domenica 31 ottobre 2010
"La Locanda del Vento"- Lingalad
sabato 30 ottobre 2010
Prossimo concerto di The Rose e The Big Brother and The Holding Company
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Tara%20Degl%E2%80%99%20Innocenti
IBAN IT55 L033 3611 1020 0000 0020 738
Intestato a Druso Circus
Causale: Versamento contributo istituzionale concerto Big Brother and The Holding Company, Janis Joplin’s Original Band del 01/11/2010 per numero X persone a nome specificare nome e cognome del richiedente
Confermate il versamento attraverso i contatti sottostanti:
ufficiostampa@drusocircus.it
mercoledì 27 ottobre 2010
Euthymia-"L'ultima illusione"
martedì 26 ottobre 2010
Concerto di Flavio Emilio Scogna a Cairo Montenotte(Savona), con la presenza di Ugo Pagliai
Ma dietro a questo concerto c’è molto di più, per me ovviamente, e ho il desiderio di rendere pubblico qualche piccolo retroscena, qualche storia antica, sperando che il Maestro Flavio Scogna accetti il mio sentimentalismo, stato d’animo che si è accentuato con la raggiunta maturità, e di cui non mi vergogno.
Ho ritrovato Flavio Scogna qualche mese fa, per una serie di coincidenze, e nell’occasione ho scoperto che Flavio non era più quel musicista prog che guardavo con ammirazione negli anni 70( componente del gruppo “La Corte dei Miracoli”), a Savona, sua città d’origine, ma era diventato un Compositore e Direttore d’Orchestra di fama internazionale.
Il termine “ritrovato” vale solo per me, perché la conoscenza era solo unilaterale e visiva. Ma questo non ci ha impedito di entrare in immediata sintonia.
In maniera più o meno evidente è emersa la sua amarezza per non aver mai potuto portare “la sua musica” nella sua città. Quali i motivi? Apparentemente un alto cachet, motivazione che poco si concilia con la futura esibizione a Cairo M., piccolo paese della Val Bormida, che nell’occasione può “permettersi il lusso” di presentare, oltre a Flavio Scogna, l’attore Ugo Pagliai, considerato l’erede di Vittorio Gassman.
Io ho provato a tastare il terreno, nella speranza di abbattere, almeno nell’occasione, l’antica affermazione “Nemo propheta in Patria”, ma evidentemente non è solo un problema economico e dopo qualche tiepido tentativo mi sono fermato.
Ma qualcosa è accaduto, un piccolo miracolo frutto della casualità e di una conoscenza comune, Guillermo Fierens, chitarrista argentino, ex allievo di Segovia, e abitante di Cairo Montenotte, a 25 chilometri da Savona. Da molti anni non si sentivano e fungendo da mediatore ho favorito il contatto e, involontariamente, l’evento che presento nelle prossime righe.
Cairo non è Savona, ma poco importa, l’aria di casa è assicurata, e sono certo che lo spostamento degli amanti delle buona musica e dei curiosi, dalla città all’entroterra, è garantita.
Ironia della sorte, io mancherò perché sarò proprio nel luogo in cui Flavio Scogna vive, Roma, città da cui manco da molti anni e dove si celebreranno i 40 anni del “prog italico”, quello da cui Flavio è partito.
Sarà per entrambi un ritorno alle radici, anche se in direzioni opposte, ma sono certo che un momento di incontro lo troveremo. Accade sempre di incontrarsi quando lo si ritiene un bene reciproco.
voce recitante
Flavio Emilio Scogna
direttore
J. SIBELIUS
(1865-1957)
Andante festivo
E. GRIEG
(1843-1907)
Due melodie elegiache op. 34
C. CARRARA
(1977-viv.) la esecuzione assoluta
Mater (per voce recitante e archi) su "Il Risorgimento" di Giacomo Leopardi
A. PIAZZOLLA
(1921-1992)
Five tango sensations (per bandoneon e orchestra d'archi)
Mario Muccitto: bandoneon
Flavio Emilio Scogna
Si è formato culturalmente e musicalmente nelle città di Genova, Bologna e Roma compiendo gli studi di composizione, direzione d’orchestra e conseguendo la laurea in Discipline della Musica (Università di Bologna). Nel 1982/83 è stato allievo per la direzione d’orchestra di Franco Ferrara e, tra il 1984 e il 1988 ha collaborato con Luciano Berio.
