalgia erige piazze, strade, chiese e cortili. È il villaggio della melanconia dove abito da solo.


LA VISIONE DI PROCULO parte prima

È il secondo plagio ufficiale di Phara Pop. Tratta da H. Heine ci racconta dell’amata sul cocuzzolo, e del barcaiolo che per guardare i suoi tesori non si accorge della tempesta di mare e naufraga contro gli scogli, col naso all’insù.






giovedì 27 aprile 2023

Presentazione alla Ubik di Savona del libro "Racconti e schegge di Acqua Fragile. L’intensa vita di Gino Campanini"-26 aprile 2023


Ieri, 26 aprile, ho presentato il book "Racconti e schegge di Acqua Fragile. L’intensa vita di Gino Campanini" (coautori Andrea Pintelli e Angelo De Negri) alla Ubik di Savona, una sorta di rito che si ripete, ed è questa la quinta volta in dieci anni che propongo lavori in cui è presente il mio pensiero.

Al mio fianco, come sempre, l’amico melomane Mauro Selis.

Col tempo un po' di magia è sfumata, tutto rientra nella normalità, ma gli sforzi che si celano dietro ad un qualsiasi lavoro letterario sono tanti e grandi.

Nessun best seller, nessuna vendita copiosa, ma esiste la consapevolezza che le passioni possono anche contagiare e quindi si va avanti parlando e scrivendo delle cose che da una vita ti accompagnano.

Scrivo quasi sempre di cose abbastanza specifiche, e sarebbe facile programmare presentazioni a raffica in differenti parti d’Italia, certo che avrei il mio pubblico di conoscenti e appassionati del genere, ma preferisco centellinare incontri che, tutto sommato mi pesano a livello organizzativo.

Nell'occasione la sala era sufficientemente gremita, tanto da dover aggiungere delle sedie, ma senza la mia pubblicità personale il pubblico sarebbe stato di… due persone, le uniche due che non conoscevo in sala.

Chiedere la partecipazione è la parte che mi pesa di più, perché significa a volte mettere in difficoltà persone che, magari, avrebbero altro da fare ma che partecipano per amicizia, quasi per dovere.

Io posso sempre contare su di uno zoccolo duro, i miei ex compagni di scuola, che approfittano dell’occasione per un supplemento di incontro, che termina poi in qualche ristorante o pizzeria locale.

Con alcuni di loro ho vissuto intense situazioni musicali, ma alla fine le mie presentazioni diventano l’occasione per ritrovarci, e già questo è un miracolo, per non parlare della presenza di Margherita, la nostra professoressa di Italiano, anche ieri tra noi.

Amici vecchi, amici nuovi, affetti famigliari … è sempre piacevole condividere ricordi, pensieri ed emozioni, e in questa occasione specifica è nata una discreta interattività, con uno scambio di ruoli tra presentatore e audience che ha permesso ai gemelli Terribile - Gino e Giuseppe - di parlare del prossimo disco de Il Cerchio D’oro e a Laura Travaini del suo prossimo book.

Un ringraziamento particolare a Cristina Mantisi, la fotoreporter e a Marco Mattone, mio antico compagno di avventure musicali, che mi ha portato un dono davvero importante, un 45 giri dei The Trip (“Believe in yourself” e “Little Janie”) dal valore affettivo inestimabile.


Ma di cosa parla il libro?

Questa è un’altra storia, e mi rendo conto che la mia battuta iniziale di ieri (“scrivo per poter fare un cena con gli amici che vedo una volta all’anno”) tanto battuta non è: la scrittura è un fatto estremamente privato, ma è solo nella condivisione che si trova soddisfazione e a volte capita che anche un piccolo atto come questo possa trasformarsi in un un momento di piena comunione di intenti.

Alla prossima, dunque, l’uscita del libro su Woodstock è imminente!

Le foto di Cristina...










mercoledì 26 aprile 2023

Robert Fripp intervistato da David Mead (Classic Rock)

Robert Fripp: "Perché non sono diventato un chitarrista blues? Probabilmente perché non ero un chitarrista blues molto bravo"

Di David Mead (Classic Rock)

 

ARTICOLO ORIGINALE

https://www.loudersound.com/features/robert-fripp-interview-50-years-king-crimson

 

Estratto tradotto dell’intervista di Mead a Robert Fripp


Riuscire a parlare con Robert Fripp non è facile. Una delle figure più idiosincratiche del rock e uno dei principali architetti del genere progressivo attraverso i King Crimson, raramente rilascia interviste; in questo caso suggerisce un mix di ricordi di compagni di band passati e presenti.

Oggi è l'unico membro fondatore rimasto dei Crimson, che recentemente sono stati oggetto dell'avvincente docufilm “In The Court Of The Crimson King: King Crimson At 50”.

Ora, nuovamente in pausa con i King Crimson, Fripp ha rivolto i propri interessi verso altri progetti.

L'anno scorso ha ristampato il suo album solista del 1979 “Exposure”. Lui e la moglie Toyah Wilcox hanno continuato a deliziare e confondere con i loro siparietti del dopo pranzo domenicale, un tuffo surreale e senza precedenti per un uomo con una reputazione di “serio”, impenetrabile. Ma dove è iniziato il tutto?


