New
Progmantics è un
album dei Sarastro
Blake che vedrà la luce nel mese di luglio… una primizia assoluta!
Progetto basato su due
soli elementi quello dei comaschi S.B.,
ma, almeno nell’occasione, carico di ospiti da perderci la testa.
Qualità a parte, il
progetto, recente, ha la connotazione del collettivo musicale, formato dalla
spina dorsale e da una serie di elementi funzionali al singolo obiettivo, al
brano, alla musica specifica.
L’aspetto negativo è
che difficilmente vedremo la versione live, per ovvi motivi di “raccolta
artisti”, e anche perché New Progmantics non appare un album
facilissimo, e richiede qualità interpretative che oltrepassano la buona
tecnica.
Il nome dell’album
dice molto degli intendimenti di base, e la crasi tra “prog” e “romantics”, con
l’aggiunta dell’aggettivo “new”, racconta di una voglia di utilizzare quanto di
buono abbiamo ascoltato in passato, rinnovandolo, ma mantenendo alto il
versante dei sentimenti.
E’ una musica
francamente sorprendente quella dei Sarastro
Blake, dove si toccano momenti di alta emozione, quelle vibrazioni che solo
certa musica è in grado di dare.
Spesso lo spunto per
una nuova creazione si raccoglie dal quotidiano, da dettagli per molti - i meno
sensibili - insignificanti.
I S.B. utilizzano la letteratura e la pittura - complementari alla
musica - per inventare undici tracce di rara bellezza, capaci di trasportare in
un mondo che… fa stare bene.
Se le atmosfere sono “sognanti”,
il messaggio contenuto nelle liriche propone la sintesi che i più attenti
possono cogliere già nella cover, una reinterpretazione del dipinto Flaming June che rappresenta la
convivenza di bene e male, di spiritualità e materialismo.
Gli “aiuti esterni” a cui accennavo danno il senso preciso
del mondo prog: Rick
Wakeman, Richard Sinclair, David Paton, David
Lawson, Nick Magnus, Amanda Lehmann, Bill Sherwood. Ma come sottolinea Paolo Pigni, il fondatore della band, non
c’è un limitarsi al gettone di presenza, ma il contributo è totale, anche dal
punto di vista della creazione/arrangiamento.
Un altro incontro occasionale mi
ha condotto sulla strada della musica di qualità, ma questo New
Progmantics va davvero oltre le più rosee aspettative.
Da ascoltare senza indugio!
Per ogni dettaglio supplementare
utilizzare il sito di riferimento:
L’INTERVISTA
Come e dove nascono i Sarastro Blake?
Sarastro
Blake nascono a Como, alla fine del 2011, quando Paolo Pigni, sta componendo e
registrando il terzo album dei Mogador, tuttavia gli altri due componenti del
gruppo gli comunicano la decisione di voler proseguire l’attività senza di lui.
Poco dopo è lo stesso Richard Allen dei Mogador a suggerire a Paolo di fare un
album solo prodotto da Luca; Paolo, dopo un breve periodo di lavoro sulle
composizioni chiede a Luca se vuole produrre il disco e così parte la nuova
avventura.
Mi pare di capire che
la struttura porta tante sia una cosa a due, con l’intervento di altri
musicisti in funzione dell’obiettivo: come funziona il vostro “collettivo”?
Sì, la struttura basilare siamo io e Luca,
avendo di fatto suddiviso fra di noi la stesura, arrangiamento ed esecuzione
del disco, senza dimenticare l’apporto prezioso di Mirko Soncini alla batteria
su tutti i pezzi, e le voci di Serena Bossi, Marco Carenzio e Richard ai cori; da
evidenziare che Serena ha cantato da solista un brano. The last but but not
least, il buon Filippo Pedretti al violino. Questi
musicisti hanno costituito la base del progetto a cui si sono aggiunti via via
i super ospiti, il cui contributo comunque non si è limitato ad un cameo, ma ad
una vera propria condivisione del brano, con l’obbiettivo di fornire la loro
creatività per il brano ... come se fossero membri appunto di una band, ed
ognuno di loro non si è limitato ad una mera esecuzione su partiture pre indicate
e precise, vedasi ad esempio Nick Magnus che ha suonato ed arrangiato tutte le
parti di tastiere del brano The Lady of Shallott; in effetti il "collettivo"
tecnicamente prende spunto e modalità dall’Alan Parsons Project, se posso
permettermi di prenderli ad esempio, come tipologia di progetto musicale!
Proviamo a dare una
definizione della vostra musica, che esca dagli schemi?
Definire
la musica senza cadere nelle etichette è sempre arduo. Diciamo che la filosofia
che la sottointende prende spunto dall'idea del c.d. progressive degli anni
60/70, i cui musicisti scrivevano senza limiti di genere e talvolta (vedi
Genesis) con lo scopo di creare per lo più canzoni, più o meno lunghe o corte
non importa, ma sempre "canzoni", e con lo "spirito" e
l'ambizione creativa di "contaminare" le varie influenze artistiche
di chi li aveva preceduti, o che invece talvolta era contemporaneo a loro
medesimi. Poi in quello che oggi definiamo prog vi era un marasma di gruppi,
dai Moody Blues ai Gentle Giant; nel nostro caso c'è indubbiamente una
preponderanza della melodia e della armonia.
Il nuovo album, New Progmantics, vede la partecipazione di musicisti molto conosciuti:
come è nata la collaborazione?
La
collaborazione con questi illustri ospiti è nata, come dire, in
"sordina" e poi è cresciuta via via con la progressione del disco;
inizialmente ho contattato Nick Magnus, ovviamente perché adoro i primi dischi
di Steve Hackett, ed ho sempre pensato che il pezzo The Lady of Shallott fosse intriso delle stesse tematiche
romantiche, sia a livello lirico che musicale, dei primi album dei Genesis; ero
terrorizzato quando mi rispose di mandargli il brano per un ascolto, ma quando
mi disse entusiasticamente che, non solo la canzone gli era piaciuta, ma che
addirittura si "offriva" di suonare tutte le parti di tastiera,
allora ho avuto una conferma sulla bontà della composizione; in seguito il
coinvolgimento degli altri ospiti è proseguito sulla stessa linea, ovvero
quella di cercare di coinvolgere gli artisti in base alle loro caratteristiche ed
a quelle dei vari brani; non posso dilungarmi in questa sede, ma se qualcuno è
interessato può leggere il "making of" di ogni singolo brano sul sito
www.sarastroblake.com.
Mi racconti qualche
particolare relativo alla realizzazione del disco… i temi, i significati,
l’obiettivo musicale e narrativo?
L'album
ha come filone ispirativo alcune poesie ed un paio di dipinti di grandi artisti
più o meno noti al pubblico, e qualche "lirica" del sottoscritto
tratta da un libercolo di poesie pubblicato nel 2010. C'è indubbiamente un
certo sapore romantico ed il tema dell'amore sacro e profano e del
"femminino sacro" è ricorrente per quasi tutto il disco, non a caso
abbiamo scelto come cover una reinterpretazione fotografica meravigliosa dello
splendido dipinto Flaming June che è
anche una canzone dell'album, e nella copertina è appunto interpretato da una
famosa modella Inglese fotografata dall'attore britannico Christopher
Colquohon... l'immagine è forse una riuscita sintesi della donna, angelica e
demonica, "spirituale e materiale" allo stesso tempo.
Come sarà pubblicizzato
in fase live l’album?
L'album,
almeno per ora, non sarà promosso live, e non è detto che in futuro non si
riesca a farlo, tuttavia visto che i vari "membri" sono impegnatissimi
in altri gruppi e progetti, resta un'ipotesi remota. Personalmente mi manca
molto suonare in concerto, negli ultimi anni l'ho fatto assiduamente con un
altro progetto chiamato Celtic Harp Orchestra, ma sono anche molto e forse più
interessato alla natura creativa e compositiva della musica, per cui mi
piacerebbe tornare abbastanza presto a comporre materiale per un nuovo disco.
Esiste la possibilità
che la musica progressiva esca dalla nicchia e riprenda parte dello spazio che
aveva nei primi anni ’70?
Mah,
personalmente credo che il "genere" stia rivivendo una certa
notorietà negli ultimi tempi, basti vedere le reunion di glorie del passato e
la ristampa dei capolavori del tempo. Purtroppo secondo me, atteso che viviamo
in un epoca di grande crisi ed entropia, il rischio è che si celebri o
autocelebri il passato, o che quello di nuovo che si compone si appiattisca su
presunte tipicità del genere prog; oggi sento qualche nuovo gruppo, bei riffs,
capacità tecniche notevoli... ma poi la canzone... dove è? E soprattutto… l’emozione,
il pathos dove sono? Dove sono canzoni del livello di una Firth of Fifth o And You and
I ? E poi, starò invecchiando, ma mi sembra che la tendenza sia quella di
suonare sempre più veloce e con sempre più note, e rimpiango la lentezza e gli
spazi ariosi dei Pink Floyd: forse non è più questione di riprendere gli spazi,
ma di riprendersi il feeling, gli ideali, art for art's sake, questi slanci,
questo desiderio si sono per lo più smarriti, lasciando spazio a vuoti
manierismi ed a dischi "senza anima"... per non parlare dei soliti
album e /o gruppi creati per vendere e basta.
Cosa c’è nel futuro
prossimo dei S.B.?
Nel
futuro prossimo di Sarastro Blake c'è il desiderio, dopo aver creato a nostro
avviso un disco ispirato ed in "buona fede" per quanto ci concerne, e
appunto richiamandoci ai suddetti ideali, di condividerlo con il prossimo nella
speranza davvero di avere fatto un buono e onesto lavoro, che smuova qualche
cuore, che crei qualche emozione positiva, che susciti qualche afflato
dell'anima, questo è, credo, sempre stata l’ambizione in ogni tempo e luogo e il
desiderio di ogni artista... romantico, dopodiché ai posteri l'ardua sentenza...
noi moriremo vecchi o nuovi progmantics, con immutata speranza o forse
utopia... l'importante è partecipare e lasciare un segno, gettare un sasso or a
Message in a Bottle.
Tracklist:
01 - The Lady Of Shalott (ft. Nick Magnus & Filippo Pedretti)
02 - Clare's Song
03 - Scotland The Place (ft. Dave Lawson)
04 - Sonnet 116 (ft. Serena Bossi)
05 - Stanzas For Music (ft. Rick Wakeman & David Paton)
06 - Prelude To The Highlands
07 - My Hearth's In The Highlands (ft. Amanda Lehmann)
08 - Remember (ft. Richard Sinclair)
09 - Flaming June (ft. Billy Sherwood)
10 - Beyond
11 - Solitary Bench (Remastered Version)
Line up
Paolo Pigni (ex Mogador, Celtic Harp Orchestra): vocals. Acoustic guitar, bass,
piano
Luca Briccola (Mogador, Trewa, Celtic Harp Orchestra): guitars,keyboards, bass, flute,
percussion, orchestration
Mirko Soncini: drums
Richard Allen (Mogador), Marco Carenzio, Serena Bossi: additional vocals
with
Rick Wakeman (Yes)
Richard Sinclair (Caravan
David Paton (Alan Parson Project, Camel Fish)
David Lawson (Greenslade)
Nick Magnus (Steve Hackett)
Amanda Lehmann (Steve Hackett)
Bill Sherwood (Yes, Toto, Circa)