All’interno dell’album “Pawn Hearts” (1971) dei Van der Graaf Generator,
uno dei miei preferiti in assoluto, troviamo la suite “A Plague of Lighthouse Keepers”, suddivisa in
dieci sezioni.
Venne incisa nel corso di molte
sessioni, in alternanza all'attività live della band. Per questo motivo ci
vollero circa quattro mesi per registrarne tutte le singole parti, unite poi
in fase di mixaggio.
Il pensiero del tecnico, il
produttore John Anthony, tende ad enfatizzare la tecnologia del momento: “La
traccia presentava una maggiore ricercatezza rispetto agli altri album, e abbiamo
spinto al limite le capacità del Trident, utilizzando ogni singolo strumento
presente negli studi di registrazione".
Le sperimentazioni di cui parla
Anthony includevano varie tecniche, come la manipolazione del nastro e perlustrazioni
sonore tramite l'utilizzo di mellotron e sintetizzatore. David Jackson affermò
che una parte venne sovraincisa ben 16 volte. Alle registrazioni partecipò
anche Robert Fripp dei King Crimson come ospite alla chitarra, il cui
contributo può essere ascoltato nei minuti 8:10-10:20 e verso la fine della
canzone.
A proposito delle liriche, Peter
Hammill dichiarò: "È semplicemente la storia di un guardiano del faro,
di base è solo quella. Viene narrato il suo senso di colpa e i suoi complessi
nel vedere morire le persone, lasciando che esse periscano senza poterle
aiutare. Non c'è una vera una fine, sta all’ascoltatore decidere la conclusione
più appropriata.”
Il narratore lotta contro la solitudine,
l'isolamento, la disperazione e il tormento, mentre aspetta che qualcuno lo
salvi dalla sua terribile situazione. Il suo isolamento interiore e fisico è reale,
ed egli lancia una nota profetica sul fatto che il disastro lo annienterà se
non agirà al più presto.
Dalla canzone sgorgano molteplici
immagini molto chiare che riflettono il tumulto interiore dell’uomo: gli
spettri e gli scheletri delle navi che passano davanti alla sua torre, le onde
che si infrangono contro le pietre, le maschere bianche di ossa e mascelle di
ferro dei fantasmi.
Mentre il guardiano è testimone di
molte cose orribili, si rende anche conto di essere bloccato in un ciclo
infinito di sofferenza, e alla fine sembra accettare il suo destino e abbraccia
la presenza della notte, riprendendosi dalla tristezza, dal lutto e dal dolore
che ha vissuto.
Sono questi gli effetti dell'isolamento,
della solitudine, che portano alla sensazione di essere intrappolati a causa
delle circostanze determinate dalla vita.
A mio giudizio un capolavoro, rappresentativo di un album di cui non si può fare a meno.
Artista:
Van der Graaf Generator
Autore/i:
Peter Hammill, Hugh Banton, Guy Evans, David Jackson
Album: Pawn Hearts
Data:1971
Etichetta: Charisma
Durata: 23:04