giovedì 20 novembre 2025

Joe Walsh – 78 anni di assoli e ironia

 



Joe Walsh – Il graffio che ha cambiato il volo

 

C’è chi entra in una band e la segue. E c’è chi la trasforma. Joe Walsh, nato il 20 novembre 1947 a Wichita, non è solo un chitarrista: è un detonatore sonoro. Da quando ha imbracciato la chitarra, ha fatto del rock un linguaggio ironico, viscerale, narrativo. E quando nel 1976 è entrato negli Eagles, il volo è cambiato direzione.

Prima degli stadi, prima dei Grammy, c’era il James Gang. Tra il 1969 e il 1972, Walsh sperimenta, distorce, inventa. Album come Yer’ Album e James Gang Rides Again lo impongono come artigiano del suono, capace di fondere blues, hard rock e psichedelia con una chitarra che non accompagna: racconta.

Nel 1976, gli Eagles lo accolgono. E lui li accende. Con Hotel California, firma uno degli assoli più celebri della storia, in tandem con Don Felder. Da lì, la band si fa più ruvida, più teatrale, più rock. Walsh porta energia, sarcasmo, equilibrio. “La band era una dittatura democratica che funzionava”, dirà. E lui, con la sua chitarra, era il contrappeso perfetto.

Fuori dagli Eagles, Walsh non si ferma. Nel 1978, pubblica But Seriously, Folks…, con l’irresistibile Life’s Been Good, ritratto ironico della vita da rockstar. Nel 2012, torna con Analog Man, prodotto da Jeff Lynne. Collabora con Ringo Starr, Steve Winwood, Dan Fogelberg, e si unisce a supergruppi come The Party Boys. Sempre con quel tono: un po’ guascone, un po’ filosofo elettrico.


Walsh non suona: dialoga

  • I suoi assoli sono frasi musicali, non esercizi di stile.
  • Il talk box diventa voce aliena, come in Rocky Mountain Way.
  • I testi? Ironici, autoironici, sempre lucidi. È il ponte tra il rock classico e il country rock, tra tecnica e spirito ribelle.

A 78 anni, Joe Walsh è ancora lì. Sul palco, in studio, in onda. La sua voce roca, la sua chitarra tagliente, il suo spirito libero continuano a ispirare generazioni. Non è solo un membro degli Eagles. È il graffio che ha cambiato il volo.