Qualsiasi derivato dei The Samurai Of Prog
è per me tanta manna che piove dal cielo, perché so per certo che quando ci
sono di mezzo Marco Bernard e Kimmo Pörsti (di “mestiere” rispettivamente
bassista e batterista ma, ovviamente, molto di più dal punto di vista della
progettazione/organizzazione) la risultante del loro lavoro cadrà sempre nel
mio territorio di massimo conforto d’ascolto.
Anche in questo nuovo progetto, "The Guildmaster", troviamo parte sostanziale dei Samurai (manca solo Steve Unruh, che non compare neanche tra gli ospiti) a cui si aggiungono collaboratori abituali, come Rafael Pacha (rimando a fine articolo la lettura di tutti gli strumenti che utilizza) e il tastierista Ton Scherpenzeel.
Lunga, as usual, la lista dei partecipanti, e
come nello stile TSOP si copre una buona parte di mondo, a simboleggiare che,
oltre agli aspetti tecnici e artistici, la musica è un forte collante in grado
di abbattere ogni tipo di barriera.
Sto continuando a citare i “Samurai”, ma è questo in effetti un progetto a sé, che spinge con forza in una direzione folk tradizionale, tanto che potrebbe essere collocato in un filone folk-prog. Il titolo del disco è "The Knight & The Ghost".
Riporto il mio commento che spedii a Bernard quando ascoltai l’album in anteprima, e devo dire che, rileggendolo, ritrovo il sunto di un pensiero che non ho modificato dopo diversi passaggi:
“Ho appena finito di scrivere che “La
Tierra” (album da poco uscito di Bernard e Pörsti… https://athosenrile.blogspot.com/2020/09/bernard-porsti-la-tierra.html) si scosta dai lavori precedenti di TSOP e
affini, ma questo è davvero qualcosa di diverso, e i follower dei Samurai e
dintorni troveranno qualche sorpresa, a mio giudizio positiva.
Amo profondamente la commistione tra folk e
rock, e la contaminazione che in questo caso ne emerge autorizza ad inserire il
tutto in ambito prog, ammesso che sia importante individuare una collocazione
precisa.
Trovo che abbiate realizzato delle atmosfere meravigliose, almeno per i miei gusti, e nonostante il coinvolgimento di musicisti provenienti da culture differenti, suona molto british.”
Prima della mia analisi dei brani propongo il pensiero della band, l’elemento oggettivo che più conta:
"The Guildmaster" è nato come progetto paneuropeo a seguito delle conversazioni tra Kimmo Pörsti (The Samurai of Prog, Paidarion, Mist Season) e Rafael Pacha (collaboratore con TSOP, Last Knight, Circle Project e Manoel Macía), facilitate dalla collaborazione realizzata nell'ultimo album solista di Kimmo, "Wayfarer". L'idea era quella di lavorare con le lingue di diverse tradizioni popolari in un contesto progressive. Marco Bernard, (TSOP) si è unito come sempre con entusiasmo, così come Ton Scherpenzeel (Kayak, Camel) il cui ultimo album solista (The Lion's Dream) si inserisce nello spirito di questo album, "The Knight & The Ghost". Le aggiunte di Peakfiddler (Chris Perry, violino), Alessandro Di Benedetti (composizione e pianoforte), Ariana Valdivié (voce e testi), Manoel Macía (chitarra barocca), Rubén Álvarez (chitarra elettrica), Camilla Rinaldi (voce), Kristiina Poutanen (composizione), Esa Lehtinen (flauto) e Martti Törnwall (violino), hanno realizzato una mappa che dal punto di vista geografico include Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito e Grecia (per l'ambiente), un esempio di quanto noi europei abbiamo in comune, compreso il linguaggio musicale. Dai primi approcci al missaggio e al mastering di questo album (di Kimmo), si contano alcuni mesi di duro lavoro, interazione e armonia tra tutti i partecipanti, alla ricerca delle differenze ma anche delle coincidenze, aventi come obiettivo il beneficio derivante dalla creazione - e successivo ascolto - della Musica di qualità.”
Come sempre parliamo di quantità, oltre che di qualità, giacché 61 minuti rappresentano una durata rilevante.
Si parte dalla breve intro di “Puppet Dance” che vede in campo i quattro titolari del progetto, e l’impatto barocco delinea quello che sarà il percorso dell’intero disco. Una gemma che esalta la commistione tra rock e musica colta, con l’elettrica di Pacha che stabilisce una sorta di continuità tra differenti spazi temporali, congiungendo epoche e immagini distanti tra loro. La titolarità del brano è di Ton Scherpenzeel.
