E’ uscito da poco
tempo “Alive”, il live - audio e video
- dei Goblin
Rebirth, relativo a un concerto romano del 22 aprile 2011, al Crossoroads.
Il sostantivo “Goblin”,
per chi non segue con costanza le vicende musicali, potrebbe portare a qualche
fraintendimento, ed è per questo utile partire con la line up proposta nell’album:
Agostino
Marangolo: drums, percussions
Fabio
Pignatelli: Bass
Aidan
Zammit: keyboards
Danilo
Cherni : keyboards
Giacomo
Anselmi: Guitars and Bouzouki
Il contenitore
comprende molti dei brani più famosi, a cui si aggiungono tracce mai suonate
prima dal vivo, come “Buio Omega”, “Connexion” “La Chiesa” “Death Dies”,
“Witch” e “Le Cascate di Viridiana”.
Questa la track list completa:
1)KILLER ON
THE TRAIN
2)BUIO OMEGA
3)AQUAMAN
4)MAD PUPPET
(incl. Bass Solo)
5)DEATH DIES
6)ROLLER
7)DOCTOR
FRANKENSTEIN
8)LA CHIESA
9)TENEBRE
10)GOBLIN
11)L’ALBA
DEI MORTI VIVENTI
12)MAGIC
THRILLER
13)LE
CASCATE DI VIRIDIANA
14)CONNEXION
15)WITCH
16)SUSPIRIA
17)ZOMBI
18)PROFONDO
ROSSO
Sono disponibili cinque
differenti versioni, dal DVD al dopio CD, dal vinile in black a quello
colorato, più edizioni limitate con numerosi inserti allegati che faranno la
felicità dei fans.
Ho ascoltato e visto “Alive”,
essendo in possesso del DVD, forse meno vintage rispetto agli altri formati, ma
capace di offrire frammenti di alchimia da palco, attimi che l’elemento visuale
regala e amplifica quando si percepisce la magia con cui il pubblico resta - felicemente
- intrappolato nelle trame musicali
della band, e risulta facile anche da casa, captare lo spirito e assimilarlo.
Il concerto,
recuperato e curato da Black Widow
Records, è datato, termine fuori luogo quando si parla di certa musica
senza tempo, ma anche per il popolo del prog un lustro potrebbe rappresentare
uno spazio temporale caratterizzato da grande evoluzione; eppure ciò che ho
ascoltato mi ha riportato al concerto a cui ho assistito giusto un anno fa a
Genova.
Scrivere delle skills
personali pare atto superfluo, ma la magia che la musica strumentale dei G.R. riesce a realizzare coinvolge al
di là dei gusti personali, diventando proposta trasversale che riporta non solo
alla musica progressiva, ma a trame e
atmosfere che ci hanno accompagnato nel tempo, colorando a tinte forti attimi
di vita significativi.
Il consiglio, per chi
entrasse in contatto con il DVD, è quello di utilizzare un buon home theatre,
per poter unire il piacere dei sensi, afferrando i dettagli visivi propri del
concerto.
Imperdibile per gli
amanti della buona musica!
Note:
Recorded
Live in rome – Crossroads 22nd April, 2011
Seguendo la mia voglia di condivisione
delle casuali scoperte musicali, sono particolarmente contento di presentare i Residents Of The
Future, band tedesca dedita a una proposta che lega la fusion al
mondo del prog.
Il fondatore è il chitarrista Yuval Ron,
che a seguire racconta al pubblico italiano storia e filosofia musicale della
band.
Tutto ciò che ho ascoltato -
tre video che propongo nell’articolo e un brano su SOUNDCLOUD- mi ha colpito per originalità e
virtuosismo messo al servizio della squadra.
Ho provato a ripensare alle proposte simili
all’interno dei nostri confini ma non ho trovato uguali, e penso vada la pena
di fare opera di sharing, in attesa che la loro intensa attività live tocchi
anche le nostre città, ed è questo un loro desiderio primario.
