Imperfetta Solitudine è il nuovo album di Pensiero Nomade.
Una evoluzione rispetto al precedente Materia e Memoria… un atteggiamento “nomade” è per
definizione itinerante, e la strada intrapresa da Salvo Lazzara, Luca Pietropaoli e Davide Guidoni è quella della ricerca, della
sperimentazione, dell’indagine introspettiva naturalmente legata a quella
strettamente musicale.
Esiste un’idea portante, un concetto che le parole degli autori
fanno emergere, pensiero che estrapolo dall’intervista, e che giustifica il
titolo del disco:
“L'idea guida e' stata quella di accostare, fondere senza
confondere le storie raccontate dalla chitarra e dalla tromba; il racconto
solitario di due strumenti, come due persone che per caso nello stesso posto,
scoprono di avere storie comuni da dividere. È in questo senso la solitudine si
scopre imperfetta, perché nel contatto fra strumenti diversi puoi ancora
distinguere le personalità di ognuno, ma su uno sfondo comune”.
E’ questa un’immagine incredibilmente poetica, fortemente
simbolica, e la personificazione di due strumenti, di per sé già carichi di
anima e cuore, racchiude un messaggio di grande speranza, un quadretto dove le
diversità individuali emergono come caratteristica positiva, ma vengono messe a
disposizione della collettività: il gioco di squadra paga in ogni situazione, anche
se pochi ne conoscono il reale significato.
E in questo percorso il trio miscela jazz a fasi acustiche, osando
maggiormente - rispetto al passato - sul versante elettronico, forse scoprendo
che il corretto uso della tecnologia può essere funzionale a qualsiasi progetto.
Imperfetta Solitudine è un album
strumentale, un tracciato composto da step rarefatti, di assoluta atmosfera,
apparentemente totalmente godibile in una dimensione domestica,
sfoderando vecchi riti di piena comunione; ma un test - obbligato - mi ha
permesso di scoprire la piena accessibilità anche in situazioni di decisa
routine - viaggio in auto - che mi hanno fatto scoprire dettagli e spazi
nascosti. Un grande lavoro, un album che ci si auspica di vedere performato su di un palco, davanti ad un degno pubblico.
L’INTERVISTA
Sono passati circa due
anni da quando incontrai la tua/vostra musica. Che cosa è accaduto in questo
lasso di tempo?
Fondamentalmente dopo Materia e Memoria sentivamo il bisogno
approfondire la ricerca sul timbro più
naturale possibile dei nostri strumenti, e in parte di semplificare il
linguaggio, la composizione, mantenendo le premesse di fondo di tipo
stilistico, ma asciugando, per così dire, sottraendo. Ne è venuta di
conseguenza anche l'esigenza di strutturare le composizioni attorno ad un
linguaggio più immediato e con meno sovrastrutture.
Che tipo di evoluzione
rappresenta “Imperfetta Solitudine” rispetto a “Materia e Memoria”?
Un avvicinamento
maggiore al jazz, anche se contaminato con l'elettronica, per quanto riguarda
la tromba, e virato in acustica per le chitarre, un accostamento a certi
esperimenti contemporanei più o meno recenti, e un'attenzione per le dinamiche
e l'interplay più accentuata, anche se il risultato ancora si può accostare al
progressive più cameristico. Il pretesto, ma solo un pretesto, e' stato
l'ascolto di un album di Ralph Towner e Paolo Fresu. Da li siamo partiti
decostruendo il concetto di duo; le percussioni si sono unite dopo, così come
le parti di contrabbasso e quelle vocali.
Ci
sono state modifiche alla line up?
Pensiero Nomade e' un
progetto di tipo modulare, con dei margini di flessibilità. Una contrazione
della line up, era necessaria per il discorso portato avanti nel cd, partendo
da me e Luca, con gli inserti di Davide.
Che cosa racconta “Imperfetta
Solitudine”, esiste un fil rouge che lega le varie tracce?
Non direi un filo rosso,
piuttosto un insieme, un collage di brevi storie, tenute insieme da un concetto
guida e da comuni atmosfere, evocate dalle scelte timbriche più o meno omogenee
degli strumenti.
Ci eravamo lasciati con
un’assenza di fase live di Pensiero
Nomade… è cambiato qualcosa sotto questo punto di vista?
Stiamo lavorando ad uno
sviluppo live di questo progetto, ma vogliamo ragionarlo per bene, definire in
maniera chiara gli obiettivi, in termini di tipologia di luoghi e situazioni
dove proporsi.
Mi racconti qualcosa sui
vostri progetti futuri?
Approfondire questi
concetti, e lavorare ancora sulla definizione delle nostre strategie sonore,
sulla composizione di brani non necessariamente complessi, da affrontare quasi
in maniera architettonica.
Line up:
Salvo Lazzara: chitarre
Luca Pietropaoli: tromba, flicorno, contrabbasso, elettronica, voce
Davide Guidoni: percussioni
BARCAROLA
CERCHI D’ACQUA
DANZA NOTTURNA
CALCE E CARBONE
LA COLOMBA E IL PAVONE
TOURNESOL
PRIMA DELL’ESTATE
SCIROCCO
IMPERFETTA SOLITUDINE
SENSITIVE
VERSO CASA