Jerry Cutillo è la mente degli OAK (Oscillazioni Alchemico Kreative), band romana di lungo corso da lui formata molti anni fa, propositrice di programmi sonori molto variegati, a volte in azione come tributo ai miti musicali del passato, ma sempre più spesso espressione personale di gusti e passioni che intrecciano la storia con la tradizione, con una voglia estrema di contaminazione e rottura degli argini culturali che la musica progressiva ci ha insegnato a superare con naturalezza.
Beh, parlare solo di
Jerry non è corretto, ma lui è il fulcro attorno al quale si materializza la
dinamicità di musicisti che entrano ed escono nei suoi progetti.
Cutillo è un polistrumentista
di valore e, nel tempo, i suoi “amici” esterni si sono fatti coinvolgere sempre
di più, sia in fase live che in quella di registrazione. Anche in questo caso
ne abbiamo una prova concreta, come si evince dall’intervista a seguire, uno
scambio di battute che permette di entrare nei dettagli della proposta.
Già… il nuovo lavoro
degli OAK, il doppio vinile + Cd (quasi 70 minuti di musica) che riporta ad
elementi storici che da sempre appassionano l’uomo moderno e non, e che toccano
particolarmente certe zone geografiche che hanno rappresentato la scenografia
su cui la storia ha camminato. La vita su cui si è focalizzato Cutillo in
questa occasione è quella di “Giordano Bruno” - è questo il titolo dell’album -, e il percorso che viene
delineato parte dal suo arrivo a Roma e, dopo il lungo peregrinare, il ritorno,
con l’epilogo drammatico, il rogo, il 17 febbraio del 1600: da Campo dè Fiori a… Campo dè Fiori.
L’ascolto abbinato
alle didascalie regala una chiave di lettura completa e
particolarmente piacevole, tanto da provocare una sorta di immedesimazione, un... “entrare
nella parte”.
La mia idea è che sia
questo il sogno musicale della vita, quello che andava realizzato
indipendentemente dalle richieste di mercato (qualora ne esistessero ancora!) o dalla
necessità di mantenersi entro una categoria precisa… un lavoro di
pregio culturale - proporre la storia e i suoi parallelismi utilizzando la
musica come elemento didattico - ma allo stesso tempo coinvolgente e pieno di spunti
accattivanti, uno di quei contenitori che, se nati in epoca seventies,
avrebbero raggiunto lo status dell’immortalità.
E’ ovviamente un lavoro
tipico della nostra epoca, momento in cui nessuno investe più e ci si deve
arrangiare per limitare i costi e al contempo la tecnologia permette di
lavorare da casa, accorciando gli enormi spazi che spesso esistono tra i vari
musicisti. Ciò nulla leva alla qualità del prodotto in uscita salvo, forse, la
continuità live, vista la lista degli ospiti stranieri presenti.
Parlo di musicisti
incredibili come David Jackson - impossibile
non riconoscere il suo tocco -, Maartin
Allcock - sempre presente quando Jerry chiama - Richard Sinclair, la cui partecipazione regala una delle tracce più
significative (proposta a seguire), Sonya
Kristina - una timbrica vocale da brividi -, Jenny Sorrenti, nell’occasione una sorta di versione femminile di
Peter Hammill, e il drummer scozzese Derek Wilson. Ma non finisce qui… come si potrà leggere nell’intervista.
"Roma, 17 febbraio 1600. La porta della cella si chiude con un
rumore sinistro. All’apostata Giordano
Bruno, detenuto nel carcere dell’Inquisizione romana, viene applicata la
mordacchia così da non poter gridare o lanciare anatemi lungo il percorso che
conduce a Campo dè Fiori. Lì, ad attenderlo, c’è il rogo."
Da qui inizia il viaggio sonoro,
puntellato da trame comprese tra la miglior acusticità di Ian Anderson (“Aqualung”
viene citato espressamente) e le atmosfere oniriche e dark dei VdGG, ma con il
tocco geniale di Jerry Cutillo, un musicista intriso di rock e vissuto
popolare.
