sabato 3 novembre 2007

Bryan Adams: live a Genova nel 2005



Bryan Adams mi e' sempre piaciuto.

Ho dei ricordi bellissimi legati alle sue canzoni, cose che sfuggono alla razionalità.

Ho avuto modo di ascoltarlo nel 2005 e ripropongo il mio commento di allora.

Il filmato che segue e' tratto dalla sua esibizione a MTV ed è unplugged.


"Cuts like a knife"

Data: 16/09/2005

Ieri sera ho assistito ad un altro concerto, il secondo quest’anno, il quarto in 3 anni.
Non e’ molto , ma dopo un buco di 23 anni…
Era di scena Bryan Adams, un bravo rocker che personalmente conosco dal 1996,anno in cui acquistai qualche cassetta in Oriente, più per noia che per vera voglia.
Canzoni dolci, melanconiche ,ma soprattutto pezzi da far saltare dalla sedia.
Il Mazda Palace e’ per me una novita’, ma mi piace subito, ordinato, raccolto,pulito. Anche l’acustica si dimostrerà discreta.
Ho un biglietto numerato, per una poltroncina in tribuna est,davanti al palco , ma lontano.
Un mio amico ha deciso di venire all’ultimo momento ed ha trovato solo l’accesso al posto unico, in piedi, ma attaccato al palco.
Approfittiamo del nostro anticipo colgo occasione per girare un po’ e gustare l’atmosfera.
Mi incavolo subito avvicinandomi ad una coppietta di ragazzini che sorride per le mie scarpe da vela, gialle.
D’impulso li schiaccerei,ma poi mi ricordo che alla loro età ero lo stesso idiota irriverente.
Cerco il mio posto, mi accomodo ed inizio a far girare gli occhietti per analizzare, studiare ed immaginare, come sempre mi accade in simili circostanze.
La prima ricerca e’ sulla possibile composizione del pubblico.
Bryan avrà più o meno la mia età per cui non mi aspetto solo teen ager.
Molti 20enni, 30enni, ma molte persone attorno al mezzo secolo.
La musica e’ di tutti e tutti posso ascoltarla o suonarla.
Uomini in giacca e cravatta, persone sportive, pantaloni corti, lunghi, medi,lustrini,gioielli, jeans, un po’ di tutto insomma… ma esiste l’abbigliamento da concerto?
A giudicare dalle bancarelle esterne sarebbe d’obbligo indossare un indumento adeguato. Io lo compro, come sempre, e mai lo indosserò.
Il palco cattura la mia attenzione con i tecnici al lavoro e le luci in evoluzione, col sottofondo di tanta musica conosciuta.
Ho le orecchie tese ed ascolto i discorsi di chi mi circonda.
Dietro di me si parla di notai e di vecchi concerti.
Alla mia sinistra un uomo molto serio che non muoverà una ruga neanche sulle note di”Run to you”, sotto… non saprei, alla mia destra una coppia molto seria, con lui che tenderà a sciogliersi col crescere del concerto, guardandosi furtivamente attorno per cercare comportamenti di altri, e finendo alla grande,battendo le mani ed i piedi.
Non sento particolare emozione , ma una giusta attesa che so, non verrà delusa.
Alla biglietteria ci hanno detto della presenza di un supporter ma non ne conoscono il nome, e da nessuna parte ne esiste traccia scritta.
Salgono in quattro sul palco , a sorpresa, senza neanche presentarsi.
Se sono supporter non devono essere molto conosciuti!!!
C’e’ un cantante /pianista, un altro tastierista, batteria e basso.
Iniziano, ed e’ una grande sorpresa.
I pezzi mi prendono subito e sono già mentalmente in internet, alla ricerca di ogni cosa possibile di questo gruppo rivelazione.
La voce mi entra dentro e la sezione ritmica e’ fantastica.
Impossibile descrivere i meccanismi che certa musica fa scattare in noi , ma in quei momenti particolari vorresti essere li sul palco e sostituirti a lui, a loro, agli idoli di quel momento.
