sabato 8 novembre 2025

Marco Bernard – Moby Dick

 


Marco Bernard – Moby Dick 

Un doppio viaggio tra mito, identità e memoria sonora

 

Con Moby Dick, Marco Bernard firma un’opera che va ben oltre il formato dell’album solista. È un progetto a due volti, complementari e profondamente connessi: da un lato, un concept album ispirato al romanzo di Melville, che rilegge la figura della balena bianca come simbolo della nostra epoca; dall’altro, una raccolta di cover che omaggia le radici musicali e le passioni personali del suo autore. Il tutto pubblicato da Seacrest Oy in doppio CD e in vinile trasparente con copertina apribile, con una cura estetica e sonora che conferma la visione artigianale e collettiva che da sempre caratterizza il lavoro di Bernard e deu “suoi” The Samurai of Prog.

Il primo disco, che dà il titolo all’intero progetto, è un concept compatto ma densissimo, costruito come un viaggio in sei tappe. Ogni brano corrisponde a un momento chiave del romanzo, ma la narrazione non si limita a illustrare la trama: la trasfigura, la distilla, la rende specchio di un presente in cui l’ossessione per il successo e la perdita di senso collettivo si intrecciano come correnti contrarie. La balena non è più solo un nemico da abbattere, ma una guida silenziosa verso una consapevolezza più profonda. L’oceano, con la sua vastità insondabile, diventa metafora dell’inconscio e delle tensioni che abitano l’animo umano.

Musicalmente, il disco si muove tra melodie stratificate, ritmi articolati e arrangiamenti che alternano momenti di lirismo rarefatto a passaggi di grande intensità drammatica. Le composizioni sono firmate da autori diversi — Alessandro Di Benedetti, Octavio Stampalia, Linus Kåse, Mimmo Ferri, Marco Grieco, David Myers — ma l’insieme mantiene una coerenza narrativa e timbrica sorprendente. La varietà degli stili non spezza il flusso, ma lo arricchisce, come se ogni autore avesse contribuito a un affresco collettivo, guidato dalla visione di Bernard.

Va sottolineata la forte presenza italiana nel progetto: Bernard stesso, pur residente in Finlandia, è italiano, e molti dei compositori e strumentisti coinvolti provengono dalla scena prog nazionale, come Carmine Capasso, che ritorna nella scia della corrente finlandese. Questo conferisce all’album una sensibilità melodica e una profondità espressiva che dialogano con la tradizione italiana, pur inserendosi in un contesto internazionale.

Il secondo disco, Undercover Deux, è un omaggio personale e affettuoso a brani che hanno segnato la storia del rock progressivo e non solo. Qui Bernard si mette al servizio di composizioni altrui, ma lo fa con la stessa cura e lo stesso spirito collettivo del concept. Le reinterpretazioni non sono semplici esercizi di stile: sono riletture vive, rispettose ma mai calligrafiche, che rivelano un gusto preciso e una capacità di adattamento notevole. Dai Rush a Zappa, da Boston alla PFM, ogni brano è affidato a una formazione diversa, con voci soliste che danno colore e dinamismo all’ascolto. Chiude il disco una composizione originale di Marco Grieco basata su un solo di basso di Michael Manring, che si inserisce perfettamente nello spirito del progetto: un ponte tra memoria e invenzione, tra tributo e creazione.

Un elemento che merita attenzione speciale è, as usual, l’artwork firmato da Ed Unitsky: una copertina apribile che non trova pari per ricchezza visiva, coerenza simbolica e impatto estetico. Unitsky riesce a tradurre in immagini l’immaginario profondo dell’album, rendendo ogni dettaglio parte integrante dell’esperienza narrativa.

Altro aspetto fondamentale, per chi non conoscesse il lavoro con derivazione “Smurai”, è la modalità di produzione: Moby Dick è stato realizzato da remoto, con musicisti sparsi in più continenti. Eppure, il risultato è sorprendentemente coeso. Questo testimonia la capacità di Bernard di costruire ponti, di coordinare visioni e talenti diversi con precisione e sensibilità. Il lavoro di squadra è una cifra costante del suo approccio, già evidente nei progetti precedenti.

Moby Dick è, in definitiva, un’opera che unisce narrazione, riflessione e artigianato musicale. Un doppio viaggio — uno interiore, l’altro celebrativo — che conferma la vitalità del progressive rock come linguaggio poetico e critico. Un album che non si limita a raccontare una storia, ma invita a rileggerla, a riscriverla, a viverla di nuovo.

 

CD 1 – Moby Dick

1.   Loomings

2.   The Quarter Deck

3.   Fastfish, Loosefish

4.   The Quadrant

5.   The Chase

6.   Epilogue (bonus track, esclusa dalla versione LP)

CD 2 – Undercover Deux

1.   Anthem

2.   Good Times Bad Times

3.   Uncle Remus

4.   Foreplay / Long Time

5.   In the Dead of Night

6.   Race with the Devil on a Spanish Highway

7.   Impressioni di Settembre

8.   Stories of the Sea

 


Musicisti

Moby Dick Marco Bernard – Shuker basses Alessandro Di Benedetti – keyboards Riccardo Spilli – drums Carmine Capasso – electric guitar Michael Trew – vocals Giovanni Mazzotti – flute Octavio Stampalia – keyboards Tony Riveryman – electric guitar Marcelo Ezcurra – vocals Steve Unruh – violin, vocals Linus Kåse – keyboards, sax, vocals Erik Hammarström – drums Johan Öijen – electric guitar Sonja Kåse – acoustic guitar Mimmo Ferri – keyboards, guitars Kimmo Pörsti – drums Marco Grieco – keyboards David Myers – grand piano.

Undercover Deux Marco Bernard – Shuker and Rickenbacker basses Carmine Capasso – electric guitar, theremin Sean Francis – lead vocals Ovidio Catanzano – drums Steph Honde – lead vocals Kimmo Pörsti – drums Marco Grieco – keyboards, vocals, acoustic guitar Yannick Papail – lead vocal Valentina Bruno – backing vocals Tony Riveryman – electric guitar Stefano Vicarelli – keyboards Steve Unruh – acoustic guitar, drums, percussion Len Audsley – lead vocals Dennis Mahon – lead vocals, keyboards Hans Jörg Schmitz – drums Michael Manring – Zon Hyperbass