L’ANGOLO DEL LIBRO
“Era una giornata di sole”, di
Mariano Brustio
Alla fine dell’esposizione
delle mie “emozioni da lettura” utilizzerò note ufficiali, un pò di sunto
oggettivo tratto dal comunicato, tanto per evitare ogni tipo di “spoiler”, termine
tanto usato di questi tempi, che indica l’inserimento di indicazioni che
potrebbero danneggiare la fruizione, in questo caso, del libro che si ha tra le
mani.
Parlo di un romanzo, “Era una giornata di sole”, realizzato da Mariano Brustio.
Sarebbe davvero un
peccato ridurre, anche minimamente, il piacere totale che accompagna la
lettura. Questa lettura.
Sullo sfondo alcuni
degli amori dell’autore: Genova, il mare, il concetto di viaggio - reale e
virtuale -, il tutto proposto in un ristretto arco temporale, quattro lustri
compresi tra gli anni ’60 e ’80, quelli della giovinezza di Brustio, e
anche della mia.
Che c’entro io?
Vivere lo stesso
periodo storico a pochi passi dal luogo dove il romanzo ha inizio mi ha portato
ad immedesimarmi in modo totale, permettendomi un’immersione nei luoghi, nelle
situazioni, nelle idee progettuali.
E’ nota anche la
passione musicale dell’autore - altro punto in comune - che scaturisce tra le
righe quando si fa riferimento alla canzone “Nancy”, di Fabrizio De Andrè. E giù altra “genovesità”!
Sono rimasto affascinato
dai luoghi, dalle storie in progressione, dalle esperienze di vita, dai
personaggi che nascono e crescono, quasi tutti buoni esempi, spesso vittime ma
sempre alla ricerca del riscatto perseguito attraverso l’impegno e la generosità,
uno stato di vita talmente positivo da diventare contagioso, alimentando al
contorno solo il benessere dell’anima.
Il libro si presta al
racconto del contenuto attraverso alcune metafore e citazioni, come quella sui marinai
(“…al cattivo marinaio capitano sempre
venti contrari”) o sull’abitudine di giudicare indiscriminatamente (“… preservami dal giudicare un uomo prima di
aver percorso un miglio nei suoi mocassini)”.
Ne aggiungo una molto
sfruttata ma indubbiamente calzante, quella che evidenzia la bellezza del
viaggio che diventa il vero obiettivo, più importante della meta prefissata.
E il cammino dei
protagonisti vede un manipolo di amici che si muove nella vecchia Genova, tra
darsena e caruggi, tra lavoro duro e voglia di amore, tra differenze sociali e
amicizia.
Dalla Liguria alla
Svizzera, sino al Canada, un continuo percorso triangolare, con opportune diramazioni,
che permette di raccontare la vita di Eugenio e Susanne, legata da profondo
amore, ostacolato da muri che verranno abbattuti, e la costruzione dolorosa e
laboriosa del nucleo famigliare permetterà l’allargamento degli affetti, quelli
iniziali che rimarranno poi per tutta la vita, uniti a quelli afferrati durante
il percorso.
E la forza dei due
protagonisti è talmente contagiosa che si trasforma in calamita, capace di
attrarre solo elementi plasmabili verso il positivo, sino a cambiare le sorti
dei meno fortunati.
Si parla di amore
forte e impossibile da distruggere, nonostante la lontananza; si esalta il
concetto di amicizia, di condivisione, di accettazione e integrazione, quello
che porta a donare a gli ultimi favorendo la loro rinascita.
Si evidenzia la
necessità dell’esempio positivo e della cura verso le diramazioni, anime che, una
volta messe al mondo, necessitano di una guida sicura, che possa limitare
errori e sbandamenti, che prima o poi arriveranno.
Tutti questi concetti
si sviluppano nel racconto, spesso drammatico, a volte felice, e mi sono
ritrovato spesso col sorriso sulla bocca, calato sulla scena come fossi una
delle pedine dello scacchiere: anche io ho viaggiato con Brustio e le sue
creature.
Le descrizioni dell’autore
sono efficaci e rendono bene l’idea dei luoghi e degli sfondi, e su tanta
bellezza itinerante lo sviluppo porta a riflessioni che, quando riguardano le
nostre esistenze, sono necessariamente di grande valenza.
Rubo un’altra metafora
dall’amico Luciano Boero, che in una sua canzone descrive la vita come un
percorso in autostrada, con tanti tunnel (i momenti neri) da cui si esce
sempre, un continuo altalenare di bene e male, di buio e luce; e poi arriva la
galleria finale, quella che attende tutti noi, senza distinzione alcuna.