Ascoltiamoli, guardiamoli e “leggiamoli”… cosa giusta approfondire!
INTERVISTA A YUVAL RON
Puoi sintetizzare
la storia dei ROTF?
Ecco
la biografia ufficiale tratta dal nostro sito:
I
Residents Of The Future suonano pezzi originali scritti e arrangiati dal
chitarrista e fondatore della band Yuval Ron. La loro musica rivela influenze delle
icone del jazzrock moderno e la commistione di molti altri artisti progressive
rock, fusion e metal contemporanei. Il sound mette in risalto la ricchezza
armonica, la sofisticazione ritmica, il dialogo tra musicisti e un largo uso di
sintetizzatori, computer e altri strumenti elettronici. I Residents Of The
Future risiedono a Berlino, e uniscono quattro talenti in ascesa della scena
internazionale dell’ultima generazione dell’electric jazz. Il materiale coniuga
composizioni accattivanti con fenomenali improvvisazioni soliste e porta a
un’esperienza musicale elettrizzante. La band ha al suo attivo due album
registrati in studio e numerosi video, e ha suonato in svariati festival jazz
in tutto il mondo, dall’Europa alla Nuova Zelanda passando per il nord America,
riscuotendo ottimi riscontri e riconoscimenti di pubblico, critica e colleghi
musicisti.
Questa l’attuale line up:
Yuval Ron - electric guitar
Falk Bonitz - keyboards
Roberto Badoglio - bass
Yatziv Caspi – drums
Il nostro bassista, Roberto Badoglio, è originario di Udine.
Come
si può spiegare, a parole, la vostra musica, al pubblico italiano che ancora
non vi conosce?
La nostra musica può essere descritta come un contenitore pieno di
differenti sfumature, un energico progressive-fusion che spesso incorpora
sonorità cinematografiche in solide composizioni spettacolari, con l’aggiunta
di improvvisazioni solistiche virtuose. La musica spesso porta il pubblico
verso molteplici tipi di esperienza, permettendo una sorta di viaggio attorno
al mondo, e tutto questo lascia una forte impressione futuristica.
Avete realizzato
qualche album?
Sì, abbiamo realizzato il nostro primo EP nel 2004, "Futuristic Worlds Under Construction",
e il nostro ultimo album, "Residence
Of The Future”, nel 2012.
Abbiamo anche pubblicato un singolo, uno studio-video, "Flags", che vede la presenza di
Tammy Scheffer come guest vocalist…
Attualmente stiamo lavorando su nuovo materiale che sta evolvendo,
e dovrebbe essere rilasciato ad inizio 2017.
Ecco alcuni link utili per risalire ai lavori pregressi…
Quali
sono i vostri punti di riferimento musicali, quelli che vi hanno influenzato
maggiormente?
Se intendi parlare di influenze formative direi che siamo molto in
sintonia con le icone del rock progressivo e della Jazz Fusion, per esempio
Allan Holdsworth, Greg Howe, Dave Liebman, Pat Metheny, Chick Corea, Weather
Report… e dal lato Proggy ELP, UK, Yes, Bruford, Canterbury (National Health
and Egg), prog metal (Cinic e Meshuggah ecc.). Ultimamente mi sto dedicando
sempre più all’ascolto della musica classica, soprattutto ai compositori a
cavallo tra il 19° e il 20° secolo che hanno saputo ampliare il linguaggio
tonale, come Ravel e Debussy, Shostakovich, Prokofiev, Holst, Rautavaara: io
non sono un musicista di formazione classica ma penso si possa ancora trarre
grande ispirazione da questi compositori.
So che avete
un’intensa attività live: come sono i ROTF sul palco?
Amiamo
i tour e suonare dal vivo. Lo abbiamo fatto in tutto il mondo, come indicato
nella biografia inserita nella prima domanda.
