Gerd Weyhing - “Il Giardino dell'Impossibilità”
IL ROCK PROGRESSIVO ITALIANO ANNI ’70
PROVENIENTE DALLA GERMANIA
Immaginiamo di trovarci tra le mani l’album “Il Giardino
dell'Impossibilità” e di iniziare l’ascolto senza avere
alcuna notizia oggettiva che lo riguarda.
Non ho dubbi che, senza fare alcuna ricerca, si arriverebbe
alla conclusione che si tratta di un disco creato nei primi anni ‘70 da un
gruppo italiano che, non avendo trovato sbocco sul mercato discografico del
momento, aveva accantonato il tutto in qualche cassetto, bobine che riemergono
oggi con il vigore che la tecnologia garantisce.
Oppure… l’album uscì, unica opera di una band scomparsa quasi subito, magari poche copie che ora valgono oro tra i collezionisti.
Il sound è quello tipico di chi, in quei giorni, si lasciava
trasportare verso nuovi lidi, arricchendo la strumentazione classica del rock
con atmosfere sinfoniche e sognanti. Tutti i dischi di “seconda fascia” (e qui
la qualità non c’entra) nati in quei giorni hanno caratteristiche comuni,
tipiche del prog di casa nostra, sonorità simili, ricerca del concept, un modus
scontato, a volte semplice, legato ad un genere che stava nascendo, e agli
esempi “stranieri” si aggiungeva il tocco italico fatto di melodie uniche.
In questo caso l’autore è sorprendentemente straniero,
tedesco per la precisione, e si definisce, “il musicista tedesco pazzo
che ama l'Italoprog”.
Il suo nome è Gerd Weyhing, e musicista lo è davvero, e quattro anni fa recensii un suo pregevole lavoro (https://athosenrile.blogspot.com/2020/03/gerd-weyhing-subterramachinea.html). A fine articolo sono disponibili tutti i risvolti professionali che lo riguardano.
Ma stiamo al gioco prima di svelare l’arcano.
Spiega Gerd Weyhing:
Questo album è un tesoro nascosto.
Molti anni fa trovai un nastro sporco per strada, in una
piccola città Toscana, nascosto in un mucchio di roba. Il proprietario era
morto e, per liberare la casa, si sbarazzarono delle sue cose apparentemente
inutili, buttandole nella spazzatura, tanto per liberare le stanze per il
prossimo inquilino. La copertina e il titolo mi incuriosirono e la musica era
semplicemente meravigliosa. Non c'era nessun indirizzo, nome o numero di
telefono sulla copertina. Provai di tutto per scoprire chi ci fosse dietro questa
musica, ma non ci riuscii. Solo di recente, nell'estate del 2024, ho contattato
attraverso i social Francesco Udio, membro di un gruppo rock progressivo
italiano. Mi disse che conosceva il proprietario del nastro, erano amici
d'infanzia e conosceva anche l'indirizzo della casa in cui avevo trovato il
nastro. Siamo andati entrambi lì e, chiedendo a un sacco di persone, abbiamo
lentamente scoperto i musicisti che avevano registrato questo nastro nel 1982. Avevano
realizzato 50 di quei nastri demo, ma (l'era d'oro del Progrock era finita)
nessuno era veramente interessato. Subito dopo la registrazione, il gruppo si
sciolse e scomparve nel vuoto.
Alla fine, trovammo alcuni membri della band. I Master Tapes
erano stati nascosti sotto un letto per decenni e ancora utilizzabili.
Così abbiamo potuto realizzare questo album. È meraviglioso!
Questa è la storia. È una bella storia.
Ma non è vera.
Potrebbe essere stata così, ma è diversa!
Tre settimane fa mi sono imbattuto in Udio.com, il sito di musica AI, e l'ho provato per divertimento. I risultati mi hanno lasciato senza parole, fantastici! Ho creato 11 canzoni, tutte brillantemente composte, eseguite e mixate. Ho fatto un sacco di editing e altre cose... AI non significa solo cliccare su un pulsante di creazione. A ogni passaggio devi decidere dove andare da quel punto in poi. Ma questa è composizione... devi prendere un sacco di decisioni, e devono essere quelle giuste, se vuoi ottenere un buon prodotto. La musica che ne è scaturita è piena di emozioni e, per me, i musicisti e i cantanti sono completamente reali e alcuni passaggi che ho creato si rifiutano di uscire dalla mia testa.
