martedì 29 luglio 2025

Lutto nel mondo della musica: ci lascia Livio Macchia, pilastro dei Camaleonti



Il panorama musicale italiano è in lutto per la dipartita di Livio Macchia, figura emblematica e co-fondatore de I Camaleonti. Si è spento all'età di 83 anni a Melendugno, in provincia di Lecce, luogo che aveva scelto come sua dimora negli ultimi anni, in virtù del profondo legame con la sua terra d'origine. Con la sua scomparsa, salutiamo un testimone di un'era d'oro, quella del beat italiano degli anni '60 e '70.

Nato ad Acquaviva delle Fonti nel 1941, in una famiglia con una spiccata vena musicale, Livio Macchia fu l'unico a intraprendere con determinazione la carriera professionale, spinto dall'ammirazione per Elvis Presley. Fu nei primi anni Sessanta, a Milano, che prese vita il progetto de I Camaleonti, con Macchia al basso, affiancato da Paolo De Ceglie e Riki Maiocchi. Il nome della band, evocativo e distintivo, fu scelto per la loro notevole capacità di adattarsi con disinvoltura a una vasta gamma di generi musicali durante le loro esibizioni dal vivo.

La svolta arrivò nel 1965, con la firma di un contratto discografico con la Kansas, un'etichetta affiliata al celebre Clan Celentano. Questo segnò l'inizio di una serie ininterrotta di successi. Brani iconici come "Sha la la la la" e "Portami tante rose" aprirono la strada a un'ascesa fulminea. Il 1968 si rivelò un anno trionfale, con l'esplosione di "L'ora dell'amore" (che vendette 1.600.000 copie) e "Applausi" (con 900.000 copie), entrambe capaci di conquistare la vetta delle classifiche. A questi seguirono altri grandi successi, tra cui "Mamma mia" (firmata da due giganti come Mogol e Lucio Battisti), "Viso d'angelo" ed "Eternità" (presentata al Festival di Sanremo in duetto con Ornella Vanoni). Livio Macchia rimase una colonna portante della formazione, lavorando al fianco di Tonino Cripezzi.

Macchia ha sempre coltivato relazioni significative con figure di spicco della musica italiana. È noto, ad esempio, che Lucio Battisti gli "regalò" la melodia per la canzone "Mamma mia". Le sue collaborazioni si estesero anche ad Adriano Celentano e, agli albori della band, annoverò persino Teo Teocoli tra i membri del gruppo.

Nonostante la sua carriera si sia sviluppata principalmente a Milano, Macchia non recise mai il legame con le sue tradizioni pugliesi. La scelta di Melendugno come dimora negli ultimi anni della sua vita ne è la prova. Qui, nel giugno 2024, aveva celebrato i 60 anni di carriera de I Camaleonti con un memorabile concerto a Roca Nuova.

I numeri che caratterizzano la carriera de I Camaleonti sono a dir poco impressionanti: oltre 30 milioni di dischi venduti, 17 album, innumerevoli singoli di successo e prestigiosi riconoscimenti, tra cui dischi d'oro e l'Ambrogino d'Oro.

Durante il periodo del lockdown aveva pubblicato un album e nel 2024 aveva lanciato il singolo "Dolce Armonia". Con la sua dipartita, che segue quelle di Cripezzi, De Ceglie e Brunetti, si chiude un capitolo cruciale nella storia della musica italiana.

I Camaleonti si affermarono come uno dei gruppi più importanti e influenti del movimento beat, le cui melodie continuano a toccare il cuore di intere generazioni, proprio come amava affermare Macchia: "Noi siamo i capostipiti." Il suo amore sconfinato per la musica e le sue profonde radici pugliesi resteranno indelebili nella memoria di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato.