È appena uscito “di un
cantautore e d’altre storie”, di Nicola
Pisu, suo sesto lavoro discografico.
A giudicare dall’oltre ora e mezza di canzoni - suddivisa su
diciotto brani - viene da pensare che la lunga fermata per l’emergenza sanitaria
sia stata sfruttata per accumulare idee e soluzioni conseguenti, compresse in
un contenitore al quale viene ora tolto il coperchio per farne fuoriuscire la
resulta.
Conosco virtualmente Pisu dal 2014, quando incontrai casualmente
la sua musica, e da allora ho seguito il suo percorso che è lastricato da
piacevoli azioni musicali, sempre privilegiando l’aspetto artistico, sempre
lontano da costrizioni commerciali.
Il “mestiere” di Nicola è il cantautore, ma parlo di quello
originale, quello che forse non esiste più, quello che racconta storie e regala
messaggi, il poeta visionario e al contempo concreto che dà voce a sogni e
ideali.
Insomma, ascolti la musica di Pisu e ti ritrovi in un luogo -
e in un tempo - che pensavi non esistesse più.
L’autore è conscio dello status e, almeno apparentemente,
rassegnato ad un ruolo che negli anni è cambiato, perché nascere nel momento
giusto al posto giusto resta sempre un grande vantaggio, ma anche una sorta di porta
oscura di cui non si possiede il passepartout e nemmeno si conosce la modalità di costruzione.
A seguire propongo il pensiero dell’autore estrapolato dal
sito di riferimento, e più che analizzare i vari brani preferisco fornire un’immagine
di massima, il profumo che sgorga spontaneo dalle canzoni che Pisu scrive in
quantità industriale, sicuramente per sé stesso, ma immagino soprattutto il
piacere della condivisione!
L’unica concessione al nuovo che avanza è la proposizione di
un album totalmente digitale, fatto probabilmente legato a costi di produzione
e distribuzione, non so quanto amato dall’artista sardo.
Ma la musica è musica, qualunque sia il metodo con cui se ne
usufruisce e, in questo caso, ogni singolo brano, nessuno escluso, riporta all’essenza
cantautorale - e non mi sembra importante nominare illustri predecessori -,
quella più pura, che idealizza immagini attraverso l’elemento sonoro, che usa
pudore nel porgere il pensiero, che non urla ma sussurra, e quando c’è da
alzare la voce preferisce un po' di sano cripticismo, tanto per allenare l’ascoltatore
facendolo partecipare, e rendendo osmotico il rapporto tra le parti.
Non mi pare un caso il coinvolgimento in un brano - “Filastrocca”,
che propongo a seguire in video - di Max Manfredi, uno che sintetizza il
suo percorso raccontando: “Sono andato al Club Tenco e lì ho scommesso sul
mio futuro, nel senso che ho deciso di non fare altro se non le cose cui
tenevo, e che so di poter fare bene, indipendentemente dai buoni esempi e dai
molti cattivi.”
Pisu, un po' più giovane di Manfredi, mi appare dall’esterno come
una sua naturale diramazione, nel senso della posizione rispetto al mondo
musicale, alla vita, alla professione. Sottolineo che sono solo sensazioni personali
derivanti da ascolti e letture, nulla di più.
Il disco, diviso in due “tomi”, va ascoltato e riascoltato, e
forse non è nemmeno necessaria una grande concentrazione, nel senso che il
tutto si può cogliere con una certa semplicità, ed è questo il pregio dei
grandi, saper dare pennellate su di una tela successivamente accessibile a
tutti.
L’esempio che posso dare è, come già sottolineato, un brano
che vede l’ospite "nobile", per il resto vi rimando all’intero album, la cui
modalità di acquisizione è segnalata a fine articolo.
Molto, molto soddisfatto!
Questa intervista non è mai avvenuta e mi approprio indebitamente del contenuto pubblicato da Nicola Pisu nel suo sito di riferimento, ma sono grossomodo le risposte che avrei cercato di ottenere - nella tipologia - e, soprattutto, risultano icastiche di un album… sostanzioso, per cui sono certo che l’autore non ne avrà a male se trasformo il suo pensiero nel gioco domanda/risposta, a vantaggio dell’ascoltatore.
Chi ha collaborato con te in questo nuovo lavoro?
Come negli album precedenti, è folta la schiera dei musicisti
che hanno collaborato al progetto: vanta diversi strumentisti dell’isola e
appare consolidato il sodalizio col polistrumentista salernitano Giovanni
Vicidomini. Prezioso e importante il cameo di Max Manfredi, esponente di spicco
della canzone d’autore, in “Filastrocca”. Gli arrangiamenti sono
prevalentemente collettivi, ossia ogni musicista ha dato il suo contributo, ma
diverse tracce sono state curate dal maestro Vicidomini e una, “Melton il
sarto”, in toto da Gianfranco Fedele che nella parte lirica cita un canto
gregoriano (gaudete in domino semper).
Che mi dici del messaggio contenuto nelle liriche?
Dal punto di vista dei testi e delle tematiche affrontate, è
evidente che, nonostante l’epoca contemporanea, la scrittura sia per alcuni
versi novecentesca e richieda un certo livello di attenzione e di
approfondimento. Numerose sono le citazioni letterario-poetiche sparse nei
versi, e diverse canzoni risultano interamente di matrice letteraria, come
“Schegge” ispirata al capolavoro di Céline o “Lettere da Spoon River” e “Melton
il sarto” all’opera di Masters, fino a lambire il Linas di Giuseppe Dessì e le Langhe
di Beppe Fenoglio. La Sardegna, caratteristica ormai cristallizzata nella mia scrittura,
è molto presente, raccontata sotto differenti prospettive, mai stereotipata.
E poi…
Stilisticamente, sebbene Di un cantautore ignori le
mode e sia ostinatamente controtempo, è tutto sommato figlio di quest’epoca,
visto che sarà pubblicato solo in versione digitale.
LE TRACCE
PRIMO TOMO
1-Quand’è quasi buio
2-Filastrocca (con Max Manfredi)
3-Di qualche anno fa
4-Solo una canzone
5-Melton il sarto
6-Di guerra e disertori
7-Passu passu
8-Lettere da Spoon River
9-Scampoli d’un girotondo (intermezzo
strumentale)
SECONDO TOMO
10-Pane per amore
11-Atene
12-Il partigiano di Fenoglio
13-Terra mea
14-Tema di Filastrocca (intermezzo
strumentale)
15-Schegge
16-Tolù
17-12.02.2021
18-Lettere da Spoon River (appendice
strumentale)
Durata complessiva: circa 1h 35m
Arrangiamenti collettivi, eccetto
tracce 5, 7, 8, 9, 11, 14, 16, 17 e 18
Registrato presso ROPECave Studio da
Roberto Corda
La traccia 5 è stata arrangiata e
curata in toto da Gianfranco Fedele
Le tracce 7, 8, 9, 11, 16, 17 e 18
sono state curate da Giovanni Vicidomini
La traccia 14 è stata arrangiata da
Roberto Corda
Editing, Missaggio e Mastering:
Roberto Corda (tranne la traccia 5 a cura di G.Fedele)
Copertina ed elementi grafici: Carlo
Murtas
Progetto grafico: Carlo Murtas
Album autoprodotto
Distribuzione digitale: Edizioni
Materiali Musicali (Faenza)-Medidigital
Per acquistare l’album (solo edizione digitale comprendente mp3 di elevata qualità e booklet con i testi), scrivere a
oppure a ufficiostampanicolapisu@gmail.com
LINK UTILI
https://www.nicolapisu.it/pubblicato-il-nuovo-album-di-un-cantautore-e-daltre-storie/
https://www.facebook.com/nicola.pisu.581
https://www.youtube.com/c/NicolaPisu