venerdì 6 giugno 2025

Eugenio Finardi - Commento all'album "Tutto"

 

 


Premessa necessaria


Eugenio Finardi mi ha accompagnato dai vent'anni ad oggi, diventando una colonna sonora costante delle mie vicende quotidiane. Ho avuto il privilegio di intervistarlo un paio di volte e ho sempre trovato nella sua musica un tema che si accoppiava perfettamente alle mie esperienze. A differenza di molti cantautori suoi coevi, Finardi ha sempre dimostrato un'attenzione quasi maniacale per gli aspetti musicali, partendo dal rock ma sconfinando in ogni genere possibile, e miscelando una certa classicità, diventando a mio giudizio molto trasversale.

A pensarci bene, negli anni ’70 non esisteva nulla di italiano che proponesse il rock, a differenza, ad esempio, del genere Prog, che poteva contare su grandi gruppi che nulla avevano da invidiare alle band d’oltremanica. Insomma, il rock – carico di messaggi – era targato “FINARDI”!


COMMENTO AL NUOVO ALBUM

 

Con Tutto, Eugenio Finardi ci consegna un'opera che, sebbene possa evocare un senso di congedo dopo cinquant'anni di carriera, e a undici anni dal precedente lavoro in studio, si rivela in realtà un'esplorazione senza tempo delle sue speranze, riflessioni e profonde autoanalisi. Il ventesimo album in studio del cantautore milanese è un concentrato di saggezza e lucidità, un bilancio esistenziale che guarda simultaneamente al passato e al futuro, mantenendo una sorprendente attualità sonora.

L'album si dispiega attraverso undici tracce che fungono da istantanee della sua esistenza, osservate da una prospettiva che trascende il contingente. Finardi si conferma un maestro narratore, guidandoci attraverso un percorso intimo e universale. La sua capacità di attraversare le "ere" musicali e sociali con integrità artistica è evidente anche qui: le sonorità elettroniche avvolgenti, che a tratti richiamano un certo Franco Battiato, si fondono con testi densi e ricchi di significato, creando un connubio equilibrato tra musica, parole e concetti. La tracklist stessa rivela una struttura narrativa interconnessa, dove ogni brano sembra portare in sé l'eco del precedente, in una sorta di "blockchain" cantautorale.

Un aspetto fondamentale nella realizzazione di questo disco è il metodo di lavoro adottato, ispirato al modello "Beatles" nel film Get Back, come lo stesso Finardi ha raccontato. Si è trattato di un lavoro quotidiano e codificato, con orari di lavoro pianificati e rigorosamente rispettati, una disciplina che ha permesso di plasmare l'opera con precisione e dedizione.

In questo processo, un ruolo di primaria importanza è stato svolto dal chitarrista e produttore Giovanni "Giuvazza" Maggiore, da molti anni suo compagno di viaggio nella musica. La sua maestria e la sua sensibilità musicale hanno contribuito in modo significativo a definire le sonorità e l'arrangiamento delle tracce, dimostrando una sinergia artistica consolidata e profonda che si riflette nella qualità del risultato finale.

Tutto è un disco che scava nei ricordi, analizza il presente e si confronta con le incertezze del futuro, toccando persino la fisica quantistica e i misteri dell'esistenza. Finardi traccia un quadro del suo percorso come uomo, sempre attento alla realtà sociale e alle sfumature del sentimento.

Il viaggio si apre con "Futuro", dove la speranza in una tecnologia capace di unire le persone nell'Amore si contrappone all'ironica consapevolezza di un potenziale distacco umano, in un dialogo con il suo celebre "Extraterrestre" del '78. 

Il brano successivo, "Bernoulli", approfondisce ulteriormente le riflessioni sul caos e l'ordine dell'esistenza. 

Il brano successivo, "Tanto tempo fa", rievoca le sonorità degli esordi, riflettendo sulla semplicità di un tempo in cui le idee erano la vera ricchezza, pur mettendo in guardia dalla schiavitù del pensiero e dalla ricerca di ideali effimeri. La lucida affermazione che "La Verità non esiste. Esistono le persone" ne è il culmine.

Il percorso si fa più intimo con "La Battaglia", un brano dalla profonda risonanza interiore, dove la chitarra acustica introduce un momento di riflessione sulla genitorialità, sull'amore incondizionato che include il doloroso ma necessario atto di "lasciar andare" i figli verso la propria libertà. Questa tematica si evolve in "Francesca Sogna", un duetto toccante con la figlia Francesca (in arte Pixel), in cui la voce giovane e sfumata di lei si accosta a quella matura del padre, esplorando le incertezze e le speranze della giovinezza.

"La mano di uno che sa" e "Onde di Probabilità" introducono una tensione più marcata, con musiche ipnotiche che accompagnano riflessioni sulla vita, sulla saggezza acquisita e sul parallelismo tra l'esistenza e la fisica quantistica. "I venti della luna" alleggerisce l'atmosfera, riprendendo il ritmo della speranza e della spinta vitale, con un richiamo al Bob Dylan della giovinezza, sottolineando come la vita vada affrontata qui, sulla Terra, con tutte le sue forze.

A seguire, "Massiccio attacco di panico" offre un momento di catarsi e liberazione, affrontando con lucidità e una certa ironia un'esperienza comune e profonda.

"Pentitevi" affronta il tema della fine e della redenzione con un'ironia che esorta a vivere pienamente, accettando gli errori. L'album si chiude con "La facoltà dello stupore", un brano di straordinaria liricità che celebra l'amore e il cammino condiviso con una persona speciale, affermando che, nonostante le apparenze, per un amore così profondo non esiste mai un vero finale.

Tutto non è solo un disco, ma un testamento artistico di grande spessore. La sua forza concettuale e la profonda liricità sono accompagnate da una musicalità senza tempo, capace di spaziare tra atmosfere leggere, passaggi rock e la maestosità di brani complessi. Eugenio Finardi, con quello sguardo un po' beffardo e complice in copertina, ci interroga e ci invita a riflettere. Un'opera da ascoltare con attenzione, che smentisce ironicamente la sua stessa idea di "fine", dimostrando che la sua energia creativa è tutt'altro che esaurita.

 A proposito del video di "Futuro", devo dire che è un'esperienza davvero suggestiva e, per chi come me ha seguito Finardi per tanto tempo, quasi commovente. La magia sta proprio nella sua capacità di far scorrere cinquant'anni di vita in pochi minuti.

È incredibile come in quelle immagini si riesca a cogliere l'essenza di un percorso artistico e personale lunghissimo. Rivisitare mezzo secolo di storia attraverso gli occhi e l'arte di Finardi, condensato in un'unica clip, è un'occasione rara. Si vedono gli inizi, le trasformazioni, le evoluzioni, ma anche la coerenza e la lucidità che lo hanno sempre contraddistinto. È un concentrato visivo che permette di apprezzare ancora di più la profondità e la longevità della sua carriera, rendendo tangibile il viaggio che ha compiuto e che, in qualche modo, abbiamo fatto anche noi al suo fianco.

 

Tracklist

01. Futuro (03:07)

02. Bernoulli (03:01)

03. Tanto Tempo Fa (03:31)

04. La Battaglia (04:00)

05. Francesca Sogna (feat. Pixel) (03:05)

06. La Mano Di Uno Che Sa (04:19)

07. Onde Di Probabilità (02:36)

08. I Venti Della Luna (03:52)

09. Massiccio Attacco Di Panico (02:01)

10. Pentitevi (04:21)

11. La Facoltà Dello Stupore (04:48)