domenica 1 giugno 2025

The Guildmaster – “Gathering of Souls”: un viaggio sonoro tra storia e fantasia

 


Nel panorama del progressive rock contemporaneo, l'opera dei The Guildmaster si distingue per la sua peculiare fusione di sonorità medievali, barocche e rock, un connubio che affonda le radici in un'estetica sonora ricca e stratificata. Con Gathering of Souls, il terzo capitolo della loro saga musicale, la band, composta dal poliedrico Rafael Pacha e arricchita dai contributi di luminari come Alessandro di Benedetti (Mad Crayon, Inner Prospekt), Marco Bernard e Kimmo Pörsti (The Samurai of Prog), consegna un'opera di rara bellezza e complessità.

Sin dal primo ascolto, è evidente la cura meticolosa nella produzione e nell'artwork, quest'ultimo impreziosito dalle inconfondibili illustrazioni di Ed Unitsky.

Il disco si presenta come un'esperienza sonora avvolgente, capace di trasportare l'ascoltatore in epoche remote, tra leggende e avventure senza tempo. È un'ode a un'estetica musicale che celebra l'intreccio tra passato e presente, tra il rigore della musica classica e la libertà espressiva del rock progressivo.

Gathering of Souls si configura come un concept album tematico, un'epopea che attraversa diverse dimensioni storiche, emotive e spirituali.

L'album disegna un viaggio metaforico di ricerca e introspezione. Si parte da un contesto storico preciso e bellico ("The Crusade of Earl Birger"), per poi addentrarsi in una ricerca personale e malinconica legata a una perdita o un'assenza ("Where Are You?"). Questo percorso individuale evolve verso un'esplorazione della collettività e della gioia condivisa ("Omnis Saltat ad Solem").

Successivamente, il concept affronta temi più oscuri e introspettivi, come il conflitto interiore e la redenzione ("Blood and Oblivion"), seguiti da un pellegrinaggio spirituale alla ricerca di uno scopo ("Lo Prometido es Deuda"). Il viaggio include anche un'immersione nel sapere e nella trasformazione ("Mary the Jewess") e un ritorno alle origini e alla connessione con la natura ("Luonto Puhuu").

L'album si conclude con un senso di risoluzione e armonia, suggerendo il raggiungimento di un'unione o di una pace interiore ("Sea and Sky"). 


Mi soffermo ora sugli aspetti meramente musicali…

Il disco si contraddistingue per un'innovativa fusione di generi, plasmando un rock progressivo intriso di atmosfere medievali e barocche. Questa cifra stilistica unica nasce dalla sapiente integrazione di rigore classico e vitalità rock, tessuta con maestria dal genio compositivo dei membri della band.

La produzione è di alto livello, con melodie di alta qualità.

L'album crea un abbattimento delle coordinate spaziali e temporali richiamando atmosfere auliche del passato, facendo un uso estensivo di una vasta gamma di strumenti, sia moderni che antichi/etnici, alcuni dei quali a me sconosciuti.

"The Crusade of Earl Birger" vede l'impiego di corni di fruna, flauti dolci, chitarre acustiche ed elettriche, con un solido contributo ritmico di basso e batteria e un sottile lavoro di pianoforte e synth.

"Where Are You?" presenta un'atmosfera "di vastità malinconica e sonorità stratificate", con l'aggiunta di bouzouki, bodhrán, mandolino, cetra, violino elettrico e tastiere. Le sfumature celtiche sono abilmente ricreate, e spicca un "assolo rovente" di chitarra di Pacha e una "tempesta d'organo". La voce femminile di Paula Porsti aggiunge uno "squisito spot vocale".

"Omnis Saltat ad Solem" incorpora Hulusi (flauto asiatico), Cuatro (chitarra acustica venezuelana a 4 corde) e Nyckelharpa (strumento svedese medievale simile a violino e ghironda), creando una "danza solare circolare" di natura acrobatica.

"Blood and Oblivion" evidenzia il capillare lavoro al pianoforte di Alessandro di Benedetti. La traccia mostra una transizione definitiva verso un'atmosfera più jazz, sia nel tempo ritmico che nelle linee di chitarra nitide, con l'incursione di un sintetizzatore mostruoso che evolve in sinfoniche inebrianti. È presente un'aria corale di Paula Porsti e riflessioni sulla chitarra jazz.

"Lo Prometido es Deuda" si basa sul dulcimer e sulla viola da gamba, strumenti medievali, in contrasto con un emozionante turbinio di organo a canne e  pianoforte.

"Mary the Jewess" mantiene la viola da gamba e i flauti dolci in evidenza, con un edificante assolo di chitarra solista e un maestoso finale di sbarramento delle tastiere.

"Luonto Puhuu" mette in mostra la tecnica al Chapman Stick dell’ospite Alfonso Romero, l’abile batteria di Kimmo e "lick di chitarra".

"Sea and Sky" è un brano dalle "tinte neo-prog" con la partecipazione di un cantante (John Wilkinson), chitarrista (Tony Riveryman) e flautista (Giovanni Mazzotti).

Gathering of Souls non è solo un album, ma un'esperienza immersiva che offre una via di fuga dalla frenesia del mondo moderno. La sua capacità di fondere generi e atmosfere diverse in un sound coeso e originale lo rende un'opera di spicco nel panorama del progressive rock. La qualità degli arrangiamenti, l'abilità tecnica dei musicisti e la profondità emotiva delle composizioni lo pongono di diritto tra i migliori candidati per le classifiche di fine anno. Un capolavoro inestimabile che merita di essere ascoltato e riascoltato.

 

Tracklist:

1.   The Crusade of Earl Birger (5:49)

2.   Where Are You? (10:29)

3.   Omnis Saltat ad Solem (5:55)

4.   Blood and Oblivion (12:39)

5.   Lo Prometido es Deuda (7:11)

6.   Mary the Jewess (10:49)

7.   Luonto puhuu (5:46)

8.   Sea and Sky (5:36)

 

Total Time: 64:14

 

Line-up / Musicians:

Rafael Pacha: saz, recorders, crumhorn, classical, acoustic & electric guitars, bouzouki, bodhrán, electric violin, mandolin, zither, keyboards, hulusi, cuatro, viola da gamba, dulcimer, cither, percussion, whistles

Alessandro di Benedetti: keyboards

Marco Bernard: Shuker basses

Kimmo Pörsti: drums & percussion, additional keyboards

With:

Paula Pörsti: voice, vocals

Yogi Lang: vocals

Nick Markham: vocals

Giovanni Mazzotti: flute

Alfonso Romero: Chapman Stick

John Wilkinson: vocals

Tony Riveryman: electric guitar