Fa
un certo effetto avere tra le mani un CD la cui copertina reca la seguente
nota: “ Registrato in
un’unica sessione Venerdì 13 ottobre 1972” (rimasterizzato nel luglio 2011). Le motivazioni e le storie
correlate a questo “Spettri”, album dell’omonima
band, sono evidenziate nelle righe a seguire, tra scambi di battute e
biografia.
Di
fatto il materiale è rimasto per quasi 40 anni in un cassetto e, se è vero che
sarebbe stata importante un’uscita in tempo reale, gli utenti degli anni
a seguire- 80, 90 e forse l’inizio del nuovo secolo - non sarebbero stati
probabilmente preparati a ricevere un documento storico-musicale come questo,
di assoluto valore, certo, ma dai suoni decisamente vintage. Insomma, con
un po’ di fortuna- e tanta pazienza- occorre afferrare l’occasione nel momento
giusto, nè prima nè dopo. E ora i tempi pare siano favorevoli per un ritorno
alla qualità.
Buon
fiuto quello di Daniele Nuti, che ha riportato a galla i
“reperti”, e solita “intelligenza musicale” quella della Black Widow Records, che non ha
indugiato nell’investire nella produzione/distribuzione
Certo,
ascoltando le parole di “Introduzione”, e riflettendo su ciò che attualmente
rappresenta la nostra società viene da pensare ad una buona lungimiranza di
pensiero (fatto anomalo attorno ai 20 anni) e alla teoria dei “corsi e ricorsi
storici” di G.B.Vigo. Cito testualmente: “ Il vero significato di questo
testo è un’aperta critica alla società odierna, che trasuda di egoismo e di
ipocrisia. In essa stanno scomparendo tutti i valori umani che porteranno
inevitabilmente l’Uomo nell’abisso”. Come non rifletterci su!
Questi
ed altri pensieri, come evidenziato nell’intervista, procureranno qualche
problema alla band, e sono forse la causa della mancata distribuzione di
“Spettri” nel momento della sua creazione.
Un’altra
piccola cosa che mi ha colpito guardando la cover è la line up, o meglio un
dettaglio di questa, e cioè la presenza di tre fratelli nello stesso gruppo,
cosa che mi ha riportato ai Gentle Giant, propositori di musica differente, ma
attivi proprio in quel periodo, soprattutto in Italia.
Tutto
quindi ha contribuito a riportarmi indietro negli anni.
Le
influenze dichiarate riportano a certo prog e a rock più duro, ed è indubbio
che alcuni passaggi siano molto zeppeliniani e comunque di area hard, anche
italiana (Rovescio della Medaglia). Esiste poi un brano, “Medium”,
che richiama fortemente gli Iron
Butterfly, sia nella struttura che nelle caratteristiche timbriche.
Le
liriche hanno enorme importanza perché “Spettri” è un esempio di unità
di intenti e compattezza, tra musica e messaggio, cosa che spesso, negli anni
’70 appariva una grande forzatura.
Esistono
band culto del panorama italiano che sono diventate tali con un solo album,
come gli Alphataurus o il Museo
Rosembach… ora anche gli Spettri rientrano, a pieno titolo, in questo
esclusivissimo club di musicisti seminali, che a distanza di anni raccolgono il
giusto riconoscimento.
L’INTERVISTA
Il
“recupero” di nastri antichi come “Spettri”, si presta a molte considerazioni,
ma la prima cosa a cui ho pensato riguarda l’interesse che attualmente
esiste (BWR docet) per materiale che oltre ad essere di nicchia (come genere)
presenta suoni “originali” e che quindi necessitano di metabolizzazione. Come
sta cambiando il mondo degli utenti musicali?
Ponticiello: secondo me è in
atto una profonda trasformazione nella fruizione della musica. La sbornia della
pop song sta passando lasciando ricordi esigui, poche idee e
scarsa considerazione. Oggi convivono felicemente insieme, nonni che
hanno vissuto l’epopea dei grandi cantanti di rock & roll i cui figli
sono cresciuti all’epoca dei grandi raduni rock e nipoti svezzati con le
voci dell’hip-hop . Finalmente il cerchio si è chiuso e la grande tradizione
del jazz, blues e rock ha assunto il grado che gli spetta, diventando musica
colta e raffinata, ricercata e ascoltata da un pubblico veramente avvezzo alle
sonorità della musica moderna. In questa ottica si pongono gli istruiti
ascoltatori del prog, un tempo detta “musica d’avanguardia” .
Melani: esiste un pubblico di fruitori di musica che
preferisce ascoltare invece che usare, il pubblico del prog e' un pubblico
musicalmente colto. Dopo anni di vuoto un pubblico sempre più ampio si rende
disponibile ad un approccio più intellettuale e stimolante.
Guardando
la vostra foto sul CD ritornano alla mente momenti indelebili legati ad un
periodo d’oro per la musica. Che ricordi avete di quei tempi? Esiste un
aneddoto particolarmente significativo che vi ha accompagnato per tutti questi
anni?
P: esistono tanti
aneddoti, ma quello che ricordiamo più con nostalgia è stata la semifinale del
concorso per band emergenti“estate insieme”del 1971. Era un contest a
carattere nazionale, noi come Spettri e tante altre band, fra cui i Jumbo di
Alvaro Fella, e ci esibimmo all’ “Altro Mondo “ di Rimini. Eravamo
convinti che i Jumbo entrassero in finale e che vincessero il concorso, e
invece la giuria composta dai New Trolls, Arbore, Pergolani ( altri nomi non li
ricordo) decretarono il nostro successo. Così vincemmo la possibilità di
registrare su nastro il nostro lavoro. Spero di incontrare Alvaro Fella per
chiedergli scusa.
M: il ricordo dei 70
e'il ricordo della libertà di poter fare musica a 360 gradi, senza limiti
a sperimentazioni.
Sono
nato col prog degli anni ‘70 e ho sempre… “frequentato”, eppure non conoscevo
“Spettri”. A parte le mie lacune, cosa vi ha impedito di venire adeguatamente
allo scoperto?
P: i testi furono
considerati troppo spinti per il periodo. Fummo anche accusati di diffondere
messaggi di tipo satanista. In realtà era una critica alla società del periodo,
la ricerca di un uomo che vuole risposte dall’esterno, mentre invece le ha
dentro di se. Quando il nostro personaggio arriva a capire ciò, si rende conto
che è impossibile cambiare il mondo se non cambia se stesso. Era il periodo
dell’ “avere o essere”, frasi come … bruciamo i biglietti di banca ... erano
considerate destabilizzanti. Ci esibivamo nel circuito dei festival di musica
d’avanguardia dell’epoca, ma senza il supporto fonografico la vita fu dura.
Che
cosa vi è accaduto, musicalmente parlando, negli ultimi 40 anni?
P: chiuso il decennio dei ’70,
agli inizi del 1980 io e i miei due fratelli suonavamo nei piccoli club
con l’aiuto di una delle prime drum-machine. Il ritmo che ci piaceva di più era
“rock & roll old style”, così cominciammo a arrangiare i brani della
musica anni ’50; nel 1983 si riunì a noi il nostro batterista che aveva chiuso
la parentesi Campo di Marte prima e Bella Band poi. In quattro cominciammo a specializzarci
in rockabilly e rock & roll, nel 1984 entrò nel gruppo anche il
saxofonista che aveva militato in Bella Band e diventammo così Dennis and the
Jets, per riprendere il vecchio brano di Frank Zappa “Ruben and the Jets”. Nel
1985 fummo invitati alla trasmissione “Quelli della notte” e da allora abbiamo
suonato sempre insieme. Ti allego una breve discografia (a fine post).
Come
è nato l’incontro con BWR e che cosa apprezzate di più del rapporto che si è
venuto a creare, escludendo l’aspetto “lavoro”?
P: dobbiamo ringraziare Daniele
Nuti, che è stato il nostro contatto con BWR, lui ha avuto l’ardire di
riproporre il disco degli Spettri. I ragazzi della BWR sono stati eccezionali,
non hanno badato a spese ed hanno confezionato un prodotto che non avremmo mai
immaginato di avere a disposizione. Sono simpaticissimi e , soprattutto,
veramente esperti del settore.
Che
riflessioni vi sentite di fare sull’attuale stato della musica?
P: troppo difficile
rispondere. Esiste musica per tutte le esigenze, per tutti i momenti e per
tutte le “tasche”. Finalmente anche in Italia si comincia a considerare la
musica popolare moderna una espressione artistica, non solo comunicazione
giovanile.
M: la musica popolare commerciale
e'diretta espressione dei modelli culturali imposti dai media. Oggi, in tempo
di crisi, questi modelli sono… in crisi. Fa piacere in questo senso vedere
tanti giovani che riscoprono un modo di fare musica più creativo e libero da
schemi. Penso che fra pochi anni ne coglieremo i frutti.
Che
tipo di rapporto avete con le nuove tecnologie? Siete a vostro perfetto agio
con le possibilità fornite dalla rete?
P: certo, anche se
noi continuiamo a suonare alla “vecchia maniera”, organo hammond, chitarre con
solo il pedale wha-wha vox , un basso music man del 79 ed una batteria gretch
completamente in legno, con la cassa di 80, come quella che avevano gli Area, per
intenderci.
M: per essere all'avanguardia oggi
dovremmo essere no tech. Cosa quasi impossibile, ma come sempre il meglio viene
da un giusto mix. Registrare su pro tools con gli strumenti originali, ma
mixare su banco analogico neve del 76 !
Non
si vendono più album e anche i grandi gruppi storici vivono di concerti. Cosa
rappresenta per voi la performance live?
P: è il momento topico, l’apice
della piramide la cui base è la voglia-necessità di condividere, socializzare,
trasmettere e ricevere emozioni.
Esiste
una band che vi ha influenzato a tal punto da portarvi sulla via della musica?
P: Elvis, Beatles, Led Zeppelin,
Deep Purple, ELP, King Crimson, adesso è semplice e comune citare questi
artisti, ma negli anni del loro successo non era facile per noi confrontarci
con i nostri coetanei.
M: King Crimson, Bian Auger, ELP, Deep Purple, Black Sabbath
Provate
ad immaginare il vostro futuro musicale da qui al 2015.
P: è difficile pensare di non
suonare ancora. Il nostro sogno è diventare i “Buena Vista Social Club” del
rock.
M: su un bel palco pieno di
strumenti veri a suonare il 3° LP degli “Spettri!”.
Biografia
Il gruppo nasce a Firenze nel 1964, in pieno fermento beat, e
comprende: fratelli Ponticiello, Giuliano Giunti al basso e Ubaldo Paolanti
alla batteria, che presto viene sostituito da Mauro Sarti.
I primi anni sono segnati da alcuni significativi cambi di
formazione, nel 1968 Sarti già viene sostituito da Giorgio Di Ruvo, proveniente
dai Players, gruppo rythm and blues, mentre entra nel gruppo l'organista
Alessio Rogai, che abbandonerà nel 1970 in favore di Stefano Melani.
Un altro bassista, Giuseppe Nenci, transita brevemente nella band
nel '70, (ma al suo posto arriverà l'anno successivo il più giovane dei
fratelli Ponticiello, Vincenzo).
La svolta verso altre atmosfere musicali arriva proprio dal 1970,
il beat è oramai un genere esaurito e nel repertorio dal vivo del gruppo
compaiono cover di pezzi dell'ambito rock, si va dagli Spirit ai Deep Purple,
passando per i Black Sabbath. In sala prove la band inizia a creare sessioni
con composizioni originali sulla base di una nuova sensibilità sviluppatasi
dall'ascolto dei dischi e gruppi che influenzavano i singoli musicisti, oltre
ai già citati c'erano anche Colosseum, King Crimson, tutto quell'immaginario
che solo dopo è stato classificato come “prog”, ma che all'epoca era
identificato come “avanguardia”.
Il concept che il gruppo crea è davvero particolare, si sviluppa
su testi scritti dal cantante Ugo Ponticello, e narra di un uomo che attraverso
una seduta spiritica ricerca se stesso, abbandonandosi alla metafisica e
all'Aldilà per ricercare una ragione di vita, ma trovandosi solo a vivere un
terribile e reale incubo, dove trova se stesso, ma abbrutito da tutti i mali
della società moderna. La parte musicale sviluppa una suite con un impianto di
base rock, con chitarra elettrica, basso, batteria e organo Hammond, che
coesistono in un sound che sa anche sperimentare.
La suite diviene unico repertorio proposto dal vivo nei tantissimi
concerti tenuti dalla band, nei maggiori festival pop, soprattutto tra Toscana
e Lazio, al fianco di gruppi come New Trolls, Le orme, Trip, Nuova Idea.
Questa suite venne composta nel 1970/71, ma registrata soltanto
nel 1972 in un unica sessione, e rimasta inedita fino ad oggi, per un disco che
di fatto doveva uscire ma non vide mai la luce. Con la seconda metà degli anni
'70, le nuove tendenze musicali, ed un sempre maggiore disinteresse del
pubblico nei confronti di una musica colta e da ascolto, porterà il gruppo a
trasformare le proprie scelte ed il progetto Spettri rimarrà in sospeso... fino
al 2011.
Discografia ufficiale Dennis and the Jets
1987 “In rock Signo Vinces” G.A.S.\RCA - /1989 “Alea Jacta
Est” DISCHI IMPERO-CONTEMPO/ 1992 “Va come va” ABRAXAS/HARMONY /
1993 Partecipazione alla compilation Dialetti Italiani UNION\CGD/ 1993
Partecipazione alla compilation “E cantava le canzoni” EMI dedicata a
Rino Gaetano /1994 “Brucia strega brucia ABRAXAS/FLYNG \1995
Partecipazione alla compilation”Tributo ad Augusto”CGD\1997 Partecipazione alla
compilation “ Amici miei, la fine del secolo”/1999 “Passami la
scossa” PDB/2000 Partecipazione alla
compilation “2120 Michigan avenue Chicago Italia” ed. “IL MANIFESTO”/2003 “1983 /2003
Dennis and The Jets” AIDIA MUSIC/2004 “ Tutta colpa del rock and
roll” RAI TRADE/2007 “ Noi duri” CTE/2009 “Noi duri parte seconda”
“L’abito blues” CTE/2011 “Florence on the Moon” Dennis and the Jets con David
Cecconi metropoli.