L'11 ottobre 1971 segnò la pubblicazione del singolo "Imagine" di John
Lennon negli Stati Uniti, un
brano che sarebbe diventato il suo pezzo solista più celebre e un inno
universale di pace, speranza e unità.
Sebbene l'omonimo album, il secondo lavoro in studio di Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles, fosse già uscito negli USA il 9 settembre dello stesso anno (e poco dopo nel Regno Unito), la scelta di estrarre Imagine come singolo ne consacrò immediatamente la portata.
Registrata a Tittenhurst Park, la residenza di Lennon e Yōko
Ono in Inghilterra, e co-prodotta dalla coppia insieme al leggendario Phil
Spector, "Imagine" si distingue per la sua semplicità melodica e la
profondità lirica.
Il testo, ispirato in parte dalla raccolta di poesie
sperimentali Grapefruit di Yōko Ono (in particolare l'opera "Cloud
Piece"), invitava l'ascoltatore a immaginare un mondo senza confini, senza
religioni, senza proprietà e senza le divisioni che spesso portano a violenza e
guerra.
"Immagina che non ci siano paradisi... è facile se ci
provi. Nessun inferno sotto di noi, sopra di noi solo il cielo. Immagina che
tutta la gente viva per l'oggi..."
Il messaggio era diretto e radicale, un manifesto contro nazionalismo, religione e materialismo, ma celato in una melodia così dolce e orecchiabile da risuonare con un vasto pubblico, spesso ignaro della sua carica sovversiva. Lennon stesso, in seguito, ironizzò sulla popolarità della canzone, definendola "anti-religiosa, anti-nazionalista, anti-convenzionale e anti-capitalista, e viene accettata solo perché è coperta di zucchero".
È fondamentale ricordare che, sebbene all'epoca fosse accreditata al solo John Lennon, l'artista riconobbe poco prima della sua morte il ruolo essenziale di Yōko Ono nell'ispirazione concettuale del brano. Dal 2017, la canzone è stata ufficialmente accreditata a Lennon e Ono, riconoscendo il contributo fondamentale della visione della sua compagna.
Pubblicata nel pieno della Guerra del Vietnam e in un clima
di Guerra Fredda, "Imagine" rispose a un desiderio profondo di pace e
fratellanza che attraversava le generazioni.
Il successo fu immediato e duraturo. Il singolo scalò le
classifiche e, negli anni, è diventato un'icona globale, reinterpretato da
centinaia di artisti di ogni genere e utilizzato in innumerevoli occasioni
ufficiali, cerimonie di pace e tributi, a dimostrazione che il sogno di un
mondo unito e in pace, per quanto utopico, resta vivo e necessario.

