martedì 29 novembre 2022

Mauro Martello/Sezione Frenante: l'ascolto e le storie dell'album "Prigioniero di visioni"

 


Le storie fornite dagli autori e l'ascolto... cliccare sui titoli...


1.      ILCUORE RIVELATORE (da Edgar Allan Poe)

Due uomini, uno giovane e l’altro anziano, condividevano un appartamento. L’uomo giovane era affezionato al suo anziano amico ma era ossessionato da uno dei suoi occhi, di un pallido azzurro, per lui simile a quello di un avvoltoio… Sarà il battiti del cuore della vittima che il giovane assassino crede di udire a far confessare il delitto in un travolgente crescendo di emozioni.

Dopo una energica introduzione, il flauto dà il via ad un canone a tre voci (flauto, chitarra1, chitarra2) seguito da un ponte che lancia la parte cantata. Dopo uno stop improvviso  viene proposto un nuovo canone a due voci (pianoforte e flauto) sostenuto armonicamente dal basso. La chitarra elettrica introduce il basso fino alla riproposizione del tema del canone iniziale, riproposto ad una sola voce. Un nuovo canone atre voci (flauto1, chitarra, flauto2) porta alla coda costituita dal tema del primo canone suonato all’unisono flauto-chitarra.

 

2.      LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA (da Edgar Allan Poe)

Una terribile pestilenza, la Morte Rossa, sta devastando una contrada e il principe Prospero, uomo di animo felice e temerario, si rende conto che le sue terre sono spopolate (molti sono morti a causa della pestilenza, oppure sono semplicemente fuggiti per evitare il contagio). L'uomo allora decide di ritirarsi insieme ad un migliaio di amici e cortigiani nel suo palazzo, così da evitare di contrarre il morbo. All'interno dell'edificio gli occupanti trascorrono gioiosamente le giornate, con danze e giullari. La Morte Rossa troverà comunque il modo di irrompere nel palazzo e di compiere la sua missione di morte.

 L’introduzione strumentale, caratterizzata da un respiro hard rock, conduce presto ad una serie di momenti tematici in ritmi composti. Il ritorno dal 4/4 lancia la prima parte cantata ad un ritmo sostenuto. Segue un momento molto lirico del flauto sorretto dalla tastiera con archi campionati. La seconda parte cantata, viene interrotta da un breve tema, caratterizzato da evocazioni  ”celtiche” seguito dalla riproposizione del tema  in ritmo composto già presentato  nella prima parte.


3.      LIGEIA (da Edgar Allan Poe)

Il narratore inizia il suo racconto sforzandosi di ricordare come e quando conobbe la sua amatissima e defunta moglie Ligeia, senza però riuscirci. Forse perché sono passati anni, forse perché il dolore gli ha fiaccato la memoria, o forse ancora perché l'immensa grazia, la bellezza, l'intelligenza e la straordinaria erudizione della donna gli sono penetrate nel cuore così nel profondo da dimorarvi in modo così tanto ignoto e inaccessibile. Alla fine del racconto, come in una visione, come in un incubo sconvolgente, Ligeia apparirà ancora agli occhi del narratore

 Il recitato iniziale (affidato a Lino Vairetti che canta l’intero brano) si sviluppa nel tema affidato alla chitarra elettrica in contrappunto con il basso e con interventi del glockenspiel a colorare la melodia. La prima parte cantata vede il contrappunto della chitarra acustica che ripete il tema precedentemente e esposto dalla chitarra elettrica. Il brano procede poi con una citazione dal Trio op 100 di Franz Schubert, su cui è inserito il canto. Un cambio improvviso di ritmo sostiene un intervento del flauto che lancia una lirica melodia eseguita dalla chitarra elettrica. Il breve finale è affidato alla voce.


4.      L’ALBERGO (da Guy de Maupassant)

Durante il periodo delle grosse nevicate, solamente due persone rimarranno a controllare l’albergo che rimarrà isolato sulla montagna per molti mesi. Tutto sembra procedere tranquillo tra il freddo e la monotonia della montagna. Ma ben presto la permanenza assume dei risvolti molto particolari. Uno dei due uomini oscirà per una battuta di caccia e non farà più ritorno. L’altro custode, rimasto solo con il cane vivrà un’esperienza sconvolgente che lo condurrà alla pazzia.

L’introduzione è affidata ad un bordone prodotto dalla tastiera, sul quale il flauto esegue alcuni passaggi che sfociano su un tema strumentale in 7/4 sottolineato da forti accenti del basso e della batteria. Dopo un passaggio in 6/4, un breve momento “free” lancia il riff che sostiene il canto. La ripresa del passaggio in 6/4, questa volta cantato precede la lunga coda strumentale su cui la chitarra elettrica esegue alcuni momenti tematici che sottolineano il ritmo.


5.      IAN’S CRAB BOURRÉE (strumentale)

È una rielaborazione di una bourrée del compositore tedesco Johann Ludwig KREBS (1713-1780), allievo di J.S.Bach. La bourrée è una antica danza francese ampiamente diffusa in Europa nel periodo barocco. Questo brano ricalca “Bouree” di Ian Anderson in una sorta di omaggio alla celebre composizione dei Jethro Tull.  Analogamente alla rielaborazione di Anderson, IAN’S CRAB BOURRÉE modifica la ritmica del tema, sviluppando una variazione con degli “stacchi” rockeggianti”, un assolo del basso ed una ripresa del tema a due flauti.


6.      PAZZO (da Guy de Maupassant)

Un giudice stimato e temuto per la sua ferrea irreprensibilità, viene attratto dalla folle idea di commettere omicidi e di incolpare e far condannare innocenti al suo posto.

È il brano più lineare del disco, caratterizzato da una costante pulsazione ritmica e dall’alternarsi della melodia cantata con interventi strumentali.


7.      CHISSA’? (da Guy de Maupassant)

L’incredibile avventura del protagonista, "un solitario, un sognatore", che viveva nella sua casa, circondato da cose, ninnoli, mobili, ai quali era affezionato tanto da sentirli importanti come persone e che una sera mettono in atto una inspiegabile rivolta e "decidono" di andarsene dalla casa in cui erano ospiti. Vi torneranno poi, altrettanto misteriosamente.

La melodia introduttiva viene affidata al basso e poi ripresa dalla chitarra fino ad una sezione rockeggiante che si interrompe per lasciare spazio alla parte cantata.  La lunga coda è costituita da un riff che sostiene l’intervento melodico del sax soprano.


8.      L’HORLA (da Guy de Maupassant)

È la storia di una possessione. Non una possessione diabolica, ma il protagonista racconta di una misteriosa presenza di un essere invisibile  che gli vive accanto, beve l’acqua e il latte dal comodino durante la notte, sfoglia i libri e muove i fiori… Alla fine del racconto il posseduto darà fuoco alla sua casa con per uccidere l’Horla. Ma questa entità sarà davvero perita nell’incendio?

Dopo la melodia sul registro acuto del flauto accompagnato dall’organo, la chitarra ne riprende la linea tematica, sostenuta dal basso e dalla ritmica. Il sax soprano propone vari spunti melodici che si interrompono con un pesante melodia sostenuta da stacchi accordali molto accentati. La parte vocale che segue lascia presto spazio al pathos del duduk sostenuto dal bordone dell’organo. un tema “orientale” basato sulla scala minore armonica conduce al riff della coda e al finale cantato.


9.      PRIGIONIERO DI VISIONI (encore Ligeia?)

È una immaginaria trasposizione in tempi moderni di Ligeia. Questa donna appare ovunque, ma è solo un’illusione, un’utopia, un miraggio, un sogno…

È il brano più melodico del disco ed è cantato da Lino Vairetti. Il tema, quasi lirico, si ripete due volte prima di lasciare spazio alla parte strumentale che, dopo il cambio di tonalità, vede la chitarra protagonista che, alla fine, viene affiancata dal sax.