Le opere di Scogna vengono eseguite nelle sedi più prestigiose, tra cui, l’Accademia Nazionale di S.Cecilia, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Comunale di Firenze, Biennale di Venezia, Centre Pompidou di Parigi, Konzerthaus di Vienna, Auditorium Nacional di Madrid, , incise dalla RCA, BMG Ariola e diffuse dalle maggiori emittenti europee, tra cui RAI, BBC, RNE, BRT e RadioFrance. Nel 1998, con l’opera radiofonica “L’Arpa Magica” su testo di E. Sanguineti ha rappresentato la RAI al Prix Italia. Ha tenuto conferenze e seminari sulla propria musica in Europa e in diverse università degli Stati Uniti.
Nell’Ottobre 2002 è stata rappresentata con enorme successo La memoria perduta con la regia di Pier’Alli, opera commissionatagli dal Teatro dell’Opera di Roma.
Parallelamente alla composizione, dal 1990 conduce una carriera internazionale di Direttore d’Orchestra sia nel repertorio tradizionale e operistico (con la riscoperta di importanti lavori del passato: Pergolesi, Boccherini, Rossini), sia nel repertorio della musica del Novecento e Contemporanea con un numero impressionante di prime esecuzioni (viene considerato oggi uno dei direttori di riferimento dei maggiori compositori viventi) e del Novecento storico (Satie, Rota, di cui ha inciso la prima registrazione mondiale dell’opera I due timidi).
Ha diretto importanti orchestre sinfoniche internazionali tra cui, l’Orchestra Sinfonica della RAI, l’Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione Spagnola RTVE, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra Sinfonica di Stato Ungherese, Raanana Sinfonietta di Israele, l’Orchestra Filarmonica di Kiev, L’Orchestra Sinfonica di Islanda, L’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra A.Toscanini, unitamente a prestigiosi ensembles quali Alternance di Parigi, l’Accademia Bizantina e L’Ensemble Scaligero. Nel 1995 ha diretto il concerto inaugurale delle celebrazioni per il centenario del Festival Internazionale di Musica della Biennale di Venezia.
Il suo catalogo discografico è molto ricco e comprende incisioni per BMG (RCA Red Seal), Curci, RicordiMediastore, FonitCetra, Dynamic, Tactus e Bongiovanni. Il suo Cd con opere di Schnittke (Dymanic S 2030) ha ottenuto nel 2000 la classificazione 10 dalla prestigiosa rivista Répertoire.
Ha ricoperto il ruolo di Direttore Ospite principale presso alcune orchestre, tra cui la Icelandic Symphony Orchestra e la Fondazione Cantelli.
Nel 2006 è stato nominato Direttore dell'Ensemble Contemporaneo dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia .
Dal 2009 è Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica di Bari e Direttore Artistico dell’Orchestra Rossini di Pesaro.
lunedì 25 ottobre 2010
Leone, Cattaneo e...
Gianni Leone racconta un suo recente incontro.
Roma, domenica 15 maggio 2010, ore 18.00
Poiché era non lontano da casa e avevo un paio di orette disponibili, sono andato incuriosito allo showcase di Ivan Cattaneo alla Fnac. Dopo aver attraversato con insofferenza la folla brulicante, inutile e fastidiosissima tipica delle domeniche pomeriggio al centro commerciale, giungo finalmente alla sala conferenze. Mi siedo e seguo prima l'intervista e poi l'esibizione dal vivo di una decina di brani. Alla fine, ci siamo istintivamente avvicinati l'uno all'altro quasi nello stesso momento. Con una spontaneità oramai rarissima - e per questo ancor più amabile - Ivan si è dichiarato un grande ammiratore del Balletto. Mi ha subito detto che ci vide dal vivo nei primi Anni '70, che rimase folgorato dalla mia immagine e che ricordava ancora i miei lunghissimi capelli tinti di biondo e l'abbigliamento glamour. Consultando il giorno successivo le mie leggendarie agendine (che partono dal 1971, arrivano fino ad oggi e continueranno...) e basandoci sui suoi ricordi, abbiamo poi dedotto che fu un concerto a Borno in provincia di Brescia il 22 luglio del '73 (il Balletto si sarebbe sciolto