giovedì 23 ottobre 2025

Gianni Leone e Runaway Totem feat AndromacA: un viaggio sonoro a La Claque

 


Musica visionaria e pubblico attento: Genova accoglie un doppio set tra elettronica cosmica e prog d’autore, sfidando orari insoliti e distrazioni calcistiche


Domenica 19 ottobre, Genova ha ospitato un evento musicale che sfidava le logiche consuete della programmazione concertistica. Un orario insolito — le 18.30 — una proposta artistica di nicchia, e una partita del Genoa nel pomeriggio: tutto sembrava, a mio giudizio, remare contro. Eppure, il pubblico ha risposto con entusiasmo, presenza qualificata e attenzione partecipe. Ma su quest’ultimo aspetto, francamente, non avevo dubbi.

Il teatro La Claque, spazio genovese dove spesso nascono collaborazioni con la Black Widow Records, si è trasformato in un laboratorio sonoro, un crocevia di esperienze musicali che hanno saputo dialogare con il tempo, lo spazio e la memoria.

Ad aprire la serata, i Runaway Totem di Roberto Gottardi, con la partecipazione degli AndromacA. Sul palco, oltre a Gottardi (tastiere, chitarra e voce), Stefano Bertoli (tastiere e percussioni varie) e il soprano Antonella Suella. Il trio ha presentato l’opera Metaphorm Tetraphirm, registrata dal vivo nel 2024 all’Abbazia di San Bernardino: un set incredibile, con richiami al krautrock più autentico (Neu, Can, Amon Düül, Tangerine Dream, Popol Vuh), e un’elettronica presente in dose massiccia.

Più che la descrizione dei singoli passaggi, ciò che mi ha colpito è stato il prodotto d’insieme: un muro di suoni, effetti e atmosfere che hanno trasportato in mondi da esplorare. Certo, serve predisposizione alla concentrazione, alla sospensione del giudizio, al “lasciarsi coinvolgere”, ma le competenze specifiche dei tre musicisti, miscelate tra loro, hanno disegnato una musica trasversale, adatta all’immedesimazione e alla necessità di viaggiare - con la mente, lo spirito, il corpo.

Dopo un set così immersivo, l’attesa era tutta per Gianni Leone, figura mitica del prog italiano, tastierista e leader de Il Balletto di Bronzo. Leone ha presentato il suo album solista Monitor, finalmente ristampato con l’aggiunta di brani inediti, e ha ripercorso la sua storia musicale con piglio da autentico showman: estratti da YS, Lemures, Vero, e omaggi ai suoi artisti di riferimento - Todd Rundgren, Brian Eno, Marianne Faithfull, Patty Smith.

La cosa sconvolgente? Due ore di spettacolo senza alcun ausilio umano, solo lui, le sue tastiere e la sua inseparabile batteria elettronica. Nessun supporto esterno, nessuna distrazione: Leone ha catalizzato il pubblico con la sola forza del suo talento e della  presenza scenica. Un compendio di virtuosismo e passione, che ha entusiasmato i presenti in modo incondizionato.

Il suo set non è stato solo una sequenza di brani, ma una narrazione musicale che ha attraversato decenni, influenze, esperienze. Ogni nota sembrava raccontare un frammento di storia, ogni passaggio una riflessione sul tempo e sull’identità artistica. E in questo, Leone si è confermato non solo come musicista, ma come interprete e narratore.

In definitiva, una serata che ha dimostrato come la musica, quando è autentica e vissuta, possa superare ogni barriera: di orario, di genere, di contesto. E Genova, ancora una volta, ha risposto con cuore e intelligenza.