I
nostri spettacoli sono altamente energetici e tendiamo a dare tutto quello che
abbiamo dentro. In genere la nostra musica riporta all’atmosfera dell’album,
perchè la nostra produzione - e gli arrangiamenti - è impostata nello stesso
modo, sia nei live che in studio, ma la performance live dà qualcosa in più
abbiamo, perchè ci permette di interagire con il pubblico e anche tra noi, e
gli assoli e le improvvisazioni sono funzionali al momento e al luogo in cui ci
troviamo, diventando quindi attimi unici.
Come giudichi lo
stato della musica in Germania, il vostro paese?
Penso che ci siano alcuni
musicisti davvero brillanti. Molti di loro non sono di origine tedesca, in
particolare a Berlino, che è noto per essere un luogo multiculturale. Ci sono
tantissimi concerti formidabili e molte jam session, e ciò contribuisce a
creare una scena vivace. C’è poi la possibilità, una volta al mese, di
assistere /partecipare ad una jam session Jazz-Rock / Fusion / Prog. Io sono
sempre rimasto colpito dalla qualità e dalla dedizione dei musicisti che
bazzicano da queste parti.
So
che è prevista l’uscita di un nuovo disco: me ne parli?
Certo. Sto lavorando a nuove composizioni. La forma iniziale è
ancora molto prog / fusion, ma in realtà cerca di spostarsi da molte delle
forme tradizionali di questi generi. Pensiamo alla normale produzione di ROTF a
cui si aggiungono suoni epico-cinematografici, percussioni elettroniche, un’immagine
più ampia che incorpora elementi live automatizzati, con pre-produzione di
alcune parti e così via. Ho il mio nuovo studio a Berlino (che utilizzo anche
per spiegare in video come autocostruire un Home Studio) e lo utilizzo per
comporre, arrangiare le parti, produrre l'album e mescolare gli ingredienti
sonori. Ho veramente voluto portare la nostra musica alla fase successiva e
provare a espandere la ricerca. L'album conterrà anche la composizione dei
nostri nuovi membri della band arrangiate nella nuova ottica, e alcune nuove
tecniche di chitarra che normalmente utilizzo e che mostrerò successivamente in
video. Ci aspettiamo di rilasciare ed eseguire l’album a inizio 2017: penso che
i fan di prog, fusion, chitarra e musica cinematografica lo ameranno.
Avete
suonato in tutto il mondo: è prevista qualche vostra performance in Italia?
Ci piacerebbe! Sono in contatto con i vari festival e promotori, e
certamente desideriamo esibirci davanti al pubblico italiano, che sappiamo
essere molto caldo e appassionato al nostro tipo di musica.
Che cosa hanno
pianificato i ROTF per il futuro prossimo?
Andremo in tour in Sud America a novembre, l’annuncio ufficiale
arriverà a breve. Suoneremo in locali e festival in Argentina, Uruguay, Cile e
Perù, una situazione molto eccitante perché non abbiamo mai avuto la
possibilità di esibirci da quelle parti. Stiamo preparando anche un paio di
concerti in Europa per l'inizio del 2017 per supportare l'uscita del disco, e
forse anche un tour in Israele. E come detto prima, l'Italia è sicuramente un
posto dove abbiamo intenzione di venire a suonare!
Sono lontani i tempi
delle percussioni e dell’innamoramento per il mondo Hendrix…
Sono lontani i tempi
delle band seminali, come Il Sistema e Celeste…
Sono lontani i tempi
del flauto traverso e dell’oboe…
Fasi della vita formative,
parte del patrimonio personale, ma l’evoluzione non può arrestarsi -
fortunatamente - e Ciro Perrinovive
intensamente il periodo attuale, proponendo la fusione con il suo strumento, il
pianoforte, un mezzo nobile che gli consente di alimentare una forte fase
creativa, trovando la pace con tutto ciò che lo circonda, favorito da una luce che
lo guida nel cammino quotidiano.
