Alberto Fabbris-“The New Journey”
Da poco
più di un mese è in circolo l’album di debutto di Alberto
Fabbris, cantautore country/folk/rock che propone “The New
Journey”, nove tracce con caratteristiche ben precise che
sarà facile decodificare già al primo ascolto.
Per realizzare un’immagine adeguata ad un esordio, a fine articolo propongo la sua biografia musicale e, nel corso del commento, un paio di video che hanno anticipato il disco.
Come spesso accade in questi casi, il termine esordio fa riferimento ad un atto ufficiale e concreto, ma la storia del pur giovane Fabbris inizia oltre trent’anni fa, quando i primi studi di chitarra chiarirono all’impatto che la passione per strumento e musica erano roba seria. Trasformare il tutto in un mestiere resta purtroppo quasi sempre un fatto confinato nell’ambito onirico.
Nonostante
i logici ausili da studio - e si spera live -, viene facile accostare la musica
e l’atmosfera proposta agli intenti di un one man band in giro per la
sconfinata America, perché è quella l’ambientazione dichiarata.
Dice Fabbris: “Attraverso i brani che lo compongono, The New Journey racconta le tappe di un viaggio in mezzo a luoghi inesplorati. Ogni canzone è un incontro e una rivelazione. Un percorso verso Ovest alla ricerca di un nuovo orizzonte da scoprire e contemplare”.
È il
sogno di molti… un’auto decapottabile ritirata a Chicago, 4000 chilometri sulla
Route 66 sino ad arrivare a Los Angeles, attraversando stati e culture, motel e
campeggi, alla ricerca di un pub o un po' di verde in cui suonare, un colpo e
via.
Forse
i percorsi idealizzati da Fabbris sono diversi… le occasioni e le
predisposizioni personali portano a sentieri inaspettati, sempre differenti da
persona a persona, ma resta la voglia di raccontare e raccontarsi con la propria
voce, il proprio strumento e quella necessità di condivisione che arriva subito
dopo l’atto creativo.
Alberto Fabbris è dunque un cantautore, uno che si racconta e si propone in modo decisamente autarchico, e gli episodi del suo itinerario diventano canzoni, roba di nicchia, musica non per tutti, perché per poter apprezzare certe sfumature bisogna aver dentro amori, passioni e talenti che sono spesso doni di Dio e non il frutto di uno studio specifico.
Ascoltando i suoi episodi sonori - attraverso la chitarra acustica, la voce, il banjo, la resofonica, il contrabbasso e l’armonica - sono diventato parte attiva entrando nel progetto, e se è vero che la mia predisposizione al viaggio e il mio amore per l’America mi rendono forse poco oggettivo, ho l’impressione che qualsiasi ascoltatore scevro da pregiudizi potrebbe provare sensazioni positive e sentire una certa ebbrezza, quella magari avvertita attraverso le immagini di uno schermo.
Se il messaggio sintetico riporta alla conseguenza di incontri itineranti, dal punto di vista musicale emergono skills di prim’ordine che potrebbero far pensare ad una lunga “navigazione professionale” precedente.
I brani sono sufficientemente variegati e ho apprezzato particolarmente il timbro vocale, che ad apertura d’album, nel brano forse più “pop” intitolato “I Am the Wind” mi ha ricordato Chad Kroeger e i suoi Nickelback. Non male!
A seguire “The New Journey”, e qui il bottleneck spinge in una direzione precisa, dando carattere e chiave di lettura al “nostro” viaggio sonoro. La scelta della title track fornisce sempre dettagli sul pensiero di chi ha creato.
“Big River” è una ballad che si immagina suonata sulla riva di un fiume, al calar del sole, con una natura selvaggia che diventa il focus dell’aggregazione dei potenziali viaggiatori.
“Desert
Town” è un altro pezzo molto evocativo e si fregia della presenza di un
video che fornisce un’altra dimensione utile al coinvolgimento e che propongo a
seguire…
A metà album troviamo il rock lento “Shaman”, con un inciso di chitarra solista lancinante, utile a disegnare figure carismatiche, ispirate, dalle capacità comunicative superiori. Meraviglioso!
Che
cosa può scaturire all’improvviso da un vecchio vaso dimenticato? La delicata “The
Ancient Jar” conduce al sogno, e il saggio arpeggio unito alla vocalità
fanno di questo brano un momento catartico imperdibile.