Partiamo dalle origini…

Come è nato il tuo interesse per la musica - e la chitarra –- in primo luogo?

All'età di undici anni io e mia sorella comprammo due dischi: “Rock With The Caveman” di Tommy Steele e “Don't Be Cruel” di Elvis Presley. Non c'erano musicisti rock inglesi, erano fondamentalmente tutti jazzisti. In America era completamente diverso. Non c'era nulla di umiliante nel suonare musica rock e nell'uscire dal blues: Scotty Moore, Chuck Berry, la pura potenza di Jerry Lee Lewis.

A tredici anni arrivò il jazz tradizionale. Scendevo ai Winter Gardens di Bournemouth e vedevo tutti i personaggi locali: Chris Barber, Acker Bilk, Monty Sunshine...

Seguirono i Beatles e gli strumentali rock inglesi del 1960. Quando avevo diciassette anni vidi gli Outlaws a uno spettacolo a Poole, con Ritchie Blackmore. Allora aveva diciotto anni. Era fenomenale. Possedeva la musica, aveva un modo di suonare sorprendente.

Sei stato influenzato dall'ascolto della musica classica?

Ho iniziato ad ascoltare il Bartók String Quartet e “La sagra della primavera” di Stravinsky. Il punto di svolta nella mia vita musicale, e suppongo personale, ha coinciso con la presa di coscienza che "la musica è una". Ho eliminato la divisione in categorie percependo la proposizione della musica come l’esternazione di un musicista che parla attraverso una varietà di dialetti.

Non c'è molta influenza blues nel tuo modo di suonare…

Perché non sono diventato un chitarrista blues? Probabilmente perché non ero un chitarrista blues molto bravo. Il fatto è che molti giovani musicisti, e alcuni affermati, mi hanno detto: "Volevo solo essere come Clapton". Non l'hanno detto, ma tu lo sapevi. Non era questo il mio obiettivo. Musicista stupendo, ma... alla fine ho formulato la domanda in modo personale:

"Come suonerebbe Hendrix cimentandosi con i “Quartetti per archi” di Bartók?". Nel 1969 le maggiori influenze musicali nei King Crimson furono legate a Ian McDonald e Michael Giles.



In che modo McDonald e Giles ti hanno influenzato alle origini?

Nella registrazione in studio di “In The Court Of The Crimson King” discutemmo per accordarci e trovare un compromesso sul modo di procedere. Poi, quando se ne andarono, fu per me straziante, perché sebbene Giles non fosse uno scrittore i suoi contributi agli arrangiamenti e alla regia erano sbalorditivi.

Il mio ruolo principale per “In the Court in Crimson”, nel 1969, almeno per come la vedevo io, era quello di inventare parti di chitarra che supportassero la scrittura. Anche se si può affermare che McDonald e il paroliere Peter Sinfield sono stati gli scrittori principali, non si può davvero escludere nessuno dalla creazione del progetto. Eravamo cinque persone. Per me i King Crimson sono sempre stati una cooperativa, oggi così come nel 1969.

Tutto questo ha portato a qualche turbolenza all'interno della band, giusto?

Le mie difficoltà personali con qualsiasi musicista dei Crimson, sin d’allora, sono nate quando qualcuno ha pensato di essere più importante di altri all’interno del gruppo o addirittura più della musica stessa. La musica viene prima di tutto, e questo è per me il primo principio.

Principio due: la band viene prima di tutto. Gli interessi della band vengono prima degli interessi degli altri musicisti.

Terzo principio: condividiamo i soldi.

Perché sembra che ogni tanto nascano difficoltà personali? Fate riferimento a questi tre principi e troverete la motivazione di certe azioni. Se la musica viene prima, allora tutti siamo in prima fila. Abbiamo condiviso le royalties degli album, abbiamo condiviso le royalties di ogni pubblicazione.



Il box set “Exposure” dello scorso anno include remix di Steven Wilson del tuo materiale solista. Come per i suoi remix dei K.C. troviamo una fedeltà assoluta rispetto agli originali…

L'obiettivo di Steven era quello di riprodurre molto fedelmente l'originale ma utilizzando la tecnologia moderna. Sono nate alcune strane discussioni. Ad esempio, con “Lizard” c'erano una o due cose che non abbiamo inserito del tutto, e così via. La mia opinione era basata sul fatto che se non eravamo stati perfetti la prima volta, era questa un'opportunità per cercare di porre rimedio ad ogni errore. E poi chi lo sa cosa sia giusto o sbagliato!

Io ero pronto a rimodernare il mio lavoro, ma mi sono trovato davanti a Steven che diceva: "No, questo è un classico. Quella scrivania (un'antica scrivania che si trova nella stanza) è del 1830. È un classico nel suo genere. Se stessi progettando una scrivania da usare con cose moderne - come avere un computer sul lato, per esempio - non sarebbe ideata in quel modo. Tuttavia, per me questo è il classico e non ho intenzione di ridisegnarlo.

Questo è il punto di vista di Steven.

 

Per leggere l’intervista completa cliccare sul seguente link:

https://www.guitarworld.com/features/robert-fripp-exposures-king-crimson