nel settembre successivo). Poi ha aggiunto di aver letto in rete il mio articolo sulla deludentissima esibizione di Patty Pravo al festival di Sanremo 2009 con ospite nientemeno che il genio Todd Rundgren, per niente valorizzato. Abbiamo scambiato opinioni sulla musica e soprattutto sulla squallida e triste realtà di questi ultimi anni, rigurgitanti di immondi neo-moralismi (neo?..) e censure che fin dagli Anni '70 e per il resto della nostra vita abbiamo tanto combattuto stando sempre in prima linea. Mi ha presentato ai suoi amici e musicisti del gruppo come "un pezzo di storia del rock italiano, il primo a fare quello che tutti gli altri hanno fatto anni dopo in materia di musica, provocazioni e immagine, uno dei miei maestri...". L'ho molto apprezzato, considerando che anche lui è stato proprio fra i primissimi a fare certe ardite sperimentazioni artistiche, certe scelte di "rottura" con onestà e coraggio, e per questo l'ho sempre rispettato e stimato senza remore. A differenza di tanti vili e meschini personaggi che vivono una vita intera di menzogne e coperture o -forse ancor peggio!- si adeguano a testa china all'attuale rivoltante e ipocrita corsa alla "moralizzazione", alla "normalizzazione", rinnegando il loro passato e se stessi senza batter ciglio, senza vergogna, solo perché oggi gli... "conviene" così, Renato Zero in testa, specie dopo le ultime deliranti ed esilaranti dichiarazioni ("Io amo le donne, ho sempre amato solo donne..."). Sì, sì, certo, come no! Il raccapricciante quanto innocuo ibrido fra Raffaella Carrà e la Sora Lella oramai ha irrecuperabilmente... "sbroccato", per usare un termine che userebbe lui.
Ma torniamo a Ivan. E' un artista davvero poliedrico. Simpatico all'ennesima potenza, dotato di un brillantissimo senso dell'umorismo, un vulcano di creatività. Certo, musicalmente abbiamo stili e linguaggi diversi, ma non per questo antitetici. Lui, infatti, agli inizi della sua carriera fece dei brani di pura ispirazione rock, new wave, perfino punk. D'altra parte, anch'io prefigurai e anticipai un ritorno agli Anni '60 quando registrai, già nel '79, una mia versione di Piangi con me dei Rokes, pubblicata nell'80 come retro del 45 gg. Strada e inserita nell'album Monitor dell'81.
A fine intervista, ha cantato alcune cover, fra le quali Amore disperato di Nada (per me una delle canzonette più sciocche e insulse dell'intera discografia italiana di tutti i tempi - sorry, Ivan!), Una zebra a pois di Mina (davvero una canzone folle e surreale per l'epoca!), Geghegé di Rita Pavone, Kobra di Rettore, oltre al suo Polisex. Ci siamo scambiati i rispettivi recapiti. Abbiamo fatto foto insieme. Mi ha proposto una "collaborazione" non meglio approfondita. Una curiosità: non molti ricordano che la PFM partecipò alla realizzazione del suo album Superivan del '79. A tal proposito mi ha rivelato che durante le registrazioni dovette faticare non poco per tenere a freno gli slanci prolissi e ampollosi - tipici di un certo progressive - a cui talvolta Di Cioccio, Pagani & Co. istintivamente tendevano. In quell'album appare il sublimemente perverso Male Bello, brano poi ben reinterpretato da una "cattaneeggiante" Patty Pravo e inserito nel suo Munich Album, anch'esso pubblicato nel '79 (quanti ricordi!...). Poi mi ha regalato il suo ultimo Cd di cover di brani Anni '80. Io, a mia volta, il Dvd del Balletto, di cui subito ha apprezzato la maschera riprodotta in copertina, una mia opera. Be', non per niente entrambi siamo diplomati al Liceo Artistico...
domenica 24 ottobre 2010
"Aria Mediterranea"- Marcello Capra
Marcello Capra è un virtuoso della chitarra.
Un po’ di tempo fa avevo presentato il suo nuovo album,” Preludio a una nuova alba”
http://athosenrile.blogspot.com/2010/04/preludio-ad-una-nuova-alba-marcelo.html
Mi è stato segnalato un suo video postato da pochi giorni.
Non si tratta di materiale nuovo, ma del 1978.
Tre sono le cose che mi hanno colpito.
Innanzitutto la freschezza del brano che, alla faccia dei trentadue anni , non è portatore di rughe, e potrebbe essere stato appena scritto, segno che un certo modo di proporre la musica non possiede precise coordinate temporali.
La seconda cosa riguarda il virtuosismo a cui accennavo. Dall’ascolto di un non tecnico quale io sono, “Aria Mediterranea", questo il titolo della proposta, appare strutturato semplicemente e non ho trovato i voli pindarici che potrebbero appartenere al know out di Marcello Capra, che preferisce (preferiva) recitare il ruolo di attore tra attori, e non quello di solista in evidenza.
Per ultimo segnalo ciò che mi era già parso chiaro ascoltando l’ultimo album di Marcello e cioè la capacità di regalare immagini musicali. La slide show con paesaggi mediterranei può avermi condizionato, ma… proviamo a chiudere un attimo gli occhi….
Ottima la compagnia musicale che circonda Marcello Capra.
sabato 23 ottobre 2010
Il Tempio Delle Clessidre- recensione
La recensione a seguire è di Richard
Milella. Io non avrei potuto farla semplicemente perchè... non ho ancora
sentito "Il Tempio Delle Clessidre",
opera prima, omonima.
Però conosco personalmente Elisa
Montaldo, Fabio Gremo e Lupo Galiffi, e so quanto duro lavoro si cela dietro a
questo lavoro.
Mi riprometto di dire la mia al momento opportuno. Intanto cerchiamo di immaginarlo seguendo l'appassionato punto di vista del recensore.
Avevo già parlato del Tempio Delle Clessidre, proponendo una lunga intervista, circa un anno fa:
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Il%20Tempio%20delle%20Clessidre
Anno:
2010
Label:
Black Widow Records
Genere: Progressive
Tracklist:
01. Verso l'Alba
02. Insolita Parte di Me
03. Boccadasse
04. Le Due Metà della Notte
05. La Stanza Nascosta
06. Danza Esoterica di Datura
07. Faldistorium
08. L'Attesa
09. Il Centro Sottile
10. Antidoto Mentale
Il progressive-rock in Italia non è
morto alla metà degli anni "70 ma è proseguito (anche se in maniera molto
underground ...) in decine di gruppi sparsi come carbonari in tutta italia e
sostenuto da etichette come la Mellow, La Lizard, la Maracash, la BTF e
l'attivissima Black Widow di Genova che da oltre 20 anni sostiene il movimento
e conferma la bontà di certe scelte.
Ed ecco accanto ai già noti Delirium
o Antonius Rex, punte di diamante dell'etichetta della Lanterna, spuntare
gioiellini come Il Tempio Della Clessidre con il primo lavoro omonimo. Nati nel
2006 dall'incontro della talentuosa gothic-girl Elisa Montaldo e dal bassista
Gabriele Guidi Colombi (due ex Hidebehind) che lascerà alla vigilia della
registrazione del primo album, con Stefano Galifi (Museo Rosenbach), il gruppo
ligure fa proprie le radici del prog autoctono, difficilmente riscontrabile in
formazioni estere, e lo sviscera, lo ridisegna, e lo sviluppa alla luce delle
personali esperienze della band.
Il primo lavoro che uscirà il 22 settembre
(quindi un'autentica anteprima), oltre che su CD, anche su Lp (coraggiosa e
impagabile politica della label genovese), presenta una serie di brani
raffinati e suonati con una fantasia e una tecnica invidiabili proprie di chi
ha fatto di questo genere una "ragione di stato". Apre gli ascolti
"Verso l'Alba", quasi un intro strumentale con incedere di chitarra e
tastiera che diventa via via più incalzante per introdurre "Insolita Parte
di Me" ed è qui che l'eco dei Nice prima, degli ELP poi, comincia a fare
prepotentemente capolino e dove "Lupo" Galifi fa sfoggio del mestiere
di vocalist metabolizzato in tanti anni di miitanza in gruppi prog e rock.
