sabato 26 luglio 2025

Mick Jagger - L'elettricità primordiale che ha conquistato il mondo

 

Sessant'anni di rock 'n' roll e un'energia inesauribile: come Mick Jagger, l'icona che ha sfidato il tempo, continua a far vibrare il pianeta


Michael Philip Jagger, nato il 26 luglio 1943 a Dartford, Kent, in Inghilterra, non fu un predestinato alle luci sfavillanti del rock and roll secondo i canoni convenzionali della sua epoca. Cresciuto in una famiglia della classe media, con un padre insegnante di educazione fisica e una madre casalinga, il giovane Michael mostrò presto un’intelligenza vivace e un interesse per la musica che andava oltre le melodie popolari del momento.

La svolta cruciale nella sua vita avvenne sui binari della stazione di Dartford, dove un incontro casuale con un ex compagno di scuola, Keith Richards, riaccese una scintilla sopita. Entrambi condividevano una profonda passione per il blues americano, artisti come Muddy Waters, Howlin' Wolf e Chuck Berry fornirono la colonna sonora di una nascente ribellione giovanile. Questa comune ammirazione fu il terreno fertile su cui germogliarono i primi semi di quella che sarebbe diventata una delle band più influenti della storia della musica: i Rolling Stones.

La Londra dei primi anni ’60 era un crogiolo di fermento culturale, e i Rolling Stones si inserirono in questo contesto con un’energia grezza e un’attitudine sfrontata che li distingueva dalle band più patinate dell’epoca. Jagger, fin da subito, si impose come un frontman dirompente. La sua presenza scenica era inedita: una combinazione di movenze serpentine, labbra carnose che si spalancavano in un sorriso ora sardonico ora lascivo, e una voce che poteva passare da un sussurro blues a un urlo potente e graffiante.

Successi come "(I Can't Get No) Satisfaction" (1965) proiettarono la band e Jagger nell’olimpo della musica mondiale. Il brano, con il suo riff di chitarra iconico e il testo che esprimeva un senso di frustrazione giovanile, divenne un inno per un’intera generazione. Jagger incarnava perfettamente lo spirito di quel momento: un misto di ribellione, desiderio di libertà e una sensualità ambigua che scandalizzava e affascinava allo stesso tempo.

Negli anni successivi, Jagger e i Rolling Stones inanellarono una serie di album e singoli che definirono il suono del rock. "Paint It Black" (1966) con le sue atmosfere oscure e l’uso del sitar, "Sympathy for the Devil" (1968) con i suoi ritmi tribali e l’evocativo testo, "Gimme Shelter" (1969) con la sua tensione apocalittica, sono solo alcuni esempi della loro straordinaria produzione. In ognuno di questi brani, la voce e la presenza di Jagger erano elementi centrali, capaci di trasmettere una vasta gamma di emozioni e di dare corpo alle narrazioni delle canzoni.

Dietro l’immagine della rockstar selvaggia, Jagger dimostrò presto di possedere un acume imprenditoriale non comune. Fu una figura chiave nel guidare la band attraverso le turbolenze del music business, gestendo con astuzia le dinamiche interne e le negoziazioni contrattuali. La sua visione strategica contribuì in modo significativo alla longevità e al successo duraturo dei Rolling Stones.

La carriera solista di Jagger, pur non eclissando mai il suo impegno con la band, ha offerto ulteriori sfaccettature del suo talento. Album come She's the Boss (1985) e Wandering Spirit (1993) esplorarono sonorità diverse e misero in luce la sua versatilità come interprete e autore. Tuttavia, è sul palco con i Rolling Stones che la sua energia primordiale si manifesta in tutta la sua potenza.

Il passare degli anni, lungi dal fiaccare la sua energia, sembra averla trasformata in una sorta di leggenda vivente. Vederlo ancora oggi muoversi con la stessa agilità e cantare con la stessa passione di decenni fa è uno spettacolo che incanta e sorprende. La sua dedizione alla performance live è leggendaria, e i concerti dei Rolling Stones continuano ad essere eventi di portata globale.

Oggi, a dispetto di un passato costellato di eccessi e di una giovinezza vissuta al ritmo frenetico del rock and roll, l'attuale Mick Jagger incarna una sorprendente metamorfosi, e la sua leggendaria energia sul palco è alimentata da una disciplina quasi ascetica: allenamenti rigorosi, un'alimentazione curata e uno stile di vita sorprendentemente salutista. Questa dedizione al benessere fisico, in netto contrasto con le cronache di un tempo, non solo gli permette di mantenere intatta la sua vitalità artistica, ma aggiunge un ulteriore strato di fascino alla sua figura iconica. È come se l'anima ribelle degli esordi avesse trovato un nuovo modo, paradossalmente più controllato, per continuare a incendiare il mondo con la sua inesauribile elettricità.

Mick Jagger non è solo un musicista; è una figura epocale che ha influenzato generazioni di artisti e ha contribuito a plasmare l’immaginario collettivo. La sua capacità di rimanere rilevante attraverso i cambiamenti sociali e musicali testimonia una profonda comprensione del proprio ruolo e un’instancabile volontà di evolvere senza mai tradire la propria essenza. La sua è la storia di un’elettricità primordiale, scatenata su un binario ferroviario e propagatasi in ogni angolo del mondo, continuando a risuonare con la stessa forza dirompente dei suoi esordi.