Ho goduto al primo ascolto, senza
aver volutamente usufruito di alcun tipo di spiegazione. Mi sono ripetuto in modo più cosciente, avendo però davanti un booklet con i testi e i crediti: il risultato non è cambiato.
La storia e la musica, come accade
da sempre, si intrecciano e la sintesi che ne deriva, in questo caso, è
qualcosa di magico che vale la pena afferrare e condividere.
"Attraverso le sbarre della sua
cella, Giordano osserva le stelle danzare. “Se è certo che ogni vicenda umana, avviluppata com’è nelle circostanze
di un momento, non custodisce la verità assoluta, è altrettanto vero che
spiriti eletti possono comunicare e condividere conoscenze anche a distanza di
secoli. In uno di questi mondi infiniti, noi ci incontreremo.”
Imperdibile!
Imperdibile!
L’INTERVISTA
Il tuo nuovo lavoro,
“Giordano Bruno”, è in incubazione da molto tempo: mi racconti la nascita
dell’idea e l’iter che ti ha portato al completamento del progetto?
La figura di Giordano
Bruno si è sempre aggirata, come un’ombra, nelle mie vicende esistenziali. Sono
sempre stato attratto dal magnetismo della statua in Piazza Campo dè Fiori e con
il passare degli anni ho avvertito come un richiamo che mi avvicinava alla
storia del filosofo nolano. In “Sator
Arepo Tenet Opera Rotas”, un mio lavoro del ’96, figurava il brano “XXI Century Jubilee”, dove il nome
Giordano Bruno faceva il suo ingresso nelle liriche, strillato al megafono dalla
mia voce sopra una cornice di suoni laceranti. Quel prodotto non fu mai pubblicato
e rimase nel cassetto. Poi, due anni fa,
decisi di inserire il brano nel Cd “Viandanze”
e insieme al produttore Marco Viale girammo
le riprese del videoclip in Piazza San Pietro e in Piazza Farnese (adiacente a
Piazza Campo dè Fiori) dove si trova l’ambasciata Francese. Il caso volle che
ciò avvenisse appena due giorni prima dell’eccidio del Bataclan. Quarantotto
ore in ritardo e saremmo stati circondati dai reparti speciali antiterrorismo
in difesa di due tra i maggiori siti a rischio della capitale.
Il video a cui
accennavo è su youtube e potete trovarlo digitando la parola chiave: “Giubileo, dal nuovo album degli OAK “Viandanze”.
Questo accadeva due
anni fa circa, poi, in seguito ad uno scambio di battute con Massimo Gasperini,
discografico dell’etichetta genovese Black Widow, avviai un nuovo progetto. Ricordo
che alla sua affermazione “Io ci farei un
album intero su Giordano Bruno” replicai: “Sì, ma in formato doppio vinile!”. E cominciò la sfida… contro i
miei limiti, il tempo e le scarse finanze a mia disposizione. Mi posi come
obiettivo l’aver pronto l’album in tempo per l’anniversario della morte del filosofo
che cade il 17 febbraio. Cominciai così a comporre del nuovo materiale e a registrare,
insieme a Giacomo Pettinelli alla batteria e Francesco De Renzi alle tastiere,
alcune basi. Continuai le session in Svizzera a Leontica, nel “Sound Avenue Studio”
di Marco Viale dove ci raggiunse David Jackson. Effettuai degli overdubs al “ReFo
studio” di Daniele Nuzzo e infine realizzai il missaggio e la masterizzazione rispettivamente allo “studio Blu” con Marco
Lecci e al “Seven Studio” di Stefano Vicarelli. Tuttavia, per ammortizzare i
costi di produzione, effettuai la maggior parte delle incisioni nel mio home studio
dedicandomi ad uno sfrenato polistrumentismo. A posteriori posso assicurarti
che la gestazione del progetto è stata problematica e convulsa. Nei diciotto
mesi di lavorazione è successo di tutto e le probabilità di insuccesso
sembravano superare di gran lunga quelle di riuscita. Sono stato costretto a
fronteggiare carenze strutturali, promesse non mantenute, equivoci e defezioni,
e l’assenza cronica di un budget sufficiente per portare a termine adeguatamente
il progetto.
