domenica 23 novembre 2025

EmoSuoni al Priamar di Savona: dal mio primo concerto ai linguaggi universali della musica



David Jackson protagonista al Priamar, ma il vero cuore è la musica che si conferma linguaggio universale


Ci sono esperienze che si intrecciano con la memoria e che, quando tornano, sembrano chiudere un cerchio. Venerdì 21 novembre, al Priamar di Savona ho assistito a EmoSuoni, un evento dedicato alla musica inclusiva, con il Soundbeam protagonista e con la presenza di David Jackson.

Avevo 16 anni quando vidi per la prima volta i Van der Graaf Generator dal vivo. Era il mio primo concerto della vita, e quella musica mi rimase dentro come un marchio indelebile. Da allora ho seguito il percorso di David Jackson in tutte le sue direzioni, e dal 2009 ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente. Ogni volta che ci incontriamo ritrovo la stessa energia di allora, arricchita da una disponibilità e da un’umiltà che lo rendono unico.

Non sono certo che il folto pubblico abbia colto fino in fondo la reale dimensione dell’ospite, vero mito del progressive rock, così come è probabile che anche molti appassionati del genere non conoscano l’impegno parallelo che David porta avanti da almeno trentacinque anni: un lavoro silenzioso e costante che affianca la sua carriera musicale e che dà senso alla sua presenza in eventi come questo. La sua partecipazione, infatti, non era fine a sé stessa, ma aveva lo scopo di amplificare e sostenere l’opera instancabile degli operatori del settore, locali e oltre, che con dedizione portano avanti un progetto nobile e necessario. Grande e lodevole appare quindi il lavoro tenace - e proficuo - della cooperativa sociale Il Faggio.

 

Il Soundbeam spiegato senza tecnicismi

Non sono un esperto, quindi mi limito a una descrizione semplice. Il Soundbeam è uno strumento che utilizza fasci ultrasonici: quando una persona entra nel suo raggio e compie un movimento, questo viene tradotto in suono. In pratica, muovendosi nello spazio si produce musica. La sua forza sta nell’accessibilità: chiunque può partecipare, anche chi ha gravi difficoltà motorie o sensoriali. È un mezzo che restituisce libertà espressiva e rende possibile costituire una vera band.

 

EmoSuoni: un commento parziale ma intenso

Non ho seguito l’intera mattinata, quindi il mio commento è inevitabilmente parziale, ma ciò che ho visto è bastato a cogliere la forza del progetto. Sul palco si è formata una band autentica, composta da persone che, grazie al Soundbeam, hanno potuto suonare insieme e dialogare musicalmente con Jackson (fiati) e  Michele Fornelli (basso). Il loro nome e la presentazione ufficiale è fruibile in uno dei video a seguire.

La musica, in questo contesto, diventa davvero un linguaggio universale: abbatte barriere, cancella differenze, restituisce protagonismo.

Per completare il racconto aggiungerò:

  • alcuni stralci video dell’evento;
  • l’intervista completa a David Jackson, che spiega con la sua consueta passione il progetto e la sua lunga esperienza.

 

Conclusione

David Jackson è stato un elemento prezioso, e la sua presenza ha dato prestigio e forza all’iniziativa. Ma alla fine, ciò che resta più impresso non è tanto il nome dell’artista, quanto il risultato collettivo: una vera band composta da persone con abilità diverse che, attraverso la musica, ha saputo esprimersi compiutamente.

È lì che si trova il cuore dell’esperienza: la musica come elemento espressivo e comunicativo capace di abbattere ogni barriera. Ciò che ho visto basta a confermare la potenza di un progetto che lascia il segno. E mentre osservavo i partecipanti muoversi nello spazio e trasformare i gesti in suoni, non ho potuto non pensare a quel ragazzo di 16 anni che, al suo primo concerto, scopriva quanto la musica potesse cambiare la vita delle persone.


PROFUMO DI GIORNATA

IL FOCUS SU DAVID JACKSON

INTERVISTA A DAVID JACKSON