A seguire la struggente “Saaristo”, traccia simbolo del disco. Il brano faceva parte del primo album solista di Kimmo realizzato del 1997, e ora viene proposto in una nuova veste, caratterizza da una buona modernità, ma il senso di spleen resta e permea un percorso lungo 6 minuti. “Saaristo” è una parola finlandese (da ricordare che tutto ciò che ruota attorno a Pörsti e Bernard si può considera progetto finlandese) e significa “arcipelago”, e il disegno musicale delineato utilizza la tradizione folk locale per descrivere il pensiero, le condizioni estreme e le bellezze di una terra magica. La musica è di Kristiina Poutanen, e oltre ai quattro “Guildmaster”, troviamo Martti Törnwall al violino e Esa Lehtinen al flauto: quando la musica realizza immagini concrete!
“The Hare” vede i The Guildmaster integrati dalla presenza di “Peakfiddler” e del suo fiddle/violino. Altro brano strumentale che riconduce alla musica scozzese provocando nuove immagini, questa volta “selvatiche” e agresti, mentre la didascalia del booklet evidenzia quale sia stato l’atto creativo: due cani, una foresta e una lepre molto veloce che ogni volta riesce a farla franca! La musica è di Rafael Pacha.
E arriviamo alla title track, “The
Knight & The Ghost", creazione totale dell’italiano Alessandro
Di Benedetti, presente nel brano alle tastiere; è il primo pezzo cantato e
permette l’entrata in scena di Camilla Rinaldi.
“Una seconda possibilità, che si sa già è destinata a fallire. Un fantasma che rimarrà con noi per sempre, ombra di un impossibile amore perduto…”
È il brano più lungo dell’album ed è introdotto dalla celestialità vocale della giovane Camilla, interrotta dopo un paio di minuti da un arpeggio di chitarra martellante; ma sono i cambi di ritmo e di atmosfera che caratterizzano questo brano magico, in bilico tra modus acustico e ritmico, con una qualità canora che incide con forza sulla creazione di un mood sognante e fantastico. Meraviglioso!
“Stranded by the Coast” è un altro strumentale firmato da Rafael
Pacha:
“Dopo aver superato enormi difficoltà, resta
la vita ed un futuro da affrontare… un nuovo inizio…”.
Dice la band: “Trattasi di una sorta di esercizio
musicale basato su una particolare musica spagnola del 15° secolo e, nonostante
le trasformazioni ritmiche e strutturali, rispetta la logica originale”.
Un pianoforte ispirato introduce una “colonna
sonora” da film, perfettamente in grado di descrivere sentimenti tangibili ma
che solo la musica riesce a decodificare: la delusione, la fatica, la paura e
la forza per ricominciare rappresentata dalla visione di una luce oltre il tunnel.
La breve “Sixes and Five” è opera di Ton Scherpenzeel, un altro esercizio musicale che, al di là della complessa ritmica, propone un frammento gioioso che riporta indietro nel tempo e induce alla danza più tradizionale.
Altro brano strumentale di discreta lunghezza
è “The Search”, ideato ancora da Pacha.
“Un’altra canzone che inizia in un modo e
finisce in un altro…”: come spesso capita l’idea di partenza si
evolve e la musica fluisce, prendendo vie inaspettate.
Me restano immagini molto forti e precise
legate al paesaggio, frammenti attraverso i quali si apre una lunga strada da
percorrere, quasi sempre alla ricerca di sé stessi.
Violino in primo piano.
Con “Camino de Luz” ritroviamo
un cantato, questa volta di Ariane Valdivié, che firma la lirica, mentre la
sezione musicale è ad appannaggio di Kimmo Pörsti.
Utilizzo della lingua spagnola per un testo
sentimentale e toccante.
Il pregevole “solo” di chitarra elettrica è di Rubén Álvarez.
La nona traccia è “Noughts and Crosses,
altro pezzo del mosaico realizzato da Ton Scherpenzeel.
Palese la ricerca dei suoni del passato; dice a proposito l’autore: “Uno di quei pezzi strumentali che ho scritto senza un obiettivo preciso, ma che necessitavano di un titolo; ho scavato nel passato e ho trovato ciò che riflette il carattere e le atmosfere che ancora albergano nei cuori di molte persone.”
Un sogno, un tuffo nel mondo antico, quello che, grazie anche alle trame sonore, resta vivido ed energico.
