domenica 13 ottobre 2024

Celestial Tapestry: alla scoperta della giovane prog band di Memphis

 


Celestial Tapestry: alla scoperta della giovane prog band di Memphis


Sono sempre alla ricerca di giovani band che sappiano esprimere nuove forme di rock progressive, il genere che più amo. Allontanandoci dagli stereotipi, quelli che pretendono di determinare quali siano i “luoghi unici deputati al genere”, posso dare prova documentata di come esistano sprazzi di prog ovunque nel mondo, e la mia certezza deriva dalla ricerca approfondita condotta in passato da Mauro Selis, musicofilo e collaboratore di MAT2020, che ha fornito cospicuo materiale che ha messo in evidenza ciò che mai avrei pensato esistesse: nessun luogo del mondo è immune dal prog!

Alla ricerca di una vocalità alla “Jon Anderson”, così come mi accadde per i Glass Hammer che conobbi seguendo le briciole di Jon Davison, sono arrivato ad una nuovissima band di Memphis, e anche qui le analogie con i Glass Hammer (di Nashville) sono evidenti, due band che propongono prog nei luoghi deputati al folk/country/blues!

Loro sono i Celestial Tapestry, e grazie ai social sono arrivato a loro, che gentilmente mi hanno aiutato nella decodificazione della loro storia e del loro lavoro, che ben presto verrà sintetizzato in un album omonimo.

La prima domanda posta riguarda proprio il nome scelto e ho ricevuto una risposta vaga e velleitaria: “Arazzo Celeste” evoca immagini cosmiche e intricate, tipiche del rock progressivo, suggerendo un suono ricco di sfumature e atmosfere. Vediamo la sostanza, partendo dalla formazione e anticipando che all’interno del quartetto esiste un perfetto equilibrio di genere: due uomini e due donne!

Elias Thorne: chitarra, mellotron, voce principale. Si definisce un chitarrista versatile con un tocco melodico e un'impronta bluesy, capace di creare tappeti sonori ricchi e atmosfere malinconiche.

Anya Volkova: tastiere, sintetizzatori, cori. Una virtuosa delle tastiere con una passione per la musica classica e la sperimentazione elettronica che, lei dice, aggiunge profondità e complessità alla musica della band.

Kai Nakamura: basso elettrico, cori. Un bassista solido con un groove non comune, a detta dei suoi compagni di viaggio capace di creare linee melodiche e ritmiche complesse e avvolgenti.

Zoe Ramirez: batteria e percussioni, musicista energica e creativa, che infonde un ritmo pulsante e dinamico alla musica della band, esplorando sonorità sia rock che jazz.

E dai cognomi emerge una sorta di multiculturalità che, probabilmente, si riflette sulla loro musica.

Le influenze dichiarate sono quelle che portano al mondo degli YES, Pink Floyd, King Crimson, Genesis, ma ci sono forti contaminazioni genitoriali che apportano elementi di musica classica, jazz e world music.

Strumenti e sonorità 

Mi sono affidato alle risposte della band, avendo ascoltato una parte minimale del loro prossimo album.

Chitarre: ampia gamma di chitarre elettriche e acustiche, effetti a pedale per creare suoni spaziali e riverberati, mellotron.

Tastiere: pianoforti acustici e elettrici, sintetizzatori modulari e analogici organo Hammond.

Basso: basso elettrico a cinque corde per un suono profondo e corposo, basso acustico per un tocco più intimo.

Batteria: batteria acustica con una vasta gamma di piatti, percussioni africane e latine.

Stile musicale

Composizioni lunghe e articolate, con cambi di tempo e di atmosfera frequenti, testi introspettivi e poetici, improvvisazioni strumentali, uso esteso di effetti sonori e atmosfere psichedeliche. 

Concept album in arrivo

Sarà un concept album incentrato sul tema del viaggio interiore e dell'esplorazione cosmica, con brani che si susseguono come capitoli di una storia epica. Ogni traccia rappresenta una tappa del viaggio, con sonorità e atmosfere che cambiano in base al contesto.

Anche la grafica riporterà al modello “Roger Dean”, psichedelica e onirica, con immagini che richiamano i sentieri musicali amati dalla band.

Live: a detta loro si tratta di spettacoli visivamente accattivanti, con proiezioni video e giochi di luci che accompagnano la musica, con la partecipazione di altri musicisti (ho visto con i miei occhi cosa accade da quelle parti in fatto di partecipazione musicale gioiosa), per arricchire il suono e sperimentare nuove sonorità.

Ma ciò che più mi ha intrigato è la loro storia, giovanissimi e fuori tempo per una proposizione antica e, come già evidenziato, nati in un luogo famoso per tutt’altro genere.

 

Celestial Tapestry: dal Delta del Mississippi al Cosmo

Memphis, Tennessee. Una città che pulsa al ritmo del blues, dove ogni angolo si raccontano storie di chitarre lamentose e voci soul. In questo caldo crogiolo musicale, quattro giovani si trovano a condividere una passione inusuale: il rock progressivo. Elias, Anya, Kai e Zoe, provenienti da diverse estrazioni sociali, si incontrano in un piccolo negozio di dischi vintage, attratti da un'antica copia di "Fragile" degli YES.

Inizialmente guardati con scetticismo dai loro coetanei, più interessati al blues e al soul, i quattro ragazzi decidono di dare vita a un progetto ambizioso: una band in grado di fondere le atmosfere cosmiche del rock progressivo con le radici blues della loro città. Le loro prove si svolgono in un vecchio fienile ai margini della città, dove i suoni delle loro chitarre, tastiere e batterie si mescolano al canto degli uccelli e al fruscio del vento.

Il loro primo concerto, organizzato in un piccolo club locale, è un successo inaspettato. Il pubblico, inizialmente perplesso, viene conquistato dalla loro energia e dalla loro originalità. La band comincia a farsi conoscere nel circuito musicale locale, attirando l'attenzione di un critico di una rivista nazionale. La recensione positivissima apre le porte di un tour un po’ più allargato, ma sempre di dimensione locale.

In questa occasione la band affina il proprio sound, sperimentando nuove sonorità e influenze, gettando le basi per il loro primo omonimo e prossimo album, un concept ispirato dal contrasto generazionale.

In ogni loro concerto, la band rende omaggio al “casalingo” blues, eseguendo cover di classici del genere e inserendo elementi blues nelle loro composizioni originali. “Celestial Tapestry” diventa così un ponte tra due mondi musicali apparentemente distanti, dimostrando che la musica non ha confini e che è possibile fondere tradizioni diverse per creare qualcosa di nuovo e originale.

L'ispirazione: un melting pot musicale

Cresciuti a Memphis, i membri della band hanno inevitabilmente assorbito l'anima del blues. I lamenti della chitarra, le ritmiche sincopate e le storie di sofferenza e redenzione hanno lasciato un'impronta indelebile nel loro modo di suonare. Tuttavia, il blues è solo una delle tante tessere del loro mosaico musicale.

L'incontro con un vecchio disco degli YES è stato un punto di svolta. Sono rimasti affascinati dalle atmosfere cosmiche, dalle composizioni complesse e dalla libertà espressiva di questo genere, e hanno così iniziato a esplorare la discografia dei gruppi storici dei seventies, scoprendo un universo sonoro completamente nuovo.

Oltre al blues e al rock progressivo, i membri della band hanno attinto a diverse altre fonti di ispirazione: la musica classica, il jazz, la world music e persino la musica elettronica, e queste influenze si manifestano nelle loro composizioni.

Parliamo di ventenni alla ricerca della propria identità musicale. Sono giovani ribelli che sfidano le convenzioni e le aspettative della loro comunità, scegliendo di seguire la propria passione piuttosto che conformarsi ai modelli precostituiti.

Facendo parte della generazione Y, sono nativi digitali, cresciuti con internet, i social media e la musica on-demand, e quindi sto scrivendo di una generazione è caratterizzata da un forte senso di individualismo, da una grande apertura mentale e da una passione per l'innovazione.

La loro scelta di dedicarsi al rock progressivo li pone in contrasto con la generazione precedente, più legata alle tradizioni blues di Memphis. Questo conflitto generazionale diventa una fonte di ispirazione e di motivazione per la band, che è determinata a dimostrare che la musica può evolversi e rinnovarsi.

Aver appreso tutte queste notizie sui Celestial Tapestry mi porta ad alcune considerazione di carattere generale.

 

Il pregiudizio generazionale verso il prog rock 

Il rock progressivo è spesso definito un genere musicale "da vecchi", legato a un'epoca passata e poco adatto ai gusti delle nuove generazioni. Ma perché questo pregiudizio?

Con le sue lunghe suite, i testi complessi e le sonorità sperimentali, viene spesso associato a un'immagine stereotipata di musicisti barbuti e occhialuti, più interessati alla teoria musicale che alla spontaneità e all'energia del rock.

Alcune persone trovano il rock progressivo troppo complesso e poco immediato. Le canzoni lunghe e articolate richiedono un ascolto più attento e concentrato rispetto ai brani pop, più brevi e orecchiabili e subentra il concerto di “prodotto per la nicchia”, lontano dai grandi successi commerciali e dalle tendenze musicali del momento.

Nondimeno, sempre più giovani si stanno appassionando al rock progressivo.

In un panorama musicale dominato dalla musica pop e dall'hip hop, molti giovani cercano sonorità più complesse e originali. Il rock progressivo offre un'ampia gamma di possibilità espressive, permettendo agli artisti di sperimentare con diverse sonorità e strumenti.

Inoltre, il rock progressivo è sempre stato un genere anticonformista, che ha sfidato le convenzioni e le regole del rock tradizionale. Questa attitudine ribelle può attrarre i giovani che cercano di distinguersi dalla massa.

I social media - ed è questo un caso - hanno contribuito a diffondere la musica di band progressive meno conosciute, creando una nuova generazione di fan.


Il caso dei Celestial Tapestry

Nel caso dei Celestial Tapestry, la loro giovane età e la loro provenienza da  un luogo simbolo del blues, potrebbero rappresentare un ponte tra generazioni e generi musicali, con un approccio fresco e innovativo, una fusione di sonorità e la proposizione più o meno conscia di un messaggio universale: temi come l'amore, la perdita, la ricerca di sé stessi… risuonano in ogni era.

Non resta che ascoltare ciò che ho potuto assemblare, ovvero alcune immagini che faranno parte del ricco booklet incluso nel disco - che, pare, uscirà anche in vinile - e un brano simbolo del loro album, intitolato “Endless Mystery”. Gli aspetti sinfonici iniziali portano lontano dalle citati contaminazioni locali, ma trattasi di un unico brano di 4 minuti e quindi per trarre un giudizio definitivo mi riserbo l'ascolto totale, molto soddisfatto dell'incipit.