I pionieri del prog di Canterbury, i Soft Machine, hanno annunciato l’uscita del
loro prossimo lavoro discografico, Thirteen, prevista
per il 13 marzo per Dyad Records. La band ha accompagnato la notizia con
un trailer ufficiale.
Come suggerisce il titolo, Thirteen rappresenta il tredicesimo
capitolo in studio della loro carriera, successore di Other Doors
(2023). Il disco segna anche l’esordio del batterista Asaf Sirkis, subentrato a
John Marshall, che aveva completato le registrazioni di Other Doors
prima di ritirarsi dalla scena musicale e che è scomparso nel settembre dello
stesso anno.
L’ex membro Robert Wyatt ha espresso grande stima per Sirkis:
“Conosco Asaf da molto tempo e posso dire che non c’è
nulla che non sappia affrontare con successo. Le sue capacità strumentali
crescono di continuo, ma ciò che mi colpisce davvero sono le sue composizioni
sospese e misteriose.”
Un momento speciale dell’album è il cameo postumo del
fondatore Daevid Allen: la sua parte di chitarra, registrata anni fa, è
stata utilizzata come nucleo attorno a cui è nato il brano Daevid’s
Special Cuppa.
Tra i pezzi più significativi troviamo:
- Pens
To The Foal Mode
– improvvisazione collettiva totalmente libera.
- Open
Road – un brano
rock energico con assoli incandescenti di John Etheridge e Theo Travis.
- Disappear – ballata delicata che parte da
flauti in loop e si trasforma in una miniatura pianistica senza batteria.
- Turmoil – firmata dal bassista Fred
Baker, caratterizzata da suoni distorti, assoli frenetici e un caos
controllato.
- The
Longest Night –
il brano più esteso e progressivo del disco, oltre 13 minuti di
esplorazione sonora.
Le registrazioni di Thirteen si sono svolte
nell’aprile 2025 al Temple Music Studio (Surrey), con Ru Lemer al banco e la
produzione affidata a Theo Travis. Il mix e il mastering sono stati curati da Andrew
Tulloch, mentre la copertina porta la firma dell’artista turca Esra Kisir
Gokcen