“The Fairy Pole” (Pacha) è la decima traccia, una Polka, musica/ballo
che caratterizza il folklore finlandese.
“Nella profondità dei boschi, poco prima che la notte inizi, la festa incomincia, con la partecipazione di tutti i piccoli abitanti, di giorno operosi, e di notte gioiosi”.
Brano da considerarsi emblema del progetto, per la sua capacità di fondere cultura, tradizione e ritmo.
“Ghost Dance/Race with the Spirits” è
costruito in momenti diversi ed è la sintesi realizzata da Pörsti e Pacha.
La prima versione del brano risale al 2004 ma la chiusura del cerchio - e la piena soddisfazione di Kimmo - arriva solo con l’aggiunta molto rockeggiante creata da Rafael.
“The Sun Rises Again” (Pacha)
simboleggia il momento dell’anno in cui il sole, dopo un’apparente morte, illumina
nuovamente la terra: è l’inizio e, al contempo, la fine di un ciclo.
Giochi ritmici complessi caratterizzano questo brano, capace di sottolineare moti tribali e ricerca della spiritualità attraverso gli insegnamenti e il rispetto della tradizione e della cultura specifica.
L’album termina con “Secret
Garden” (Scherpenzeel)
Dice l’autore: “Ciò che ho descritto potrebbe riportare a un luogo fisico, dove riposare e trovare la pace alla fine di una vita di lavoro, ma per me è soprattutto un posto immaginario che risiede dentro ognuno di noi, un posto sicuro e nascosto che nessuno potrà mai violare”.
Perla magnifica, degna conclusione di un percorso che avvolge e coinvolge, se si segue la linea proposta dai The Guildmaster.
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Che dire, un altro progetto dall’elevato
valore culturale, capace di regalare immagini ed emozioni attraverso il
concetto di unione di forze lontane tra loro, geograficamente e culturalmente.
Sono solo due le tracce fornite di lirica, ma
la musica immaginifica contenuta in "The Knight & The Ghost"
riesce ad esprimere concetti ed emozioni che spesso le parole non riescono a
chiarire.
Viene la voglia di viaggiare, di capire e
conoscere ciò che tradizionalmente non ci appartiene, considerando spesso
“nostra” la sola terra che calpestiamo quotidianamente, quella che è in realtà
solo un frammento di un mondo che, in qualunque punto del pianeta, regala cose
meravigliose.
La musica può aiutare in tutto questo, e i progetti di Marco Bernard e Kimmo Pörsti, oltre alla grande qualità della proposta - che produce gradevolezza di ascolto -, ci regalano l’idea di una globalizzazione reale e positiva, che potrebbe essere esempio per tutti i settori che riguardano le nostre vite.
L’artwork, come sempre insuperabile, è ancora una volta di Ed Unitsky.
Non so se questa fuga nel folklore sia da
considerarsi una tantum, ma se così fosse - e mi auguro di no - l’esperimento
di può considerare un reale successo.
Songs / Tracks Listing
01. Puppet Dance
(01:45)
02. Saaristo (05:59)
03. The Hare (03:04)
04. The Knight and the
Ghost (09:14)
05. Stranded by the
Coast (05:31)
06. Sixes and Five
(01:41)
07. The Search (07:35)
08. Camino de Luz
(05:33)
09. Noughts and
Crosses (02:27)
10. The Fairy Pole
(03:46)
11. Ghost Dance/Race
with the Spirits (06:18)
12. The Sun Rises
Again (05:51)
13. Secret Garden (02:58)
Total Time 61:51
Line-up / Musicians
- Rafael Pacha /
classical, acoustic and electric guitars, recorder baroque flutes, keyboards,
Venezuelan cuatro, psaltery, bouzouki, mandolin, viola da gamba, darbuka,
bodhran, low & high whistles, tenor banjo, zither, metallophone, long neck
satz, peñaparda style drum
- Ton Scherpenzeel /
keyboards
- Marco Bernard /
Shuker basses
- Kimmo Pörsti / drums & percussion
With:
- Martti Törnwall /
violin
- Esa Lehtinen / flute
- Chris Perry / fiddle
- Alessandro Di Benedetti / keyboards
- Camilla Rinaldi / vocals
- Ariane Valdivié / vocals
- Rubén Álvarez / electric guitar
- Manoel Macía / baroque guitar
Releases information
Artwork: Ed Unitsky
CD Seacrest Oy - SCR-1028 (2020, Finland)