Sul sito www.oscillazionialchemicokreativegiordanobruno.eu in 13 steps sono racchiuse tutte le fasi della crescita
dell’album.
Infine, lo scorso
autunno, il richiamo di “Giordano Bruno”
è arrivato alle orecchie di Iaia De Capitani (Immaginifica by Aereostella) che ha
finalizzato il prodotto rapidamente e in modo molto professionale.
Chi fa parte
attualmente degli OAK?
Questa è una domanda a
cui ho sempre maggiori difficoltà a rispondere. Rischierei di scrivere una line
up che potrebbe dissolversi nel giro delle ventiquattro ore, tant’è vulnerabile
il panorama musicale. Nel corso dei venticinque anni con gli O.A.K. ho
sperimentato ogni genere di rapporto artistico. Tuttavia, andando per
esclusione, posso affermare che gli
O.A.K. non sono un gruppo di amatori/appassionati/collezionisti, non sono una
società a scopo di lucro, non sono il delirio di un pazzo egocentrico, non sono
una tribute band, non sono un fan club, non sono una setta diabolica, non sono
una band di session men, non sono un duo/trio…
E’ di assoluta
importanza però sottolineare lo straordinario line up con cui presenteremo “Giordano Bruno” al Planet Live Club di
Roma domenica 18 febbraio: Jerry
Cutillo alla voce, chitarra acustica, flauto e tastiere – David Jackson ai
fiati – Francesco De Renzi alle tastiere – Guglielmo Mariotti al basso e dodici
corde – Shanti Colucci alla batteria. Anche Jenny Sorrenti e Valentina
Ciaffaglione daranno il loro contributo vocale a questa serata che si
preannuncia come una grande festa per il pensiero libero, la creatività e il
futuro del prog.
Ho visto ospiti
stratosferici: me ne parli?
David
Jackson è stato il primo ad essere contattato perché il sound che volevo dare
all’album non era guitar oriented e David, con il suo tonewall,
rappresentava l’unica soluzione. Se non avesse chiamato i demoni del suo
passato a darci una mano, sarebbe stato ben diverso e l’album non avrebbe
probabilmente visto la luce. Dave ha sempre apprezzato molto i miei
sforzi artistici e il suo background aderisce perfettamente al nostro
attuale progetto. Il suono inconfondibile dei suoi double horns ha contaminato
i miei arrangiamenti in maniera originale, auguriamoci quindi che la nostra
collaborazione duri ancora per molto tempo.
Anche
l’invito a Richard Sinclair è avvenuto spontaneamente perché, in passato, avevamo
condiviso una serie di spettacoli e ci eravamo lasciati con la promessa di
tornare a lavorare insieme. Una delle mie nuove composizioni, “Dreams of
mandragora”, era nata dalla visualizzazione di un’ immagine sonora. Hai
presente i “choir boys” delle chiese inglesi? Richard ha un esperienza simile,
avendo frequentato il coro della chiesa nel distretto di Canterbury dove
viveva, e il suo timbro vocale, unito ad una intonazione impeccabile, è rimasto
inalterato. Nessun bending o note vibrate o urli arrochiti. Un plasma tonale
omogeneo che si muove orizzontalmente sul pentagramma e ti incanta dalla prima
all’ultima nota. Per tre giorni abbiamo lavorato in casa, soffrendo il caldo di
settembre, fino alla realizzazione delle parti vocali e della linea di basso.