Ok, ora è chiaro che questo è un caso, il primo per me, di Intelligenza Artificiale utilizzata da un musicista per realizzare un sogno, quello di creare un album di inediti, del genere e del periodo preferito. Ma Gerd non è italiano, e quindi il suo amore e il suo sforzo vanno premiati con un ascolto scevro da pregiudizi. Però, ho avvertito nelle sue parole una buona dose di frustrazione legata alle reazioni generali…
Ho realizzato un album nello stile del prog italiano degli
anni '70 e un mio amico AI mi ha aiutato a realizzarlo. Non so scrivere testi in
italiano, per esempio. Ho provato solo per curiosità e il risultato è stato
inaspettatamente brillante, almeno per me. Per questo ho realizzato 11 canzoni
che poi ho pubblicato.
Il tema dell'IA è molto polarizzante, ho sperimentato odio e
rifiuto, ma la maggior parte delle reazioni sono state positive, sia in
Germania che in Italia. Vorrei che il mio lavoro fosse ascoltato, e spero che
non ci siano pregiudizi, che non ci sia un atteggiamento negativo a prescindere
nei confronti dell'argomento.
Vedo nelle discussioni nate dopo l’uscita del disco in
Germania (l'album è disponibile solo online) che bisogna stare attenti nel
proporlo, altrimenti la gente non ascolterà affatto la musica ma si abbandonerà
invece a discussioni a favore/contro l'intelligenza artificiale, rifiutando
invece il risultato, per paura del mezzo utilizzato. Parlo soprattutto dei
musicisti.
Se fornissi troppi dettagli, le persone inizierebbero
immediatamente a separarli e poi a usarli per giustificare il motivo per cui
questa musica non può essere buona.
Andava meglio quando dicevo alle persone/amici "ehi,
cosa ne pensi?", oppure, "guarda cosa ho trovato", e dopo aver
svelato che avevo usato l’AI, chiosavano "Wow... non ci sarei mai arrivato".
Quando dico "Ho fatto un album e un amico AI mi ha
aiutato a farlo" tutti sono immediatamente scettici e la maggior parte
delle persone lo rifiutano. IA? Musica robotica. Voglio musica con anima e
sentimenti veri.
Ma non si può nemmeno fare quello che fanno molti, ovvero
nascondere completamente il fatto che si tratta di musica AI. Sarebbe
disonestà, menzogna, e la tua credibilità come musicista andrebbe perduta.
Se racconto tutti i dettagli nessuno ascolterà la musica con
le orecchie e la mente aperte, e tutti cercheranno e troveranno problemi.
È un dilemma. Cosa fare? Qual è il modo migliore per
esprimere le cose in modo che le persone ascoltino e non soccombano ai loro
pregiudizi?
Dimenticavo, Rocco Tanica ha appena pubblicato un album
intitolato "Te Deum", completamente AI. L'album è, a mio giudizio,
molto bello!
Un po’ di commento…
Partiamo dalla copertina e troviamo alcune similitudini
rispetto al prog ’70 italiano, che troveranno conferma in un titolo in
particolare.
Mi riferisco ai colori utilizzati, che riportano al disco di esordio
di La Locanda delle Fate, “Forse le lucciole non si amano più”, del 1977.
Dice Gerd a tal proposito: “Qualche tempo fa ho creato
alcune immagini AI focalizzate su di un orto con broccoli e cavolfiori, e
quella utilizzata per la copertina è quella che mi è piaciuta di più. I colori
potrebbero essere simili a quelli dell’esordio della Locanda, ma non ci sono
reali connessioni”.
