Thunder
Rising è un
nuovo progetto discografico, ideato nel 2012, nato dal connubio artistico tra
il chitarrista Frank Caruso e il
batterista Corrado Ciceri.
Era il giugno 2011
quando utilizzavo questo spazio per raccontare frammenti di musica di Frank, in
quell’occasione citando gli Strings 24.
Virtuoso della
chitarra, rocker metallico, Caruso ci racconta a seguire i dettagli relativi
all’idea originale, alla realizzazione e alla nascita di questo album che
prevede una presenza importante in qualità di ospite, quella del vocalist Mark Boals, dalla dimensione
internazionale, accostato soprattutto al nome di Yngwie Malmsteen.
La band si completa
con Gary Baroni al basso e al
chitarrista Andy Ringoli.
Richiedere ed ottenere
partecipazioni musicali in occasione di un nuovo album è fatto di per sé
usuale, e spesso l’atto di cortesia impreziosisce il lavoro con un tocco
“esterno”, che però non sempre è fatto di sostanza.
Altra cosa quando l’artista coinvolto è un proprio mito, una
sorta di obiettivo apparentemente irraggiungibile.
E se poi non si tratta
solo di un cadeau, ma di un vero e proprio lavoro in piena comunione di intenti, allora il
valore aggiunto diventa concreto.
E’ quanto accade in
questo caso dove la passione comune - di Caruso e Boals - per le Harley Davidson diventa l’occasione
per presentare un’idea musicale, che immediatamente viene accolta, con la
proposta di interazione e di costruzione di testi e linee melodiche.
Ma anche dal punto di
vista umano e professionale Boals si dimostra artista speciale, mettendosi con
umiltà al servizio del team, senza far pesare la sua “statura”.
E nasce Thunder
Rising, otto tracce di rock duro, musica intramontabile, dove la
tecnica ed il virtuosismo sono a completo servizio della trama melodica.
Partendo dal disegno
metal, lo sforzo che si compie è quello di trovare una dimensione più moderna
ad un genere che generalmente si muove
in libertà, ma su schemi abbastanza rigidi.
In tutto questo risulta
fondamentale l’incontro tra due culture, una americana e una europea, e la
sintesi che ne deriva sgorga con una certa spontaneità.
Certo è che la voce di
Mark Boals non può lasciare
indifferenti, e l’apprezzamento è personalmente rivolto sia alla sezione più
hard che a quella acustica, costituita da atmosfere moderate, quelle perle che
da sempre brillano in un album di musica rock.
Videoradio appoggia ancora una volta un progetto che appare da subito
vincente.
L’INTERVISTA
Come nasce il progetto Thunder
Rising?
E’ un piacere essere di nuovo qui a parlarne… è
molto semplice, Thunder Rising, sembrerà strano a dirsi, ma nasce quasi per
caso! Ci tengo a raccontarlo e a spiegare come in realtà una cosa nata per
caso, sia poi stata “studiata” a tavolino, e come proprio la naturalezza e
semplicità della nascita, siano la chiave di lettura di tutto…
Dopo la pubblicazione dell’ultimo album degli
Arachnes (A new day – 2012) e del secondo cd con la splendida esperienza
STRINGS 24 (Speak – 2011) con cui ci siamo tra l’altro esibiti in diversi live,
stavo ragionando su un nuovo lavoro solista.
Ho iniziato a scrivere dei brani, intervallando
produzioni televisive (pubblicità e colonne sonore, le chitarre per l’ultima
serie dei RIS, diverse session per le pubblicità Mediaset Premium eccetera) con
session di composizioni vere e proprie, dedicate ai miei progetti.
Sentivo l’esigenza però di qualcosa di diverso:
in fondo ho pensato che avevo già un ambito molto “tecnico” e funambolico dove
esprimermi, gli STRINGS 24 appunto, così come l’esperienza nell’ambito del
Power-prog con ARACHNES era oramai consolidata. Ho quindi sentito affiorare una
vecchia passione giovanile, il rock diciamo “american sound”, e quasi per gioco
ho iniziato a scrivere in quella direzione, tenendo ovviamente presente le
nuove tendenze come Nickelback e Alter Bridge. Questo ultimo aspetto poi sposava
perfettamente la mia predilezione per la ricerca del suono, potente e pulito, dinamico
e aggressivo, e la sfida iniziava a divertirmi. Certo l’incontro con Mark Boals
è stato a dir poco rivoluzionario! Mark era il mio idolo dai tempi di “Trilogy”
(1986), era il cantante del mio chitarrista di riferimento, Y.J. Malmsteen,
qualcosa che per me stava più o meno su Marte! Sentirmi dire “Hey Frank, hai scritto delle bellissime
song, mi piacerebbe provare a cantarne qualcuna”, era una di quelle cose
che nella vita non mi sarei mai aspettato!