Chiusura da fremiti con piano e un synth autenticamente vintage della personale
collezione di Elisa. Il seguente "Boccadasse" espressamente dedicato
all'antico borgo marinaro con un bel cantato (Dodi Battaglia docet... e non è
una critica) che potrebbe fare di questo brano la colonna portante di tutto il
lavoro; bello il drumming stop-and-go di Paolo Tixi. Il poetico titolo "Le
Due Metà della Notte" racchiude anche autentica poesia di piano e voce nel
segno del sempre grande Banco del Mutuo Soccorso e supportato da cori (o
mellotron ?) che, con la pregevole chitarra di Giulio Canepa, ne impreziosiscono
il risultato finale. "La Stanza Nascosta" per voce e piano solo,
continua e approfondisce il discorso stilistico nel Nocenzi-pensiero del brano
precedente; qui ne siamo sicuri, è il mellotron a chiudere la danza di questi 5
minuti da brivido. "Danza Esoterica di Datura" con pianoforte
apertamente e, perchè no, dichiaratamente pro-Emerson che conduce poi per mano
la band in territori hard-prog esplorati in precedenza da gruppi come Il
Biglietto per l'Inferno o (ricordate?) Gentle Giant. Fuori la verità; i cori
sono campionati-sintetizzati o autentici? In tutti e due i casi, troppo
belli... Che cosa voglia dire "Faldistorum" ce lo può spiegare il
solo autore, probabilmente qualcosa che ha a che fare con la liturgia sacra, è
certamente il brano più movimentato di tutto il lavoro e quello che impegna i
cinque in acrobazie musicali di eccelsa bravura. La "brividosa" parte
di tastiere di Elisa Montaldo è stata catturata da un autentico organo di
chiesa, quello antichissimo di San Bernardo in Campomorone (GE) e il recitato di
Max Manfredi conferisce all'intero brano un quid di ossianico; ancora brividi
si, ma questa volta di paura!!! "L'Attesa" con chitarre e tastiere
come se piovesse, conferma l'ottima preparazione dei singoli musicisti mentre
l'insolita lunghezza, oltre 10 minuti, per "Il Centro Sottile" è un
diamante incastonato fra i solchi del CD (o EllePi) dove la lezione delle Three
Fates è più evidente, questo comunque senza nulla togliere alla bravura della
tenebrosa pianista anzi è una stella al merito; la stiamo paragonando a Keith
Emerson mica al piano-bar !!! Segue, relativamente corta, "Antidoto
Mentale" che, con il suo incedere di ballata dove anche la voce di Galifi
si fa aperta e invitante, chiude il pregevole lavoro eseguito magistralmente
dai cinque del Tempio sempre a livelli di esecuzione e preparazione individuale
da 8+. Nel finale fa capolino anche un prezioso mini-moog autenticamente
d'annata per una chiusura che ricorda molto...indovinate un pò? ...Lucky Man
!!!
Ovviamente le parti melodiche
(chitarre e tastiere) sono in bella evidenza ma sostenute in modo egregio dalla
ritmica del batterista Paolo Tixi e dal bassista Fabio Gremo che, senza
sbavature, conducono per mano i compagni verso gli impervi sentieri del
prog-rock di nuova generazione. Se un appunto si può fare è forse quello
relativo al mixaggio finale della voce, un po' troppo “dentro” come si dice in
gergo tecnico, un po' nascosta nei meandri delle cascate di note mentre avrebbe
bisogno di essere messa più in evidenza per evidenziarne il calore e le
piacevoli modulazioni oltre, ovviamente, poterne comprendere appieno i testi
sempre così fondamentali nell'ascolto di questo affascinante e indimenticato
genere musicale.
Una curiosità di chiusura: la
suggestiva copertina e l'esoterico misterioso logo che contraddistingue il CD
del gruppo, rappresenta il tempo controllato da surreali clessidre o da
strumenti creati dall'uomo per dominare il suo spazio ed anche le seguenti note
esplicative a corredo dell'opera sono frutto di Elisa “Wicca” Montaldo; se fosse
vissuta qualche secolo fa nelle sue stesse terre avrebbe fatto la fine di Zobia
o delle Bazure... “...Tutti questi simboli hanno lo stesso centro, come a dire
che tutti i tentativi dell'uomo di misurare tempo e spazio tendono a
corrispondere a un "immisurabile" infinito, appunto, il centro per
tutti...Il tempo scorre nel modo giusto solo quando è libero e
incontrollabile”.
FORMAZIONE
Stefano "Lupo" Galifi: Voce
Elisa Montaldo: Pianoforte, tastiere,
organo, voce
Fabio Gremo: Basso
Giulio Canepa: Chitarre
Paolo Tixi: Batteria
Ecco Il Tempio delle Clessidre in
un'esibizione del 2009: