Bryan Adams mi e' sempre piaciuto.
Ho dei
ricordi bellissimi legati alle sue canzoni, cose che sfuggono alla razionalità.
Ho avuto
modo di ascoltarlo nel 2005 e ripropongo il mio commento di allora.
Il
filmato che segue e' tratto dalla sua esibizione a MTV ed è unplugged.
"Cuts like a knife"
Data:
16/09/2005
Ieri sera
ho assistito ad un altro concerto, il secondo quest’anno, il quarto in 3 anni.
Non e’
molto , ma dopo un buco di 23 anni…
Era di
scena Bryan Adams, un bravo rocker che
personalmente conosco dal 1996,anno in cui acquistai qualche
cassetta in Oriente, più per noia che per vera voglia.
Canzoni
dolci, melanconiche ,ma soprattutto pezzi da far saltare dalla sedia.
Il Mazda
Palace e’ per me una novita’, ma mi piace subito, ordinato,
raccolto,pulito. Anche l’acustica si dimostrerà discreta.
Ho un
biglietto numerato, per una poltroncina in tribuna est,davanti al palco , ma
lontano.
Un mio
amico ha deciso di venire all’ultimo momento ed ha trovato solo l’accesso al
posto unico, in piedi, ma attaccato al palco.
Approfittiamo
del nostro anticipo colgo occasione per girare un po’ e gustare l’atmosfera.
Mi
incavolo subito avvicinandomi ad una coppietta di ragazzini che sorride per le
mie scarpe da vela, gialle.
D’impulso
li schiaccerei,ma poi mi ricordo che alla loro età ero lo stesso idiota
irriverente.
Cerco il
mio posto, mi accomodo ed inizio a far girare gli occhietti per analizzare,
studiare ed immaginare, come sempre mi accade in simili circostanze.
La prima
ricerca e’ sulla possibile composizione del pubblico.
Bryan avrà
più o meno la mia età per cui non mi aspetto solo teen ager.
Molti
20enni, 30enni, ma molte persone attorno al mezzo secolo.
La musica
e’ di tutti e tutti posso ascoltarla o suonarla.
Uomini in
giacca e cravatta, persone sportive, pantaloni corti, lunghi,
medi,lustrini,gioielli, jeans, un po’ di tutto insomma… ma esiste
l’abbigliamento da concerto?
A
giudicare dalle bancarelle esterne sarebbe d’obbligo indossare un indumento
adeguato. Io lo compro, come sempre, e mai lo indosserò.
Il palco
cattura la mia attenzione con i tecnici al lavoro e le luci in evoluzione, col
sottofondo di tanta musica conosciuta.
Ho le
orecchie tese ed ascolto i discorsi di chi mi circonda.
Dietro di
me si parla di notai e di vecchi concerti.
Alla mia
sinistra un uomo molto serio che non muoverà una ruga neanche sulle note di”Run
to you”, sotto… non saprei, alla mia destra una coppia molto
seria, con lui che tenderà a sciogliersi col crescere del concerto, guardandosi
furtivamente attorno per cercare comportamenti di altri, e finendo alla
grande,battendo le mani ed i piedi.
Non sento
particolare emozione , ma una giusta attesa che so, non verrà delusa.
Alla
biglietteria ci hanno detto della presenza di un supporter ma non ne conoscono
il nome, e da nessuna parte ne esiste traccia scritta.
Salgono
in quattro sul palco , a sorpresa, senza neanche presentarsi.
Se sono
supporter non devono essere molto conosciuti!!!
C’e’ un
cantante /pianista, un altro tastierista, batteria e basso.
Iniziano,
ed e’ una grande sorpresa.
I pezzi
mi prendono subito e sono già mentalmente in internet, alla ricerca di ogni
cosa possibile di questo gruppo rivelazione.
La voce
mi entra dentro e la sezione ritmica e’ fantastica.
Impossibile
descrivere i meccanismi che certa musica fa scattare in noi , ma in quei
momenti particolari vorresti essere li sul palco e sostituirti a lui, a loro,
agli idoli di quel momento.