Ma le salite e le
discese sono messe in conto, insegnano, rafforzano e ci cambiano.
La storia che Brustio
racconta pare davvero attuale, quasi un testo didattico, un insegnamento dei
valori che realmente contano: l’importanza della famiglia e una vita
basata sull’inclusione e sul rispetto, senza mai arrivare alla perdita della dignità.
Mi guardo attorno e
viene facile la comparazione: dove abbiamo sbagliato? Quali strade hanno preso i
nostri giovani? Quali valori siamo in grado di trasmettere?
La lettura di “Era una giornata di sole” ci regala un
modello da seguire, a mio giudizio non illusorio, e poco importa la lontana ambientazione
temporale, perché se è vero che in cinquant’anni il mondo si è stravolto, è
altrettanto vero che esistono concetti cardine che regolano la vita di uomini e
donne, linee guida ancora più valide e necessarie ai giorni nostri.
Mi sono commosso, ho
ripensato ai miei errori e alle mie convinzioni, ai paletti che la vita mi ha
messo davanti e a quelli che ancora mi metterà, ed è stato gratificante realizzare
che il modello di Brustio è anche un pò il mio.
Libro imperdibile!
Sinossi
Il romanzo è
incentrato sulle vicende dello sventurato marinaio Eugenio e della sua compagna
Susanne, orfana dei genitori svizzeri, cresciuta in un sanatorio immaginario
della riviera ligure ed allevata poi presso una facoltosa famiglia genovese.
Racconto particolarmente focalizzato sulla statura psicologica dei personaggi e
sull'alone poetico che li avvolge. Racchiude in sé più vicende di vita, amore e
amicizia. L'ambiente marinaresco, i paesaggi del Québec, le avventure di
Jacques e Mireille fanno da contorno al racconto che spazia degli anni ‘60,
sino ai primi anni ’80, spaziando per luoghi tutti reali, dai laghi del
novarese alla Svizzera, da Genova al Canada, ed approdando in un paese
immaginario lungo la costa canadese. Questi luoghi fanno da sfondo all’umanità
dei personaggi, intorno ai quali s’intrecciano altre storie di protagonisti
all’apparenza marginali, ma che sul piano del racconto sostengono le vicende di
Eugenio e Susanne e del loro figliolo Jacques, divenendo efficaci testimoni dei
protagonisti e dell’intera storia narrata. Un romanzo delicato, piacevole da
leggere e appassionante sino alle ultime righe. Il finale potrebbe lasciare
leggermente l'amaro in bocca, ma nello stesso tempo consegna un messaggio
d'ottimismo e speranza, con quell'ultimo accento sulla 'giornata di sole' che è
anche icona dell’opera.
Note d’autore
Biogafia dell’autore
Mariano Brustio,
classe 1959, ha collaborato alla stesura dei volumi su Fabrizio De André “E poi
il futuro” - Mondadori 2001, “Belin, sei sicuro?” - Giunti 2003, come coautore al
libro “Volammo Davvero” - Fondazione De André - Bur 2007 e per diversi mesi ha
lavorato fianco a fianco a Fernanda Pivanodurante la preparazione del volume
"The Beat Goes On" - Mondadori. Storico socio fondatore della omonima
Fondazione, ha curato decine di mostre itineranti su Fabrizio De André e la sua
opera, dal 2000 ad oggi, spesso con il regista Pepi Morgia. Ha pubblicato suoi
scritti e collaborato alla realizzazione del CD “Ed avevamo gli occhi troppo
belli” ed al DVD “Ma la divisa di un altro colore” per la “editrice A”, con la
quale tuttora collabora pubblicando articoli sulla rivista mensile “A”. Ha
collaborato alla pubblicazione di un dossier relativo al cantautore francese
Georges Brassens (A rivista n. 371) e ad un dossier relativo alle condizioni
del Mar Mediterraneo (A rivista n.373). Ha collaborato alla realizzazione del
DVD “Fabrizio De André in Concerto” - edito dalla Fondazione Fabrizio De André
- BMG-Ricordi 2004 curandone la dettagliata discografia ufficiale. Nel 2016 ha
pubblicato un suo racconto sul volume Fondazione "Nelle ferite del
Tempo" (Photocity 2016), pro terremotati. Ha recensito racconti e romanzi
di vari autori, non solo in ambito musicale e ne ha curato la presentazione
pubblica in Italia. Vive e lavora accanto al lago Maggiore.
Dove si può trovare il libro:
Mariano Brustio contatti: