venerdì 23 marzo 2012

Doris Norton



Raptus” è il terzo album solista di Doris Norton, ristampato dalla BWR a trent’anni dall’uscita originale.
L’intervista a seguire e il comunicato stampa finale forniranno un piccolo quadro di questa artista atipica e, probabilmente, unica.
Ritrovarsi tra le mani le immagini di copertina e “preparare” l’ascolto con le informazioni ufficiali significa mettere in preventivo un piacevolissimo tuffo nel passato, che nel caso della musica non significa “vivere nel ricordo di…”, ma ritornare su sentieri di pura emozione.
Ho provato però a “pulire” l’album da tutti i possibili condizionamenti e preconcetti, e il risultato è stato quello di incontrare suoni atemporali, da inserire in una categoria di merito in cui pongo la musica di qualità, qualunque sia il genere.
Ogni periodo storico ha la sua moda e una tendenza che la massa ama seguire, e la sperimentazione e l’uso dell’elettronica di Doris Norton di inizio anni’80-ma credo sia una sua filosofia di vita- non ha niente a che vedere con i fermenti del momento, con il punk impegnato nel seppellire il prog e qualsiasi altra forma musicale.
Sperimentare, specialmente in determinanti contesti, significa in generale avere coraggio, determinazione e convinzione nei propri mezzi, ma l’immagine che mi sono creato di Doris è quella di un’artista che non si guarda troppo attorno, che non cerca il consenso e lo stupore degli altri, ma risponde in primis ad esigenze personali, fuggendo da confortevoli e conosciute situazioni musicali.
Oltre alla dimostrazione di “attualità, Raptus suggerisce una molteplice fruizione del contenuto.
Se l’utilizzo di certi loop, di determinate atmosfere e di ritmi ipnotici posso condurre sulla via della riflessione, della contemplazione, del transfert, esiste la possibilità di vivere brano dopo brano in un salutare “lasciarsi andare”, con una vasta gamma di situazioni cinetiche, tra il fisco e lo spirituale.
Ma leggiamo le considerazioni di Doris, davvero interessanti…



L’INTERVISTA

Ho ascoltato l’ultima versione di “Raptus”, la prima volta, senza sapere che l’anno originale di uscita originale era il 1981. A posteriori mi viene da fare due riflessioni, la prima è che l’ album  appare estremamente attuale; il secondo pensiero è rivolto a una trentina di anni fa, e tende ad immaginare la reazione degli appassionati del genere, al cospetto di qualcosa di decisamente sperimentale. Puoi sintetizzare le tue idee su questi argomenti?

In generale, l'eterna attualità di un prodotto dell'azione umana e' data dalla spontaneità con cui ogni azione e' compiuta. Più sei strumento dello spirito, più sei vicino all'unita' quindi alla verità, quindi all'universale  immutabile. Se l'album "Raptus", dopo trenta anni dalla prima pubblicazione,  e' tutt'ora attuale  anche per molti  ascoltatori delle nuove generazioni, probabilmente contiene elementi scaturiti dall'intimo indipendenti dal genere, dallo stile, dal vestito  più o meno tecnologico che indossano.
Per quanto riguarda gli ascoltatori, i più mentalmente aperti e ricettivi dei contenuti profondi  percepiscono ciò che e' al di sotto  dello strato superficiale; non essendo accecati dal preconcetto, hanno una vista più profonda e la capacità di godere di ciò che non appare a prima vista .
Penso che la carica energetica di ogni cosa scaturita da noi mortali dipenda dal rapporto tra la parte esoterica e quella essoterica,  tra il contenuto e la forma, tra il dionisiaco e l'apollineo. Più' si privilegia la parte esoterica e ci si abbandona all'ispirazione del momento, più si realizzano cose (materiali o immateriali) inossidabili.
Vorrei sottolineare che questo album "Raptus (30th Anniversary Edition)" (1981-2011),  ha visto la luce soprattutto grazie al produttore Antonio Bartoccetti e alla cult-label Black Widow che molto si sono impegnati per la realizzazione e diffusione di questo reissue nei formati CD, Digipack CD e LP vinyl.  Ad una ulteriore diffusione di "Raptus" contribuisce anche la  Musik Research, tramite il proprio canale di digital distribution.

Chi o che cosa ti ha portato sulla strada della ricerca e dell’utilizzo di tecnologia avanzata?

Una forma mentis scientifica ha contribuito a disegnare l'ordito del mio percorso fatale sulla trama del destino.  Ho incontrato  persone che, condividendo con me  catalizzanti affinità elettive,  hanno sostenuto le mie ricerche e sperimentazioni applicate dandomi la possibilità di usufruire di prototipi e di primizie di strumenti musicali d'avanguardia.

Che tipo di cultura hai alle spalle? Hai avuto la fortuna di essere indirizzata sulla via della qualità da qualche buon maestro o hai fatto tutto da sola?

Da teenager ero attratta dalla fisica quantistica, dalle equazioni differenziali,  dalla chimica organica ed anche dalla musica medievale, rinascimentale, barocca, dalle sperimentazioni di Cage e dalle combinazioni di suoni e rumori che caratterizzavano le sonorizzazioni  delle opere cinematografiche di animazione.   Il mio modo di ascoltare musica, caratterizzato da visualizzazioni, ha fatto prevalere sempre l' esperienza emozionale  sul percorso accademico.
Per quanto riguarda i maestri, quelli veramente bravi insegnano senza parole, non ti indicano mai la strada che devi percorrere,  ti incitano a scegliere la strada che vuoi percorrere ...  tutti incontrano sul proprio percorso bravi maestri, ma spesso,  non essendo riconosciuti come tali,  vengono ignorati .

Quanto consideri efficace il passaggio dei messaggi attraverso la mera musica e quanto valore attribuisci alle liriche (mi riferisco alla musica in generale)?

La musica e' un passaggio segreto invisibile che permette l'accesso ad altre dimensioni. Non accompagnata da liriche, e' essa stessa portatrice di messaggi primordiali del continuo divenire.
Le liriche,  affidate alla musica, vengono proiettate direttamente sulle onde emozionali di chi ascolta; il fiume delle onde musicali trascina con se' i semi del messaggio in un terreno più fertile che favorisce il loro attecchire e germogliare.

Perché dopo 35 anni di presenza negli Antonius Rex sei diventata una… ex componente?

Motu proprio, ab imis. Sic et simpliciter.

Come giudicheresti l’evoluzione che la musica -e il businnes che la governa- ha subito negli ultimi 30 anni?

Mutatis mutandis ... la superficie del mare muta secondo il moto ondoso, ma l'acqua dell'abisso sottostante resta sempre immobile. Vedo il Tutto divorare se stesso per rinascere sotto altre nuove mentite spoglie. Ma sempre di Tutto trattasi. Godetevi il moto ondoso di superficie, prima che tutto ritorni calma piatta.

Esistono altre forme d’arte con cui ami esprimerti, escludendo la musica?

Fotografia, disegno, pittura, mixed media assemblages, sperimentazioni video, scrittura automatica ... privilegio l'automatismo psichico ... il pensiero,  fermato e liberato dalle catene della censura della ragione,  si materializza senza alcun fine estetico o morale. Let the spirit speak for itself. Le considero "espressioni" estremamente private, non destinate ad essere condivise nella sfera pubblica.

Al di fuor di retorica, che tipo di reale aiuto possiamo dare a quei giovani che vorrebbero impegnarsi in un serio percorso musicale?

Ripetere loro instancabilmente "Fallo solo per te stesso, per la gioia di vivere, per una stabile serenità della tua anima".

Immagina per un attimo di essere il ministro della cultura… cosa inventeresti per portare la MUSICA VERA nella scuola?

La musica esisteva già  prima dello spartito musicale, quindi non c'e nulla da inventare ... basterebbe applicare l'arcaico metodo di trasmissione della conoscenza abbinato alle arcaiche finalità. 
Va risvegliata la coscienza umanistico sociale  dei legiferatori, sempre che ne abbiano una, e dei docenti. E' fondamentale  equiparare l'importanza delle materie artistiche a tutte le altre materie di studio. Gli umani sono esseri naturali che vivono artificialmente ... e' doveroso quindi riconoscere a tutte le materie artistiche valori modellanti armonici,  in grado di contrastare anche  la psicodinamica del narcisismo maligno, effetto collaterale delle artificiali istituzioni umane.  Al pari di tutte le altre materie di insegnamento anche e soprattutto la musica dovrebbe contribuire a far sviluppare un individuo sociale capace di vivere interiormente autonomo, in armonia con se stesso e, di conseguenza, con il resto della comunità.

Cosa c’è nel futuro imminente di DORIS Norton?

Attingere linfa vitale alla fonte di Theoria, letting the spirit speak for itself ... aspettando che il fade-in cominci a mostrare quale dei diversi works in progress  vada acquistando per primo maggior definizione.  



Note dal comunicato stampa…

Doris Norton è un personaggio che evoca ricordi spettrali negli amanti del progressive italiano a tinte scure: a fianco del compagno Antonio Bartoccetti ha scritto pagine indelebili di dark progressive. La sua voce e il suo organo chiesastico e macabro hanno impreziosito e hanno contribuito a rendere indimenticabili i dischi di Jacula e Antonius Rex che rimangono ancora oggi un’esperienza singolare nel panorama della musica italiana anni ’70, una sorta di colonna sonora ideale per i film horror di autori come Mario Bava e Riccardo Freda.
Grazie all’opera meritoria dell’etichetta discografica Black Widow, in occasione del trentesimo anniversario viene ora ristampato “Raptus”, disco solita elettronico di Doris Norton uscito originariamente nel 1981 per la Durium. Si tratta del terzo album della Norton,  qui coadiuvata da Antonio Bartoccetti (co-autore dei brani) alla chitarra e da Tullio De Piscopo alla batteria (!), dopo “Under Ground” (1980) e “Parapsycho” (1981). Le sonorità del disco sono sperimentali e elettroniche, accattivanti ma mai banali, brani come “Psychoraptus”, trascinante e orecchiabile e “Raptus” non sono invecchiati e suonano freschi ancora oggi mentre “Erosraptus” è un pezzo con un’atmosfera dark con alcune reminescenze degli Antonius Rex. La traccia finale “Doris Norton Lab” ricorda i Kraftwerk ed è un altro piccolo gioiello di elettronica che conferma il talento di questi musicisti che si dimostrano all’avanguardia. A completare l’album anche un video che mostra una vecchia apparizione televisiva in cui viene suonata “Psychoraptus”. Bello e ricco il libretto che accompagna il cd, con molte foto che mostrano gli strumenti elettronici e il fascino di questa singolare artista.