Anche
in questo caso possiamo usufruire di un contributo supplementare…
“A Walk on the Rainbow” permette di cambiare registro, si alza il ritmo, la positività di pensiero viene “raccontata” dal virtuosismo chitarristico e dalle immagini che fuoriescono spontanee dalla musica: una camminata sull’arcobaleno deve per forza essere portatrice di allegria!
Il viaggio sta per finire, almeno per il momento; alziamo gli occhi e ci lasciamo guidare da una stella, e la ballad “Western Star” ci racconta come si può essere guidati dalla sola osservazione, quella che dall’estremo est americano ci sta portando a toccare il versante opposto. Commovente!
A chiusura “To the Sun” e l’impressione di aver viaggiato con Alberto diventa vivida. Il suo modo di fare musica, la sua voce, la sua idea di utilizzo dello strumento rendono “The New Journey” l’album di ogni potenziale viaggio, diventando qualcosa in più, forse nemmeno cercato dall’autore, ma arriva prepotente la voglia di dare molteplici chance di ascolto, nella speranza che numerosi saranno i viaggi a seguire.
Un gran bel disco, e si fa fatica a pensare che sia solo il primo di un cantautore che appare invece maturo da ogni punto di vista.
Consiglio
vivamente l’ascolto che, ne sono certo, sarà oggetto di ripetuti giri di
giostra!
Un po' di info ufficiali…
“The New Journey” è uscito il 25 settembre 2023 per DELTA Records & Promotion, ed è disponibile su tutti i Digital Store mondiali.
È tato
registrato e auto-prodotto presso l’home studio personale tra il 2020 e il 2021
e finalizzato nel periodo seguente.
Lista delle tracce (cliccare sul titolo per ascoltare):
5-Shaman
Testi e Musica: Alberto Fabbris - eccetto traccia 3
Alberto e Daniele Fabbris
Produzione e arrangiamenti: Alberto Fabbris
Supporto al missaggio e Mastering: Marco
Chierichetti
Tutti gli strumenti suonati da Alberto Fabbris ad
eccezione del basso nelle tracce.2,3,7 suonato da Gabriele Cerutti
Grafiche: Aram Kalaydjian
Chi è Alberto Fabbris?
Chitarrista,
cantante e cantautore, Alberto Fabbris inizia il suo percorso musicale nel 1990
attraverso lo studio della chitarra classica. Con il passaggio alla chitarra
elettrica, tre anni più tardi, cominciano le prime esperienze in varie cover
band del Lago Maggiore, in provincia di Verbania, tra le quali figurano Raving
Mad (1995-2010), FLC (2005-2008) e MezzaKiara (2007-2010).
Nel 2007
esordisce in veste di cantante, oltre che chitarrista, con la band di sempre, i
Raving Mad, eseguendo dal vivo, in trio, un repertorio rock anni ‘60 - ‘70.
Le innumerevoli
esibizioni live della prima decade degli anni 2000 forniscono quindi le basi e
l’esperienza per poter affrontare una nuova tappa del suo percorso, costituita
dalla scrittura e dall’esecuzione di brani originali. Questa importante
opportunità gli viene offerta dalla formazione di un nuovo gruppo, i Bonies and
Hot Sausages. Brani dalle molteplici influenze, ma con chiaro stampo Rock, gli
consentono di sperimentare e di mettersi alla prova nel proporre brani
originali in un contesto live. All’attivo della band la registrazione dell’EP
“Ancient Jar”, realizzato in presa diretta nel 2013.
Parallelamente
ai progetti “elettrici” intraprende, attorno al 2010, un graduale avvicinamento
alla musica acustica tramite lo studio della chitarra fingerpicking e del
banjo. La chitarra acustica, in particolare, diviene lo strumento ideale per la
scrittura di brani originali, compagna di mille trasferte lavorative in giro
per il mondo.
Nel 2015 fonda,
insieme al fratello Daniele (percussioni e chitarra), il gruppo Los Fab Bros,
che propone brani cover in stile country e bluegrass. Alla band, tuttora
attiva, si unisce nel 2019 Gabriele Cerutti a completare il trio folk con
contrabbasso e mandolino.
Nel 2021 inizia
la registrazione e la produzione del primo disco da solista presso il proprio
home studio.