Sta
per essere rilasciato "Archiviarum”, nuovo album di The Samurai Of Prog che
ho avuto l’occasione di ascoltare in anteprima.
Apprezzo incondizionatamente le loro
proposte passate, a mio giudizio vere sintesi del significato di musica
progressiva, una piacevolezza di ascolto che si trasforma in pura didattica per
chi volesse avvicinarsi ad un genere di cui ha solo sentito parlare, ed è quindi
mosso dalla curiosità.
I TSOP lavorano
realmente con la concezione del team, senza preclusioni di nazionalità o preconcetti di tipo
ideologico o concettuale, e si muovono in una dimensione adimensionale e
atemporale, coinvolgendo musicisti di ogni parte del mondo - non solo come
strumentisti, ma spesso con ruolo autorale -, recuperando, a volte, musica
davvero “antica”. Tutto questo porta ad un ovvio limite, quello di essere
esclusivamente - ma si spera in qualcosa di più per il futuro - un progetto che
nasce e finisce in “studio”.
La stessa composizione della band è
rappresentativa della loro varietà: l’italiano Marco Bernard (basso
e, project manager, il finlandese Kimmo Pörsti (batteria e
percussioni e ingegnere del suono) e l’americano Steve Unruh (violino,
flauto, voce e chitarra).
Al nucleo storico si affiancano di
volta in volta molteplici artisti che rendono TSOP una multinazionale il cui contenuto muta da album ad
album, da brano a brano.
“Archiviarum” racchiude nel titolo
gli intenti, ovvero riscoprire e utilizzare delle registrazioni storiche
realizzate nel corso degli anni, tutte fornite di nuovi mix e, in alcuni casi,
nuovi arrangiamenti. Dice la band: “Quattro tracce sono nuove, alcune sono
inedite, altre sono apparse in altri progetti con cui TSOP è stato coinvolto, e
due sono cover (nessuna delle tracce è apparsa nei nostri album prima). A
tutti è stato dato un nuovo volto. Questo non è un tipico album TSOP, ma tutto
sommato, pensavamo che questi frammenti meritassero di essere assemblate in un
vero album”.
Il risultato è ancora una volta
eccezionale.
Vediamo intanto lo squadrone al lavoro,
sparso nelle varie tracce:
Kerry Shacklett (tastiere e chitarra elettrica), Srdjan
Brankovic (chitarra elettrica), Lalo Huber (tastiere), Carlos
Lucena (chitarra elettrica), Michelle Young (voce), Octavio
Stampalía (tastiere), Brett Kull (chitarra
elettrica), Eduardo García Salueña (tastiere), Oliviero
Lacagnina (tastiere), Michele Mutti (tastiere), Rubén
Álvarez (chitarra elettrica e acustica), Stefano
"Lupo" Galifi (voce), - Stefano Vicarelli (tastiere), Marek
Arnold (sax e tastiere), Fran Turner (chitarra
elettrica), David Myers (pianoforte), Danny Lopresto (chitarra
elettrica) e - Mark Trueack (voce).
Sono 70 i minuti di musica suddivisi su 10
episodi.
L’album si apre con un brano di Octavio
Stampalía (della band argentina Jinetes Negros) non nuovo alla
collaborazione con i Samurai: "Keep the Ball Rolling" era
una vecchia demo rimasta inutilizzata che viene ora proposta con il contributo
importante di Brett Kull all’elettrica. Pezzo strumentale di incredibile
impatto, sconfinante nel rock tradizionale e nel funky, alternato alla
classicità del violino di Unruh.
Segue “Ahead
of Fortune” - musica
di Eduardo García Salueña e liriche di Steve Unruh -, versione modificata
di un’antica traccia utilizzata per il cofanetto Colossus “Decameron parte
III”, un attimo di respiro dopo l’introduzione spinta, intimistico e
delicato, dove il gioco di chitarre melanconiche intercala magicamente la parte
vocale.
“La Oscuridad” - musica e
parole di Lalo Huber, degli argentini Nexus - è uno dei brani più lunghi del
disco e vede alla voce - in lingua spagnola - Michelle Young. Trattasi di
una vecchia registrazione mai pubblicata che, fortunatamente, vede ora la luce,
una delle tracce più coinvolgenti e varie dell’intero lavoro, anche per il
pathos che è fornito dalla parte vocale.
Con “Cristalli” iniziano
gli interventi esterni “italiani (musiche di Michele Mutti e parole di Piero
Pasini), e per la prima volta vediamo coinvolto in un progetto targato Marco
Bernard il mitico Stefano “Lupo” Galifi, cantante del Museo Rosembach. Pare che
la canzone sia nata in poche ore a seguito di una scommessa: il risultato è
notevole ed è grazie alla sensibilità vocale di “Lupo” che il brano evidenzia
all’impatto le caratteristiche tipiche legate alle situazioni di amore, tra
gioia, ansia e malinconia. E la musica riesce ad avere un ruolo di sintesi.
“Elitropia” è il secondo
strumentale e vede la mano e il cuore di un altro musicista italiano famoso,
Oliviero Lacagnina, tastierista dei Latte & Miele. Già presente nel
Decameron III del Colossus Project, propone una perla caratterizzata dalla
rottura degli schemi tradizionali, con un gioco tastieristico che ingloba
enormi skills e fantasia, tra classicità e rock.
Il sesto brano è “The Sleeping
Lover” (di Huber e Unruh), altro pezzo già pubblicato (Decameron
II) ma con l’inserimento attuale di nuove voci: tono dark e
possibilità di spaziare negli oltre 8 minuti di durata, con atmosfere cupe e
mood a tratti sinfonico.
Con “From
This Window” (musica di Kerry
Shacklett e liriche di Kurdt Vanderhoof - e ritocchi di Unruh) arriviamo all’apice
della durata, 10,37 minuti. Racconta la band: “Durante la
preparazione dell'album "On We Sail", Kerry Shacklett presentò due demo che
ci sono piaciute entrambe. Dopo alcune lunghe discussioni una è
finita in “On We Sail”, con i testi e alcuni tocchi finali di
Steve. Ma non potevamo non utilizzare l’altro pezzo! Una sfida
speciale è stata quella legata al processo di mixaggio, a causa di
tutti i tipi di suoni aggiuntivi “trovati” durante il percorso, e
anche per le tracce di tastiera di Kerry ...”
Un chicca, con sezione ritmica in evidenza
e, a tratti, profumo di … “YES”!
La prima cover è “Ice”, dei
Camel, composta da Andrew Latimer. I TSOP hanno
lavorato in passato con Guy LeBlanc ed era forte la voglia di
continuare la collaborazione con il tastierista canadese. La sua prematura
scomparsa ha impedito che ciò avvenisse ma la versione di “Ice”, la cui
manipolazione era iniziata anni fa, ha visto una felice conclusione: un brano
quindi realizzato nello spazio di 5 anni. Il sax di Marek Arnold crea
un’atmosfera pazzesca ad una canzone che, secondo TSOP, è già
perfetta di suo e che quindi va solo proposta con la più grande vicinanza
possibile all’originale, avendo sempre in testa l’amico Guy.
“Predawn” è di David Myers,
presente in ogni album dei TSOP, e rappresenta il bridge verso la fine
dell’album; un pezzo di bravura al piano a coda definito “... Gioiello acustico, una
ventata di aria fresca tra le lunghe e mostruose tracce del prog. Le
composizioni di Myers funzionano anche come preludi ai
brani successivi, oltre ad essere tracce di alto profilo”.
La bonus track è la seconda cover,
“Heroes” (Bowie e Eno), regalo per i sessant’anni del fratello di Marco
Bernard, Riccardo, evidentemente appassionato della musica dell’artista scomparso
recentemente. Ancora una volta il sax di Marek diventa peculiarità positiva
mentre la voce è affidata ad un'altra presenza costante, quella di Mark
Trueack.
Un monumento è quello che occorrerebbe
fare a Bernard, Pörsti e Unruh, musicisti e assemblatori, infaticabili
ricercatori e propositori di musica di alta qualità, veri progetti
globalizzanti e coinvolgenti: “Archiviarum” è ancora
una volta un lavoro discografico sorprendente, che non deluderà nessuno degli
amanti della musica progressiva.
Artwork affidato come sempre a Ed Unitsky,
un’altra garanzia, un’altra collaborazione imprescindibile.
Ascoltiamo una sintesi dell’album…
Tracklist:
1. Keep the Ball Rolling (6:07)
2. Ahead of Fortune (5:16)
3. La Oscuridad (9:50)
4. Cristalli (5:24)
5. Elitropia (4:56)
6. The Sleeping Lover (8:32)
7. From This Window (10:37)
8. Ice (9:41)
9. Predawn (4:06)
10. Heroes (5:36)