Per completare il parallelismo segnalo che la 5° traccia si intitola “Forse le farfalle non si amano più”, e a questo punto l’autore sottolinea che il pezzo… è un omaggio a Locanda e Maxophone (“Al mancato compleanno di una farfalla” fa parte dell’esordio discografico dei Maxophone del ’75).
Per chiudere il cerchio rispetto all’idea di amore verso certa musica, segnalo come uno dei tanti progetti di Gerd sia sotto forma di duo chitarristico, Cadence & Cascade, lui e la sua compagna, con una proposta a base di New Trolls.
Le influenza che hanno inciso sulla creazione sono di facile
intuizione, ma a domanda specifica Gerd Weyhing racconta che nel suo DNA ci
sono… PFM, Banco, New Trolls, Maxophone, La locanda delle Fate, Angelo
Branduardi, Toto Torquati, Reale Accademia Di Musica, Elio e le Storie Tese…
Avrei pensato ad una certa concettualità… erano quelli i
giorni in cui il fil rouge di un album era un format molto utilizzato, ma non è
questo il caso, e non mi pare sia difficile comprendere questa deviazione
rispetto ad uno standard certificato. Un concept si pianifica a tavolino, non
arriva per caso in fase di brainstorming in sala prove. In questo caso mi
immagino Gerd davanti a questa nuova possibilità, e mentre testa il suo “nuovo
compagno” rimane stupito dal risultato e si concentra solo sul primo step.
Gli altri episodi arriveranno a seguire, ma ognuno
rappresenterà una tessera sé stante.
Casuale la scelta della voce, dice Gerd Weyhing, ma la vocalità
scelta ricorda a tratti Aldo Tagliapietra, e so che Gerd sarebbe felice di
poter arrangiare il tutto e metterlo a disposizione dell’ex cantante di Le
Orme.
Tutti gli elementi che ho messo sul piatto mi sembravano
essenziali per preparare un ascolto che, immagino, susciterà giudizi variegati.
Io mi sono imposto una fruizione il più possibile “open mind”, facilitato dal fatto che amo quel genere e che mi capita spesso di trovare album italiani di quei giorni che mi ero perso, dei piccoli “gioielli nascosti”, come potrebbe essere “Il Giardino dell'Impossibilità”.
Oltre 56 minuti di musica suddivisa su 11 tracce,
godibilissima, con atmosfere sinfoniche e stacchi dinamici, melodie sognanti,
passaggi che evocano il passato, sezioni orchestrali di stampo classico
accostate a strumentazioni tipiche del rock.
Nel corso dell’ascolto mi sono reso conto di essere di fronte a
qualcosa che unisce epoche diverse, paradigma di 50 anni di musica e vita,
possibile solo attraverso la tecnologia avanzata, ma trovo sollievo nel pensare
che è ancora l’uomo che tiene in mano le redini del gioco.
L’album mi piace, lo riascolterò ancora, all’interno di una stanza mi dà sensazioni positive, anche se è penalizzante pensare che non esisterà necessariamente una fase live, oppure sì; secondo Gerd la stessa musica potrà essere utilizzata da una band, almeno nei brani “Strade di Speranze”, “Senza Radici” e, forse, “Echi d'Eternità”, ma tutto dipenderà dall'arrangiamento e dal numero di musicisti necessari.
Due note relative all’utilizzo dell’AI e all’utilizzo
musicale di quanto creato.
Spiega l’autore: “La musica che ho creato può essere
utilizzata da chiunque, ma non può essere monetizzata o essere dichiarata
propria.
La regolamentazione sul copyright per la musica AI è, in
questo momento, la legge del selvaggio west, nessuno sa cosa sia giusto o
sbagliato. Queste canzoni sono mie ma non mi appartengono. Sono confuso.
Eppure… Rocco Tanica vende il suo “PRODOTTO AI con "Tutti i diritti riservati…”.
Sono curioso di conoscere l’opinione dei lettori, io non
posso che complimentarmi con Gerd Weyhing per le sue idee, per il suo coraggio
e per le sue notevoli skills, un musicista completo che ha deciso di osare e
affrontare il giudizio, soprattutto, dei suoi colleghi!