Però… non basta, non è
l’isolamento l’obiettivo! Occorre condividere, convincere, portare acqua al
mulino della conoscenza, raccontando ai virtuosi come un dettaglio possa
migliorare un attimo di esistenza, e la somma di tanti attimi sereni sia un possibile percorso verso la felicità, avendo sempre in mente che “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Ma non si può alzare
la voce, nè scendere per strada e battere i piedi, perchè il minimo che si richiede,
per ottenere il beneficio, è la concentrazione, stato necessario per aprirsi al
nuovo che arriva.
Perrino si inventa
allora i concerti in salotto, con un pubblico limitato ma partecipativo, con un’atmosfera
protetta che favorisce la sintonia tra l’artista e l’ascoltatore, che a quel
punto diventano entrambi protagonisti.
Da questo nuovo corso
nasce l’album “Back Home”, realizzato, anche,
attraverso l’aiuto dei sostenitori, e rilasciato da circa un mese.
L’album è composto da
quattordici brani suddivisi su quaranticinque minuti di musica, e vede
protagonista il pianoforte - Ciro Perrino utilizza un Fazioli F228.
E’ un ritorno a casa dopo
un lungo viaggio, un bouclage, una fermatura del cerchio che permette di
mettere un punto a capo e iniziare con entusiasmo e motivazione una nuova fase,
dove si respira - e si aiuta a far respirare - un’aria nuova, nonostante la
drammaticità di ciò che ci circonda.
E’ un aiuto nel non
farsi sopraffare, nel mantenere l’intimità anche in mezzo alla folla,
condividendo i momenti lieti con gli esseri sensibili.
La Musica può tutto questo,
se guidata in modo naturale ma consapevole, e Back Home pare l’elemento
corretto per condurre in porto i sani sentimenti.
Non è un Musica per ogni
occasione, ma averla a portata di mano permette una fruizione funzionale alle
nostre esigenze spirituali, cangianti nello spazio temporale, e non c’è bisogno
di cultura specifica, ma solo la voglia di lasciarsi andare e seguire un
istinto che, ne sono certo, verrà immediatamente risvegliato, e i frutti non
tarderanno ad arrivare.
Samuele Puppo - “Sam”- è un giovane e brillante musicista savonese, dotato di talento
naturale che gli permette la proposizione di un modello “americano” che lo ha
visto partire dal blues e, a giudicare dal filmato che propongo a seguire, approdare
ad atmosfere più aperte, meno settoriali e, probabilmente, più spendibili.
I
diciotto anni non devono ingannare, Sam ha già una buona gavetta alle spalle,
come si evince dalle note ufficiali a seguire, e dimostra ora il raggiungimento
di una prima maturità che gli consente la “gestione” di un gruppo, appunto Sam & The Band.
Cantante,
chitarrista, compone e canta in lingua inglese, riportando ai folksinger d’oltreoceano,
quelli che pare esistano solo nei film, ma che in realtà riempiono le strade, i
locali e gli album di molteplici zone americane.
Il
video che introduce l’imminente EP si intitola Come
Around e, rispetto al recente passato, si apre a musicalità di
maggior presa immediata, pur mantenendo forte quel particolare profumo che si
respira nelle poche ore di viaggio che servono per coprire la distanza tra Memphis
e Nashville.
Il
giudizio di un solo brano rischia di essere poco centrato ed è sicuramente
parziale, ma il brano che di solito apre al nuovo lavoro risulta poi essere
rappresentativo dell’intera proposta, e in questo senso ho trovato i segnali
della progressione, rispetto al Samuele che ho conosciuto un paio di anni fa.
Il
video, nella sua costruzione, contribuisce a creare buone suggestioni e non è
poi così difficile associare il mood a quello dei tanti movie che vedono
protagonista Jeff Buckley, a cui Sam si avvicina anche fisicamente.
Attendiamo
fiduciosi “On My Way Home” e
gustiamoci l’assaggio!