Con grande impegno siamo riusciti a far riemergere lo spirito del migliore
Sinclair, con tutta la sua straordinaria abilità tecnica e il brano, che dietro
un’ apparente semplicità cela un sofisticato puzzle di progressioni
armoniche, ne ha tratto grosso vantaggio. Il testo è immaginifico e descrive
una scena molto bizzarra: “Sottili lingue di fumo volano alte nel salone dei
ricevimenti di palazzo Sidney quando gli ospiti si svegliano dal volo
magico. Soltanto ora il maestro Giordano Bruno si illumina di un sorriso
beffardo. Ai suoi lati, due incensi alla mandragora si spengono con un soffio
d’argento”.
Ringrazio Pat Rowbottom per l’aiuto
alla scrittura del testo.
Un’altra sacerdotessa del mistero
è Sonja Kristina, storica frontwoman dei Curved Air. Con lei avevo realizzato “Demons of prog” uno spettacolo di
musica O.A.K., VDGG, Genesis e Curved Air,
e Il suo fascino e la sua dolcezza mi avevano profondamente colpito. Nell’album
“Giordano Bruno” volevo inserire
l’episodio dell’incontro del filosofo con una donna, che in seguito Giordano chiamerà
Diana, avvenuto sulla spiaggia di Nola. Avevo in mente, come riferimenti, Morricone - “Giù la testa” - e Pink Floyd - “The
great gig in the sky”. Cominciai con una progressione armonica al piano che
introduceva dei vocalizzi che immaginavo dovessero crescere ed esplodere in un
inciso molto lirico. Purtroppo la composizione arrivò ad uno stallo finché
decisi di utilizzare dodici battute armonico/melodiche che avevo composto molto
tempo addietro in seguito ad un mio viaggio sull’isola di Skye in Scozia. Le inserii
nel nuovo progetto e… suonavano a meraviglia! Cominciò poi il carosello dei
tentativi canori ma, per diverse ragioni, non si arrivò ad una definizione delle
altre parti vocali. Poi arrivò Sonja, che
finalmente rispose al mio invito rivoltole molto tempo prima e cantò insieme a
me tre nuove strofe. I vocalizzi di Valentina Ciaffaglione completarono poi
brillantemente la parte corale del brano con note da brividi.
Per Maartin Allcock il compito
invece è stato più semplice perchè la mia “Danza
macabra”, un nuovo arrangiamento del celebre capolavoro di Saint Seans, gli
ronzava nelle orecchie già da parecchio: ricordi a Savona Athos? E il Dance
ensemble di Eleonora Briatore? Non avevo quindi dubbi sull’ottimo risultato che
avremmo raggiunto.
I fraseggi del basso sono
ritmicamente puntuali e melodicamente risolutivi. Un vero pezzo di bravura del
nostro amico Maart che ha registrato la parte in tutta comodità nel suo home
studio ad Harlech nel Galles e poi spedito il wav file. Un autentico capolavoro
di stile alle quattro corde.
Tra le voci femminili dell’album ci
sono anche quelle di Annamaria Manzi e Gertrude Urner. Anche Jenny Sorrenti è con noi a cantare in “Wittenberger fuchstanz”. Jenny ha sempre
avuto ottime intuizioni nei miei brani, ed oltre ad avere una naturale
predisposizione melodica è una cantante molto esperta e con grandi doti immaginifiche.
Anche in questa occasione è stata infallibile ed ha colto in pieno lo spirito dell’underworld
degli O.A.K..
Derek Wilson è noto per essere uno
dei migliori session men della capitale e il suo contributo in “Parallel dances” nel 2000 era stato
molto rilevante. In seguito a quell’esperienza Derek cominciò ad apprezzare il mio stile compositivo finendo
per inserire alcuni brani nei suoi video tutorial. Per “Giordano Bruno” serviva un’opening track che dettasse gli orientamenti
dell’album e i primi tentativi ritmici, effettuati con altri musicisti, non
avevano dato esiti positivi. Cominciavo a temere per “Campo dè Fiori” perchè Il muro sinfonico dei mellotron necessitava
di un adeguato sostegno ritmico. Mi rivolsi quindi a Furio De Chirico e Derek
Wilson. Quest’ultimo si rivelò particolarmente motivato dal 16/8 sincopato che
muove la sinfonia del brano e arrivò al traguardo superbamente con timing e dinamiche a regola d’arte. La lista degli ospiti continua con il
contributo di Marco Lecci che ha
effettuato i missaggi, di Marco Viale per le riprese nel suo studio SoundAvenue
di Bellinzona e poi Charles Yossarian, Fab Santoro, Alexa Trinity Bersiani,
Daniele Nuzzo, Gerlinde Roth, Roberto Bersiani, Mirko Valtulini e Yoshiko
Progrena.
