lunedì 15 ottobre 2012

Quatermass





I Quatermass si formano a Londra nel 1969...

... per opera di tre musicisti già molto attivi in varie band o come session man: il tastierista Peter Robinson, il cantante\bassista John Gustafson e il batterista Mick Underwood. Un anno dopo esce il loro primo ed unico album (se si esclude l'effimero The Long Road pubblicato nel 1990 come Quatermass II), l'omonimo Quatermass. Per descrivervelo, propongo la recensione pubblicata da un nuovo amico (con il nick di Charterhouser) su Prog Archives .

"I Quatermass sono tra i miti della scena "underground" degli anni '70, anche se non vendettero molto e non poterono quindi pubblicare altri dischi dopo il primo, omonimo album. Fu un peccato, poiché sicuramente avevano talento e non ricevettero per quando avevano seminato.
Attorno a loro si creò un discreto interesse tra gli ascoltatori di progressive, che diedero loro l'attenzione che meritavano. Molti salutarono il disco come un capolavoro, talvolta acclamandoli come superiori agli Emerson Lake & Palmer, che guadagnarono in quegli anni un notevolissimo successo con una formazione analoga (basso e voce- tastiere- batteria) e idee affini.
"Quatermass " è ritenuto un buon album, anche se la fama di pietra miliare potrebbe essere inadeguata. Ci sono certamente delle buone idee e innegabili capacità tecniche, specialmente nei casi del tastierista Peter Robinson e del batterista Mick Underwood.





Ci sono delle ottime canzoni come “ Post War Saturnday Post”, che sembrerebbe inizialmente un tradizionale brano blues, ma è lacerato dai bizzarri ed alienanti assoli di Robinson, dalla maestosa introduzione ai suoni robotici della conclusione. Gustafson sembra in generale allineato ai canoni del blues rock nel canto( si sentano Up on the Ground e Gemini per credere, dove il cantante riempie i versi di vocalizzi urlati e ruvidi) ma le composizioni sono rese preziose dalle jam del gruppo, che vedono protagonisti Robinson e Underwood. Non mancano le canzoni più brevi: l'orecchiabile “Black Sheep of the Family” e la rilassante “Good Lord Knows”, avvolta negli archi, e persino ” Entropy”, che apre e chiude l'album in un'atmosfera irreale.
Sfortunatamente la jam strumentale “Laughin' Tackle” è troppo confusa e disordinata per resistere alla prova del tempo, girando su se stessa senza trovare un'idea precisa da sviluppare.
Globalmente, Quatermass è un buon esordio, ma il gruppo stava ancora cercando di codificare il proprio stile, ed è triste che non abbiano avuto le possibilità di “completarsi”, perchè probabilmente avrebbero inciso dischi ancora più soprendenti ed omogenei. In ogni caso hanno dato prova del proprio valore anche come session man per molti altri artisti, diventando affermati e riconosciuti.
Quatermass rimane un buon ascolto, in particolare per chi cerca dei bei suoni di tastiera."


Black Sheep Of The Family





3 commenti:

Giampaolo ha detto...

Laughin'Tackle per me è una delle migliori chiaramente con i difetti dovuti all'esordio.
Un buon album. Ma gli ELP erano un'altra cosa.
Ciao!

Unknown ha detto...

ho quasi 60 anni e ritengo che sia uno dei migliori dischi acquistati in oltre 40 anni di frequentazione di discoteche.Per di più è uno dei pochi che riesco ancora ad ascoltare senza doverlo contestualizzare,a differenza di tutti gli ELP

Anonimo ha detto...

E' il mi primo disco acquistato in vinile..oramai ho quasi 54 anni ...lo conservo ancora gelosemente e ogni tanto riascoltandolo riassaporo i profumi di quel 1970..reputo ancor oggi il disco ottimo ed innovativo e...che fossero qrandi musicisti lo hanno dimosrato negli anni a seguire con le collaborazione che hanno fatto..un saluto Paolo