sabato 17 maggio 2025

Aphrodite's Child: alla riscoperta dell'album "666" ricordando la morte di Vangelis avvenuta 2 anni fa


 

Ho riscoperto l’album 666 in modo inaspettato, riascoltando casualmente "Babylon", sigla iconica della trasmissione radio anni ’70 "Popoff", di Carlo Massarini, un brano rock, decisamente distante dalle melodie più note del gruppo.

Ecco un po’ di storia del disco…

666 (sottotitolato The Apocalypse of John, 13/18) è il terzo e ultimo album in studio e unico doppio album dei greci Aphrodite's Child, pubblicato dalla Vertigo Records, un ambizioso concept album, doppio LP, apparentemente un adattamento di passi biblici del Libro dell'Apocalisse, composto dal tastierista Vangelis e dal paroliere Costas Ferris.

Pubblicato nel 1972, 666 si erge come un'opera rock concettuale di portata epica e ambiziosa, unendo sonorità progressive rock, elementi psichedelici, sperimentazioni musicali e suggestioni della tradizione musicale greca.

È considerato un lavoro seminale del progressive, suscitò controversie al suo debutto.


Genesi di un'opera ambiziosa 

Aphrodite's Child, fu un trio rock greco composto da Vangelis Papathanassiou (tastiere), Demis Roussos (voce, basso) e Lucas Sideras (batteria), e vide in Vangelis la mente creativa principale, responsabile della composizione e degli arrangiamenti. 666 nacque come un'opera rock volta a esplorare le tematiche apocalittiche del Libro della Rivelazione. La sua realizzazione richiese anni di lavoro intenso, caratterizzati da tensioni creative e sfide tecniche.


Analisi musicale

666 si presenta come un album ricco e stratificato, attraversando un ampio spettro di stili musicali. Si distingue per le strutture complesse, le elaborate sezioni strumentali e un notevole virtuosismo tecnico. Brani come "The Four Horsemen" e "Altamont" incarnano un progressive rock epico e sinfonico.

L'album integra elementi psichedelici, manifestati attraverso effetti sonori distorti, atmosfere oniriche e improvvisazioni estese, creando un'esperienza d'ascolto allucinatoria e visionaria.

Influenze della musica tradizionale greca si insinuano nel tessuto sonoro, attraverso melodie modali, strumenti tipici e canti popolari, conferendo un'aura esotica e mistica all'insieme.

666 osa spingersi oltre i confini del rock, innestando elementi di musica d'avanguardia come rumore, collage sonori e tecniche di registrazione non convenzionali, testimoniando un approccio audace e innovativo.


Temi profondi e testi evocativi

Come già evidenziato, i testi dell'album traggono ispirazione dall'Apocalisse di Giovanni, ma vengono reinterpretati in chiave libera e visionaria. L'opera indaga temi universali come la distruzione, la redenzione, il conflitto tra bene e male, la follia e la trascendenza. La natura criptica e simbolica dei testi apre a molteplici interpretazioni.


Accoglienza divisiva ed eredità duratura

Al momento della sua uscita, 666 generò reazioni contrastanti. Alcuni critici lo acclamarono come un capolavoro di genio, mentre altri ne criticarono l'eccessiva ambizione e l'oscurità. La presenza di contenuti controversi, come i gemiti femminili nel brano "Infinity", alimentò ulteriormente il dibattito.

Oggi, 666 trascende la sua natura di semplice album, elevandosi a vero e proprio oggetto di culto all'interno del panorama progressive rock. Ormai un classico indiscusso, la sua influenza risuona ancora in numerose produzioni contemporanee, spaziando dal prog all'elettronica più sperimentale.

Un'opera pionieristica, apprezzata per la sua originalità, audacia e la singolare capacità di trasportare l'ascoltatore in un universo sonoro unico, continua a fare scuola.