A proposito dei guests, ho catturato un tuo commento di pochi
giorni fa, parole con cui esprimevi soddisfazione nel sapere che nello stesso
momento musicisti differenti erano impegnati nel lavorare a fasi di “Giordano
Bruno”: che tipo di piacere si prova nel creare un album negli anni 2000?
E’ stato un momento di rara esaltazione a conferma delle
straordinarie potenzialità che hanno le nuove forme di comunicazione. In quel
post pubblicato sul mio profilo facebook, usavo l’immagine del nostro pianeta
segnalando gli artisti coinvolti nella fase finale del progetto nei loro
rispettivi punti cardinali. Gaia (questo il nome dato alla Terra dagli antichi
greci) ci ospita ed unisce in un grande abbraccio. Giordano Bruno aveva già divulgato
questo spirito di unione tra esseri umani, una comune ricerca di conoscenza e verità
assoluta. L’aver gettato il seme di un progetto intorno al quale si sono mosse tante
energie positive è il primo grande successo di quest’album. Poi c’è anche il
rovescio della medaglia (non la prog band ma il lato oscuro dei sentimenti
umani!) che contrappone, ad una forza che guarda avanti, qualcos’altro che
rimane nell’ombra e vittima dei risentimenti. Trovo comunque inevitabile che la
passione, il coraggio, lo sforzo e la continuità vengano premiati, perché l’unico
modo per sperare di migliorare sé, gli altri e il mondo che ci circonda, è credere
fino in fondo in qualcosa e lottare per farlo nascere ed affermare. Se questo
qualcosa poi sono un pugno di canzoni ispirate dalle vicende di un illuminato
come Giordano Bruno, c’è di che stare tranquilli.
Che cosa differenzia
questo nuovo lavoro dai tuoi precedenti?
Per la serie “Sempre
più difficile”! I bersagli si allontanano ma la mira migliora e quindi si spera
sempre di far centro. Chi avrebbe scommesso su un progetto così ambizioso?
Un concept album prog,
doppio, da realizzare in vinile e che ruota intorno ad un personaggio discusso
come Giordano Bruno. A proposito, ho scoperto che tutti, almeno una volta nella
vita, hanno cullato il sogno di realizzare un’opera sul filosofo.
Concettualmente ho
voluto rappresentare un acquarello di immagini senza tempo ed è infatti intorno
a una serie di eventi remoti e visioni precorsive che si muovono le vicende
musicali dell’album. Non ho avuto la pretesa di mettere a battesimo un nuovo
genere musicale e infatti non vi è alcun suono avveniristico nell’album che
possa solleticare gli amanti delle novità.
Mi sono posto al di là
di ogni osservazione sul genere o sull’utilizzo di questo o quello strumento
musicale.
C’è un verso nella
canzone che chiude la prima facciata: ”… ed
attendo con gli amici il fumo dell’uomo col mio stesso volto al buio di un
imago nella notte… forse Aqualung”, che insieme al salto d’accordo
sincopato sui bassi dell’acustica, non ha bisogno di spiegazioni. E chi non
capisce il senso del flashforward
vissuto da Giordano Bruno con la sua percezione di note che presto
qualcuno raccoglierà dallo spazio/tempo e scriverà su pentagramma, non ha
capito l’album. ll clima è dichiaratamente retrò e strapieno di citazioni ma
conserva la sua voce e peculiarità stilistica e mi piace pensare che
quest’album abbia rotto le barriere del tempo e possa far ben mostra negli
scaffali insieme ai prodotti usciti cinquanta anni fa.
