Ariele Cartocci non è al momento una star anche se, data la giovanissima età, lo potrebbe diventare, ammesso che questo sia uno dei suoi obiettivi. Ma non voglio parlare di sogni, ambizioni, megalomanie o sfere di cristallo. Mi preme invece parlare di musica e cogliere l’apparente contraddizione esistente tra l’età di Ariele e la musica che ama e propone. L’aria che si respira in famiglia è spesso condizionante, ma sottolineo che non è automatico che i nostri figli si appassionino a stili e modelli che erano in auge 35/40 anni fa.
Seguendo questa mia riflessione ho voluto saperne di più su i Jabberwock, il gruppo in cui suona Ariele, a cui ho poi posto alcuni quesiti, cercando di scoprire che legame possa esistere tra un figlio del nuovo millenio e la musica prog.
Biografia del gruppo fornita da Ariele
I Jabberwock nascono nell'Ottobre del 2009 (circa) dalle ceneri di mille altre band con svariati componenti e appellativi alle spalle. Diciamo che il vero e proprio "nucleo" del gruppo si incontra nel lontano marzo 2007, quando ad una festa, discorrendo dei propri gusti musicali, il sedicente chitarrista Ariele e l'aspirante bassista Luca decidono di metter su una Rock Band ispirandosi al Sound dei cosiddetti "Dinosauri del Rock" dei gloriosi anni '70 ... e qui iniziano i Guai con la "G" maiuscola! Dopo aver provato "musicisti" di tutti i tipi, e messo su un miliardo di cover, la band, provvisoriamente sotto il nome di Skylark (citazione dall'album "Larks' Toungues In Aspic" dei King Crimson) trova una line-up stabile agli inizi del 2008, grazie ad un'avvenente vocalist donna e un irruento quanto tecnico batterista; quindi i quattro scapestrati si esibiscono, nel giugno di quell'anno, al Bounty Club di Roma, riscuotendo un discreto successo e consenso tra il pubblico (...e grazie al c***o, il "pubblico" era composto da tutti parenti ed amici!). Ma, purtroppo, la band di li a poco si scioglierà a causa di divergenze personali e i due eterni amici/musicisti Luca e Ariele si vedranno costretti a dividersi per cercare ognuno la propria strada musicale. Luca troverà di lì a poco un gruppo di Punk Rock Melodico con cui inciderà qualche demo, ed Ariele creerà un suo progetto di Progressive Rock con dei ragazzi dell'Est. Questi due gruppi metteranno su insieme un live ad inizio estate 2009, tornando al Bounty Club e stupendo e sconvolgendo ancora una volta le folle (...e grazie al c***o, anche qui erano tutti parenti ed amici!). Ma anche stavolta il Dio del Rock gioca un brutto tiro ad i nostri due amici/musicisti, facendo precipitare queste due band... ma Luca e Ariele non si perdono d'animo! Decidono, dopo un anno di lontananza, di tornare insieme e di metter su, stavolta seriamente, un gruppo con i CONTROC0GL10N1! Grazie all'aiuto dell'eccentrico vocalist del progetto Progressive di Ariele, Alessandro "Merlino" Gregori, della "Tigre" delle tastiere Francesco De Renzi, del "Bill Bruford del 21esimo Secolo" Massimiliano Delfino, i due danno finalmente vita ai Jabberwock!
L'INTERVISTA
Con un’azione più o meno volontaria, noi “padri rockettari” abbiamo la tendenza a cercare di influenzare i nostri figli, e quando vedo dei ventenni ai concerti dei miei “dinosauri”, penso subito allo “zampino di papà”. Quanto hanno inciso Glauco e Liliana sulla nascita della tua passione per la musica? Penso che se i miei avessero ascoltato Claudio Baglioni o Massimo Ranieri, anziché i Genesis o i Deep Purple ora mi commuoverei sulle note di Vasco Rossi, o peggio ancora di Gigi d’Alessio e riterrei il progressive una cosiddette “palla”…oppure sarei diventato “amusicale”, il che, vista l’alternativa, non sarebbe stato poi un dramma…
Un giovane che propone la musica di quarant’anni fa mi fa venire in mente due cose, o è stato “amorevolmente” plagiato o ha capito tutto, troppo in fretta, sul significato di “buona musica”. La verità starà nel mezzo, come sempre, ma … mi regali una tua riflessione sulla definizione di “ musica di qualità? Mah, guarda…Di solito non parlo mai di musica di serie A, o di musica di serie B, per due motivi: Il primo è perchè ormai sono abituato ad ascoltare la musica con l’orecchio di uno che “suona” (si può dire?) e quindi ogni mio giudizio passa attraverso le mie conoscenze, i miei punti di riferimento, i miei gusti....il secondo è perché cresco e studio in un ambiente di musicisti che non tutti la pensano come me: Alcuni di loro sono molto più vicini alla musica americana, altri non apprezzano il folk (una coltellata per me)…Ma tutti questi, una volta che gli metti in mano uno strumento, o un microfono, ti “sverniciano” completamente. Allora mi chiedo: chi c***o sono io per dire che la mia musica è più valida della tua? Tutto questo in assoluto; poi se mi chiedi dov’è che c’è il limite fra musica (quella che tu chiami di qualità) e la non-musica, allora ti rispondo che, al di là dell’originalità o della banalità, ogni cosa che è frutto di un impegno, di informazione e di studio può essere considerata musica. Non si può pretendere di insultare questo tipo di arte: se tu fai l’ingegnere o il principe (esempio a caso…) e per soldi, o divertimento, o chissà che, ti viene in mente da un mattino all’altro di scrivere una canzone, senza aver mai sentito parlare di note, accordi e strumenti, non hai il diritto di prenderti gioco di chi lo fa seriamente e con devozione!
Ho visto un filmato in cui ti esibisci alla chitarra suonando “To be over”, degli YES. Qual è il gruppo prog del passato che più ti ha colpito … quello che inevitabilmente, prima o poi chiamiamo “il gruppo della vita”, anche se nel tuo caso e obiettivamente troppo presto per esporsi? Premetto che se potessi tornare indietro nel tempo, una volta sola, non saprei se scegliere di vedere Peter Gabriel che si mascherava da fiore, Gary Green e gli Shulman intonare Knots, o vedere Jon Anderson cantare ancora negli Yes, quando la loro età superava di poco la mia…Tutto sommato, se mi è concesso espormi, confesso che al primo posto metterei a pari merito i Jethro Tull e i King Crimson. La marcia in più che hanno avuto sugli altri è stata, secondo me, una produzione vastissima e sempre di altissimo livello. Purtroppo non posso dire la stessa cosa per i Genesis, per gli Yes e compagnia…
Non ho mai intervistato un musicista giovane come te e quindi ti “utilizzo” come simbolo di una categoria, quella dei “malati di musica” nati a fine secolo scorso. Che giudizio dai dei “Talent Show”? Talent sciò? Ottimo sistema per far fare successo alle televisioni e mettere la tua carriera musicale in un cesso turco…
Nella mia superficialità giovanile non ho mai pensato di tradurre una lirica inglese (non ne ero capace, ma nemmeno mi interessava). Che importanza danno ai testi i Jabberwock? Io personalmente penso di viaggiare sulla tua stessa onda di allora…Grazie a Dio non sono tutti come me: Alessandro, Luca …penso che loro siano più interessati ai testi.
Nonostante io possegga molti strumenti, ho capito che il mio “ampio possesso” non è servito a far nascere alcuna passione nei miei figli, e non si è sviluppata alcuna relazione simbiotica, come di solito accade con le forti attrazioni. Qual è il rapporto con la tua chitarra? Il mio rapporto con la chitarra????...non so, dovrei chiederglielo …Mah …la suono …è lo strumento che mi affascina di più per le sue potenzialità espressive …è uno strumento molto fisico: sembra che il suono prodotto esca dal tuo corpo e non da qualcosa di esterno …forse anche i fiati potrebbero farmi quest’effetto…
Ammesso che tu sia incline a seguire i consigli dei più esperti( non tutti lo sono), preferisci i suggerimenti di papà o di Jerry Cutillo (spero di non provocare liti in casa!)? Solitamente ascolto ogni consiglio che mi viene dato da chiunque se ne intenda … mio padre, Jerry, mio zio (chitarrista anche lui) …un miscuglio di tutto. Ah, poi non ci dimentichiamo di Giacomo Anselmi, il mio insegnante e uno dei numeri uno della chitarra italiana.
Ho letto nella biografia del gruppo del solito “miscuglio di attori”, con scioglimenti, ripensamenti e reunion. Quanto è importante l’amicizia quando si decide di mettere su una band e ci si prefigge un obiettivo musicale? Nella mia esperienza di gruppo ho avuto: 2 bassisti, 2 cantanti, 1 tastierista (anche se arrivato recentemente) e 4 batteristi. Posso dirti che ho capito che l’amicizia è importante, ma è importante anche che venga fuori da sola: non si può pretendere che nasca forzatamente. Quello che dico è che non ci si può mettere a tavolino, quando si incontrano altre persone per formare un gruppo, e dire: “Dobbiamo essere un gruppo di amici, perché, se siamo amici, tutto funziona meglio!” (grazie al…)
Sono convinto che la più grossa fortuna per un essere umano è far coincidere il lavoro con la propria passione, caso non comune. Come disegneresti il tuo futuro, se possedessi una matita magica? La musica sarà il tuo primo hobby o la tua vita? Se come primo hobby è già da dare per certo, si spera che fra qualche anno si possa dire altrettanto dell’altra cosa…
Svelami un segreto di papà, Paul McCartney è quello vero o è un sostituto? Quello geneticamente modificato J