Al terzo
pezzo capisco che il gruppo e’ conosciuto perche’ il ritornello e’ qualcosa da
classifica di MTV.
Le
ragazze dietro di me sono anch’esse interessate e si pongono le mie domande,
senza avere risposta.
Alla fine
dell’esibizione mi avvicino al banco “bibite” dove due giovincelli si danno da
fare tra coca e pop corn.
Immagino
che loro sappiano chi ha appena finito di suonare.
La
ragazza mi suggerisce un nome che mi faccio ripetere 2 volte ma… I didn’t catch
that name. Solo Daniel mi resta chiaro, per il resto..Potter..Power…chi lo sa’!
Scopro
oggi che si tratta di Daniel Powter.
Da
lontano vedo una faccia conosciuta, mio cugino.
Me lo
ritrovo accanto dopo poco, e mi racconta dei suoi 5 by pass al cuore ,mentre il
concerto inizia.
La musica
non posso descriverla come vorrei.
E’ tutto
repertorio vecchio e ne sono felice, così come tutte le persone che pian piano
si alzano per trovare spazio e per poter ballare liberamente.
Posseggo
un dvd di un loro concerto e li ricordavo in 3 , con Brian al Basso.
Stasera
lui e’ alla chitarra accompagnamento, e poi i suoi “maestri”, come lui li
definisce: chitarra solista, basso, batteria e tastiere.
E’ molto
disponibile col pubblico, ed a metà spettacolo ripete quello che credo faccia
ogni volta.
Sceglie
una ragazza del pubblico (rigorosamente ragazza), e dopo avere accertato che
conosce le parole della canzone la invita sul palco per cantare con lui.
Qualche
domanda e scopriamo che Carolina, poco più che 20enne, e’ di Genova e studia
scienze politiche, cosa che induce il nostro amico ad ironizzare sul bel paese
e sul futuro, nelle mani della nostra studentessa.
La bacia,
la stringe, ci gioca con la chitarra e Carolina si dimostra all’altezza.
Io penso
a come questa serata resterà impressa nella sua mente, per tutta la vita, ed
immagino che alla fine del concerto cercherà qualche ripresa video per rivedere
la sua performance e sognare. Questa e’ roba da tenere per i figli!
Carolina
ti ho invidiato, non perchè hai baciato B. Adams,ma io, aspirante musicista,
avrei voluto provare una cosa simile nella vita, e anche se il tuo momento e’
stato un soffio , un alito di vento, probabilmente ti e’ mancato il respiro, e
1000 volte ti mancherà ripensando a quel momento. E questo e’ quanto di meglio
si possa desiderare.
Magari
adesso, mentre sto scrivendo, alle 16 del 16 /9/05, ne stai parlando con la tua
migliore amica.
Il
concerto prosegue, ed il nostro Adams preannuncia che sarà una lunga notte, una
notte di musica , di buona musica.
Tra un salto
e l’altro, tra una divagazione e l’altra , con accenno ai Led Zeppelin,si
arriva alla falsa fine.
Tre bis
di rito mentre io mi sono avvicinato al palco, per poter vedere se la sua
faccia e’ ancora butterata. Lui scende tra i comuni mortali e si fa toccare.
Il mio
amico non si accorge che sono dietro e lo osservo mentre potrende le mani verso
il suo idolo del momento e mi fa piacere vedere che la musica ha effetti strani
su tutti, non solo su di me.
Si
finisce con Bryan, la sua chitarra acustica ed il suo pubblico… tre entità che
si fondono per dare un senso ad una serata diversa,per me indimenticabile.
Ce ne
andiamo, composti, ordinati, e non posso fare a meno di tornare con la mente
alle diversità di questo fine concerto, con quelli degli anni 70.
Sono
passati molti anni e ancora c’e’ la voglia, la passione, la spinta a vivere
eventi semplici ma portatori di emozioni.
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