A pensarci bene, metà
secolo è un intervallo piuttosto breve se ci allontaniamo da una percezione
soggettiva dello scorrere del tempo. Non c’è più l’ansia di dover collocare il
proprio lavoro in un determinato momento storico e questo album non è
sicuramente figlio del suo tempo. Sono
semi o se preferite messaggi nella bottiglia (c’è molta acqua in questo disco,
acqua che spegne le fiamme) che vengono rilasciati nel liquido cosmico ma non
sappiamo quando o se giungeranno mai a destinazione, perché non conosciamo
ancora quale essa sia. Ma tutto andrà probabilmente a riempire la storia del
pensiero umano che trasmigra in qualche modo da una parte all’altra
dell’Universo/Multiverso. Se poi, tra centinaia di anni qualcuno troverà tracce
di quel che è stato fatto, potrebbe anche nascere un nuovo interesse e il
giudizio sarà avulso da ogni condizionamento storico. Queste ovviamente sono
mie farneticazioni, la casa discografica con la quale ho firmato il contratto,
al contrario, è già al lavoro per dare visibilità all’album e promuoverlo adeguatamente
a livello internazionale.
Vista
l’internazionalità di cui parli, è ipotizzabile pensare di vedere tutti i tuoi
ospiti su di un palco?
Spero proprio di sì,
ma puoi immaginare quale possa essere il principale problema per l’attuazione
di un progetto simile.
L’artwork è di uno dei
miei artisti preferiti, Ed Unitsky: come nasce la vostra collaborazione?
Marco Bernard, il
bassista dei The Samurai Of Prog, è una mia vecchia conoscenza. Abbiamo
entrambi militato, alla fine degli anni ’70, tra le fila degli Elektroshok un
gruppo punk romano. L’autore delle loro copertine è Ed Unitsky, che ha risposto
affermativamente anche alla mia proposta per l’artwork di “Giordano Bruno”. Ed è un artista di grande talento e personalità.
Ha una tecnica originale che lo contraddistingue da chiunque altro. Lui è
rimasto molto legato a questo lavoro e ne custodisce la creazione gelosamente,
come è atteggiamento di tutti i grandi artisti .
In che formato uscirà
“Giordano Bruno”?
Il doppio vinile con Cd
incluso uscirà in tutte le rivendite dischi/Cd il 16 febbraio prossimo. Mi è
stato tuttavia riferito che è già disponibile su digital store come Amazon.
Ripetiamo con quale
etichetta?
Immaginifica by
Aereostella
Sono previste
presentazioni di pubblicizzazione?
Il 18 febbraio al
Planet Live Club di Roma con il suddetto line up e ospiti.
Side one
Campo
dè fiori 5:22
Viator
temporis 1:35
Liber
in Tiberi 5:44
Angeli
senza ali 2:23
Side two
Circe 7:13
Diana/Morgana
5:37
La
cena delle beffe 5:46
Side three
Dreams of mandragora
4:40
Danse macabre
3:20
The Globe 4:20
Wittenberger fuchstanz
7:59
Side four
Un
valzer per il Mocenigo 5:32
Sandali
rossi 8:02
Campo
dè fiori reprise 3:43
Tutte le musiche scritte da Jerry Cutillo eccetto “Danse macabre”, di Saint Saens (1874).
Ospiti… David Jackson, Richard Sinclair, Sonja
Kristina, Maart Allcock, Jenny Sorrenti e
altri.
Registrato nei
Feed the Fox, Sound Avenue, Re.Fo. and Naten Studio.
Mixato e masterizzato allo Studio
Blu da Marco Lecci, assitente al
mixaggio Cristiano Boffi.
Cover design di Ed Unitsky
Produzione di CraftyArtVenture2017