Non capita spesso di raccontare un nuovo album dopo un
incontro con l’artista che lo propone.
La video intervista a seguire, realizzata negli studi
della Videoradio di Beppe Aleo, aveva come naturale
obiettivo la scoperta del nuovo mondo sonoro di Ricky Portera, pronto a riproporsi con un disco solista dopo un
lungo periodo, sette anni.
Ma come spesso accade quando nasce il feeling
positivo, il breve spot si è trasformato in lungo incontro, e il nuovo album è
diventato, “solo”, uno degli argomenti, perché in cinquanta minuti è passato
tutto un film, una vita intera che a questo punto della storia sembra
ricominciare, con un episodio discografico che coincide con l’autoaffermazione
che, finalmente, la maturità è arrivata.
La vita rock è un po’ dannata, almeno nell’immaginario
comune, e certe leggende vanno alimentate perché il ruolo va rispettato, ma
scavando in profondità emerge che “il
grande figlio di puttana” è un ragazzo come tanti altri… o forse meglio
dire ex ragazzo, perché ciò che ha rovesciato sul suo nuovo lavoro è un segno
ben preciso, che nulla ha a che fare con lo stato anagrafico, ma testimonia che il tempo della superficialità è finito.
Mi dice Ricky: “ … ormai
non ho più niente da dimostrare, non ho battaglie da combattere per fare vedere
chi realmente sono!”. Dietro ad un look molto “duro” traspare un’estrema
semplicità e voglia di serenità.
Lungo preambolo per giustificare “Fottili”,
un album atteso da tempo, ricco di ospiti/amici, con una logica manageriale che
ha portato Portera ad una sorta di autarchismo, positivo, visto che si è
riscoperto buon bassista.
Ricky è un grande chitarrista, musicista poliedrico,
vocalist.
Ricky è anche l’artista a cui sono legate entità
musicali importanti… Dalla, Stadio, Finardi, Ron, Bertè… tanto per citarne
alcune.
Ricky è l’uomo dalle mille esperienze di vita, ma con
il freno a mano un pò tirato sui grandi temi del quotidiano, un blocco che solo ora si ammorbidisce, e calando lentamente
favorisce un andamento costante che rende chiaro, purtroppo o per fortuna, il
panorama: una visuale drammatica, dove tutto appare in decadenza e i colpevoli
hanno un nome; e in questo stato di piena coscienza il tappo salta ed esce
fuori la delusione, e poi la rabbia, una forza che spinge a trasgredire alla
luce del sole, senza aver paura di essere puniti, sicuri di essere nel giusto. “Fottili”,
fallo più che puoi perché la misura è colma.
La rabbia di Ricky Portera è il DNA di questa nuova
produzione, nata non per obbligo, ma per il bisogno di urlare al mondo che è il
momento di cambiare, e che il contributo può arrivare da ciascuno di noi.
Tracce rock, ma anche soft, collegate tra loro come in
un concept, non certo cercato, ma trovato all’improvviso tra le mani, perché ogni
step musicale è un frammento di vita che contribuisce a comporre un mosaico.
Gli amici dicevo… Gaetano Curreri, PierDavide Carone, Pino Scotto, Andrea
Innesto (Cucchia), Claudio “Gallo “ Gollinelli.
Gli amici
capaci di dire: “ … e suoni ancora la tua musica con rabbia e cortesia,
sorriso sulle labbra che nessuno porta via…”
Gli amici
che non ci sono più, ma sono fortemente presenti, come Massimo Riva a
cui è dedicato il brano “Che male fai”.
Un lungo
viaggio temporale, accorciando i lustri con la musica.
Un lungo
viaggio spaziale, dalla Sicilia all’Emilia.
Un lungo
viaggio con la mente, dopo aver raccolto le idee e costruito il giusto impianto
propositivo.
Un disco
duro, a volte dolce, tra rock, ballad e cantautorato, che deve avere la
corretta considerazione, spesso impossibile da captare con il solo ascolto.
“Fottili”
poteva nascere sotto altri auspici, poteva essere un buon disco, realizzato da ottimi musicisti guidati dal leader, e
già sarebbe bastato; ma andando a fondo emergono i veri significati e i buoni
intenti di un uomo che probabilmente non aveva pianificato una particolare
uscita discografica, ma è stato spinto dall’esigenza di fare sentire la propria
voce, il proprio messaggio, e ha poco importanza se arriva solo ora, al
compimento dei sessant’anni.
Gli ho
chiesto, più o meno: “ Ricky, ma pensi che il messaggio musicale possa
aiutare a cambiare le cose?”. Mi ha risposto, più o meno:“ Forse il
mondo no, ma io provo a gettare un seme…”.
Per me
basta e avanza.
Dal 27
Maggio l’album sarà disponibile, e i motivi per acquistarlo ed ascoltarlo ci
sono tutti.
http://www.videoradio.org/sito.htm