Al terzo pezzo capisco che il gruppo e’ conosciuto perche’ il ritornello e’ qualcosa da classifica di MTV.
Le ragazze dietro di me sono anch’esse interessate e si pongono le mie domande, senza avere risposta.
Alla fine dell’esibizione mi avvicino al banco “bibite” dove due giovincelli si danno da fare tra coca e pop corn.
Immagino che loro sappiano chi ha appena finito di suonare.
La ragazza mi suggerisce un nome che mi faccio ripetere 2 volte ma… I didn’t catch that name. Solo Daniel mi resta chiaro, per il resto..Potter..Power…chi lo sa’!
Scopro oggi che si tratta di Daniel Powter.
Da lontano vedo una faccia conosciuta, mio cugino.
Me lo ritrovo accanto dopo poco, e mi racconta dei suoi 5 by pass al cuore ,mentre il concerto inizia.
La musica non posso descriverla come vorrei.
E’ tutto repertorio vecchio e ne sono felice, così come tutte le persone che pian piano si alzano per trovare spazio e per poter ballare liberamente.
Posseggo un dvd di un loro concerto e li ricordavo in 3 , con Brian al Basso.
Stasera lui e’ alla chitarra accompagnamento, e poi i suoi “maestri”, come lui li definisce: chitarra solista, basso, batteria e tastiere.
E’ molto disponibile col pubblico, ed a metà spettacolo ripete quello che credo faccia ogni volta.
Sceglie una ragazza del pubblico (rigorosamente ragazza), e dopo avere accertato che conosce le parole della canzone la invita sul palco per cantare con lui.
Qualche domanda e scopriamo che Carolina, poco più che 20enne, e’ di Genova e studia scienze politiche, cosa che induce il nostro amico ad ironizzare sul bel paese e sul futuro, nelle mani della nostra studentessa.
La bacia, la stringe, ci gioca con la chitarra e Carolina si dimostra all’altezza.
Io penso a come questa serata resterà impressa nella sua mente, per tutta la vita, ed immagino che alla fine del concerto cercherà qualche ripresa video per rivedere la sua performance e sognare. Questa e’ roba da tenere per i figli!
Carolina ti ho invidiato, non perchè hai baciato B. Adams,ma io, aspirante musicista, avrei voluto provare una cosa simile nella vita, e anche se il tuo momento e’ stato un soffio , un alito di vento, probabilmente ti e’ mancato il respiro, e 1000 volte ti mancherà ripensando a quel momento. E questo e’ quanto di meglio si possa desiderare.
Magari adesso, mentre sto scrivendo, alle 16 del 16 /9/05, ne stai parlando con la tua migliore amica.
Il concerto prosegue, ed il nostro Adams preannuncia che sarà una lunga notte, una notte di musica , di buona musica.
Tra un salto e l’altro, tra una divagazione e l’altra , con accenno ai Led Zeppelin,si arriva alla falsa fine.
Tre bis di rito mentre io mi sono avvicinato al palco, per poter vedere se la sua faccia e’ ancora butterata. Lui scende tra i comuni mortali e si fa toccare.
Il mio amico non si accorge che sono dietro e lo osservo mentre potrende le mani verso il suo idolo del momento e mi fa piacere vedere che la musica ha effetti strani su tutti, non solo su di me.
Si finisce con Bryan, la sua chitarra acustica ed il suo pubblico… tre entità che si fondono per dare un senso ad una serata diversa,per me indimenticabile.
Ce ne andiamo, composti, ordinati, e non posso fare a meno di tornare con la mente alle diversità di questo fine concerto, con quelli degli anni 70.

Sono passati molti anni e ancora c’e’ la voglia, la passione, la spinta a vivere eventi semplici ma portatori di emozioni.

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