Non era
la prima volta che mi cimentavo in collaborazioni internazionali, già con
Strings 24 abbiamo avuto modo di avere ospiti d’eccezione come Andy Timmons e
Kiko Loureiro, e la “benedizione” del grande Steve Lukather che presentava il nostro
cd sul video ufficiale, ma qui Mark andava oltre, mi proponeva di lavorare
insieme, e così è stato! Da lì in poi tutto è stato un crescendo, e la band si
è formata quasi da se, complice l’aver ritrovato una vecchia amicizia con il
bravissimo Corrado “Nail” Ciceri, forte di 15 anni di esperienza Live. Alla
seconda chitarra Andy Ringoli, che già avevo affiancato e sostenuto nella
produzione dei suoi Homerun e della esperienza discografica in Giappone, e al
basso quella che oramai è la mia spalla immancabile, Gabry Baroni, non solo al
basso in Arachnes e Strings 24, ma anche immancabile sound engineer in studio!
Che cosa è accaduto, musicalmente parlando, da quando due
anni fa parlai di “Speak” sino ad oggi?
Personalmente molte cose; credo che per un
artista non ci sia mai un punto fermo, ogni giorno è una nuova esperienza, una
ricerca. Da allora ho fatto esperienza in orchestra (nella trasmissione “Io
canto”) e ho scritto molte musiche orchestrali; questo mi ha da un lato fatto
tornare alle origini e ai miei studi classici di direzione, dall’altro mi ha
aperto la mente. Ho iniziato a divertirmi nel comporre qualcosa di orchestrale
ma di azione, per la cinematografia, e se ascolti anche nello stesso Thunder
Rising compaiono qua e là degli strumenti orchestrali, diversamente dal Prog Metal
mai epici, ma semplicemente di azione!
Ho approfondito la mia ricerca del sound, e
consolidato il concetto di “buona musica”, interpretandolo come svincolato da
etichette di genere: non è bello ciò che appartiene ad un determinato stile, ma
ciò che è ben fatto.
Parlando
di musica in ambito più generale invece credo che questa si stia evolvendo
verso nuove frontiere, sia in termini di tecnologia di registrazione che di
fruizione e va da sé anche con ripercussioni dal punto di vista della
composizione. Non è pensabile oramai che qualcuno si sieda davanti ad uno
stereo per ascoltare “un disco”, lo farà guidando in auto, facendo altre cose,
e soprattutto “skippando” qua e là, cosa abbastanza scomoda con un vecchio
vinile ad esempio. Questo si traduce anche nella esigenza di ritmi narrativi
diversi, più immediati e necessariamente diretti, che non equivale a dire più
“semplici” o “banali”, tutt’altro! Ho imparato proprio dalla pubblicità che è
molto più difficile dare una idea in piccoli episodi musicali, che non avere a
disposizione tutto il tempo necessario.
Che cosa porta, dal punto di vista professionale e
umano, la collaborazione con Mark Boals?
Ti ringrazio per la
duplice domanda! Mark ha dato una impronta musicale fondamentale avendo scritto
quasi tutte le linee melodiche e tutti i testi! E’ stata una sua scelta, e ho
accettato non solo con piacere, ma con orgoglio! Ho avuto la conferma di quello
che era ovvio, un grande professionista che ha saputo interpretare al meglio il
mio spirito compositivo. Non solo, pensa che per ogni brano mi ha proposto
almeno 2 o 3 soluzioni diverse, dicendomi che avremmo dovuto pensarci su e
scegliere insieme quella che secondo noi poteva essere la strada giusta.
Qualcuno potrebbe pensare che Mark Boals, cantante di Malmsteen e Ring of Fire,
che ha collaborato con i più grandi chitarristi mondiali, e che mentre
registrava per noi era in tour con i Dokken, dall’alto della sua storia musicale
dicesse che quella doveva essere la scelta giusta, e invece si è costantemente
messo in discussione per trovare la soluzione musicalmente più adatta! Questa è
stata una grande lezione per tutti noi, e lo sarebbe per molto altri miei
collaboratori italiani, spesso meno collaborativi, oltre che meno noti… gli
auguro di trovarsi in questa condizione.
Non solo, Mark è sempre
stato molto presente, anche quando era a Los Angeles oppure in tour con Dokken
ci siamo costantemente aggiornati, via facebook piuttosto che in
videoconferenza, per tenere vivo e stretto lo spirito del progetto che stavamo
facendo, di cui lo stesso Boals si è sentito da subito parte integrante.
L’approccio poi degli americani, e di Mark in particolare, è sempre molto
“easy”; poche parole, pochi gesti, molto fatti!
Otto tracce di rock, anche molto duro, di quello che colpisce
a qualunque età, e la chitarra è sempre protagonista: che spazio riesce a
trovare questo genere musicale così immediato nella programmazione live?
Dici bene, otto tracce, un numero particolare,
che sta a metà tra un mini-cd e un album un po’ breve. E’ semplice: il progetto
nasce sostanzialmente come un mini cd, e le ultime riflessioni mi hanno portato
a pensare più al mercato del digitale che non al cd, a cui però sono troppo
affezionato e che grazie al contributo di un vero talent scout e produttore
italiano, come Beppe Aleo, e al supporto di Videoradio, si farà!
Come ti dicevo il modo di fruire della musica è
cambiato e oggi puoi acquistare anche una singola canzone, venendo un po’ meno
il concetto di “album” vero e proprio, da qui la scelta di un numero ridotto di
song che ci avrebbe consentito di lavorare al meglio sulla produzione. La
chitarra anche in questo caso è protagonista, anche se con modalità diverse;
sicuramente meno assoli anche se abbiamo “compensato” per il mio divertimento
con un paio di songs strumentali, Il grosso del lavoro ovviamente è di riffing,
ma anche di arrangiamento. Abbiamo infatti un sacco di parti di chitarra anche
acustiche e clean (grazie al bravo Andy), che si intrecciano perfettamente con
il lavoro melodico di Mark, per poi esplodere in chitarre cattivissime e soli
più pentatonici che neoclassici. Credo che questo genere avrà il giusto spazio
nei live, purtroppo non so se sarà così anche in Italia, ma siamo di fronte ad
un genere sicuramente non squisitamente “metal”, e di certo con un pubblico più
vasto e meno di settore. Alcune songs rasentano il pop e sarà divertente fare
anche questa esperienza!
Che differenze sostanziali ci sono tra l’audience italiana e
quella che trovate oltre confine?
Enormi: in Italia un fan dei Metallica non
andrebbe mai ad un concerto di Lady Gaga, mentre all’estero la cosa non farebbe
scalpore. Tutto è meno settoriale, e i fan meno “schierati”, l’audience in
buona sostanza è più eterogenea. Inoltre in Italia i maggiori fruitori di
musica sono i giovanissimi, e ciò ne condiziona i gusti (vedi il successo delle
“boy band”) e va da sé anche generi musicali, mentre all’estero molti ultra
trentenni e quarantenni sono cultori di musica. Da noi questo accade solo per
generi diciamo ritenuti “nobili”, come il jazz e la classica, o fenomeni
musicali come i Dream Theater (tralasciando ovviamente i miti del rock). All’estero
è normale trovare dei quarantenni al concerto degli Slipknot… in Italia non è
proprio così.
Di cosa parlano le liriche del nuovo album?
Mark è un cantante che ha girato il mondo, ha
vissuto in pieno gli anni ’80 tra Heavy Metal, Street Metal e Glam, ora molto
più Rock‘n’Roll di prima, e i testi non potevano che raccontare di semplici
storie di vita e momenti personali, vissuti ora con gioia ora con tristezza, ma
sempre vissuti… This is rock’n’roll! Unico testo invece scritto da Corrado
Ciceri, è la ballade Angel Cries, che
Mark si è prestato a cantare così com’era essendogli piaciuto! A breve
metteremo sul sito ufficiale http://www.thunder-rising.com/ tutti i testi,
mi hai dato una buona idea!
Non è mai troppo presto per parlare di progetti futuri… che
cosa avete pianificato per l’estate che è in arrivo?
Vedremo se ci sarà il tempo utile per
organizzare un mini tour live, di certo saremo impegnati nella promozione,
anche con alcune session radiofoniche dal vivo già in programma. Inoltre la
registrazione del video ufficiale che dovrebbe avvenire entro giugno,
aggiorneremo tutti gli eventi sul nostro web e sui nostri canali facebook, è un
canale che ci consente di stare vicino ai nostri fan e di avere un feedback
diretto con loro!
Track list:
1. Something To Believe
2. Without You
3. Love Hard, Live Fast
4. An Angel Cries
5. Tonight
6. Hip Hop Blues Inspiration
7. Without You - Acoustic Version
8. Flying Over The Road
http://www.multimediafactory.it/winespirit/
http://www.arachnes.it/