Sassofonista, compositore, cantante e attore, Senese è stato una figura iconica e un pioniere nella contaminazione sonora italiana, un vero "nero a metà" che ha saputo fondere jazz, rock, soul e funky con il cuore e l'anima partenopea.
Nato nel quartiere Miano di Napoli il 6 gennaio 1945, figlio
di un soldato afroamericano e di una ragazza napoletana, James Senese ha
trovato nella musica il suo linguaggio universale. Fin dai suoi esordi negli
anni '60 con i Gigi e i suoi Aster e poi con i celebri The
Showmen, ha contribuito a dare forma a quel movimento che sarebbe stato
battezzato "Neapolitan Power", una rivoluzione musicale
che ha rinnovato la tradizione partenopea.
La sua impronta più marcata arriva però con la fondazione dei Napoli Centrale nel 1975, insieme all'amico Franco Del Prete. La band è stata un crocevia di generi, mescolando progressive rock e jazz, portando l'improvvisazione e la sperimentazione nel panorama italiano.
Amico e collaboratore storico di Pino Daniele (che
lo definì, appunto, "nero a metà"), Senese ha partecipato a dischi
fondamentali e tour memorabili, contribuendo a definire il suono di un'intera
generazione di musicisti.
La sua carriera solista, che lo ha visto protagonista dai primi anni Ottanta in poi, pur tra alti e bassi, non ha mai smesso di essere autentica. Nel 2016 ha vinto la prestigiosa Targa Tenco con l'album 'O Sanghe, a testimonianza della sua costante rilevanza artistica e del suo impegno sociale. Il suo sax tenore e soprano non era solo uno strumento; era la voce graffiante e melodica di Napoli, capace di raccontare gioie, dolori e contraddizioni della vita.
Ricoverato all'Ospedale Cardarelli di Napoli dal 24 settembre
per le complicazioni di una polmonite, James Senese ci lascia un'eredità
inestimabile, un corpus di brani che sono un inno alla libertà e all'identità.
Il suo impegno nel trovare un linguaggio personale e nel non copiare mai
nessuno, ispirato da giganti come John Coltrane e Miles Davis, lo ha reso uno
dei sassofonisti italiani più stimati a livello mondiale.
Il "sax che parlava napoletano" si è spento, ma la
sua musica rivoluzionaria e la sua verità sonora continueranno a far ballare e
riflettere intere generazioni. Ciao James.
