The Samurai Of Prog-
“Toki No kaze”
Di Athos Enrile
Ritornano i The Samurai Of Prog e
in sede di commento non posso far altro che ripescare nella memoria giudizi già
espressi, e la convinzione che, almeno dal punto di vista dei lavori in
“studio”, la multinazionale finlandese rappresenti l’essenza della musica
progressiva e tenda a conservare i valori che furono dei primi seventies, con un
logico ammodernamento atto a colmare il grande spazio temporale… ma il
profumo di allora resta intatto.
Mi è capitato recentemente di ascoltare un album cult di rock
progressivo, depurato totalmente della vocalità e di ogni tipo di “durezza” - a favore di trame classiche -, ovvero elementi che, in origine, erano caratterizzanti. Nonostante la "mutilazione" voluta, la bellezza delle trame è tale che la mutazione verso la classicità produce uno stato di immortalità.
Ecco cosa accade alla musica dei Samurai (Kimmo Pörsti alle percussioni, Marco Bernard al basso e Steve Unruh al violino/flauto e voce), un donare estrema dignità ad una musica nata piò o meno cinquant’anni fa, dando risalto a tutte le componenti essenziali (tranne i live, per motivi ovvi…). Vediamo quali:
-trame tipiche del genere (complessità, tempi composti,
estrema libertà espressiva, varietà di genere)
-massimo coinvolgimento di artisti, in azione in ogni parte
del globo (e qui gli aspetti tecnologici si fanno sentire…)
-accurata scelta della grafica e della confezione, riuscendo
a fornire il piacere tipico dell’antico vinile (come sempre, il geniale e fido Ed
Unitsky lascia il segno!)
-una prolificità fuori dal comune, tanto che all’uscita di
ogni album esista già il materiale per quello successivo.
Ciò che è appena stato rilasciato si intitola Toki No kaze.
Perché utilizzare la lingua giapponese?
Bernard svela il segreto: “Sono composizioni originali ispirate dai film di Hayao Miyazaki…”
Un minimo di descrizione di Miyazaki:
regista, sceneggiatore, animatore,
fumettista e produttore cinematografico giapponese. Con una carriera durata
cinquant'anni, Miyazaki è col tempo divenuto l'esponente dell'animazione
giapponese più conosciuto all'estero. È considerato uno dei più influenti
animatori della storia del cinema e secondo molti il più grande regista
d'animazione vivente: la sua figura è stata paragonata più volte a quella di
Walt Disney per l'importanza dei suoi contributi nel settore dell'animazione e
ad Akira Kurosawa per la centralità nella storia del cinema giapponese.
Nei fatti va in scena un vero e proprio parallelismo tra
l’evoluzione dell’opera di uno dei più famosi registi al mondo e la trasposizione
musicale dei TSOP.
Il nuovo album consta di dodici tracce, circa settantacinque
minuti di musica che sempre Bernard descrive così: “Dal pastorale all’epico, questo è rock progressivo sinfonico con un
respiro cinematografico. Ricche orchestrazioni (compresi violino, sassofono,
fiati, trombe e una miriade di tonalità di chitarre e tastiere), con il suono
di un basso Rickenbacker e una batteria dinamica che forniscono la spina
dorsale del tutto…”.
Ho ascoltato con attenzione e in religiosa concentrazione la
progressione dei brani, e la mia estrema sensibilità verso questo modo di
fare e proporre musica mi ha positivamente “stordito”… occorre prendersi il
tempo necessario, sicuri che nessuno nei dintorni sarà portatore della minima
distrazione!
Apre l’album “A Tear in
the Sunset”, lungo pezzo strumentale che nell’idea originale propone l’avventura
di due ragazzi sulle tracce di una misteriosa e magica isola fluttuante nel
cielo… (Castle in the sky”). La
musica è di Octavio Stampalia, che realizza un copione magico su cui iniziano
le prove di orchestra dei Samurai in toto e dei primi collaboratori (oltre a
Stampalia alle tastiere, troviamo Marc Papeghin alla tromba e corno francese,
Kari Riikimaki e Pablo Robotti alle chitarre).
Segue la breve ma fascinosa “Fair Play”, scritta - e suonata al piano - da David Myers,
coadiuvato dal flauto e dal violino di Unruh.
“Zero” (The wind rises) si rifà alla storia di Jirō
Horikoshi, l’ingegnere aeronautico che progettò molti degli aerei da caccia e
bombardamento utilizzati dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale nel
teatro del Pacifico, tra cui il celebre Mitsubishi A6M, utilizzato nell’attacco
di Pearl Harbor.
E’ un altro consistente brano strumentale che accompagna e delinea perfettamente la storia raccontata da Miyazaki. La musica e le tastiere sono di Alessandro di Benedetti, e vede all'opera la band al completo con l’ausilio delle chitarre di Massimo Sposaro e Kari Riikimaki.
E’ un altro consistente brano strumentale che accompagna e delinea perfettamente la storia raccontata da Miyazaki. La musica e le tastiere sono di Alessandro di Benedetti, e vede all'opera la band al completo con l’ausilio delle chitarre di Massimo Sposaro e Kari Riikimaki.
“The Never-Ending Line”
(Impressions on Miyazaki) propone la prima voce dell’album, quella incredibile di Daniel Fäldt,
per un brano scritto da Alessandro di Benedetti (musica) e Federico Tetti
(liriche), che introduce il sax di Marek Arnold: una favola sonora che colpisce
e coinvolge.
“Au contraire” (Porco Rosso) vede salire in cattedra
l’ex Latte & Miele Oliviero Lacagnina, che firma un altro strumentale che
fluttua tra fiati, tastiere e sezione ritmica; ancora una parte orchestrale
atta al racconto liberamente basato sul manga Hikōtei jidai, creato da Miyazaki.
Porco Rosso è ambientato nella nostra penisola, e racconta la storia di un
aviatore diventato maiale, che si rifiuta di venire a patti con il regime
fascista.
“Reality” (Impressions
on Miyazaki) presenta come massima protagonista un’artista a me sino ad
oggi sconosciuta, Yuko Tomiyama, autrice del pezzo (musica e liriche): canta e
si propone alle tastiere, un grande lavoro di squadra che vede, oltre ai
Samurai, Alan Shikoh alla chitarra,
Roberto Vitelli al Taurus pedal e Jose Medina (orchestration).
A seguire “The Bicycle
Ride” (“Kiki’s delivery service”), altra perla
strumentale, struggente e melanconica, con trame che giocano sull’alternanza di
sax, violino e flauto, con il tocco chitarristico femminile della bravissima
Marcella Arganese, a mia memoria nuova all’interno dell’universo TSOP.
Una nuova alchimia nasce con “Castle Blue Dream” (Howl’s
Moving Castle), dove ritorna “la voce”, questa volta di Unruh, che oltre
agli strumenti abituali imbraccia la chitarra classica. Le tastiere sono di
Sergio Chierici. Altro episodio toccante, per melodia e progressione
orchestrale per raccontare immagini e sentimenti che fanno riferimento a “Il Castello Errante di Howl“.
Il nono step si
intitola “The Spirits Around Us” (Princess
Mononoke), che Miyazaki propone con varie sfaccettature: messaggi
animalisti e femministi, ma anche il concetto di conflitto in tutte le sue
possibilità, che si tratti di uomini contro uomini, uomini contro natura o
animali contro animali.
La varietà di artisti
questa volta propone l’ausilio di Danilo Sesti alle tastiere (è sua la musica
mentre i testi sono di Unruh), Fran Turner alla chitarra e Kenrou Tanaka
anch’esso alla chitarra. Un altro punto di eccellenza.
Con “Nausicaä e i Custodi della Vita” (Nausicaä of the valley of the wind)
entra in gioco il team “genovese”, che firma la canzone (Luca Scherani musica
ed Elisa Montaldo le liriche) e si unisce ai TSOP assieme a Marcella Arganese
alla chitarra e Alice Scherani (vocalizzazioni).
Nausicaä, giovane
principessa della Valle del vento, rimane coinvolta in uno scontro con
Tolmechia, un regno che cerca di riportare in funzione un'antica arma per
spazzare via una giungla tossica popolata da insetti giganti. Nausicaä dovrà
cercare di evitare che i tolmechiani irritino queste creature…
Una favola che prende
corpo, un racconto musicale condotto dalla particolare timbrica vocale della
tastierista genovese, arrivata al cantato mano a mano che la sua carriera si è
evoluta.
“Think
Green” (Ponyo) è una favola
sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri.
I tre Samurai si superano, una
sezione ritmica precisa, incalzante e regolata dal tappeto tastieristico di
Miche Mutti (autore della musica), molto emersoniano, e dalle fughe del violino
di Unruh, mentre il vocalist è anche autore dei testi, Michele Marinini.
A chiudere l’album “La
Magia è la Realtà” (Spirited Away),
il cui racconto è paragonabile ad Alice
nel Paese delle Meraviglie, anche se più selvaggio e surreale, ma allo stesso
tempo più credibile e coerente.
Una chicca che vede protagonista ancora Elisa Montaldo, che
oltre a suonare le “sue” tastiere e a scrivere il brano, lo propone cantato in
giapponese, favorita dalla traduzione di Yoshiko Kase, fan del genere e abitué
nel mondo prog.
E’ la ovvia conclusione di una favola, di un viaggio, di un
percorso che va goduto attimo dopo attimo.
Il perfetto binario su cui, in questa occasione, scorrono
musica e racconto, permette a questo manipolo di artisti di spaziare con la
fantasia ampliando la fase creativa.
Il risultato è davvero di primordine, perfetto dal punto
estetico, inappuntabile da quello del ricercato contesto prog, ma tutta questa
“perfezione” sarebbe sterile se fosse fine a sé stessa, se non provocasse, come
invece accade, il piacere d’ascolto che, in questo caso, conduce al sogno, al
mondo della magia, all’invenzione che porta benessere fisico prolungato.
Musicisti straordinari che, utilizzando il collante
dell’obiettivo comune, regalano al pubblico musica di pregio, e più di questo
non credo si possa chiedere…
L’album è appena stato rilasciato ma i TSOP sono nuovamente
in fermento. E già si parla di altri brani “fenomenali”!
Songs / Tracks Listing
1. A Tear in the Sunset (8:07)
2. Fair Play (2:34)
3. Zero (7:40)
4. The Never-Ending Line (4:55)
5. Au Contraire (5:07)
6. Reality (9:24)
6. Reality (9:24)
7. The Bicycle Ride (4:36)
8. Castle Blue Dream (7:38)
9. The Spirits Around Us (5:59)
10. Nausicaa e i Custodi della Vita (5:48)
11. Think Green (6:30)
12. La Magia è la Realtà (6:20)
Total Time 74:46
Line-up / Musicians
- Marco Bernard / Rickenbacker bass
- Kimmo Pörsti / drums and percussion
- Steve Unruh / vocals, violin, flute, guitars
with:
- Octavio Stampalìa / keyboards
- Marc Papeghin / French horn, trumpet
- Kari Riihimäki / guitars
- Pablo Robotti / guitars
- Elisa Montaldo / keyboards, vocals
- Ruben Alvarez / guitars
- José Medina / orchestration
- Danilo Sesti / keyboards
- Fran Turner / guitars
- Kenrou Tanaka / guitars
- Oliviero Lacagnina / keyboards
- Luca Scherani / keyboards
- Marcella Arganese / guitars
- Alice Scherani / vocalization
- Yuko Tomiyama / vocals, keyboards
- Alan Kamran Shikoh / guitars
- Roberto Vitelli / Taurus pedal
- Alessandro di Benedetti / keyboards
- Federico Tetti / guitars
- Daniel Fäldt / vocals
- Antony Kalugin / keyboards
- Marek Arnold / sax
- Sergio Chierici / keyboards
- David Myers / piano
- Massimo Sposaro / guitars
- Michele Mutti / keyboards
- Michele Marinini / vocals
Releases information
Artwork: Ed Unitsky
Illustrations: Alessandra Bernard
CD Seacrest Oy - SCR-1022 (2019, Finland)
Mixato con una qualità adatta agli audiofili
da Kimmo Pörsti dei The Samurai, con una splendida confezione creata dal già
citato Ed Unitsky.