“Sam & The Band” pubblicano il video del loro primo singolo
E’
uscito il video del primo singolo ufficiale di “Sam & The Band”, neo formazione in trio fondata dal
giovanissimo Samuele “Sam” Puppo di
Celle Ligure, 18 anni appena compiuti, con all’attivo numerosi riconoscimenti
in ambito musicale.
Il
brano “Come Around” farà parte dell’EP: “On My Way Home” che sarà
presentato il prossimo autunno.
“Sam & The Band” è una
formazione che propone brani inediti di libera ispirazione soul, pop e blues,
senza identificarsi in un solo filone.
Oltre
a Sam Puppo cantante, chitarrista,
autore e arrangiatore, ci sono Davide
Medicina (basso elettrico/cori) e Nicola
Arecco (batteria/cori) entrambi provenienti da importanti, precedenti,
esperienze professionali (Dany Franchi Trio, Chantal & The Chain Gang).
Nel singolo “Come
Around”, registrato e mixato da Alessandro
Mazzitelli presso la Mazzi Factory di Toirano, hanno anche suonato Stefano Bergamaschi (tromba); Giovanni Pastorino (tastiere)Marco Di Giuseppe (sax).
Riprese
video Valeria Chiara Puppo;
montaggio Samuele Puppo
Il
progetto grafico è stato curato da Beatrice
Minuto in arte Arbanella.
Samuele,
che ha iniziato a suonare la chitarra all’età di 8 anni, ha all’attivo numerosi
premi artistici. E’ stato infatti vincitore di: "Su La Testa 2014"; "Bluesin'
Pistoia 2015"; "Acoustic Guitar Meeting 2015"; "Arezzo Wave
Love Festival Liguria 2015".
Il brano
si può anche ascoltare gratuitamente su Deezer e Spotify ai seguenti link:
15/6 Evento ILM - Marina di Loano (porto turistico) 23/6 Piano
Terra - via Untoria Savona 24/6 Via
Boagno - Celle Ligure
01/7 Centro Storico - Arenzano
02/7 Marina di Varazze (porto turistico)
22/7 Maama bar - piazza Vacciuoli Savona
Circa sei
mesi fa presentai "Virtual Future",
l’album di ritorno sulla scena, dopo oltre trent’anni, di Zanov (vero nome Pierre Salkazanov),
uno dei pionieri della musica elettronica mondiale.
Questo il
link per rileggere un po’ della sua storia e parte del suo pensiero:
Rotto il
ghiaccio e aperto il varco, Zanov appare
ora inarrestabile nel suo modus creativo, e arriva così Open
Worlds, 44 minuti di musica strumentale suddivisa su 9 tracce.
Sintetizzatori, tastiere, campionario di tecnologia a
disposizione del totale autarchismo di Zanov,
che ci conduce in mondi lontani, apparentemente magici e irraggiungibili, dando
così colore ai sogni a occhi aperti di chi ha la consapevolezza che il viaggio
è possibile anche in assenza dell’elemento dinamico, perché lo stimolo prodotto
dalle atmosfere di Open Worlds allarga ogni piccolo foro comunicativo e lo
trasforma in un tunnel dalle infinite dimensioni, i cui parametri possono
essere cambiati a piacimento.
La musica
elettronica non è poi così semplice, e per chi identifica il messaggio assoluto
con la lirica e il testo più o meno criptico, la dilatazione delle frequenze e
l’ipnotismo sonoro posso diventare un freno alla comprensione ma… cosa c’è da
comprendere?
Chiudiamo gli
occhi e muoviamoci nella storia, accorciando latitudini e longitudini, gioendo
dell’entrata in quei “mondi aperti” di cui Zanov
possiede il passepartout, che fa girare con piacere nella toppa delle porte
cosmiche, per agevolare il nostro
inserimento.
Open Worlds, colonna sonora di un film, virtuale
o reale, poco importa… bentornato Zanov!