giovedì 24 ottobre 2024

“Starless", capolavoro dei King Crimson


Starless" dei King Crimson è un brano che merita un'analisi approfondita, un pezzo monumentale, un vero e proprio viaggio musicale che ha segnato un'epoca nel rock progressivo, ma al di là dei “giudizi universali”, è una di quelle tessere che compongo il mio mosaico ideale, tendente alla perfezione, e qui la passione per il genere c’entra poco.

Uscito nel 1974, inserito nell’album “Red” - ultimo a nome King Crimson negli anni Settanta -, è la composizione più lunga con i suoi dodici minuti di durata.

Inizialmente destinato a trovare spazio in “Starless and Bible Black”, Fripp e Bruford ne decisero la rilocazione nell'album ad esso successivo.

"Starless" è più di una semplice canzone, è un'esperienza. La sua durata, la complessità delle strutture armoniche e ritmiche, l'intensità emotiva, la rendono un vero e proprio masterpiece.

Il brano si apre con un'atmosfera densa e malinconica, dominata da un basso profondo e melodie sospese, con un tessuto di archi al mellotron, una struggente linea di chitarra che si alterna al sassofono e al violino, e poi parte la strofa.

Senza nulla togliere a chi ancor oggi propone la parte vocale, il cantato del compianto John Wetton rimane per me insuperabile.

Questo inizio crea un senso di attesa e di mistero che avvolge l'ascoltatore.

La tensione cresce costantemente, con l'aggiunta di nuovi strumenti e l'intensificazione del ritmo, e la chitarra di Fripp, con le sue note lunghe e sospese, contribuisce a creare uno stato ipnotico.

Dopo un crescendo graduale, il brano raggiunge un apice di intensità con una evoluzione sonora che coinvolge tutti gli strumenti. È un momento di catarsi, un rilascio di tutta l'energia accumulata nei minuti precedenti.

Dopo l'esplosione, il brano si chiude con un ritorno alla calma iniziale, lasciando l'ascoltatore con un senso di profonda soddisfazione.

La struttura di "Starless" è difficile e articolata, con sezioni che si alternano e si sovrappongono. Questa complessità contribuisce a creare un senso di disorientamento e di profondità.

Secondo l'autore del testo, Richard Palmer-James, esso ha a che fare con la rottura tra due amici intimi e di come il futuro senza l'un l'altro sembri "spoglio" e "privo di stelle", ma la grandezza della trama sonora oscura qualsiasi tipo di lirica, anche se, ripeto, la voce di Wetton è tra le più belle mai ascoltate.

"Starless" è a mio giudizio un brano che va oltre la semplice musica. È un'esperienza che coinvolge tutti i sensi e lascia un segno indelebile nell'animo dell'ascoltatore, un pezzo che va ascoltato e riascoltato, ogni volta scoprendo nuove sfumature e nuovi significati.

                                                      


Robert Fripp: chitarra e mellotron

 John Wetton: basso e voce

Bill Bruford: batteria e percussioni

 Ospiti

 Mel Collins sax, Robin Miller, oboe


Traduzione Starless – King Crimson

Testo tradotto di Starless

Sundown dazzling day

Gold through my eyes

But my eyes turned within

Only see

Starless and bible black

Tramonto di un giorno abbagliante,

Oro che mi attraversava gli occhi,

ma i miei occhi si rivolsero in dentro

Vedendo solo

una notte senza stelle e nera come la Bibbia 

Old friend charity

Cruel twisted smile

And the smile signals emptiness

For me

Starless and bible black 

La carità di un vecchio amico

dal sorriso perverso e crudele,

Ma è un sorriso che indica (solo) vacuità,

per me,

senza stelle e nera come la Bibbia

Ice blue silver sky

Fades into grey

To a grey hope that oh yearns to be

Starless and bible black 

Un cielo argentato e azzurro come il ghiaccio

sfuma nel grigio,

in una grigia speranza che – oh – anela ad essere

senza stelle e nera come la Bibbia