La musica di cui scrivo usualmente in questo spazio è variegata, perché
molteplici sono i miei interessi, ma alla base c'è comunque, sempre, una forte componente “rock, anche se con
differenti sfaccettature.
Ma esiste in ogni caso un repertorio che passa attraverso le
generazioni, che ha come comune denominatore una grande qualità compositiva ed
espressiva.
Vivere un concerto di Dionne Warwick mi ha lasciato l'impressione di aver partecipato ad un evento unico, che
probabilmente non si ripresenterà mai più, e che resterà indelebile tra i miei
tanti ricordi musicali.
Per chi volesse saperne di più sulla biografia della cantante ecco
un link di approfondimento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Dionne_Warwick
La location era la fortezza del Priamar, a Savona, nell'ambito del tradizionale “Just Like a
Woman: un’ora e mezzo di canzoni senza tempo, una serie di brani in grado di mettere tutti d’accordo, indipendentemente dal gradimento personale verso un genere piuttosto che un
altro.
Nel pubblico non ho visto “la giovinezza”, ma l'apprezzamento verso un repertorio come quello di
Dionne è forse più tipico della
maturità, periodo in cui generalmente si lascia andare il freno della rigidità
e si comprende la validità di altri
tipi di arte, anche quelli che non fanno parte nel nostro DNA.
La musica della Warwick recide i cordoni temporali, e la proposta
on stage riporta a mostri sacri della musica, come Steve Wonder, Bee
Gees e, soprattutto, Burt Bacharach.
Ad ogni brano, l’audience ha dimostrato di gradire e riconoscere
i motivi già dalle prime note, e quando si è presentato qualche tentennamento
nello start up ci ha pensato Dionne a sollecitare la
partenza e a “giocare” con chi aveva davanti, come nel caso di “Heartbreaker”.
Ezio Guaitamacchi, direttore
artistico del “Just Like a Woman”, ha presentato la serata e il suo contesto, annunciando una
sorpresa iniziale.
E’ la stessa Dionne che introduce la
novità.
Sale sul palco il cantante David Elliot, figlio di Dionne, presentato anche come autore, compositore e attore. Un
voce notevole, una timbrica tipica di quel genere musicale e della terra di
provenienza, insomma, una bella sorpresa.
Line up con una
forte sezione ritmica, formata da Ernest Tibbs al basso, Jeffrey Lewis alla batteria e il percussionista brasiliano Renato Pereira. Grande schieramento di Keyboards, con William Hunter e John Shrock alle tastiere e una sorprendente pianista di cui non
ho captato il nome, ma ridondante di vitalità e qualità.
La “signora” Dionne si muove con eleganza sul palco, alternando il repertorio
standard a duetti madre-figlio,
regalando una voce che mantiene inalterato il fascino di un tempo, facendo
rivivere momenti che, forse involontariamente, hanno scandito attimi della
nostra storia, brani di cui magari non si conosce il titolo, ma dalla melodia
nota.
Facile sentire il vicino di sedia sussurrare con sorpresa :”... ah, questa la conosco!”
Tra le hit presentate, Walk on By, I’ll Never Fall in Love Again, I Say a Little Prayer, Alfie, Don’t Make Me Over, Anyone Who Had A Heart, I’ll Never Love This Way Again, Dejà Vu, Heartbreaker, Promises Promises.
Come già ricordato, l’attimo di massima
interazione si è registrato quando la Warwick ha“spinto” il pubblico a cantare/gridare “Heartbreaker”, inizialmente con
scarso successo, ma con un miglioramento continuo nello spazio di quattro
minuti.
La piccola delusione è la mancanza del bis, tipico di ogni
concerto e da tutti richiesto.
Forse il caldo, forse un po’ di stanchezza( più
volte Dionne si è seduta accanto al piano) o forse solo esigenze di protocollo,
hanno privato i presenti di un’ultima canzone.
Davanti a una prestazione vocale del genere risulta inadeguato ( e
poco elegante) parlare di “anno di nascita, ma non è elemento trascurabile.
Il Priamar non era pieno e forse questo era già stato calcolato
dagli organizzatori, magari ugualmente soddisfatti
di quanto ottenuto. Però... non credo che
capiterà ancora di vedere da queste parti
Dionne Warwick, un’icona musicale del nostro tempo, e
forse l’occasione andava sfruttata meglio.
Un piccolo riassunto musicale di quanto accaduto ...