mercoledì 4 giugno 2025

Il 4 giugno del 1997 ci lasciava Ronnie Lane, l'anima nomade del rock britannico

 


La storia di un artista che ha trasformato la sua fragilità in forza, lasciando un'eredità musicale e umana indimenticabile: il 4 giugno ricorre l'anniversario della scomparsa di Ronnie Lane, anima di Small Faces e Faces, e pioniere di una lunga battaglia contro la sclerosi multipla


Il 4 giugno 1997, il mondo della musica perdeva una delle sue figure più autentiche e toccanti: Ronnie Lane. Bassista, cantautore e carismatico fondatore di due delle band più influenti del rock britannico degli anni '60 e '70, gli Small Faces e i Faces, Lane è stato molto più di un semplice musicista. È stato un poeta della quotidianità, un pioniere dell'indipendenza artistica e un esempio di resilienza di fronte a una malattia devastante.

Nato Ronald Frederick Lane il 1° aprile del 1946 a Plaistow, East London, Ronnie si affermò rapidamente come una forza creativa. Con gli Small Faces, la sua ritmica pulsante al basso e il suo contributo autoriale (spesso in tandem con Steve Marriott) furono fondamentali per plasmare il suono mod-soul-pop che li rese celebri, da "Itchycoo Park" a "Ogdens' Nut Gone Flake". La sua abilità nel fondere melodia e groove era inconfondibile, conferendo alle loro canzoni una leggerezza e una profondità rare.

Dopo lo scioglimento degli Small Faces, Lane co-fondò i Faces con Rod Stewart, Ronnie Wood, Ian McLagan e Kenney Jones. Qui, la sua estetica musicale si fece più robusta, radicata nel blues e nel rock'n'roll, ma sempre intrisa di quell'autenticità che lo contraddistingueva. Le sue composizioni per i Faces, pur spesso in ombra rispetto alle hit di Stewart, erano gioielli di storytelling e sentimento, come la celebre "Ooh La La", da lui cantata con una disarmante sincerità.

Small Faces

La sua carriera solista e il progetto Ronnie Lane's Slim Chance videro Lane esplorare nuove direzioni, abbracciando sonorità folk, country e il fascino bohémien di un circo itinerante, incarnando uno spirito libero e anticonvenzionale. In questo periodo, la sua arte raggiunse vette di poesia e introspezione, con album come Anymore for Anymore e Rough Mix, un'indimenticabile collaborazione con Pete Townshend degli Who.

Fu proprio durante la realizzazione di Rough Mix che la vita di Ronnie Lane prese una svolta drammatica. Nel 1977, gli fu diagnosticata la sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa progressiva. La notizia avrebbe potuto spezzare lo spirito di molti, ma non quello di Lane. Nonostante la malattia lo avesse gradualmente privato della capacità di suonare il basso come un tempo, e poi di muoversi autonomamente, Ronnie continuò a lavorare. La sua voce divenne più fragile, ma il messaggio, la melodia e il cuore delle sue canzoni rimasero intatti.

Faces

Negli anni '80, si trasferì in Texas, cercando un clima più mite che potesse alleviare i sintomi della malattia, e continuò a registrare e a partecipare a concerti benefici. La sua battaglia contro la sclerosi multipla non fu solo personale; divenne un alfiere per la causa, organizzando l'ARMS (Action Research into Multiple Sclerosis), un tour benefico che nel 1983 riunì stelle del calibro di Eric Clapton, Jeff Beck, Jimmy Page e lo stesso Pete Townshend, raccogliendo fondi e sensibilizzando l'opinione pubblica su questa malattia poco compresa.

Ronnie Lane ha continuato a lottare con coraggio e dignità per oltre vent'anni, fino alla sua scomparsa il 4 giugno 1997, all'età di 51 anni. La sua eredità è complessa e multiforme: un bassista innovativo, un cantautore profondamente empatico, un'icona di stile e, soprattutto, un uomo la cui resilienza ha ispirato milioni. La sua musica, intrisa di una malinconia agrodolce e di un'autenticità disarmante, continua a risuonare, ricordandoci la bellezza della fragilità umana e la forza inesauribile dello spirito. Ronnie Lane rimane una figura luminosa, un nomade del rock che, nonostante le avversità, non ha mai smesso di camminare sulla sua strada.