Lui sintetizza così il proprio lavoro:
L'album è un puro omaggio alla musica
che amo!
(e si candida, ridendo, per il
titolo di "Musicista Prog Italiano dell'Anno!)
A questo punto il minimo che si possa
fare è ascoltare l’album:
https://gerdski.bandcamp.com/album/il-giardino-dellimpossibilit
UN PO’ SI STORIA DI GERD WEYHING
Gerd Weyhing è un compositore e musicista tedesco che si
muove in area Progressive Rock e Ambient, descrivendo paesaggi sonori
attraverso la musica elettronica.
Vive e lavora in un piccolo e tranquillo villaggio in
Germania, Palatinate Forest, in una regione di bassa montagna situata nella
Renania, in una sorta di parco naturale.
Fin dalla prima infanzia si appassiona a vari strumenti, tra
cui la fisarmonica, il clarinetto e l’organo. Inizia a suonare la chitarra
all'età di 14 anni, e da quel momento non si separa più dallo strumento.
Recentemente si è spinto verso la 12 corde arrivando a
qualcosa simile al Chapman Stick, ed ha anche perlustrato il mondo delle
percussioni.
Le sue ispirazioni includono i Beatles, Mike Oldfield, King
Crimson, Gentle Giant, Genesis, Magma, Hedningarna, Klaus Schulze, Steve Reich,
Nik Bärtsch's Ronin, e recentemente si è avvicinato al Progressive Rock
italiano degli anni '70.
All’età di diciotto anni incomincia a comporre pezzi lunghi e
complessi, con ritmi e metriche insolite, come "Sutherland",
suddiviso in 4 parti, la cui registrazione iniziò nel 2013.
Mentre si trovava nelle Highlands scozzesi conobbe Morris
Pert (Brand X) che viveva in quel luogo, e con lui realizzò lunghe sessioni
musicali, purtroppo mai registrate.
Negli anni '90 è stato chitarrista, cantante e scrittore
nella band progessive "Brightness Falls", dal nome di una canzone di
Robert Fripp e David Sylvian. La band si sciolse dopo pochi anni e i “resti”
formarono i “B4 Sunrise" (Reinhold Kromimer, Wolfgang Bechtluft e Michael
Bràckner ecc.).
Dopo aver cercato per molti anni di trovare un modo
convincente di fare musica dal vivo come solista, scopre il software Ableton
Live, e da un paio d'anni è in grado di realizzarsi in forma autarchica,
suonando la chitarra con alcuni effetti dispositivi (loop, delate, ecc.)
insieme a ciò che il software ha da offrire, gestendo l'arte di fondere sempre
meglio il Guitar World e la Elettronica.
Con questo concetto, a partire dal 2012, ha iniziato a
suonare dal vivo molto più spesso, soprattutto in Germania.
Il suo CD "The Hidden Symmetry", registrato dal
vivo nel dicembre 2011, è stato accolto bene dalla critica mentre il doppio CD
“Journeys to Imposible Places" propone le migliori registrazioni dal vivo
del 2013.
Gerd Weyhing raggiunge il terzo posto nella categoria
"Nuove scoperte 2013" alle Schallwelle Award Elections.
Un ritorno alle radici fatto di composizioni strumentali
lunghe e complesse, lo conduce al Prog-Rock-Album “SubTerraMachIneA” (2018).
Al momento Weyhing sta lavorando su un complesso setup live
strumentale di 67 minuti (la durata dell’album), e su alcune tracce influenzate
dal prog italiano, e sta componendo nuova musica nei settori di Minimal,
Electronics e Progressive Rock.
Saranno molti i musicisti che lo aiuteranno nel percorso!
Gerd ha un progetto parallelo, un duo di chitarre chiamato
'Cadence & Cascade' con la sua compagna e suonano quasi solo canzoni di
prog italiano, in italiano, in Germania: PFM, Banco, New Trolls, Stormy Six, Le
Orme, Branduardi, Elio e le Storie Tese ecc.
E non è amore questo!