Nel panorama del progressive rock contemporaneo, l'opera dei The Guildmaster si distingue per la sua peculiare
fusione di sonorità medievali, barocche e rock, un connubio che affonda le
radici in un'estetica sonora ricca e stratificata. Con Gathering of Souls, il terzo capitolo della
loro saga musicale, la band, composta dal poliedrico Rafael Pacha e
arricchita dai contributi di luminari come Alessandro di Benedetti (Mad
Crayon, Inner Prospekt), Marco Bernard e Kimmo Pörsti (The
Samurai of Prog), consegna un'opera di rara bellezza e complessità.
Sin dal primo ascolto, è evidente la cura meticolosa nella
produzione e nell'artwork, quest'ultimo impreziosito dalle inconfondibili
illustrazioni di Ed Unitsky.
Il disco si presenta come un'esperienza sonora avvolgente,
capace di trasportare l'ascoltatore in epoche remote, tra leggende e avventure
senza tempo. È un'ode a un'estetica musicale che celebra l'intreccio tra
passato e presente, tra il rigore della musica classica e la libertà espressiva
del rock progressivo.
Gathering of Souls si configura come un concept album
tematico, un'epopea che attraversa diverse dimensioni storiche, emotive e
spirituali.
L'album disegna un viaggio metaforico di ricerca e
introspezione. Si parte da un contesto storico preciso e bellico ("The
Crusade of Earl Birger"), per poi addentrarsi in una ricerca personale
e malinconica legata a una perdita o un'assenza ("Where Are
You?"). Questo percorso individuale evolve verso un'esplorazione della
collettività e della gioia condivisa ("Omnis Saltat ad Solem").
Successivamente, il concept affronta temi più oscuri e
introspettivi, come il conflitto interiore e la redenzione ("Blood and
Oblivion"), seguiti da un pellegrinaggio spirituale alla ricerca di
uno scopo ("Lo Prometido es Deuda"). Il viaggio include anche
un'immersione nel sapere e nella trasformazione ("Mary the Jewess")
e un ritorno alle origini e alla connessione con la natura ("Luonto
Puhuu").
L'album si conclude con un senso di risoluzione e armonia,
suggerendo il raggiungimento di un'unione o di una pace interiore ("Sea
and Sky").
Mi soffermo ora sugli aspetti meramente musicali…
Il disco si contraddistingue per un'innovativa fusione di
generi, plasmando un rock progressivo intriso di atmosfere medievali e barocche.
Questa cifra stilistica unica nasce dalla sapiente integrazione di rigore
classico e vitalità rock, tessuta con maestria dal genio compositivo dei membri
della band.
La produzione è di alto livello, con melodie di alta qualità.
L'album crea un abbattimento delle coordinate spaziali e temporali richiamando atmosfere auliche del passato, facendo un uso estensivo di una vasta gamma di strumenti, sia moderni che antichi/etnici, alcuni dei quali a me sconosciuti.
"The Crusade of Earl Birger" vede l'impiego di corni
di fruna, flauti dolci, chitarre acustiche ed elettriche, con un solido contributo
ritmico di basso e batteria e un sottile lavoro di pianoforte e synth.
"Where Are You?" presenta un'atmosfera "di
vastità malinconica e sonorità stratificate", con l'aggiunta di bouzouki,
bodhrán, mandolino, cetra, violino elettrico e tastiere. Le sfumature celtiche
sono abilmente ricreate, e spicca un "assolo rovente" di chitarra di
Pacha e una "tempesta d'organo". La voce femminile di Paula Porsti
aggiunge uno "squisito spot vocale".
"Omnis Saltat ad Solem" incorpora Hulusi (flauto
asiatico), Cuatro (chitarra acustica venezuelana a 4 corde) e Nyckelharpa
(strumento svedese medievale simile a violino e ghironda), creando una
"danza solare circolare" di natura acrobatica.
"Blood and Oblivion" evidenzia il capillare lavoro
al pianoforte di Alessandro di Benedetti. La traccia mostra una transizione
definitiva verso un'atmosfera più jazz, sia nel tempo ritmico che nelle linee
di chitarra nitide, con l'incursione di un sintetizzatore mostruoso che evolve
in sinfoniche inebrianti. È presente un'aria corale di Paula Porsti e
riflessioni sulla chitarra jazz.
"Lo Prometido es Deuda" si basa sul dulcimer e
sulla viola da gamba, strumenti medievali, in contrasto con un emozionante
turbinio di organo a canne e pianoforte.
"Mary the Jewess" mantiene la viola da gamba e i flauti
dolci in evidenza, con un edificante assolo di chitarra solista e un maestoso
finale di sbarramento delle tastiere.
"Luonto Puhuu" mette in mostra la tecnica al Chapman
Stick dell’ospite Alfonso Romero, l’abile batteria di Kimmo e "lick di
chitarra".
"Sea and Sky" è un brano dalle "tinte neo-prog"
con la partecipazione di un cantante (John Wilkinson), chitarrista (Tony
Riveryman) e flautista (Giovanni Mazzotti).
Gathering of Souls non è solo un album, ma
un'esperienza immersiva che offre una via di fuga dalla frenesia del mondo
moderno. La sua capacità di fondere generi e atmosfere diverse in un sound
coeso e originale lo rende un'opera di spicco nel panorama del progressive rock.
La qualità degli arrangiamenti, l'abilità tecnica dei musicisti e la profondità
emotiva delle composizioni lo pongono di diritto tra i migliori candidati per
le classifiche di fine anno. Un capolavoro inestimabile che merita di essere
ascoltato e riascoltato.
Tracklist:
1. The
Crusade of Earl Birger (5:49)
2.
Where
Are You? (10:29)
3.
Omnis
Saltat ad Solem (5:55)
4.
Blood
and Oblivion (12:39)
5.
Lo
Prometido es Deuda (7:11)
6.
Mary
the Jewess (10:49)
7.
Luonto
puhuu (5:46)
8. Sea
and Sky (5:36)
Total
Time: 64:14
Line-up / Musicians:
Rafael Pacha: saz, recorders, crumhorn, classical, acoustic & electric guitars, bouzouki, bodhrán, electric violin, mandolin, zither, keyboards, hulusi, cuatro, viola da gamba, dulcimer, cither, percussion, whistles
Alessandro di Benedetti: keyboards
Marco Bernard: Shuker basses
Kimmo Pörsti: drums & percussion, additional keyboards
With:
Paula Pörsti: voice, vocals
Yogi Lang: vocals
Nick Markham: vocals
Giovanni Mazzotti: flute
Alfonso Romero: Chapman Stick
John Wilkinson: vocals
Tony Riveryman: electric guitar

